ORIGIN – Ritorno al futuro

Pubblicato il 15/08/2014 da

Dotati della solita spietata precisione chirurgica, gli Origin tornano ancora una volta dopo tre anni dai loro ultimi deliri cosmici contenuti in “Entity”, proponendo però qualche novità all’interno della band: dal cambio di etichetta, alla prima prova in studio del nuovo cantante Jason Keyser, sono stati diversi gli argomenti che, oltre naturalmente all’uscita di “Omnipresent”, abbiamo affrontato con la band, riunita al gran completo per l’occasione. Asciutti ma pungenti, i quattro americani hanno risposto alle nostre domande con aplomb disinibito, confermandosi allo stesso tempo persone umili e con i piedi ben saldi per terra…

ORIGIN - Band - 2014
CIAO RAGAZZI, BENTORNATI SU METALITALIA.COM! SONO PASSATI TRE ANNI ORMAI DALL’USCITA DI “ENTITY”, E TORNATE ADESSO CON UN NUOVO ALBUM, “OMNIPRESENT”, RILASCIATO DA UNA NUOVA ETICHETTA PER VOI, AGONIA RECORDS. VI VA DI METTERE UN PO’ DI ORDINE E SPIEGARCI COSA E’ SUCCESSO IN CASA ORIGIN NEGLI ULTIMI TRE ANNI?
John Longstreth: “Salve a tutti! Per quanto è stato riferito a noi, la divisione europea della Nuclear Blast non era più interessata nelle band più underground del suo roster, portandoci così a dover scegliere, tra varie proposte, quella che meglio si addicesse agli Origin. Fortunatamente, Agonia Records ha dimostrato da subito un grande interesse, garantendoci una posizione prioritaria rispetto alle sue proposte e mettendo in piedi una campagna promozionale davvero soddisfacente. Siamo davvero entusiasti di collaborare con loro per il territorio europeo, mentre per gli States sarà sempre la sezione americana della Nuclear Blast a prendersi cura della pubblicazione e della distribuzione”.

“OMNIPRESENT” VEDE PER LA PRIMA VOLTA IN STUDIO IL “NUOVO” CANTANTE JASON KEYSER, NONOSTANTE SIA ORMAI GIA’ DA DIVERSO TEMPO UN MEMBRO STABILE DELLA BAND. NEL PRECEDENTE LAVORO INVECE ERANO STATI PAUL (RYAN, CHITARRA, n.d.a) E MIKE (FLORES, BASSO, n.d.a) AD OCCUPARSI DEL COMPARTO VOCALE; QUESTO ALLEGGERIMENTO DI RUOLO HA IN QUALCHE MODO INFLUITO SUL SONGWRITING DELLE NUOVE CANZONI? QUALE E’ STATO LO SVILUPPO CREATIVO DIETRO I NUOVI BRANI DELL’ALBUM?
Paul Ryan: “L’entrata ufficiale di Jason all’interno della band non ha influito eccessivamente sul songwriting, visto che mi occupo della parte vocale sempre per ultima, quando già la parte strumentale è stata tracciata e ben definita: è corretto dire però, che questa volta ho affrontato il processo creativo con ben chiara in mente la figura del frontman, coperta ottimamente da Jason, e le possibili implicazioni che questo avrebbe potuto avere. Molti dei nuovi brani sono nati durante i tour promozionali a supporto di “Entity”, dove spesso mi chiedevo durante le nostre esibizioni, quali elementi avremmo potuto aggiungere alla nostro set per migliorare ancora i nostri live shows: da questo punto di vista, “Omnipresent” non è altro che il risultato di questo ragionamento”.

