OPETH – Mi Piace Barbie Girl!

Pubblicato il 30/11/2009 da


Ecco il resoconto della nostra piacevole chiacchierata con Mr. Åkerfeldt, leader degli Opeth, che si é prestato alle nostre curiosità in occasione dell’ultima data su suolo italico del Progressive Nation Tour 2009.

CIAO MIKAEL, E BENVENUTO SU METALITALIA.COM. COME STA ANDANDO IL TOUR? CHE PEZZI SUONERETE STASERA?
“Be’, posso dire che il tour sta andando molto bene, ma non abbiamo ancora deciso quali pezzi suoneremo stasera. Sai, abbiamo deciso di fare così: quattro dei sei pezzi che solitamente riusciamo ad infilare nell’ora a nostra disposizione sono più o meno sempre gli stessi, mentre per il restante tempo disponibile ci troviamo subito prima di salire sul palco e decidiamo tutti insieme.

QUINDI NON SUONATE GLI STESSI PEZZI IN TUTTE E QUATTRO LE DATE ITALIANE?
“No, no, proprio per dare l’opportunità di ascoltare pezzi diversi a chi vuole venirci a sentire magari anche più di una volta, e allo stesso tempo per evitare a noi stessi di cadere nella routine e dare sempre il meglio sul palco. Tra l’altro abbiamo anche evitato di suonare tutti pezzi lunghi, altrimenti in un’ora avremmo suonato solo quattro pezzi, e non è quello che volevamo”.

COME REAGISCONO I FAN DEI DREAM THEATER AL VOSTRO SHOW?
“Ecco, su questo punto siamo partiti preparati! Infatti, sebbene abbiamo anche tentato qualche esperimento nel senso contrario, l’idea è stata quella di evitare i pezzi più heavy, in special modo dai primi album, perché sarebbe stata troppa la differenza con il nostro materiale nuovo, ed abbiamo notato che la reazione finora ci ha premiato. Volevamo suonare pezzi che potessero piacere anche a loro”.

ABBIAMO LETTO RECENTEMENTE DI UN DRAMMATICO INCIDENTE STRADALE CHE HA VISTO COINVOLTA ANCHE LA BAND IN BELGIO. MA COSA È SUCCESSO ESATTAMENTE?
“Io non ero con i ragazzi al momento, che non sono rimasti feriti, ma posso spiegarti cosa è successo: il tourbus percorreva una statale e nell’avvicinarsi ad un incrocio si stava per fermare ad uno stop nella corsia che stava percorrendo. Ad un certo punto, senza alcun preavviso, un ragazzo che stava guidando la sua auto nella corsia vicina, si butta su quella del bus tentando apparentemente un’inversione a U. L’impatto deve essere stato devastante perché il tourbus è praticamente entrato nella fiancata della macchina. Poi abbiamo saputo che il gesto non era casuale, perché la polizia ha trovato una lettera di addio nella macchina del ragazzo. Sfortunatamente il ragazzo è morto in seguito alle ferite riportate”.

CHE BRUTTO EPISODIO. TORNANDO ALLA MUSICA, HAI DETTO CHE QUESTA SERA SICURAMENTE NON CI SARANNO I PEZZI PIÙ VECCHI ED HEAVY, MA I FAN DEGLI OPETH AVRANNO ANCORA LA POSSIBILITÀ DI SENTIRE LIVE CANZONI DA “ORCHID” E “MORNINGRISE”?
“Sì, in effetti, come ti dicevo prima, non faremo canzoni dai primi due album, ma suoniamo pezzi già dal terzo ‘My Arms, Your Hearse’. Quando giungi ad avere nove album da studio tra cui scegliere i pezzi diventa difficile condensare tutto quello che i fan vogliono sentire in un’ora e quaranta, cioè il tempo che solitamente abbiamo nei tour da headliner, immagina poi se a questo aggiungi che le nostre canzoni non sono poi così corte. Figurati nell’ora di stasera. Inoltre, oltre ad essere ancora in promozione per il nuovo album, bisogna anche fare un confronto tra il numero di fan che conosce solo il nuovo materiale, che è sicuramente più cospicuo, e quello dei fan che ci seguono dall’inizio: abbiamo anche provato a suonare del materiale ‘oscuro’ dai primi album, ma si è notata subito la differenza nella reazione del pubblico”.

IN GIRO SI PARLA DI UN TUO PROSSIMO SOLO ALBUM. COSA CI PUOI DIRE?
“Frena, frena… un solo album è una cosa che sicuramente farò in futuro, una cosa a cui sto pensando da un pezzo, ma che ancora non ha preso corpo, non ha alcun dettaglio stabilito o tempi di lavorazione. È un’idea che sto portando avanti, libero da impegni e senza fretta. Per cui al momento non posso e non saprei darti alcuna spiegazione più specifica se non che non credo ci sarà la partecipazione dei ragazzi della band, la vorrei vivere come un’esperienza totalmente personale. Certo, potranno esserci degli ospiti sul disco, ma se ne parlerà allora”.

QUALCUN ALTRO NELLA BAND STA LAVORANDO SU MATERIALE PROPRIO?
“A livello di solo album nessuno, che io sappia, ovviamente Per Wiberg (tastiere) ha il suo bel da fare con le altre due band con cui suona, tra cui una si chiama King Hobo e vede in formazione anche il batterista dei Clutch”.

