C’è un nome nuovo nel nostro panorama extreme metal: Ogen. L’arco alpino ultimamente ha deciso di aumentare la sua forte influenza sulla musica black metal, molto duttile ad assorbire influenze di ogni tipo. Soffia il vento del nord sulle note degli Ogen, gruppo che debutta con questo intrigante e personale EP intitolato “Black Metal Unbound”. Aria gelida che arriva dal passato, da band che hanno fatto la storia del black metal tinto di emozioni, e di epicità: Emperor, Borknagar ed Enslaved. Non è la prima volta che una band proveniente dalle zone alpine raccolga nel proprio DNA il suono nordico e gelido della culla norvegese e, visti i risultati, speriamo che gli Ogen non siano nemmeno gli ultimi. Il fascino degli Ogen risiede tutto in un sound che sembra predisposto, in un futuro prossimo, ad assorbire le più svariate influenze, anche distanti dai classici canoni extreme metal. Per questo motivo abbiamo deciso di avvicinare il mastermind della band, Hartagga, per conoscere meglio questo gruppo ancora avvolto un po’ nel mistero.
DA QUALE ISPIRAZIONE NASCONO GLI OGEN?
“Ogen è un progetto che nasce, dal punto di vista concettuale, dalla volontà di mettere in musica le inesauribili fonti d’ispirazione che sono per me le montagne, le storie e le leggende che le permeano, il perenne contrasto tra la loro bellezza ed il carattere in certi casi estremo dell’ambiente che esse costituiscono”.
IN BREVE TEMPO AVETE REALIZZATO IL FULL LENGTH DI DEBUTTO…
“Fin dai primi passi del progetto, Ogen ha potuto beneficiare della fiducia artistica accordatagli dalla Kolony Records, che ha creduto nella proposta dotando i mezzi per registrare l’EP e promuoverlo in maniera adeguata”.
LA COPERTINA DEL VOSTRO ALBUM E ANCHE IL VOSTRO SOUND MI RICORDANO LO STILE DEGLI INDIMENTICATI EMPEROR. SIETE STATI INFLUENZATI DA QUESTO O ALTRI GRUPPI NORVEGESI?
“Il tuo accostamento mi fa molto piacere in quanto gli Emperor rappresentano un’evidente influenza nel sound della band, soprattutto per quanto riguarda le chitarre. Altre band norvegesi che hanno sicuramente esercitato un influsso sulle composizioni sono Ulver e i primi In The Woods. La copertina, inoltre, rappresenta la miglior approssimazione visiva all’aspetto lirico delle composizioni”.
SE NON ERRO SIETE IN DUE, MA PRATICAMENTE FA TUTTO HARTAGGA: E’ PIU’ FACILE PORTARE AVANTI DA SOLI UN PROGETTO OPPURE L’INTENTO E’ QUELLO DI AMPLIARE IN FUTURO LA LINE UP?
“Attualmente Ogen ha una line-up di quattro elementi, me compreso, pensata per la dimensione live, ma la musica, così come i testi, è sempre frutto di mie composizioni. Portare avanti un progetto come one man band è per me un’esperienza molto interessante perché ti consente di misurarti a livello creativo solo con te stesso, nel bene e nel male, e ti permette di apprezzare maggiormente punti di forza e limiti della tua proposta musicale”.
SIETE SODDISFATTI DEL VOSTRO PRODOTTO? CREDO SI TRATTI DI UNA DELLE SORPRESE PIU’ POSITIVE DELL’ANNO IN AMBITO BLACK METAL ITALIANO…
“Innanzitutto ti ringrazio per l’apprezzamento, mi fa davvero molto piacere. Personalmente sono molto soddisfatto in termini di produzione e di sound, nel senso che secondo me è avvertibile una matrice omogenea che lega tutti i brani dell’EP. Sarebbe tuttavia un grosso errore ritenersi appagati e non vedere potenziali aree di miglioramento nel songwriting, soprattutto per quanto riguarda la struttura delle song e, ciò che più mi interessa per future release, la ricerca compositiva, che spero evolva sempre senza fermarsi a già (troppo) sperimentati stilemi compositivi”.
COME MAI AVETE DECISO DI CHIAMARVI OGEN?
