Giunti ormai al sesto album in dieci anni, i Pagan’s Mind sono da sempre sinonimo di qualità nel campo del metal progressivo, avendo sempre prodotto dischi che, in un modo o nell’altro, sono riusciti a colpire nel segno, incrementando ad ogni uscita il numero dei propri fan. Dopo la svolta più pesante che la band norvegese aveva operato nel precedente “The God’s Equation”, con questo “Heavenly Ecstasy” ci troviamo ora davanti ad una decisa propensione verso canzoni più corte ed accessibili, caratterizzate da una maggiore apertura melodica e da un parziale abbandono degli elementi progressivi. Parliamo con Jorn Viggo Loftdat, chitarrista della band, per scoprire qualcosa di più sui motivi di questa svolta…
BENE, ECCOCI QUI! AVETE ORAMAI DIECI ANNI DI ATTVITA’ ALLE SPALLE, E BEN SEI ALBUM DI SUCCESSO… COSA PENSI QUANDO GUARDI A QUANTO REALIZZATO CON I PAGAN’S MIND IN QUESTI ANNI? TI SENTI FIERO?
“Sì, certamente. Specialmente adesso, mi sento veramente soddisfatto di quest’ultimo lavoro. Comunque, guardando al passato, mi rendo conto che è stato davvero un viaggio… tra momenti belli e momenti brutti, ma certamente mi sento molto fiero. Fiero degli album, fiero di far parte di una band che sta venendo conosciuta un po’ in tutto il mondo… Alla fine è proprio un sogno che diventa realtà”.
IL NUOVO ALBUM E’ DAVVERO MOLTO BELLO! CI PUOI DIRE QUALCOSA SUL PROCESSO COMPOSITIVO DELL’ALBUM IN SE’?
“Be’, ti ringrazio dei complimenti, fa sempre piacere sentirseli dire. Cominciamo con il dire che quest’album presenta una marcata differenza dalla nostra passata produzione, e questa differenza risiede nel fatto che ‘Heavenly Ecstasy’ è più melodico, è presente una maggior melodia rispetto agli scorsi album. Possiamo anche dire che sia meno… ‘progressivo’, rispetto agli altri. In effetti le persone hanno sempre guardato ai Pagan’s Mind come ad una band progressive, ma forse, soprattutto ora con questo album, siamo principalmente una melodic metal band con qualche elemento progressive. Quindi non direi che siamo una heavy band, e nemmeno una progressive band, ma piuttosto direi che siamo semplicemente una band heavy metal che segue una direzione ben precisa. L’album è davvero interessante, anche perché siamo migliorati molto come compositori in questi anni, e quindi ci sono molte nuove idee, non necessariamente provenienti o riciclate dagli album passati. Sì, siamo veramente fieri di questo lavoro”.
SAI… ERA PROPRIO IL MIO PENSIERO SULL’ALBUM. LA SVOLTA MELODICA E’ SICURAMENTE AVVERTIBILE, E PROPRIO A PROPOSITO DI QUESTO VOLEVO CHIEDERTI SE QUESTA STRADA E’ STATA DECISA DALLA BAND A TAVOLINO O SE SEMPLICEMENTE LA MUSICA SI E’ EVOLUTA IN QUESTA DIREZIONE IN MANIERA NATURALE…
“Penso che tutto ciò non sia stato voluto. Non ci siamo messi a dire: ‘Ok, questo sarà un album più melodico’ se è questo che intendi. E’ certamente una evoluzione naturale. Ci sembrava giusto, in questo momento della nostra carriera, di produrre un album che avesse un buon set di canzoni, caratterizzate da buone melodie. Poi, certo, non è che abbiamo fatto una svolta radicale dal nostro vecchio suono, bisogna tenerne conto. Ci sono ancora molti passaggi complicati, un complesso lavoro di chitarra con tanti assoli, un drumming ancora molto eclettico… Forse la differenza principale più che nello stile risiede nella forma canzone. Le singole tracce non sono più tutte della durata di otto minuti e oltre, sono quasi tutte da cinque minuti circa, e la struttura è quindi più accessibile. E’ difficile inquadrare tutti gli aspetti di questa evoluzione, ma sicuramente è stato un processo fluido e naturale”.
OK. MA CHE COSA E’ QUESTA ‘ESTASI CELESTIALE’ DI CUI PARLATE NEL TITOLO? QUALE TIPO DI ESTASI PUO’ ESSERE TANTO GRANDE DA ESSERE DEFINITA ‘CELESTIALE’?
