Gli Opera IX, è un dato di fatto, hanno fatto la storia del metal estremo italiano. Passando dal passato occulto alle tematiche spiccatamente pagan dell’ultimo periodo, la band piemontese in questa intervista ripercorre i passi più importanti della propria carriera in concomitanza con l’uscita dell’interessante pubblicazione in versione CD dei primi demo della carriera… La mente e l’animo del gruppo, il simpaticissimo Ossian, ci introduce nel magico mondo degli Opera IX di ieri e di oggi!
UNA PRIMA SVOLTA STILISTICA IMPORTANTE AVVENNE PROPRIO TRA IL PRIMO ED IL SECONDO DEMO, COME SI PUÒ BEN SENTIRE DALL’EDIZIONE DI QUESTO “‘90-’92-’93 THE EARLY CHAPTERS”. QUANDO E’ AVVENUTA SECONDO TE UNA SUCCESSIVA SVOLTA?
“Non posso non citare ‘The Black Opera’, con il quale più che una svolta stilistica avemmo una grande svolta qualitativa e sopratutto promozionale. Per la prima volta registrammo in un vero studio professionale e sopratutto con produttori che sapevano fare il loro mestiere, e poi l’Avantgarde Music credeva molto negli Opera IX, tanto che l’album vendette tra licenze e stampe più di 18.000 copie nel mondo. Fu un gran momento e di seguito ‘Maleventum’ è stato un altro passo importante, perché ha segnato definitivamente una sorta di cambio stilistico, perché abbiamo radicato maggiormente il nostro sound a tematiche più arcane e immerse nella filosofia pagana, cosa che nel passato erano ancora troppo diluite con quelle tipicamente dark e doom”.
IL MOMENTO CHE VI HA REGALATO MAGGIORI SODDISFAZIONI QUAL’È STATO? L’ESPERIENZA PIÙ PARTICOLARE CHE AVETE VISSUTO IN TUTTI QUESTI ANNI? C’È UN ANEDDOTO BIZZARRO O ARCANO CHE VI È CAPITATO E CHE VOLETE RACCONTARCI?
“La più grande soddisfazione è stata sicuramente il tour in Messico ed ultimamente il concerto a Bucarest, in quest’ultimo c’erano più di 700 persone venute da tutta la Romania per vedere un concerto degli Opera IX, tutti che cantavano i ritornelli di ‘Maleventum’ e abbiamo passato ben due ore a firmare autografi. La cosa più bizzarra è stata che proprio al rientro dalla Romania abbiamo rischiato di essere arrestati in aeroporto, mentre in Messico c’è stata l’apoteosi del bizzarro-arcano: abbiamo vissuto un terremoto in diretta mentre dormivamo in albergo e, durante un day off, il sottoscritto ha avuto un malore sulla piramide della Luna a Teotihuacan ed è stato soccorso da una vecchia con tanto di sigaro e cappello indio che continuava a dire al resto degli Opera IX che ormai il grande spirito mi avrebbe preso per sempre… poi sono stato curato in un centro infermieristico del posto con una Coca Cola e una palla di ossidiana… penso che ancora oggi ogni tanto il grande spirito mi si manifesti dentro (rida, ndR)!”.
QUAL È STATO LO STATUS RICOPERTO DALLA VOSTRA BAND NEGLI ANNI ’90 ALL’INTERNO DELLA SCENA METAL ESTREMA NAZIONALE E QUAL È QUELLO ATTUALE? É CAMBIATO? ORA CREDETE DI ESSERE CONSIDERATI ‘MENO’ DI UN TEMPO A CAUSA DEL PROLIFERARE INCONTROLLATO DI UNA MIRIADE DI BAND CHE ADOMBRANO L’IMPORTANZA DEI GRUPPI STORICI?
“Non penso che le band attuali adombrino quelle storiche, anzi, il proliferare di una scena più o meno valida spesso riesce a dare delle conferme per chi si presenta in modo professionale e chi invece gioca con la musica e con le attitudini. Siamo sinceri, chi fa cattivo e il bel tempo siete voi dei media e sopratutto i direttori artistici di agenzie varie che si occupano dell’organizzazione di festival e che possono dare una buona visibilità alle band… oppure ignorarle, ma non voglio accusare nessuno, in quanto ormai non possiamo più parlare di ‘passione musicale’ in campo heavy metal ma solo di interessi. Ormai è logico che se una band non ha alle spalle una buona promozione e soldi da investire pochi si fanno avanti… peccato, perché quando iniziai a suonare con gli Opera IX nel lontano 1988 pensavo di fare Arte e non commercio. Oggi ci sono più mezzi di comunicazione, tutto funziona meglio ed è più controllabile, ma, allo stesso tempo, tutto molto più virtuale. Negli anni ’90 le band collaboravano e si incontravano, ci si dava una mano e ci scambiavamo volentieri contatti e consigli. Oggi ognuno vive nella sua bara. E’ difficile dire cosa era meglio e cosa peggio, forse la risposta sta nell’equilibrio… vivere quei tempi con i mezzi di oggi. Comunque sia, ora come ora, siamo molto più considerati del passato, specialmente all’estero: gli Opera IX sono un nome che tutti conoscono… ma come culto!”.
