Dopo l’ultimo Hypocrisy e il divertissement con i Lindemann, è tempo per Mr. Tägtgren di tornare all’altra sua passione primogenia, quei Pain assenti dalle scene dal lontano 2011. La lunga pausa sembra comunque aver giovato a “Coming Home”, ritorno a casa segnato da piacevoli conferme e gradite novità, come ci racconta lo stesso Peter raggiunto ai nostri microfoni nella placida tranquillità del ‘suo’ piccolo villaggio…
CON I PAIN HAI TENUTO UNA MEDIA DI UN ALBUM OGNI DUE ANNI, SALVO STAVOLTA PRENDERTI UN PO’ PIU’ DI TEMPO: SEMPLICE COINCIDENZA, ANCHE PER EFFETTO DEI LINDEMANN, O HAI VOLUTO FARE LE COSE CON PIì CALMA PER RICARICARE LE BATTERIE?
“Dopo l’ultimo album dei Pain siamo stati in tour per tutto il 2011 e 2012, e poi è venuto il turno degli Hypocrisy, con cui ho registrato nel 2013 e suonato più di 150 concerti in quel periodo, Sempre nel 2013 ho iniziato a scrivere il nuovo album dei Pain; poi però è arrivato Till (cantante dei Rammstein e dei Lindemann, NdA) e insieme siamo partiti subito a registrare / promuovere i Lindeman. Tra una cosa e l’altra siamo arrivati all’anno scorso, quando finalmente mi sono rimesso al lavoro sul nuovo materiale per i Pain. Alla fine il tempo vola quando ti diverti, comunque sono contento di essere di nuovo qui (risate, NdA)”.
ANCHE LA TUA ATTIVITA’ COME PRODUCER AGLI ABYSS STUDIOS SEMBRA UN PO’ IN CALO…COLPA DEI TROPPI PROGETTI?
“Sì, come dicevo gli impegni sono veramente tanti. Mi piace ancora lavorare come produttore, e recentemente ho lavorato all’ultimo disco dei Sabaton, ma in genere preferisco occuparmi dei miei progetti, anche perchè così poi posso andate in tour, che per me al giorno d’oggi è fondamentale. Il mio motto ormai è ‘poco ma buono’, anche perchè se produci troppe band poi rischi di restare ‘ingabbiato’ in un ruolo, invece io voglio progredire sia come musicista che come produttore”.
A PROPOSITO DEI LINDEMANN, HAI RECUPERATO QUALCOSA CHE AVEVI GIA’ NEL CASSETTO PER I PAIN O SIETE PARTITI DA ZERO? E COM’E’ STATO CONFRONTARSI CON QUALCUNO DI DIVERSO?
“Quando mi ha chiamato Till ho messo da parte quello che avevo in cantier e siamo ripartiti da zero. Abiamo cominciato lavorando a distanza, ovvero io li mandavo la musica scritta e lui ci registrava sopra le parti vocali, ma dopo un po’ ci siamo visti fisicamente in studio, passando da uno scambio di canzoni ad un vero processo di scrittura congiunto. Di fatto io ho scritto la musica e lui i testi, dopodichè abbiamo arrangiato tutto insieme”.
IL NUOVO ALBUM HA MOLTE PARTI ORCHESTRALI, TANTO CHE IN ALCUNI PASSAGGI SEMBRA QUASI DI SENTIRE I MAESTRI DEL GENERE COME I NIGTWISH: HAI PRESO QUALCHE SPUNTO DA LORO DURANTE IL TOUR CHE AVETE FATTO INSIEME?
“No no, i Nightwish portano il concetto di orchestrazioni ad un livello veramente estremo (risate, NdA)! Con i Pain mi è sempre piaciuto mescolare diversi stili sulla tavolozza, quindi oltre alle parti industrial / elettroniche stavolta ho voluto inserire anche qualche arrangiamento orchestrale in più, per rendere il tutto ancora più variegato”.
DA QUESTO PUNTO DI VISTA DEVO DIRE CHE CLEMENS HA FATTO UN OTTIMO LAVORO: COME SEI ENTRATO IN CONTATTO CON LUI?
“Ho prodotto il loro ultimo album, e quando ho sentito le parti orchestrali gli ho chiesto dove le avesse registrate, perchè mi sarebbe piaciuto mettere qualcosa di simile nei Lindemann. Senonchè mi ha risposto di averle registrate da solo, dato che di solito lavora anche come compositore di colonne sonore per il cinema, e allora mi sono ripromesso di coinvolgerlo sul prossimo disco dei Pain, dato che volevo qualcosa che andasse oltre i soliti violini. Così gli ho mandato quello che avevo composto, perchè mi aiutasse a dare ai pezzi una marcia in più, e devo dire che ha fatto un lavoro veramente eccezionale, una sorta di ‘Pimp My Music'”.
SUL DISCO SUONA ANCHE TUO FIGLIO, BATTERISTA DI 17 ANNI: COM’E’ STATO LAVORARE “IN FAMIGLIA”?
“Sì, anche lui scrive e suona più strumenti, anhce se il suo principale è la batteria. E’ ancora giovane, ma negli ultimi due anni è cresciuto molto come batterista. Inoltre di solito suona progressive death metal, roba tipo Meshuggah o Decapited, quindi suonare questo genere di musica per lui è stata una passeggiata di salute (risate, NdA). Inoltre vive sotto casa mia, quindi mi viene comodo chiedergli di fare un salto da me quando sono stanco di lavorare con la drum-machine come base. A fine giornata quindi gli chiedevo una mano a registrare i pezzi, così mi ha reso la vita più facile”.
