OVERKILL – Vent’anni di potenza sonora al vostro servizio!

Pubblicato il 10/05/2005 da

E’ passato poco tempo da quel “Killbox 13” che sembrava vedere la band di D.D. Verni e soci alle prese con un preoccupante calo di idee e di inventiva, ma nonostante tali avvisaglie il nuovo “Relixiv”, che festeggia il primo Ventennio d’attività della band, si rivela una bomba distruttiva, micidiale ed oltretutto ben messa a punto, pronta ad esplodere in tutta la sua potenza. Il carismatico singer Bobby ‘Blitz’ Ellsworth ci ha concesso un’intervista telefonica in cui abbiamo parlato della ritrovata verve della sua band, abbiamo ricapitolato per sommi capi la carriera degli Overkill giunta ad un importante traguardo tirando le conclusioni, e ci siamo anche lasciati andare in altre interessanti digressioni… buona lettura!
CIAO BOBBY, PER PRIMA COSA LASCIA CHE TI FACCIA I COMPLIMENTI PER L’OTTIMO NUOVO ALBUM, “RELIXIV”, UN DISCO CHE TROVO MOLTO MIGLIORE E SICURAMENTE PIU’ VARIO RISPETTO AL RECENTE PASSATO (“KILLBOX 13”, “BLOODLETTING”), E CON UN OTTIMO LOTTO DI SONG CHE SI DIFFERENZIANO TRA LORO, RENDENDO PIU’ VARIEGATA QUESTA PRODUZIONE. COME E’ NATA QUESTA DECISIONE DI DISTACCARSI UN PO’ DALLO STILE DEGLI ULTIMI ALBUM, MIXANDO STILI DIFFERENTI TRA LORO?
“Io penso semplicemente che il nuovo album mostri molte delle caratteristiche e degli stili attraverso cui gli Overkill sono passati in vent’anni di carriera. Abbiamo ‘Old School’, per esempio, con la quale abbiamo un po’ voluto celebrare i Ramones: ci sembrava giusto farlo, visto che per anni sono stati tra i nostri maggiori ascolti e ne siamo sicuramente rimasti influenzati; nelle altre canzoni poi possiamo trovare insieme un mix di groove, velocità, potenza e thrash metal al 100%, e questi sono gli elementi che hanno fatto grandi gli Overkill! In realtà anche negli album precedenti queste caratteristiche non mancano, ma ritengo che in ‘Relixiv’ esse siano sicuramente più evidenti: prendiamo una traccia come ‘Bats In The Belfry’, dove tutto il groove degli Overkill viene venato da sottili influenze progressive, oppure la successiva ‘Pound Of Flesh’, dove vengono recuperate le influenze speed della band. In tutto questo, è facile individuare come il nuovo album sia più variegato, perché è un vivido ritratto di tutto ciò che abbiamo fatto in passato, senza nulla escludere”.

IN AGGIUNTA PENSO CHE LA SCELTA DI MIXARE TRA LORO PIU’ INFLUENZE CHE IN PASSATO HA MIGLIORATO ANCHE LA QUALITA’ DELLE CANZONI…
“In realtà non sono molto d’accordo, perché trovo molto belli anche i nostri dischi precedenti, ed in realtà questo in più ha soltanto la maggior varietà… devi sapere che per ogni disco che registriamo c’è sempre un enorme sforzo compositivo; cerchiamo di dare sempre il massimo quando componiamo un disco, e comunque il fatto che il nuovo album sia più vario dei precedenti non è stata una cosa programmata a tavolino: è qualcosa che è uscito spontaneamente, un qualcosa che in quel preciso momento sentivamo di fare. Ogni album che componiamo rappresenta quello che gli Overkill in quel preciso istante hanno dentro; l’unica cosa che non dimentichiamo mai sono le nostre radici, e rimaniamo fedeli ad esse senza apportare stravolgimenti drastici nella composizione, ma comunque muovendoci su una linea di base data da esse”.

QUALE PENSI SIA IL MARCHIO CHE CONTRADDISTINGUE “RELIXIV” E LO FA SUONARE DIVERSO E MIGLIORE DA TUTTE LE ALTRE RECENTI RELEASE DI ALTRE BAND THRASH METAL?
“Questa non è una domanda per cui ho una risposta precisa, e questo perché noi facciamo le cose per conto nostro, senza preoccuparci della scena che ci gravita intorno… abbiamo già tanto da pensare per noi stessi e alle difficoltà nella composizione… se dovessimo guardare ogni volta cosa fanno gli altri gruppi, staremmo ancora di più a pensare cosa dovremmo fare e non ci raccapezzeremmo più. Con questo non intendo dire che non ascolto assolutamente gli altri gruppi del genere – anzi, negli ultimi anni con la parziale rinascita del thrash abbiamo avuto degli ottimi dischi – ma semplicemente che gli Overkill non si considerano assolutamente in competizione con loro e sono sostanzialmente qualcosa di diverso, che non vuole mettersi sul loro stesso piano; gli Overkill quando lavorano pensano solo a sé, senza guardare la scena che sta attorno”.

PENSO CHE SIA UNA COSA CHE DEBBANO FARE TUTTI: SE FAI LE COSE PER TE STESSO E NON TI VEDI IN COMPETIZIONE CON ALTRI, AVRAI SICURAMENTE RISULTATI MIGLIORI…
“E’ un principio molto semplice: gli Overkill hanno sempre scritto e suonato quello che hanno voluto, senza guardare ad altri, ed ora che stiamo festeggiando il ventennale della nostra carriera i risultati ci danno ragione: siamo ancora perfettamente parte della scena, ma nonostante questo siamo qualcosa a parte. Questo è il nostro preciso modo di fare musica, e non ha niente a che fare coi Destruction, coi Kreator, con gli Exodus, coi Megadeth: gli Overkill fanno qualcosa che nel loro stile è unico ed inconfondibile, e l’unico modo per rimanere così è prestare attenzione solo a se stessi e non a ciò che ci gira intorno”.