PER IL MISSAGGIO ED IL MASTERING VI SIETE AFFIDATI NUOVAMENTE A COLIN MARSTON, CHE AVEVA COLLABORATO CON VOI GIA’ PER “ENTITY”. VI RITENETE SODDISFATTI DEL RISULTATO FINALE CHE AVETE RAGGIUNTO? PUR MANTENENDO UN FEELING “INUMANO”, IL SUONO CI E’ SEMBRATO PIU’ SPORCO, SIMILE AD UNA RESA LIVE DELLA BAND. E’ STATO UN INTENTO VOLUTO SIN DALL’INIZIO PER DIVERSIFICARVI O UNA SCELTA MATURATA DURANTE LE REGISTRAZIONI?
John Longstreth: “Il mixing del nuovo album è stato in realtà realizzato da Robert Rebeck, lo stesso gentiluomo che si è occupato dell’engineering dell’intero lavoro. Lavoriamo con Robert fin dagli inizi, e posso dire con certezza che ci conosce decisamente meglio di quanto ci conosciamo noi stessi! Quella sensazione di “sporco”, percepibile durante un live, quindi, deriva sicuramente dalla profonda esperienza e conoscenza che Robert ha della nostra musica, permettendogli di sperimentare sempre nuove soluzioni ma rimanendo fedele a determinate coordinate che ci contraddistinguono. Per quanta riguarda Colin Marston c’è poco da dire, è semplicemente una persona meravigliosa: sono amico di quel ragazzo da davvero molto tempo, e posso affermare senza problemi che è dotato di una personalità davvero geniale, nonché di un humor che rende ogni ora di lavoro passata insieme a lui piacevole e divertente; da questi elementi può ben capire quindi come ci sia sembrato assolutamente naturale chiamarlo a bordo anche stavolta per il lavoro di mastering, e saremmo come sempre onorati di poter lavorare con lui anche per il futuro”.

DOPO UN LUNGO SODALIZIO CON RELAPSE RECORDS PER I PRIMI QUATTRO ALBUM SIETE PASSATI AL COLOSSO NUCLEAR BLAST, PER CAMBIARE ADESSO NUOVAMENTE ED ARRIVARE AD AGONIA RECORDS, ETICHETTA EUROPEA DI SEMPRE MAGGIORE PESO PER LA SCENA ESTREMA MONDIALE. COSA VI HA PORTATO A CONCLUDERE IL CONTRATTO CON L’ETICHETTA TEDESCA, E COSA INVECE VI HA CONVINTO A SIGLARE UN NUOVO ACCORDO CON AGONIA?
Paul Ryan: “Relapse Records ha completamente cambiato direzione stilistica come label: quando abbiamo siglato il nostro primo contratto con loro, il focus primario dei ragazzi era il death/grind con diversi tipi di sperimentazioni, a seconda delle interessanti band che aveva sotto di sé all’epoca. I vari cambiamenti che ci sono stati in seguito nel personale dell’etichetta, ci hanno convinto abbastanza decisamente a guardare altrove per la nostra musica, cercando qualcuno che ponesse maggiore attenzione all’operato degli Origin. Tornando ad oggi, come già detto, Agonia Records sembrava senza dubbio la campana migliore da seguire visto il forte interesse che hanno dimostrato per noi, facendoci capire che si trattava di una label che davvero tenesse a noi, che ci desiderasse, che è poi esattamente quello che noi chiediamo dalla nostra etichetta, né più ne meno!”.