COSA CI PUOI DIRE DELLA CANZONE “ABSYNTHE – PHOENIX RISING”, ISPIRATA DALL’AGGRESSIONE CHE AVETE SUBITO A LIPSIA DURANTE IL TOUR COI NIGHTWISH?
“Sì, è ispirata a quella vicenda, ma il testo di fatto parla di un ragazzo ossessionato dai calci che prende quando beve l’assenzio. Diciamo che ho cercato di mettere un po’ di humour nella vicenda, di quando siamo stati aggrediti da tre punk, anche se in quel momento ce la siamo vista brutta: siamo finiti tutti e tre in ospedale, io con dieci punti sotto l’occhio, il batterista una bottiglia rotta in testa e il bassista il naso rotto”.
INVECE COME NASCE “BLACK NIGHT SATTELLITE”, STAVOLTA ISPIRATA ALLA TUA PASSIONE PER LA FANTASCIENZA?
“Se cerchi su Google trovi un sacco di storie su questa vicenda (un presunto UFO di 13.000 anni fa, NdA): mi interessa relativamente se siano storie vere o inventate, ma sono comunque interessanti”.
CHE PROGRAMMI CI SONO PER IL TOUR? E QUANDO TI VEDREMO IN ITALIA?
“E’ ancora in fase di definizione: sicuramente il tour europeo sarà diviso in due, una parte adesso e una successivamente, quindi sicuramente l’Italia (così come molti altri paesi dell’Est) sarà compresa in questa seconda tranche. In mezzo andremo in America, è un qualcosa di nuovo per noi dato che con i Pain non abbiamo mai girato molto al di là dell’Oceano, al di là di qualche festival anni fa”.
TRA UN TOUR E L’ALTRO SO CHE AMMINISTRI UN PAESINO NEL SUD DELLA SVEZIA, CHE HAI “COMPRATO” E RIMESSO A NUOVO…
“In realtà è un posto veramente piccolo (circa 100 persone, NdA), ma è il luogo ideale per potersi rilassare: è vicino al lago, c’è pochissima gente, quindi ho tutta la tranquillità che cerco. Vivo lì ormai dal 1994, ed è l’unico posto dove mi sento a casa, quindi praticamente tutto quello che ho composto è nato nella quiete di casa mia”.
IMMAGINO CI SARANNO TURISTI CHE VENGONO APPOSTA A VEDERE IL TUO VILLAGGO, E’ COSI’?
“Sì, c’è gente che arriva dall’Italia, dalla Germania, dalla Finlandia…gente molto curiosa”.
L’ANNO PROSSIMO SARA’ IL VENTESIMO ANNIVERSARIO DELL’OMONINO DEBUTTO CON I PAIN: HAI IN PROGRAMMA QUALCCHE FESTEGGIAMENTO, COME UNO SHOW O UN’EDIZIONE SPECIALE?
“In passato mi è capitato di festeggiare il decimo anniversario di un album degli Hypocrisy, ma in generale non sono uno che bada a queste cose, tanto che quando mi dicono che è il decimo o ventesimo anniversario di un album spesso neanche me ne sono accorto”.
NEGLI ULTIMI 20 ANNI E’ CAMBIATO ANCHE IL MONDO MUSICALE, PASSANDO DAL CD ALL’MP3 ALLO STREAMING, SENZA CONTARE IL RITORNO DEL VECCHIO VINILE: TU CHE HAI VISSUTO QUESTI ANNI DA PROTAGONISTA, COME MUSICISTA E PRODUTTORE, COME VEDI ORA IL MERCATO MUSICALE?
“La vedo in modo positivo: il fatto che ora ci sia molta più concorrenza e accessibilità fa s+ che i musicisti sappiano di dover fare il massimo per essere notati, quindi alla fine questo si traduce in prodotti migliori per gli ascoltatori. Credo che il mercato musicale non morirà mai, dato che la gente è sempre alla ricerca di buona musica: non si venderanno più dischi come negli anni ’70 e ’80 ma l’interesse per la musica resta sempre, semplicemente sono cambiati i supporti e le modalità di fruizione”.
OLTRE CHE DAL PUNTO DI VISTA MUSICALE, IL TEMA DELLA FANTASCIENZA TI AFFASCINA ANCHE IN ALTRI CONTESTI, COME AD ESEMPIO LA SCI-FI TELEVISIVA?
“Più che altro mi piace cercare su Google ispirazione su queste storie: ci sono un sacco di cose che crediamo assodate, ma cercando in rete si trovano diverse versioni alternative, e tutto questo mi affascina”.
ANCHE SE ORA SEI CONCENTRATO SUI PAIN, HAI GIA’ QUALCHE IDEA SU QUANDO VEDRA’ LA LUCE IL NUOVO HYPOCRISY?
“In questo momento sono concentrato al 100% su come portare in tour il nuovo disco dei Pain: appena avrò un po’ di tempo libero dal tour inizierò a pensare a nuovo materiale (anche perchè dopo ogni disco dei Pain ho voglia di riprendere a picchiare con gli Hypocrisy e viceversa), ma per ora è troppo presto per fare programmi”.
BENE, ALLORA CI ASPETTIAMO ALTRI 20 ANNI ALL’INSEGNA DEL BINOMIO PAIN – HYPOCRISY :)
“La musica è la mia passione da sempre: anche se la gente non vorrà più sentirmi, continuerò a farlo anche solo per me stesso!”.