C’È STATA UNA COSTANTE EVOLUZIONE DEL VOSTRO SOUND DURANTE GLI ANNI, QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? CHE ESPERIMENTI VOLETE TENTARE IN FUTURO?
“È difficile rispondere a questa domanda, perché sinceramente non lo so. Non facciamo mai piani su come suonerà l’album successivo, lasciamo che la musica e l’ispirazione fluisca molto libera. Solitamente ci troviamo a jammare, oppure ognuno scrive qualcosa per conto suo, e quello che viene fuori di interessante e degno di essere approfondito è quello su cui si lavora per dar vita alla nostra musica. Quello che posso dirti con certezza è che malgrado la musica possa cambiare, come è successo, il nostro stile è rimasto e rimarrà lo stesso, non sentirai mai un disco techno dagli Opeth. Evoluzione quindi, ma all’interno di un linguaggio musicale consolidato che sentiamo nostro”.

QUINDI COSA POTRANNO ASPETTARSI I FAN DAL PROSSIMO ALBUM?
“Penso che i nostri fan possano restare tranquilli, ed anche se non avrei troppa paura di una loro reazione contraria, penso di poterli tranquillizzare (ride, ndR).Seriamente, ognuno ha la propria opinione: c’è chi considera il nostro ultimo ‘Watershed’ come il disco migliore che abbiamo mai fatto, altri invece non lo possono sopportare e non vedono l’ora di un ritorno alle origini. Alla fine, pur sapendo che quello che piace al nostro pubblico è la stessa cosa che piace a noi, l’unica opinione di cui dobbiamo tener conto al momento di prendere una decisione è la nostra”.

MA IN FUTURO RIPETERETE LO SCHEMA DI “DAMNATION”: CIOÈ UN INTERO ALBUM IN UN UNICO STILE?
“Più che un esperimento, ‘Damnation’ è stato qualcosa che è successo: se ci metteremo a scrivere e verranno fuori pezzi soft, allora avremo un album soft, se al contrario usciranno pezzi heavy e lunghi, l’album sarà così. Nessuna preclusione”.

COSA PENSI DEI SOCIAL NETWORK E DELLA DIFFUSIONE DIGITALE DELLA MUSICA?
“Penso che siano molto utili per far conoscere a quante più persone possibili la propria musica, ma allo stesso tempo non mi sento di esprimere un parere positivo sull’intera faccenda. Mi spiego: io sono più uno da vinili, non sono uno da MySpace, mi sembra che caricando e scaricando migliaia di file su internet si tolga importanza alla musica in sé. É facile scoprire migliaia di nuovi artisti, ma allo stesso tempo e con la stessa velocità è facile dimenticarsene, ed in questo modo il brano musicale diventa un oggetto di consumo che non rimane. Si perde tutto il contorno alla musica rappresentato dall’artwork, dalla fisicità del pezzo di plastica, e si carpisce solamente una parte di quello che l’artista voleva esprimere e comunicare per dare un’immagine del proprio lavoro. Diventa una demoralizzazione della musica, e non è il modo di fare le cose con cui sono cresciuto. Io ancora oggi riascolto regolarmente dischi che ho comprato quando avevo quindici anni, mentre non riesco ad immaginare di fare lo stesso con la maggior parte di quello che esce oggi”.

COSA ASCOLTA ULTIMAMENTE MIKAEL ÅKERFEKDT?
“Su tutti l’ultimo degli Alice in Chains, che mi piace molto. Poi i nuovi Katatonia e Porcupine Tree. Ho il vizio di non provare nemmeno ad ascoltare una band che non conosco, mi rifugio in quei gruppi che ho imparato ad apprezzare”.

FINIAMO RIDENDO, MIKAEL: CI SONO UN PAIO DI BAND CHE USANO PAPPAGALLI O CANI ALLA VOCE, COME LA VEDI UNA CANZONE DEGLI OPETH CON I TUOI GATTI CHE MIAGOLANO?
“(ride, ndR) Davvero esistono band del genere? Non lo sapevo, ma andrò sicuramente ad informarmi, ora sono troppo curioso. Riguardo ai miei gatti non credo che la cosa funzionerebbe perché sono abbastanza silenziosi e non miagolano quasi mai. E comunque sebbene io ami divertirmi e farmi un paio di risate, non voglio ci sia senso dell’umorismo nella nostra musica, abbiamo canali espressivi diversi: mi piace ‘Barbie Girl’ ma non è proprio il tipo di musica che potrai ascoltare dagli Opeth. (lo speriamo tutti, ndR)”.

PROVA AD IMMAGINARE QUESTO SCENARIO: L’ETICHETTA VUOLE TRASFORMARE GLI OPETH IN UNA BOY-BAND MACINASOLDI. TU HAI LA RESPONSABILITÀ DI LICENZIARE UN PAIO DI RAGAZZI E DI TROVARNE ALTRI PIÙ ADATTI. SU CHI CADE LA SCELTA?
“Una boy-band? Mmmh, dovrei sicuramente licenziare i due più brutti, e qui sarei in difficoltà perché siamo tutti abbastanza bruttini! Però se proprio dovessi scegliere credo che opterei per estromettere me e Mendez (ride, ndR). Molto più facile la scelta su chi portare a bordo: David Beckham!”.

MA LUI NON SA CANTARE, CHE IO SAPPIA…
“Appunto, non avevamo detto una boy-band? Non mi pare una dote necessaria, l’importante è che sia sexy”.

OK, L’ETICHETTA SAREBBE D’ACCORDO CON TE…
“Bene, perché tanto capiterà prima o poi (ride, ndR)”.

GRAZIE, MIKAEL, ANCHE PER LA SIMPATIA!
“Grazie a te ed un saluto ai lettori di Metalitalia.com!”.

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