“ANTHITESIS” HA RAPPRESENTATO SICURAMENTE UN PUNTO DI SVOLTA, NON SOLO NELLA VOSTRA CARRIERA MUSICALE MA PROBABILMENTE PER TUTTO L’AMBIENTE DEATH METAL IN GENERALE. CON IL SUCCESSIVO LAVORO SIETE RIUSCITI A MANTENERE ALTE LE ASPETTATIVE, DIMOSTRANDO DI SAPER DARE UN PIU’ CHE DEGNO SUCCESSORE A QUELL’ALBUM. AVETE AVUTO PRESSIONI QUINDI NEL MOMENTO IN CUI VI SIETE TROVATI A BUTTARE GIU’ LE IDEE PER “OMNIPRESENT”, UNA SORTA DI TIMORE REVERENZIALE VERSO IL VOSTRO PASSATO? QUALI SONO GLI OBBIETTIVI CHE VI SIETE POSTI DI RAGGIUNGERE CON “OMNIPRESENT”?
Mike Flores: “Omnipresent” è fondamentalmente un mix, una raccolta di tutto quello che abbiamo fatto in passato. Contiene naturalmente tutti gli elementi che ti aspetteresti da un album degli Origin, ma mischiati ed uniti in una maniera nuova ed inusuale per noi: del resto, ogni nostro lavoro affonda le proprie radici e si evolve dagli album precedenti, sempre con qualcosa di nuovo in addizione, di modo che si possano sempre sentire cose che ti aspetteresti da una pubblicazione di questo tipo, ma anche alcune che invece non ti aspetteresti mai da una band come noi. È certamente molto difficile cercare sempre di rinnovarsi, di evitare soluzioni “comode” che sai già riscuoterebbero una determinata risposta, ma ci sforziamo costantemente di crescere artisticamente e come musicisti, sperimentando ad esempio nuove tecniche, nuovi strumenti e gingilli tecnologici, nuove vie insomma ancora inesplorate o largamente migliorabili per differenziarsi sempre un po’ rispetto al passato. È davvero eccitante lavorare a qualcosa che riesca a coglierti con la guardia abbassata, inaspettatamente, così come comporre musica che richieda più tempo del solito per poter essere capita ed assimilata a dovere, o meglio ancora, che richieda un discreto sforzo per poter essere eseguita in maniera ineccepibile”.

PER QUANTO RIGUARDA LE LIRICHE INVECE? CHI SI E’ OCCUPATO DEI TESTI DELLE CANZONI E QUALI SONO I TEMI DI CUI PARLATE? C’E’ UN FILO COMUNE A TUTTI I TESTI O SI TRATTA DI EPISODI DISTINTI TRA DI LORO?
Jason Keyser: “Mi sono occupato io personalmente di gran parte della stesura del comparto lirico, continuando a basarmi sulla comune misantropia cosmica per i quali gli Origin sono già ben noti al loro pubblico. Diciamo che il tutto è tenuto concettualmente insieme da una vaga e generale storyline per l’intero album, ma che è possibile applicare senza problemi o forzature di sorta una democratica interpretazione personale circa i testi che accompagnano le canzoni. Onestamente, molti testi si prestano al gioco “che cosa stavo leggendo/guardando quando ho scritto questo…”; se siete in qualche modo implicati nel mondo del genere sci-fi, non dovreste avere grandi difficoltà nel trovare di volta in volta la giusta risposta!”.

AVETE SEMPRE ACCOMPAGNATO LE VOSTRE PUBBLICAZIONI CON LUNGHI PERIODI DI TOUR, DIMOSTRANDO GRANDE FEDELTA’ ALLA DIMENSIONE LIVE DEGLI ORIGIN. DOPO MOLTI ANNI PASSATI A VIVERE COSTANTEMENTE QUESTA ALTERNANZA TRA PALCO E STUDIO, QUALE CREDETE SIA L’ASPETTO IN CUI LA VOSTRA MUSICA MOSTRA IL SUO PU’ ALTO POTENZIALE? VOI PERSONALMENTE QUALE PREFERITE TRA LE DUE?
Mike Flores: “Parlo naturalmente a titolo personale ma credo di incarnare la risposta di tutti nel dirti, che io adoro suonare live, e decisamente ciò per cui sono nato, non ci sono dubbi su questo! Ho sempre avuto la sensazione che le canzoni scorrano meglio, più naturali, durante un’esibizione sul palco: hai naturalmente una dose di adrenalina maggiore che non durante una sessione in studio, e le canzoni inoltre assumono delle sfumature, delle attitudini che non riuscirai mai a catturare in fase di registrazione. Le parti veloci sono più veloci, quelle lente più lente e quelle rocciose sono ovviamente…più rocciose! Emerge uno spirito nudo e crudo che si sposa perfettamente alla filosofia del death metal, è questo insomma quello che ci si aspetta ad un concerto di questo genere, e questo genera una esperienza interattiva tra musicista e spettatore che può solamente essere simulata “in differita” durante l’ascolto di un album registrato. Tra studio e palco insomma, preferiamo senza dubbio la seconda, per tutti i motivi che ho detto”.