“Ogen è un termine molto semplice, d’impatto, facilmente memorizzabile e dunque è in linea con il tipo di musica che la band propone, almeno sull’EP di debutto. Richiama il concetto di ‘oceano’: mi sembra una buona metafora per le possibilità espressive del genere che la band propone”.
QUALI SONO LE CARATTERISTICHE CHE PIU’ APPREZZATE DEL VOSTRO SOUND?
“Ciò che ha maggiormente suscitato l’interesse degli addetti ai lavori risieda in certe progressioni armoniche delle chitarre non scontate e piuttosto originali. Io sono essenzialmente un chitarrista, quindi era giocoforza naturale per me profondere il massimo degli sforzi nell’affinare uno stile compositivo che fosse, ad un tempo, diretto ed interessante. Ha suscitato interesse anche l’aspetto esecutivo, piuttosto compatto e ritmicamente cangiante seppur non sconfina in partiture ‘prog’”.
QUAL E’ SECONDO VOI LO STATO D’ANIMO IDEALE CHE UNA PERSONA DEVE AVERE PER APPREZZARE APPIENO LA VOSTRA MUSICA?
“Potrà sembrare una banalità, ma credo che lo stato d’animo ideale sia quello di chi si immerge nella vastità e nella sconfinata bellezza dei passaggi naturali meno ‘addomesticati’, da cui origina un senso di monumentale, seppur discreta, epicità”.
C’E’ UN GRUPPO ITALIANO CHE SECONDO VOI HA GRANDI POTENZIALITA’ E PUO’ BEN RAPPRESENTARE IL NOSTRO PAESE ANCHE ALL’ESTERO?
“Credo che una band molto interessante e già investita, in qualche modo, di un ruolo di culto siano i Forgotten Tomb. Secondo me possono contribuire a ‘svecchiare’ la percezione che all’estero si ha della nostra scena underground. Ma ovviamente i Forgotten Tomb non sono i soli”.
QUALI SONO I SENTIMENTI CHE VENGONO RAPPRESENTATI MAGGIORMENTE NEI VOSTRI TESTI?
“Sentimento di piccolezza di fronte alla vastità della natura, perenne dialettica uomo-natura nel senso ancipite di ammirazione – reverenza di fronte alla sua immensità. Come già detto, il tipo di ambiente che ‘popola’ il mondo lirico-concettuale di Ogen è quello montano”.
IL VOSTRO STILE E’ MOLTO RAFFINATO E ‘DELICATO’ IN ALCUNE PARTI. CREDETE IN FUTURO DI APRIRVI AD ALTRE SONORITA’ NON NECESSARIAMENTE METAL?
“Mai dire mai! Le fonti d’ispirazione musicale di Ogen non sono esclusivamente confinate all’ambito metal, benché questo ne sia la matrice essenziale e, credo, insostituibile”.
C’E’ UN TOCCO EPICO IN ALCUNE VOSTRE CANZONI: DA DOVE NASCE?
“Nasce senz’altro dalla peculiarità delle fonti d’ispirazione che sottostanno alla stesura dei brani, ma anche dall’amore per band che hanno fatto scuola, come ad esempio i Bathory degli album più epici”.
UN VOSTRO GIUDIZIO SULLA SCENA BLACK METAL NAZIONALE…
“La scena black italiana è sicuramente ricca, ben nutrita e valida; sarebbe motivo di grande soddisfazione poter assistere ad una piena ascesa anche internazionale di qualche nostra formazione. Credo che al di fuori dei nostri confini l’apprezzamento per le band italiane sia già in costante crescita”.
COM’E’ STATO ACCOLTO DALLA CRITICA L’ALBUM? COSA VI HA DATO PIU’ FASTIDIO E PIU’ SODDISFAZIONE?
“L’album è stato accolto benissimo e molto bene, penso soprattutto a certe recensioni americane. Ovviamente non sono mancati giudizi non pienamente positivi, talora forse influenzati da una sorta di prudenza di fronte ad un lavoro di soli cinque brani. In generale sono rimasto veramente soddisfatto della reazione e dei commenti che l’EP ha suscitato negli addetti ai lavori. E questo è solo l’inizio!”.
GRAZIE PER LA DISPONIBILITA’…
“Grazie a voi per l’interesse dimostrato ed ovviamente a quanti hanno deciso di dare fiducia ad Ogen supportando la band! Stay tuned!”.