“(Ride imbarazzato, ndR) Mah, non è che ci sia una spiegazione veloce… Sempre nella storia della band abbiamo dei titoli e di conseguenza anche delle copertine che avessero uno stile preso dalla fantascienza. Anche le liriche e l’artwork interno degli altri album erano sempre fortemente influenzati dal genere fantascientifico… Questo perché Nils, che si occupa appunto dei testi, è fortemente attratto da domande filosofiche riguardanti il futuro, da dove veniamo e dove andremo, perché siamo qui, cosa c’è oltre noi nel grande mistero dell’universo… tutti questi erano in generale gli argomenti degli scorsi album. E’ stato lo stesso Nils a scegliere il titolo di quest’album perché, nel suo pensiero, si sposava con l’aspetto epico e magniloquente della nostra musica, e quindi eravamo convinti che esso fosse adatto all’occasione. Inoltre avevamo stabilito la copertina prima di decidere il titolo finale, e sicuramente questo titolo si sposa con l’immagine di copertina del CD. Comunque, tanti dei testi sul nuovo album trattano di temi diversi dalla fantascienza. Qui c’è molto spazio su questioni come affrontare la vita, raggiungere i propri sogni, credere in se stessi, prendersi cura degli altri… E’ un album davvero positivo da questo punto di vista. E’ un album quindi su di noi, per una volta non riguarda lo spazio o l’universo”.
CAPISCO. MA, DIMMI, L’ALBUM NON E’ UN CONCEPT, VERO? O E’ PIU’ SIMILE AL PRECEDENTE “THE GOD’S EQUATION”, OVVERO UNA SORTA DI RACCOLTA DI CANZONI COLLEGATE DA UN UNICO ARGOMENTO, MA SENZA UNA STORYLINE FISSA…
“Mah, in realtà secondo questo ragionamento sarebbero tantissimi gli album che possono essere considerati quali concept! Spesso una band tende a comporre brani su un unico argomento, non è una cosa così rara, lo stesso Coverdale, per farti un esempio, compone tutte canzoni sull’amore e sulle ragazze… ‘The God’s Equation’ era più organico, conteneva molte domande sulla religione e sul mistero dell’universo, argomenti che poi sono continuati su questo album… ad esempio la canzone ‘Revelation To The End’ riguarda le profezie Maya la fine del mondo. Su quest’album c’è però anche spazio per canzoni che riguardano esperienze personali e sentimenti… Quindi, no. ‘Heavenly Ecstasy’ non è per niente un concept album. ‘Walk Away In Silence’ ad esempio è una canzone sul vivere felicemente la propria vita con se stessi. L’album tratta veramente di tanti temi diversi”.
ABBIAMO PERO’ NOTATO CHE SPESSO ANCHE NEGLI SCORSI ALBUM AVETE PUNTATO NELLA DIREZIONE DELLA SPIRITUALITA’ PER I TESTI, OLTRE AD APPUNTO I TEMI FANTASCIENTIFICI CHE HAI CITATO. LA SPIRITUALITA’ E’ IMPORTANTE PER VOI?
“Direi che la spiritualità è sicuramente importante per Nils. Lui è l’unico autore delle liriche, quindi è lui ad essere molto legato a questo aspetto. Certo, tutti noi possiamo proporre idee per il testi o per un eventuale concetto per ogni album, ma in genere è sempre lui che se ne occupa. Per quanto riguarda me personalmente, la spiritualità interiore non è un argomento a cui do molta importanza, almeno non per quanto riguarda i testi di un album. Comunque, appunto, questa volta si è trattato anche di diversi argomenti, non solo di quelli che solitamente la gente ci attribuisce”.
UNA PICCOLA CURIOSITA’ A PROPOSITO DELLA COPERTINA. LO STILE E’ DECISAMENTE IN LINEA CON LE VECCHIE COPERTINE, MA IL COLORE DI BASE E’ DIVERSO. PRIMA IL BLU ERA IMPERANTE, ORA NON VE NE E’ TRACCIA. SIETE PASSATI AD UN ROSSO ACCESO. COME MAI?
“Sì, è vero, abbiamo sempre usato il blu come tema portante, e non è detto che non ci torneremo in futuro, ma questa volta abbiamo usato un altro artista per la copertina, ed è stato lui a proporci questa nuova idea. Ci sono state molte discussioni se avessimo dovuto abbandonare il blu in favore di questa nuova tonalità così diversa, ma siccome la musica stessa è diversa dal passato, abbiamo pensato che se c’era un momento adatto per cambiare, era proprio questo”.
COME PROMUOVERETE IL NUOVO ALBUM? AVETE IN PROGRAMMA TOUR, PARTECIPAZIONI AI FESTIVAL… CI PUOI DIRE QUALCOSA?