“REDISTRIBUTION OF FILTH” E’ SICURAMENTE UNA MOSCA BIANCA ALL’INTERNO DELLA VOSTRA DISCOGRAFIA, E’ POSSIBILE SENTIRE JOHN TENERE UN D-BEAT SU GRAN PARTE DELLA CANZONE! IN ALCUNE VERSIONI DELL’ALBUM SARA’ PRESENTE INOLTRE LA COVER DI “KILL YOURSELF” DEI MITICI S.O.D. COME BONUS TRACK: GLI ORIGIN SI STANNO FORSE RISCOPRENDO COME UN NUOVO GRUPPO HARDCORE?? QUALI SONO LE RADICI, LE ORIGINI MUSICALI DA CUI PROVENITE COME MUSICISTI?
John Longstreth: “Potete dormire sonni tranquilli, gli Origin non si stanno trasformando in una band hardcore! In ogni caso, non è certo un mistero che tutti noi adoriamo bands come Napalm Death, Terrorizer o Repulsion, giusto per fare qualche esempio, ed una loro più o meno indiretta influenza nel nostro stile non è certamente improbabile. Tutto sommato, il tema dello spazio che abbiamo utilizzato sin dagli inizi rappresenta poi nella pratica la possibilità, la libertà di fare tutto quello che abbiamo voglia di fare, senza rimpianti o rimorsi. In questo caso particolare, avevamo come delle impazzite schegge grindcore che vagavano nella nostra orbita, e “Redistribution Of Filth” è stato l’inatteso risultato della loro unione”.

RIGUARDANDO INDIETRO A TUTTI I VOSTRI LAVORI PASSATI, DA “ORIGIN” A “ECHOES OF DECIMATION” E TUTTI GLI ALTRI, COSI’ COME ALLA VOSTRA INTENSA ATTIVITA’ ON STAGE, CO SONO COSE CHE ADESSO, A DISTANZA DI ANNI, CAMBIERESTE O AFFRONTERESTE IN MANIERA DIFFERENTE?
Paul Ryan: “A distanza di molto tempo, posso dire che rivedrei alcune delle nostre vecchie esecuzioni non proprio impeccabili, ma soprattutto alcune idee che sono state lasciate fuori dalle pubblicazioni ufficiali per “problemi personali”…con la nuova direzione che ha iniziato a cambiare il nostro approccio negli ultimi anni sarebbero state tutte canzoni che avrebbero potuto benissimo apparire sui primi album. In ogni caso, rimango soddisfatto del percorso che abbiamo compiuto fino ad oggi”.

L’ASPETTO ESECUTIVO E TECNICO RIVESTE DA SEMPRE UN RUOLO FONDAMENTALE PER VOI, QUASI UN COMUNE DENOMINATORE DELLA VOSTRA CONCEZIONE MUSICALE. COME VI APPROCCIATE QUINDI OGGI AI VOSTRI STRUMENTI, CON QUASI VENTI ANNI DI ESPERIENZA SULLE SPALLE? CREDETE CI SIA ANCORA POSSIBILITA’ DI SVILUPPO PER STRUMENTI ORMAI DEFINIBILI “CLASSICI” COME IL BASSO E LA CHITARRA ELETTRICA?
Paul Ryan: “Quello che cerco di fare costantemente è di non forzare le cose: il processo creativo deve fluire naturalmente dalla pratica quotidiana con il proprio strumento. Mi dedico con routine alla chitarra e semplicemente a volte tiro fuori dalla manica nuova roba che finisce per formare le nuove canzoni, più veloci e brutali che mai! La cosa più incredibile della musica è il fatto che sia infinita, letteralmente senza limiti: non potrai mai smettere di imparare nuovi aspetti che ancora non avevi considerato, fornendoti sempre nuove sensazioni”.

