ON THORNS I LAY – La tristezza dell’Egeo

Pubblicato il 12/05/2018 da

Con il nuovo “Aegean Sorrow” gli On Thorns I Lay sono tornati a proporre ciò che riesce loro meglio: doom-death metal dalla vena gotica e atmosferica. Il ritorno del gruppo ellenico, dopo numerosi anni trascorsi in oblio lontano dalle scene, vive in effetti di un’ispirazione onestamente inattesa e di una cura per i dettagli che non fa altro che potenziarne il valore e la portata. Chris Dragamestianos, da sempre leader della formazione, ci illustra brevemente l’idea dietro al ritorno degli On Thorns I Lay e le aspettative per il loro futuro. Forse non è troppo tardi per godere di almeno una parte di quel successo che negli ultimi tempi sta baciando i connazionali Septicflesh e Varathron…

CON “AEGEAN SORROW” SIETE DEFINITIVAMENTE TORNATI ALLE VOSTRE ORIGINI DOOM-DEATH. COME E’ MATURATO QUESTO “BACK TO THE ROOTS”?
– L’idea alla base del disco è molto semplice: volevamo tornare a suonare come agli esordi e proporre del puro atmospheric death metal. Ho iniziato a comporre le canzoni per questo album nel 2014, al mio rientro da un periodo trascorso a Stoccolma, ma ho utilizzato anche dei riff risalenti ai primi anni Novanta che non avevano mai trovato posto nei brani dell’epoca. Nel complesso posso dirmi molto soddisfatto del risultato finale: queste canzoni sono molto importanti per noi e segnano l’inizio di una nuova era per gli On Thorns I Lay.

QUAL E’ L’ASPETTO DI “AEGEAN SORROW” CHE PIU’ TI SODDISFA?
– Quando abbiamo iniziato a provare i pezzi tutti insieme sapevamo di avere per le mani qualcosa di speciale, tanto da arrivare ad affermare che si trattasse del nostro materiale più ispirato di sempre. Tuttavia la ciliegina sulla torta è arrivata grazie alla produzione di Dan Swanö: il disco grazie a lui suona enorme.

E’ STATO DIFFICILE COMPORRE DEI NUOVI BRANI SU QUESTO STILE DOPO TANTI ANNI TRASCORSI A SPERIMENTARE CON ALTRI SUONI?
– Non l’ho trovato complicato. Ho sempre avuto tante idee vicine a questi lidi musicali e mi sono tenuto in esercizio anche quando la band non è stata attiva per qualche anno. Ho sempre trovato ispirazione nella mia vita quotidiana e credo di essere sempre riuscito a mettere da parte tutte le buone idee che mi venivano. Sono convinto che negli anni siamo riusciti a mantenere un nostro tocco: le band di oggi si affidano quasi sempre agli stessi suoni, è difficile riconoscerle subito. Le produzioni sono così fredde e compresse che i dischi sembrano suonati da un computer. Per questo motivo ci siamo rivolti a Dan Swanö per il mixaggio e il mastering del nostro album; è riuscito a donarci un suono organico e chiaro. Sicuramente lavoreremo ancora con lui in futuro.

I TESTI DEGLI ON THORNS I LAY HANNO SEMPRE EVOCATO SENTIMENTI NOSTALGICI. DUBITO CHE ABBIATE CAMBIATO APPROCCIO QUESTA VOLTA…
– Questo è un concept album e descrive in una vena poetica quei sentimenti di lutto e tristezza che caratterizzano la nostra regione. Guerre e catastrofi naturali fanno da sempre parte della nostra storia e il futuro, per quanto ci riguarda, non promette nulla di buono. Non riusciamo a vedere una luce alla fine del tunnel. L’ambiente che ci circonda, comunque, da sempre fornisce grande ispirazione. Siamo influenzati profondamente dalla nostra terra sin dai tempi di “Orama”.

TRA IL 2000 E IL 2003 GLI ON THORNS I LAY HANNO CAMBIATO DIREZIONE, SPERIMENTANDO CON SONORITA’ PIU’ LEGGERE E MELODICHE. COME VEDETE OGGI QUELLE PROVE? ALL’EPOCA ERA DI MODA CERCARE DI ROMPERE CON IL PROPRIO PASSATO, VEDI LE USCITE DI QUEL PERIODO TARGATE PARADISE LOST, MOONSPELL, TIAMAT O ANCHE SEPTICFLESH. COME SPIEGHI QUEL TREND?
– In linea di massima abbiamo sempre cercato di sperimentare con il nostro sound, ma a volte alcuni nuovi membri entrati in formazioni ci hanno portato a compiere delle scelte forse un poco azzardate. Probabilmente siamo stati un po’ troppo open minded ad un certo punto della nostra carriera. E potrei dire lo stesso per i gruppi che hai citato. Dopo l’album “Future Narcotic” ci siamo resi conto di avere perso la nostra identità musicale e ciò ci ha portato a prenderci una pausa, attorno al 2004. In quel momento ci siamo sentiti svuotati e privi di passione.

COME VIVETE LA SCENA MODERNA? OGGI E’ PIU’ FACILE REGISTRARE E PROMUOVERSI IN AUTONOMIA, GRAZIE ALLA TECNOLOGIA E AI SOCIAL MEDIA, MA LE VENDITE DEI DISCHI SONO CALATE TANTISSIMO E LA CONCORRENZA E’ PIU’ VASTA CHE MAI…
– Trovo impossibile paragaonare il periodo dei nostri esordi con quello attuale: si tratta di situazioni completamente differenti. Ci sono migliaia di band e ben poche riescono a vivere delle copie che vendono. D’altro canto, puoi raggiungere una audience molto vasta utilizzando correttamente i mezzi tecnologici di oggi. I gruppi hanno anche iniziato a suonare dal vivo molto più spesso, una scelta necessaria per chi desidera vivere di musica, ma tale approccio può essere stancante e rivelarsi letale per una band. Vedi cosa sta succedendo ai Katatonia…

OGGI CHE GENERE DI MUSICA PREFERITE ASCOLTARE? SIETE TORNATI ALLE ORIGINI ANCHE IN TEMA DI ASCOLTI?
– Saremo sempre dei grandi appassionati di death metal e di atmospheric doom death metal. Ascoltiamo questi generi da sempre, sin da quando eravamo dei ragazzini. Non perdiamo occasione di tenerci aggiornati sulle nuove uscite, ma abbiamo piacere nel riscoprire regolarmente i vecchi classici dei primi anni Novanta su vinile. La musica rappresenta una parte enorme della nostra vita e siamo coinvolti nella scena esattamente tanto quanto una volta.

AVETE RIMPIANTI QUANDO PENSATE ALLA VOSTRA CARRIERA?
– Penso che non avremmo dovuto cambiare stile in modo tanto marcato, ad un certo punto. Apprezzo ogni nostro album, ma quel tipo di evoluzione continua alla lunga ha danneggiato il nostro nome e alienato parte dei nostri fan. Adesso però siamo molto orgogliosi di questo nuovo album: è il migliore della nostra carriera e siamo convinti che verrà ricordato a lungo tra chi ci segue.

SARESTE IN GRADO DI CITARE I TUOI TRE BRANI PREFERITI NEL REPERTORIO ON THORNS I LAY?
– Mi dispiace, ma è una richiesta impossibile da soddisfare. Amo davvero troppe canzoni nel nostro repertorio e quelle di “Aegean Sorrow” hanno un significato ancora più importante. Sognavo da anni di tornare a suonare questa musica e non mi sembra vero di essere riusciti a confezionare un disco così valido.

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