SE NON SBAGLIO AVETE GIÀ FISSATO QUALCHE DATA LIVE IMPORTANTE. VI VEDREMO ANCHE ATTIVI ALL’ESTERO? PERCHÈ SECONDO VOI I GRUPPI ITALIANI IN GENERE FANNO PIÙ FATICA PER TROVARE DA SUONARE DAL VIVO?
“Sì, abbiamo fissato una data evento, il 16 febbraio suoneremo in provincia di Avellino, precisamente al New Sin di Mirabella Eclano in un festival, e lì registreremo anche un live che apparirà nel DVD: per maggiori informazioni potete visitare il nostro sito www.operaix.it oppure la nostra pagina Myspace www.myspace.com/officialoperaix. Riguardo alla questione concerti, è una domanda che mi pongo da anni e non riesco ancora a capire se vi è una risposta logica… viviamo in un paese di merda, è l’unica cosa che mi viene in mente. Sento continuamente che locali addetti aprono e velocemente chiudono i battenti perché spesso non vengono supportati e non fanno abbastanza ingressi per permettere un giusto sostentamento, tale da dare uno sviluppo professionale della musica estrema. Per anni ho lavorato come coadiuvante artistico di un locale molto famoso della mia città, il Babylonia. Agli inizi il metal andava alla grande, poi la gente si era quasi annoiata di vedere in locandina almeno un concerto al mese di HM e alla fine il locale ha ripiegato solamente su generi più trendy e meno impegnativi come le tribute band o il reggae… e alla fine ha chiuso i battenti. Sono convinto che molti fans del METALLO si entusiasmano poco e se lo fanno è solamente per i grandi nomi esteri, mentre all’estero è il netto contrario. Forse le cose cambieranno o stanno già cambiando, vedi l’Italian Monster Of Rock, spero vivamente che faccia il tutto esaurito… peccato solo che noi non ne facciamo parte. Per il resto chi vivrà vedrà… ma tanto noi siamo solo lupi nel sacro bosco della vita!”.
GUARDANDO A RITROSO LA VOSTRA CARRIERA, QUAL È STATO IL PIÙ GROSSO ERRORE CHE AVETE COMMESSO E QUALE L’ALBUM CHE IN UN QUALCHE MODO HA DATO UNA ‘SVOLTA’ ALLA VITA DELLA BAND?
“Secondo me, il più grosso errore è stato sicuramente aver rimpiazzato Flegias e Cadaveria troppo velocemente con due elementi che nulla c’entravano con la vera attitudine degli Opera IX. Dovevamo aspettare un po’ più di tempo per far uscire ‘Maleventum’ e magari dare maggiore notizia delle audizioni. Sicuramente avremmo trovato immediatamente Dalamar e M, evitando così ulteriori cambi di line up così frequenti e che hanno destabilizzato non poco la band e tutto quello che ne concerne… ma purtroppo vi furono delle pressioni e dovemmo a tutti i costi far uscire l’album. ‘Maleventum’ è stato proprio maledetto in tutti i sensi! Altro errore, ma meno importante, è stato rifiutare un contratto discografico con la Century Media nel 1998: al tempo cercavano una band di metal estremo con una voce femminile, ma c’erano troppe restrizioni e cambiamenti da fare per i nostri gusti. Mentre assolutamente l’album che diede una svolta agli Opera IX per ora rimane ‘The Black Opera’ e spero anche il prossimo… ma ne parleremo più avanti”.
COSA RISERBA IL FUTURO AGLI OPERA IX? DOPO LA FUORIUSCITA DI LUNARIS AVETE INTENZIONE DI ANDARE AVANTI SENZA L’USO DI TASTIERE?
“Molte cose… stiamo già lavorando ai brani del prossimo CD che chiuderà la trilogia iniziata con ‘Maleventum’ e a fine febbraio 2008 entreremo in studio per registrare alcune tracce e poi cercheremo una valida etichetta che creda maggiormente in noi e possa farci una buona promozione. Intanto la Occultum Prod. stamperà un DVD storico per coronare i venti anni di carriera e penso che uscirà per fine 2008. Per le tastiere vedremo… sinceramente stiamo facendo un po’ di audizioni e continueremo a farle, se non dovessimo trovare validi sostituti penso che Lunaris continuerà a registrarci le tastiere in studio e per il live useremo dei session. Intanto M per il prossimo album ha imbracciato la seconda chitarra per dare un sound molto più aggressivo e pieno, sopratutto per il live e con questo sta dando anche un ottimo apporto alla composizione dei nuovi brani”.