Il nuovo lavoro degli Overdrive, pur non essendo un capolavoro, ci è parso un lavoro fresco, onesto e sincero, suonato da musicisti preparati, cantato da un bravissimo singer e prodotto con molta cura. Insomma, “Angelmaker” ci è sembrato ben riuscito e ben curato sotto tutti i punti di vista, per questi motivi abbiamo deciso di contattare il mastermind della band Janne Stark per chiedergli qualcosa in più a proposito della nuova uscita, dei suoi mille progetti e della sua attività di scrittore. Come avrete capito Janne è un uomo impegnato su più fronti e, nel corso dell’intervista, ci racconterrà tanti aneddoti sulla sua ormai quasi trentennale carriera e ci parlerà di tutte le sue occupazioni e dei gruppi con cui ha suonato e di altri che lo impiegano tutt’ora e con cui sta sperimentando nuove sonorità che vanno oltre il metallo tradizionale degli Overdrive. Se volete saperne di più, non dovete far altro che rimanere sulle nostre pagine e leggere questa interessante intervista.
CIAO JANNE, COME STAI? SEI SEMPRE PRESO CON MILLE PROGETTI, QUINDI VOLEVAMO SAPERE A COSA TI STAI DEDICANDO OLTRE ALLA PROMOZIONE DEL NUOVO DISCO DEI TUOI OVERDRIVE…
“Ciao! Bene, direi… Ultimamente mi sto dedicando alla cucina, a spalare neve e a giocare al dottore con la mia ragazza! Parlando seriamente, oltre alla promozione di ‘Angelmaker’, mi sto concentrando sulla realizzazione di un’uscita particolare per gli Overdrive prevista solo in vinile: il disco in questione conterrà sei canzoni che non sono finite sull’album più altre tre prese invece dal nuovo CD, e questa uscita si intitolerà ‘The Angelmaker’s Son’, sarà un vinile colorato in edizione limitata. Sono anche impegnato con la mia altra band, i Constancia (gruppo con cui Janne suona progressive metal, ndR), con la quale registreremo a breve il nostro secondo disco che dovrebbe contenere undici canzoni; sto inoltre per entrare in studio con il progetto Zoom Club, un power trio composto da me, Peter Hermansson (220 Volt/Norum) e Totte Wallgren (Kee Marcello), coi quali mi dedico all’hard dei seventies. Per finire sto lavorando alla mia terza enciclopedia musicale che dovrei concludere entro l’anno, e per guadagnarmi da vivere scrivo su varie riviste, sai… non c’è riposo per i malvagi!”.
A PROPOSITO DI ENCICLOPEDIA, SONO AL CORRENTE DEL FATTO CHE HAI SCRITTO GIA’ SCRITTO DUE VOLUMI DEDICATI AL METAL E ALL’HARD ROCK SVEDESE, QUANTO E’ STATO DURO REALIZZARLE?
“E’ stato faticosissimo ma divertente! Per il primo volume ho solo fornito all’editore i contenuti, mentre per il secondo mi sono occupato anche dell’impaginazione, devo dire che sono molto soddisfatto di come sono venute fuori entrambe. Il terzo volume sarà però ancora migliore, conterrà tutte le band dei primi due volumi più quelle di cui mi ero dimenticato e tutte quelle nate dopo la pubblicazione dei primi due libri!”.
SO CHE HAI COLLABORATO ANCHE ALLA REALIZZAZIONE DI UN’ENCICLOPEDIA PUNK, TI PIACE ASCOLTARE QUESTO GENERE DI MUSICA? QUALI ALTRI GENERI AMI ASCOLTARE?
“L’enciclopedia punk è stata scritta da Peter Jandreus, io mi sono occupato di correggere le bozze e dell’impaginazione. Devo ammettere che nei tardi anni Settanta sono stato un fan del punk, ascoltavo gruppi come Sex Pistols e The Saints tanto per citarne un paio. I miei gusti, oltre all’hard rock, vanno dall’AOR fino al death metal melodico, mi piace ascoltare anche blues rock e la musica dei ‘figli dei fiori’ come primi Fleetwood Mac, Hootie e The Blowfish. Ascolto anche un po’ di musica classica e generalmente non mi soffermo troppo sulla musica pop. Infine non sopporto la musica hip hop, house, rap, reggae e la maggior parte delle stronzate che passano in radio oggi”.
