SO CHE IL TITOLO DEL TUO NUOVO DISCO SI RIFERISCE AD UNA TUA RECENTE DISAVVENTURA, VERO?
“Proprio così, ho deciso di intitolare il nuovo album ‘Dancing With The Dead’ perchè alcuni mesi fa, quando mi trovavo in un bar, ho avuto un collasso e il mio cuore ha cessato di battere per due o tre minuti. Sono stato portato immediatamente in ospedale ma non mi hanno trattenuto molto, questo perchè quando sono rinvenuto stavo bene. Le analisi erano ok, non c’era nulla che non andasse… i medici non sapevano che dirmi! Ora, anche se non ne sono certo, credo che tutto sia avvenuto a causa dello stress”.
IN EFFETTI, CONSIDERANDO TUTTI I TUOI IMPEGNI, NON E’ DIFFICILE PENSARE CHE POSSA ESSERE STATA QUELLA LA CAUSA…
“Esatto, ma voglio che sia chiaro a tutti che quanto avvenuto non influirà per niente sul mio modo di lavorare! Quello che voglio dire è che non mi prenderò affatto delle pause ma, anzi, mi dedicherò ai miei interessi molto più sodo di prima. Vivere una simile esperienza mi ha fatto capire che non ho tempo da perdere e che nei giorni che mi restano dovrò dare tutto me stesso. Ciò lo sostengo anche nei testi del disco… molti li ho scritti nei giorni immediatamente successivi al fatto e mi sono stati molto d’aiuto per superare la cosa e per schiarirmi le idee”.
ANCHE LA MUSICA DEL DISCO E’ STATA INFLUENZATA DA TUTTO CIO’?
“In parte sì, ma non del tutto. Ho iniziato a comporre i brani di ‘Dancing…’ tre anni fa, quindi molto prima che stessi male. Avevo già intenzione di dare all’album un taglio più heavy ma quanto accaduto non ha fatto altro che spingermi ulteriormente in quella direzione”.
OK, ALLORA TI VA DI ILLUSTRARE CON LE TUE PAROLE IL CONTENUTO MUSICALE DI “DANCING WITH THE DEAD”?
“Si tratta di un disco 100% Pain, quindi contiene tanta melodia, ritornelli catchy e una grande energia. Questa volta le chitarre sono decisamente più presenti rispetto a ‘Nothing Remains The Same’, un lavoro che oggi non mi soddisfa più tantissimo a causa dell’eccessiva presenza di pezzi soft. Volevo che il nuovo album suonasse più vario, aggressivo e diretto, ecco perchè mi sono concetrato molto sui riff più che sulle tastiere”.
TASTIERE CHE COMUNQUE CONTINUANO AD ESSERE BEN PRESENTI…
“Sì, non riuscirei mai a comporre un brano per i Pain senza servirmi delle tastiere. Tutte le melodie partono da questo strumento, è essenziale per la musica”.
NON CREDI CHE UN BRANO COME “DON’T COUNT ME OUT” POSSA DISORIENTARE I FAN? POTREBBE ANCHE APPARTENERE AL SONGBOOK DEGLI HYPOCRISY!
“Non sono tanto d’accordo con te questa volta. E’ vero che si tratta di una song molto pesante e che il riff può ricordare certe vecchie cose degli Hypocrisy però ti dimentichi che le tastiere e la voce sono in pieno stile Pain… sono inconfondibili!”.
IL DISCO NEL COMPLESSO E’ HEAVY MA COME PRIMO SINGOLO HAI SCELTO “SAME OLD SONG”, UN BRANO DAVVERO MELODICO E TRASCINANTE! CHE MI DICI A RIGUARDO?
“Trovo che ‘Same Old Song’ sia uno dei migliori brani dell storia dei Pain, ha un ritornello e una melodia fenomenali! Trovo che i Pain non abbiano mai avuto un singolo apripista tanto valido. Per fare breccia in certi mercati devi avere a disposizione un pezzo del genere, non potevo scegliere ‘Dont Count Me Out’, avrebbe avuto un impatto assai minore. Il secondo singolo comunque sarà ‘Bye/Die’, un brano più vicino alle coordinate generali dell’album”.
PROPRIO CARINO IL TITOLO DI QUEST’ULTIMO PEZZO!
“Sì, niente male, vero (ride, nda)? Nel testo mi scaglio contro tutti gli idioti che ho conosciuto nella mia carriera, gente che pensava di poter giudicarmi a suo piacimento e di potermi dire che cosa dovevo fare!”.
GENTE DEL MUSIC BUSINNESS?
“Sì, ma non solo, anche persone che ho incontrato quando ero più giovane. Ora sono contento di vivere in mezzo ai boschi e di non avere modo di incontrare spesso certa gente, posso dedicarmi solo al mio lavoro e alla mia famiglia senza innervosirmi troppo (ride, nda)”.
CHE MI DICI INVECE DI “THE THIRD WAVE”? SO CHE DOVEVA ESSERE INCLUSA IN UNA COLONNA SONORA DI UN FILM!
“E’ vero, ho scritto quel pezzo su commissione, doveva far parte della soundtrack di un film sulla mafia. Poi è stato scartato ma essendo un gran bel pezzo ho deciso di inserirlo nella tracklist del nuovo album”.
HAI FATTO BENE, PER ME E’ IL PEZZO MIGLIORE DEL DISCO!
“Ti ringrazio, anche a me piace molto. Devi sapere che mi tengo sempre stretto qualsiasi cosa io componga, non butto via nulla e spesso certe vecchie cose poi finiscono per tornarmi utili. La stessa ‘Same Old Song’ doveva essere la sigla di un programma TV svedese, anch’essa è stata rifiutata e allora mi sono detto: ‘Fanculo, ne farò una hit alla faccia loro!’ (ride, nda)”.
