PAIN OF SALVATION – To be or not to be

Pubblicato il 14/05/2005 da


Cosa sarebbe il mondo del progressive senza i Pain Of Salvation? Sarebbe sicuramente privo di una realtà, quella degli svedesi, davvero emozionante e profonda. Con “BE” la band ha toccato picchi inarrivabili di magniloquenza e di varietà, grazie all’uso di una vera orchestra e di un concept tutt’altro che scontato. Metalitalia ha incontrato per voi il bassista Kristoffer Gildenlow (il cantante Daniel purtroppo era bloccato a causa di un forte mal di gola), interlocutore davvero loquace e simpatico…


COMINCIAMO L’INTERVISTA PARLANDO DEL VOSTRO ULTIMO ALBUM, INTITOLATO “BE”. MUSICALMENTE E’ UN GROSSO PASSO IN AVANTI RISPETTO AI VOSTRI LAVORI PRECEDENTI, O QUANTO MENO SUONA MOLTO DIFFERENTE. COME SIETE ARRIVATI A QUESTA MATURAZIONE?
“Buona domanda. Innanzitutto la differenza l’ha fatta l’aver avuto la possibilità di lavorare con una vera orchestra, che ha reso possibile inserire elementi differenti, lavorare verso direzioni differenti rispetto alla lavorazione solo per chitarra, basso e batteria. Abbiamo potuto esplorare nuovi territori musicali, aggiungere elementi folk e quant’altro”.

DAL PUNTO DI VISTA LIRICO, “BE” E’ MOLTO INTENSO E TALVOLTA DI DIFFICILE COMPRENSIONE. SPAZIA ATTRAVERSO MOLTE TEMATICHE, DALLA FILOSOFIA ALLA RELIGIONE. E DA’ LA POSSIBILITA’ AL LETTORE DI FARSI DOMANDE PROFONDE. NON AVETE PAURA CHE LA MAGGIOR PARTE DEGLI ASCOLTATORI POSSA AVERE PROBLEMI DI COMPRENSIONE? NON PENSI CHE TUTTA QUESTA QUANTITA’ POSSA SPAVENTARLI?
“Sì, in effetti ci abbiamo pensato. Ma siamo arrivati a questa conclusione: se non vuoi entrare nel concept, se non vuoi scandagliare a fondo i testi, puoi comunque amare l’album per il suo contenuto prettamente musicale”.

QUAL E’ IL SIGNIFICATO DELLA PAROLA “MACHINASSIAH”?
“E’ una delle parole inventate da mio fratello (Daniel Gildenlow, ndR), ed è l’unione delle parole ‘Machine’ e ‘Messiah’. E’ riferito a come l’uomo di oggi sia completamente dipendente dalle macchine, ed in generale da tutte le invenzioni che ci aiutano nella vita di tutti i giorni. La tecnologia è diventata il nostro Dio, ed ormai sembra impossibile vivere senza macchina, o senza forno a microonde”.

“BE” E’ IL PRIMO ALBUM CHE REGISTRATE DA SOLI, SENZA L’AIUTO DI UN PRODUTTORE ESTERNO. E’ STATO DIFFICILE?
“Sì, perché non avevamo mai provato a cavarcela da soli. Pian piano abbiamo costruito questo studio, registrando continuamente per vedere quanto valido potesse essere. E partire con un lavoro immenso come ‘BE’ è stato davvero la prova del nove. Abbiamo sentito il parere di amici e conoscenti, e finalmente siamo riusciti ad avere il lavoro meglio prodotto di tutta la nostra discografia. Sai, di solito al giorno d’oggi le band comprano o costruiscono il proprio studio, si autoproducono, e danno alla luce un album mal prodotto, con dei suoni orrendi. Siamo contenti che per noi questo non sia successo”.

QUAL E’ STATO IL PEGGIORE EPISODIO ACCORSO DURANTE LA REGISTRAZIONE?
“Daniel ha avuto molti problemi col computer, in quanto si è rotto proprio mentre stavamo per iniziare le registrazioni. L’ha portato alla Machintosh per la riparazione, e, a causa di tecnici poco professionali, siamo rimasti tre settimane, per poi riaverne uno nuovo. Per fortuna non abbiamo perso nessun tipo di materiale registrato, ma il tempo perso è stato davvero molto”.