COMINCIAMO A PARLARE DEGLI OVERDRIVE. “LET METAL DO THE TALKING” DEL 2008 HA VISTO IL VOSTRO RITORNO SULLE SCENE, SEI ANCORA SODDISFATTO DI QUEL LAVORO, CONSIDERANDO CHE RAPPRESENTAVA IL VOSTRO COMEBACK DOPO TANTI ANNI? COME E’ STATO INVECE ACCOLTO DA FAN E CRITICA?
“Penso ancora che quello sia un buon album, i fan e la critica lo accolsero alla grande. Devo però ammettere che è pieno dei classici stilemi della musica metal… in questo senso credo che il nuovo lavoro suoni più fresco. Comunque ‘Let Metal Do The Talking’ aveva una grande produzione e con il nuovo lavoro credo che siamo riusciti a fare un ulteriore passo avanti, migliorando ancora il risultato finale grazie all’aiuto di Pelle Saether”.
PARLANDO DEL NUOVO ALBUM, VOLEVAMO SAPERE IN CHE MODO AVETE LAVORATO PER COMPORRE IL NUOVO MATERIALE. TI VA DI RACCONTARCELO?
“Certamente. Verso la fine del 2009 ho fatto sentire ai ragazzi un paio di nuove tracce per mostrare come desideravo che suonasse il nuovo disco. Le canzoni in questione hanno trovato gli altri tutti d’accordo sulla direzione da seguire e così ognuno di noi ha iniziato a lavorare autonomamente portando idee o canzoni già pronte. In sintesi ‘Angelmaker’ è il prodotto di un lavoro a tratti individuale e a tratti di squadra, infatti su alcune canzoni abbiamo collaborato in fase di songwriting. Al momento di entrare in sala di incisione avevamo ben venticinque canzoni tra cui scegliere!”.
COME E’ CAMBIATO IL VOSTRO SOUND PARAGONATO AI LAVORI DEGLI ANNI OTTANTA?
“Quando ci siamo riunti e abbiamo deciso di pubblicare ‘Let Metal Do The Talking’ eravamo tutti molto eccitati di essere di nuovo insieme, non stavamo nella pelle e non vedevamo l’ora di uscire col nuovo disco. Volevamo dare ai nostri vecchi fan la musica che si aspettavano da noi e per questo abbiamo utilizzato molto materiale del periodo 1983-’85 che non avevamo mai pubblicato. C’era anche da verificare la reazione dei fan nei confronti del nuovo cantante Per Karlsson, e ora possiamo dire che tutto è filato liscio. Questa volta siamo stati molto più pignoli a partire da Per che si è fatto un gran culo in fase di arrangiamenti vocali e noi, dal canto nostro, non abbiamo tralasciato nulla, curando ogni minimo particolare. Anche Pelle Saether è stato molto scrupoloso e critico in fase di mixing, pensa che ci ha fatto registrare nuovamente delle tracce perché secondo lui potevano suonare meglio ed alla fine devo ammettere che aveva ragione lui! Il nostro stile non è cambiato molto rispetto agli anni Ottanta, heavy metal con influenze hard rock dei seventies suonavamo prima e heavy metal con influenze hard rock seventies suoniamo adesso, forse con una maggiore cura per le melodie”.
DI COSA PARLANO I TESTI DELLE CANZONI? SONO COLLEGATI TRA LORO OPPURE OGNUNO DI ESSI RACCONTA UNA STORIA INDIPENDENTE?
“Non abbiamo scritto un concept, abbiamo preferito trattare vari argomenti sia reali che di immaginazione, sia storici che mitici. I messaggi che ci preme trasmettere ai nostri ascoltatori riguardano la fiducia che bisogna avere in se stessi per affrontare le difficoltà della vita e l’importanza di sensibilizzare le nostre coscienze riguardo all’ormai noto tema dell’autodistruzione verso cui ci stiamo inesorabilmente dirigendo. Altri testi trattano degli indiani d’America mentre altri ancora raccontano storie di finzione come quella riguardante un vampiro che non riesce ad uccidere. Un’altra molto interessante riguarda la figura dell’angelmaker che dà il titolo al disco: era una donna che nella Svezia degli anni Venti-Trenta si occupava, dietro compenso, di uccidere i figli illegittimi, in pratica era una killer professionista. Sono venuto a conoscenza di questo argomento grazie alla mia ragazza e, essendone rimasto molto colpito, mi sono documentato studiando a fondo il fenomeno”.
LA COPERTINA DEL DISCO E’ MOLTO BELLA E LO STILE SEMBRA ESSERE MOLTO ISPIRATO AD ANIME GIAPPONESI TIPO “IL CASTELLO ERRANTE DI HOWL”. COSA CI DICI A RIGUARDO?