RECENTEMENTE ABBIAMO SAPUTO DELL’ABBANDONO DEI GORGUTS DA PARTE DI JOHN. COME SONO ANDATE LE COSE PRECISAMENTE? HANNO IN QUALCHE MODO INFLUITO GLI IMPEGNI DEGLI ORIGIN NELLA SCELTA DEL VOSTRO BATTERISTA?
John Longstreth: “Si, sono stato costretto a decidere di lasciare i Gorguts. In realtà, pianificando accuratamente gli impegni di entrambe le bands, i percorsi di Origin e Gorguts non risultavano accavallati, riuscivo comunque a gestire la situazione; sfortunatamente però, nonostante abbia passato quattro anni fantastici insieme a loro, alla fine ognuno ha dovuto concentrarsi sulle proprie priorità: io sugli Origin, e Luc sui Gorguts!”.

VI IMBARCHERETE PRESTO IN NUOVE DATE LIVE, E’ GIA’ STATA CONFERMATA AD ESEMPIO LA VOSTRA PRESENZA AL SUMMER SLAUGHTER TOUR CHE ATTREVERSERA’ L’AMERICA QUESTA ESTATE: QUANDO INVECE POTREMO VEDERVI CALCARE IL PALCO ANCHE SU SUOLO EUROPEO?
Jason Keyser: “Per tutto il 2014, daremo una bella spinta promozionale per “Omnipresent”: al momento abbiamo confermate due tournee in America, l’estivo Summer Slaughter ed il “All Things Dead Tour” da headliner, in compagnia di King Parrot e Beyond Creation. Parlando d’Europa, sappiamo per certo che saremo dalle vostre parti a Novembre insieme ad Aborted ed Exhumed! Maledizione, l’attesa è davvero troppo lunga, non vediamo l’ora di tornare il prima possibile a terrorizzare il vostro continente!”.

APPARTENETE ORMAI ALLA VECCHIA SCUOLA DEL DEATH METAL AMERICANO, SIA PER IL NUMERO DI ANNI DI ATTIVITA’, SIA PER IL GRAN NUMERO DI GIOVANI BANDS CHE VI CITANO APERTAMENTE COME INFLUENZA PRINCIPALE. COME VI SENTITE A RIGUARDO? COSA PENSATE DEI NUOVI SVILUPPI DI QUESTO GENERE E QUALI SONO SECONDO VOI LE NUOVE REALTA’ CHE STANNO FACENDO MEGLIO?
Mike Flores: “Mi sento di dire che gli Origin appartengono alla seconda generazione del death metal: siamo stati decisamente influenzati da altre realtà prima di noi, ed in questo senso, abbiamo avuto a nostra volta degli esempi a cui fare riferimento. Sono onorato anche solo nel poter pensare che a mia volta, possa essere di esempio per altri musicisti, nel poter influenzare il loro stile musicale. La prima generazione death metal è quella venuta fuori nei primi anni ’90 da etichette come Roadrunner e Earache Records; dopo, avvicinandosi al 2000, è stato il momento di altre grandi realtà uscite per Relapse, Metal Blade e Nuclear Blast, e adesso altre ancora, che reclamano attenzione a gran voce. In generale, credo che questo genere stia continuando a trasformarsi definendo sempre più dei “filoni” che danno vita a diverse varianti, che è secondo me una grande cosa se ci pensi. Crea la musica per sentire quello che vorresti sentire; prendi gli aspetti che preferisci, quelli che consideri i migliori, ed uniscili tutti insieme, senza restrizioni. Ci sarebbero comunque tantissimi nomi che, pur non essendo certo dei novellini, non hanno ancora ricevuto l’attenzione che meriterebbero a certi livelli; giusto per citarne qualcuno, e cogliendo l’occasione per salutarli, ti cito The Vile Impurity, Troglodyte, Torn The Fuck Apart, Hideous Divinity e Letum Ascensus: tutti questi ragazzi meritano sicuramente più di un’ascolto!”.

1 commento
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.