DIMMI IN QUALCHE PAROLA I CAMBIAMENTI PRINCIPALI ATTRAVERSO CUI GLI OVERKILL SONO PASSATI IN VENTI ANNI DI CARRIERA.
“Be’, ci sono stati abbastanza cambiamenti… all’inizio tutto gravitava attorno al caos. Insomma, non so se hai presente il classico inizio di ogni gruppo alle prime armi… l’unico obiettivo era riuscire a fare quanto più casino fosse possibile. Nonostante questo sapevamo cosa volevamo fare e come volevamo farlo, e ad ogni modo questa consapevolezza è cresciuta col passare degli anni insieme al nostro bagaglio tecnico, che è andato sempre più affinandosi. Il fatto che abbiamo imparato a controllare il caos che producevamo penso sia stato uno dei maggiori cambiamenti all’interno della carriera degli Overkill (vero, basti guardare cosa cambia tra due dischi come ‘Feel The Fire’ e ‘Horrorscope’, ndR). In aggiunta, più gli anni passavano più abbiamo imparato ad inglobare influenze diverse nel nostro sound… se guardi a due dischi come ‘Feel The Fire’ e ‘Relixiv’ penso che tu possa dire che si tratti della stessa band, ma riconosca gli importanti cambiamenti che sono intercorsi nelle due decadi che separano questi dischi: è questo che si chiama evoluzione, e che ci permette di essere competitivi ancora oggi sul mercato”.

PUOI DIRMI QUALI SONO LE BAND CHE VI HANNO INFLUENZATO VENT’ANNI FA E QUALI SONO QUELLE CHE VI INFLUENZANO OGGI?
“In realtà non abbiamo mai avuto moltissime influenze, né tanto meno le abbiamo oggi… diciamo che abbiamo imparato a controllare il caos più che altro da soli! Però quando abbiamo cominciato eravamo grandi fan dei Black Sabbath e della NWOBHM, dei Motorhead, e poi siamo anche stati influenzati dal punk che girava in quegli anni. Oggi non ci facciamo quasi più influenzare da altri gruppi e cerchiamo di fare tutto per conto nostro, ma al tempo abbiamo cominciato anche noi come cover band, e svariavamo tranquillamente dal suonare pezzi dei Priest a pezzi dei Ramones; a proposito, penso che le influenze punk che abbiamo attraversato ci abbiano aiutato a mantenere viva un’energia particolare nei nostri dischi, anche quando siamo passati a registrazioni personali mettendo fine al primo caotico periodo della nostra carriera”.

MI DICI QUALCOSA SULLA FASE DI SONGWRITING DEI VOSTRI DISCHI?
“Penso che la nostra mente sia un’inesauribile fonte di informazioni. Penso che se vogliamo, possiamo tirare fuori dalla nostra mente ogni cosa che vogliamo, e realizzare perfettamente ciò che vogliamo e nel modo in cui lo abbiamo prestabilito. E’ un processo molto semplice: se veramente sei interessato a qualcosa che ti piace e ti gira in testa, riesci a coltivarlo, a farlo crescere, ed a dargli vita. Noi prendiamo tutto questo molto sul serio, cercando di concentrarci al massimo quando componiamo, per tirare fuori dalle nostre teste esattamente quello che vogliamo in quel preciso momento”.

VOI VI SIETE AFFERMATI VENT’ANNI FA, QUANDO LA SCENA METAL ERA ANCORA GIOVANE E LA GENTE ERA INTERESSATA AD ESSA PER LA SUA NOVITA’… OGGIGIORNO DI QUALE IMMAGINE E DI QUALE SOUND UN GRUPPO HEAVY METAL DEVE FARSI PORTATORE PER OTTENERE UN MINIMO DI NOTORIETA’?
“Be’, vent’anni fa, quando abbiamo cominciato noi, c’era una sorta di vera e propria esplosione della scena, tra le band, tra la gente che le ascoltava: era una cosa nuova, allettante, pericolosa, mentre oggi questa scena non è più una novità, non è pericolosa, non è strana e sorprendente, insomma, non fascalpore e colpo sulla gente e sulla critica. Ci sono comunque nuove persone più giovani, grazie al ricambio generazionale, che hanno cominciato ad ascoltare questa musica e per le quali l’heavy metal è sostanzialmente una novità, ed hanno voglia di approfondirne la conoscenza: non c’è un’immagine o un sound particolare che le nuove band devono adottare, si tratta solo di capire cosa piace oggi alla nuova generazione, per diventare noti, come l’abbiamo capito noi vent’anni fa”.

FARETE UN TOUR PER PROMUOVERE “RELIXIV”?
“Dunque, il nostro tour partirà negli Stati Uniti ad aprile, poi verremo in Europa, partendo dalla Germania, dove avremo tra l’altro l’opportunità di suonare a Wacken, per passare poi in Repubblica Ceca e in Bulgaria; in Italia dovremmo passare invece a Novembre, con uno show da headliner”.

OK BOBBY, GRAZIE PER AVERCI CONCESSO L’INTERVISTA; TI LASCIO CONCLUDERE COME MEGLIO CREDI, PROMETTENDO CHE VI ASPETTEREMO QUANDO VERRETE A SUONARE QUI DA NOI!
“Grazie (in Italiano, ndR)! Ricordate che il tour lo facciamo esclusivamente per voi, perché abbiamo moltissimo a cuore i nostri fan… speriamo di vedervi numerosi ai nostri show!”.

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