“Come ti dicevo prima sono rimasto molto colpito dalla figura dell’angelmaker e per la copertina mi sono ispirato sempre ad essa. Ho contattato il disegnatore Monowasp a cui ho parlato dell’angelmaker, appunto, e lui se n’è uscito con questa rappresentazione. Direi quindi che lo spunto per la cover arriva direttamente dal folklore svedese anche se lo stile di Monowasp può ricordare un po’ quello degli anime giapponesi che, per inciso, io adoro, come amo il Giappone e la sua cultura”.
PER QUALE MOTIVO DOPO DUE BUONI DISCHI LA BAND SI SCIOLSE?
“Nel 1985 gli Overdrive si sciolsero principalmente per due motivi. Il primo riguardava il nostro cantante Pelle Thuresson che decise di smettere di cantare ed iniziò a suonare il basso; ci mettemmo quindi subito alla ricerca di un nuovo cantante e, nello stesso tempo, la nostra etichetta, la Planet Records, ci rifilò una bella fregatura. Questa batosta, unita allo stress dovuto alla ricerca del nuovo cantante che continuava ad essere infruttuosa, ci spinse a mettere la parola fine all’esistenza della band”.
COSA HAI FATTO SUBITO DOPO LO SPLIT? CHE NE E’ STATO DI PELLE THURESSON? SEI ANCORA IN CONTATTO CON LUI?
“Finita con gli Overdrive, ho formato sempre con Pelle gli Overheat, coi quali egli invece di cantare si cimentava con la sua nuova passione, il basso. Siamo andati avanti un paio d’anni durante i quali abbiamo registrato dei demo che non hanno però portato a nulla di concreto. A quel punto le nostre strade artistiche si sono divise fino al 1993, anno in cui abbiamo tentato di riformare gli Overdrive con Pelle sempre al basso; registrammo dei demo ma non successe nulla. A quel punto con suo fratello Kenta (ex batterista negli Overdrive) formò i Crosseyed Mary coi quali registrò degli ottimi demo, che però purtroppo non li portarono ad ottenere grossi risultati. Stanco, Pelle decise di unirsi a una cover band degli AC/DC con la quale suona ancora e si diverte un sacco. Siamo sempre rimasti ottimi amici e qualche mese fa è salito sul palco con gli Overdrive per cantare una canzone insieme al nostro attuale singer, è stata una cosa molto divertente!”.
COSA HAI PROGRAMMATO PER GLI OVERDRIVE? COME VI MUOVERETE PER PROMUOVERE “ANGELMAKER”?
“Il 25 febbraio abbiamo festeggiato a Karlshamn l’uscita del nuovo disco con un party, ci siamo divertiti un sacco! Subito dopo abbiamo fatto qualche piccolo concerto e il nostro obiettivo è quello di suonare dal vivo il più possibile. Stiamo cercando di organizzare un tour con i Torch e ci piacerebbe suonare in qualche festival estivo, ma in questo senso non siamo molto fortunati, vedremo”.
DOPO TUTTI QUESTI ANNI DI CARRIERA C’E’ ANCORA QUALCOSA CHE VORRESTI REALIZZARE?
“Guarda, io sono un tipo molto ambizioso… ci sono ancora un sacco di musicisti con cui mi piacerebbe suonare, ad esempio. Ho voglia sicuramente di scrivere ancora tante canzoni e registrare nuovi dischi, andare a suonare dal vivo in Giappone e negli USA, paesi in cui sono stato anni fa e che mi mancano tantissimo. Qualche anno fa ho suonato in una tribute band dedicata ai Queen con la quale ho effettuato delle performance in Messico, è stata un’esperienza fantastica e ha fatto rinascere in me la voglia di tornare a suonare fuori dall’Europa, quindi come ti dicevo precedentemente spero di poter riproporre la mia musica in paesi come Giappone e Stati Uniti il più presto possibile! Inoltre per l’immediato futuro spero di riuscire a combinare qualcosa di buono con il nuovo progetto Zoom Club, e poi ci sono ancora tante cose che voglio fare!”.
JANNE GRAZIE MILLE PER L’INTERVISTA…TERMINA PURE COME PREFERISCI.
“Grazie a te per l’interesse che hai dimostrato nei miei confronti e nella mia musica dedicandomi un po’ del tuo tempo. Saluto tutti i lettori di Metalitalia.com sperando di incontrarli a qualche nostro concerto! Vorrei concludere invitandovi a visitare i siti dei miei progetti principali, per cui vi saluto dandovi un po’ di link da cliccare, ciao!”.
www.overdrive.se
www.mountainofpower.com
www.constancia.se
www.zoomclub.se