MI PARE DI CAPIRE CHE TU E LA TUA MUSICA SIATE MOLTO RICHIESTI DALLE TUE PARTI…
“Sì, i Pain sono divenuti davvero famosi qui in Svezia e le possibilità di lavoro per me stanno aumentando a vista d’occhio. C’è sempre un regista o una emittente televisiva in cerca di un sottofondo musicale o di una sigla e io mi faccio trovare sempre pronto! Per molti è difficile comporre musica su commissione, io invece adoro farlo, è una sfida realmente affascinante”.
CI SONO DIFFERENZE FRA IL COMPORRE UNA SONG PER UN NUOVO ALBUM DEI PAIN E COMPORNE UNA PER QUALCUN’ALTRO?
“No, perchè solitamente chi mi chiede un brano lo vuole nello stile dei Pain, dunque per me non c’è alcuna differenza!”.
PER QUANTO RIGUARDA IL SONGWRITING DEI PAIN QUALI SONO E QUALI SONO STATE LE TUE INFLUENZE? CHE MUSICA ASCOLTI? ELETTRONICA, INDUSTRIAL…?
“Sono sempre stato affascinato dalla trance e dalla techno music e con i Pain, almeno ultimamente, cerco appunto di fondere queste sonorità con elementi tipici del metal. Per l’industrial non so cosa risponderti… non ho mai ascoltato quella musica. Molti ragazzi nelle interviste mi chiedono di Ministry o Front Line Assembly ma io conosco questi gruppi solo di nome, non ho mai sentito una canzone! Posso solo dirti che a casa ho un CD dei Nine Inch Nails e non lo trovo affatto male!”.
NON TI E’ MAI VENUTO IN MENTE DI COLLABORARE CON QUALCHE ALTRO MUSICISTA PER LA STESURA DEI BRANI DEI PAIN?
“Assolutamente no, i Pain sono il mio progetto personale, il mio giocattolo! Non potrei mai affidare il songwriting a qualcun’altro, voglio essere il solo ed unico responsabile di ogni aspetto di una nuova uscita di questa band: voglio comporre, cantare, suonare tutti gli strumenti e curare in prima persona la produzione. Per i Pain decido tutto io e mi assumo ogni responsabilità, sono disposto a fare diversamente solo con gli Hypocrisy”.
HAI CANTATO SULL’ULTIMO ALBUM DEI BLOODBATH, “NIGHTMARES MADE FLESH”, MA AL DEBUTTO LIVE DELLA BAND, A WACKEN, NON SARAI PRESENTE. FAI ANCORA PARTE DELLA LINE UP?
“Questa è una cosa che non è ancora chiara: cantare su quel disco mi è piaciuto moltissimo e ti confesso che non mi dispiacerebbe inciderne un altro. Il problema è che io non avrei mai molto tempo da dedicare a questa band e non so se agli altri ragazzi la cosa andrebbe a genio. A Wacken canterà Mike Akerfeldt ma sembra che nemmeno lui entrerà a far parte del gruppo in pianta stabile… io per il futuro sono disponibile, sta a loro decidere…”.
DA QUALCHE ANNO NON SEI SOLITO LAVORARE COME PRODUTTORE TANTO QUANTO UNA VOLTA, PER QUALE MOTIVO?
“Semplicemente perchè non ho più molto tempo da dedicare a questo tipo di lavoro. Ho una famiglia, i Pain stanno andando fortissimo e lo stesso si può dire degli Hypocrisy, che negli ultimi tempi sono stati spesso in tour. Fare il produttore mi piace ma al momento non me la sento proprio di lavorare con altri gruppi, sarebbe devastante per il mio fisico!”.
VISTO CHE LI ABBIAMO NOMINATI GIA’ QUALCHE VOLTA, CHE NE DIRESTI DI DARMI QUALCHE NEWS SUGLI HYPOCRISY?
“Gli Hypocrisy sono in gran forma, stiamo scrivendo i pezzi per il nuovo album! Uscirà dopo l’estate e conterrà del materiale davvero violento e veloce, molto più di quello contenuto in ‘The Arrival’. Ci stiamo anche preparando ad un tour negli Stati Uniti, avrà luogo in primavera e ci vedrà protagonisti assieme a Soilwork e Dark Tranquillity”.
UNO COME TE CHE TRASCORRE GRAN PARTE DEL SUO TEMPO IN UNO STUDIO COME SI TROVA SU UN PALCO?
“Veramente bene, adoro suonare dal vivo… non sono affatto un tipo sedentario! Quando siamo in tour l’unica cosa che non sopporto è aspettare… durante il giorno, prima dello show, non sai mai cosa fare ed è una vera noia. Sono sempre felicissimo quando mi propongono delle interviste nel pomeriggio, almeno passo un po’ il tempo (ride, nda)!”.
ANDRAI IN TOUR ANCHE PER PROMUOVERE “DANCING WITH THE DEAD”?
“Sì, suoneremo moltissimo in Scandinavia e poi prenderemo parte ad alcuni festival estivi”.
LA LINE UP DELLA BAND SARA’ LA STESSA DEL RECENTE TOUR CON I TIAMAT? IN MOLTI HANNO APPREZZATO LA CHITARRISTA E LA BASSISTA!
“Lo so, gran belle ragazze, vero (ride, nda)? Si chiamano Andrea e Alla e mi hanno impressionato tantissimo, all’audizione conoscevano tutti i miei pezzi e infatti in tour si sono comportate bene. Se saranno disponibili, in futuro saranno ancora della partita”.
OK, TI RINGRAZIO PETER, SIAMO ALLA FINE!
“Grazie a te per l’intervista! E grazie ai fan italiani per il supporto, ci si vede presto con Pain o con Hypocrisy!”.