AVETE RESO DISPONIBILE AI FAN, PRIMA DELLA REGISTRAZIONE DI “BE”, UN NUMERO DI TELEFONO AL QUALE POTEVANO CHIAMARE E LASCIARE I LORO PIU’ SENTITI MESSAGGI A DIO. DA QUELLO CHE HO SENTITO NELL’ALBUM, ALCUNI MESSAGGI SONO DAVVERO SCONVOLGENTI. NON VI SIETE COMMOSSI O SPAVENTATI NEL SENTIRLI?
“Io purtroppo non li ho sentiti tutti, ma tra quelli che ho potuto sentire ce ne sono alcuni che mi hanno davvero messo la pelle d’oca. Ce ne sono un paio dove davvero sembra che siano sul punto di suicidarsi, e questo è davvero toccante. Dare la chance alle persone di comunicarci i loro sentimenti è davvero molto bello, ed a volte inquietante, perché vai davvero nel loro cuore, e le persone si abbandonano completamente. E’ stato davvero molto intenso”.

AVETE SENTITO LE PRESSIONI DEI VOSTRI FAN E DELLA INSIDEOUT PRIMA DELLA STESURA DI “BE”?
“La InsideOut voleva che pubblicassimo un album in corrispondenza del tour con i Dream Theater, in quanto dal punto di vista commerciale questa è una mossa sicuramente vincente. Sai, suonare con una band così grande, dona molta visibilità al gruppo. Devi mantenere gli occhi puntati sul tuo gruppo. Cosa che noi non abbiamo fatto, stando fermi per due anni. Comunque la InsideOut ha sempre creduto in noi. Sanno bene che non siamo un gruppo easy-listening, e ci supportano per far sì che più gente possibile ci possa ascoltare”.

IL DVD DAL VIVO DI “BE” SUONA DAVVERO MOLTO BENE. E’ STATO DIFFICILE OTTENERE QUESTO SOUND CON L’ORCHESTRA? GLI ALBUM DAL VIVO, ULTIMAMENTE, TENDONO AD ESSERE ABBASTANZA FREDDI…
“L’orchestra registrata in quel concerto è la stessa che è apparsa nel cd in studio. La registrazione è la stessa. Abbiamo suonato con il click, così che il tempo fosse esattamente sincronizzato. Il problema più grande era che il suono della batteria entrava nei microfoni dell’orchestra, ed è stata una prova davvero complicata riuscire a ‘cancellarla’ senza togliere naturalezza al suono dell’orchestra. Con un po’ di compressione, e di equalizzazione, siamo riusciti alla grande”.

LA COSA DIVERTENTE DEL DVD E’ LA VERSIONE AUDIO PER I “FANATICI RELIGIOSI”…
“E’ uno scherzo. E’ molto semplice creare un effetto di quel tipo. Così abbiamo pensato di farlo, sperando che qualcuno un giorno trovi qualcosa di interessante da segnalarci”.

SEMPRE NEL DVD, TRA LE TRACCE “OMNI” E “ITER IMPIUS”, DANIEL COMPIE UN ATTO DAVVERO SIMBOICO. ENTRA NELL’ACQUA (UNA PARTE DEL PALCO INFATTI E’ RIEMPITA D’ACQUA) ED IMMERGE LA TESTA IN ESSA. SEMBRA QUASI UN BATTESIMO…
“Non credo che si tratti esattamente di un battesimo. All’inizio era semplicemente parte dello show, molto in stile teatrale. L’acqua è l’origine della vita, e a quel punto il personaggio di Mr. Money, ormai popolare e ricco, ha realizzato che morirà. Così entra nell’acqua, sperando con quell’atto di diventare immortale. Ma quando ne esce, si accorge che la terra è desolata, e lui è rimasto l’unico vivo”.