“Be’, cominceremo da subito con alcune date nel Regno Unito. Poi ci dirigeremo in Olanda, in Germania, e di nuovo al nord, per alcuni concerti in Norvegia. Poi prevediamo di fare un tour europeo e di suonare anche negli USA. Subito dopo l’uscita dell’album ci imbarcheremo in circa sei o sette settimane di concerti. Gli obiettivi certi sono Europa e USA, ma speriamo con quest’album di riuscire ad andare in Sud America per la prima volta. L’intenzione è quella di suonare il più possibile”.
VORREI FARTI UNA DOMANDA SPECIFICA SUI FESTIVAL ESTIVI. SONO MOLTE ORAMAI LE BAND A PENSARE CHE SIANO PROPRIO GRUPPI COME VOI, O GLI EDGUY, GLI HAMMERFALL ETC A DOVERE FARE DA HEADLINER AI GROSSI FESTIVAL ESTIVI. MA, COMUNQUE, LA TENDENZA E’ ANCORA QUELLA DI CHIAMARE IN QUESTO RUOLO I GRANDI NOMI COME IRON MAIDEN, AC/DC, SKORPIONS… TU COME LA PENSI SU QUESTO ARGOMENTO?
“Oh, è una domanda davvero interessante! Nel genere metal, attualmente, ci sono ancora quelle band che suonavano negli anni ’80, quando il metal era considerabile come mainstream. Whitesnake, Europe, questi erano i nomi che in quegli anni erano conosciuti in tutto il mondo. Iron Maiden, Judas Priest, sono le band che poi negli anni Novanta hanno continuato a suonare e a raccogliere consensi, e questo li rende appetibili per le organizzazioni dei festival, visto che contano su un’audience più larga, che permette di fare più soldi. Però penso anche che sia importante che le band più giovani possano avere le loro possibilità di diventare i nuovi ‘grandi nomi’. Nel senso, Iron Maiden, Judas Priest, AC/DC… non potranno andare avanti per sempre, si parla di gente che ha oramai più di sessant’anni, non mi sembra credibile che possano suonare a questi concerti ancora per altri dieci anni… Prima o poi qualcuno dovrà prendere il loro posto. Spero che le cose cambino, e che presto le nuove band possano ricoprirne il ruolo. Sono tante le realtà attuali che meriterebbero l’attenzione e il seguito che le grandi band hanno adesso”.
TORNANDO ALLA BAND… NON PRENDERETE UN SECONDO CHITARRISTA PER SOSTITUIRE THORSTEN AABI (defunto nel 2007 per malattia, ndR)? RIMARRETE UNA BAND CON UNA SOLA CHITARRA?
“Sì, assolutamente. Non abbiamo alcun bisogno di un altro chitarrista. Non c’è alcun motivo per portare il numero delle chitarre a due, quindi non lo faremo”.
UN’ULTIMA DOMANDA A PROPOSITO DELLA TUA CARRIERA. HAI PARTECIPATO A MOLTI PROGETTI: BEAUTIFUL SIN, WAR BABIES, I DISCHI SOLISTI DI JORN… COSA FARAI IN FUTURO? QUALCHE PROGRETTO IN PENTOLA?
“Ho lavorato nella band di Jorn da 2002 fino al 2007, e non ho mai considerato quello come un progetto, è una band in cui ho investito molto in termini di tempo e di fatica. Abbiamo lavorato ad ogni aspetto di quegli album insieme, e quindi li sento tutti come se fossero di una mia band. Ho dovuto smettere solo per via dei crescenti impegni a livello di concerti sia dei Pagan’s Mind, sia che della band di Jorn, e ovviamente è impossibile per me essere in due posti contemporaneamente. Quella è l’unica ragione per cui, a malincuore, non posso più lavorare con lui, ma siamo rimasti davvero grandi amici e sono certo che in futuro faremo ancora qualcosa insieme. Ci troviamo veramente bene assieme e l’alchimia tra noi è assoluta. Comunque, per rispondere alla tua domanda non c’è niente di stabilito per ora a livello di impegni fuori dai Pagan’s Mind. Sono loro la mia priorità ora”.
OK. TI LASCIO QUESTO SPAZIO PER UNA DEDICA AI NOSTRI LETTORI.
“Sì, allora, nel mese prossimo uscirà il nostro album… raccomando a tutti di supportare la band comprandolo e non scaricandolo, e speriamo che le novità in esso contenute vi piacciano molto! Pensiamo che riusciremo a venire in Italia, in autunno, e saremo felici di farlo perché i fan italiani sono sicuramente uno dei migliori pubblici che una band possa avere! Infine voglio augurare a ciascuno di prendersi cura di se stessi e di vivere serenamente e pacificamente!”.