SIETE SEMPRE STATO UN GRUPPO CHE HA PORTATO AVANTI IN MODO ESEMPLARE SIA L’ASPETTO LIRICO CHE QUELLO MUSICALE. QUALE DELLE DUE PARTI SECONDO TE E’ PIU’ IMPORTANTE?
“La musica è sempre la più importante. La musica può davvero toccarti, arriva diretta al cuore. Qualsiasi lingua tu parli, la musica ti può colpire in egual modo. Se vuoi raggiungere molte persone, devi dare importanza alla musica. E poi chi lo vorrà andrà a cercare significati, simboli e temi”.

SE AVESSI POCHE PAROLE PER DESCRIVERE OGNI ALBUM DA VOI PUBBLICATO, QUALE SCEGLIERESTI?
“Allora… ‘Entropia’ direi rozzo e divertente, ‘One Hour By The Concrete Lake’ direi politico, ‘The Perfect Element’ direi intenso e individuale, in quanto è focalizzato molto sull’individuo. ‘Remedy Lane’ è molto oscuro e triste, a causa di alcuni problemi di Daniel. ‘BE’ è semplicemente immenso”.

DOMANDA SCONTATA: CI SARA’ FINALMENTE  UNA SECONDA PARTE DI “THE PERFECT ELEMENT”?
“Sì, certo! Solo che la nostra idea è di renderlo molto pomposo, molto imponente, almeno come ‘E’. Ma sarebbe troppo pubblicare due album così magniloquenti. Forse sarebbe troppo per i fan. Così aspetteremo il momento giusto per pubblicarlo. Vogliamo renderlo un album ‘perfetto'”.

QUALE SAREBBE LA LINE-UP DEI TUOI SOGNI?
“Non ho idea. Ci sono molti musicisti che mi piacciono molto, ma non sono accostabili. Prenderei Mattias ‘IA’ Eklundh dei Freak Kitchen e David Gilmour come chitarristi. Come bassista direi Peter Vaughn. Per la batteria, ti devo dire che sono totalmente affascinato da Virgil Donati. E’ molto tecnico e molto vario, ma non dimentica il suo ruolo di sottofondo. Mike Portnoy è molto bravo, per esempio, ma non lo amo molto perché è sempre sopra le righe, sempre in prima fila”.

HO IL VOSTRO DEMO, CHE AVETE REGISTRATO PRIMA DEL CONTRATTO CON LA INSIDEOUT PER “ENTROPIA”. TROVO CHE SIA REGISTRATO E SUONATO MOLTO BENE. NON AVETE MAI PENSATO DI PUBBLICARLO COME BONUS IN QUALCHE VOSTRA USCITA?
“No. Abbiamo promesso a noi stessi che dovesse rimanere rigorosamente limitato. Non ricordo se fossero duecento o trecento copie. Quel demo comunque ci è servito per acquisire sicurezza nello studio”.

HO NOTATO CHE, A DIFFERENZA DELLA MAGGIOR PARTE DEI PRODOTTI INSIDEOUT, I VOSTRI NON SONO MAI USCITI CON UNA PRIMA EDIZIONE LIMITATA (AD ECCEZIONE DI “THE PERFECT ELEMENT”)…
“Per ‘Remedy Lane’ avremmo dovuto pubblicare l’edizione limitata. Ma alla fine ci siamo accorti che non avevamo abbastanza materiale. Non avrebbe avuto senso pubblicare una edizione con solo una canzone in più. Noi vorremmo dare ai nostri fan qualcosa di concreto, non un video o una canzone sola. Abbiamo due video per due canzoni di ‘Remedy Lane’ che speriamo di pubblicare in qualche maniera su quache prossima uscita”.

OK, GRAZIE DELLA DISPONIBILITA’. DI’ TUTTO QUELLO CHE VUOI AI LETTORI DI METALITALIA…
“Be’, voglio innanzitutto ringraziarli per essere qui, siamo stati via per tre anni, ed è grande essere di nuovo in tour. Grazie a chi è venuto a vederci, e a chi non è riuscito a venire. Per questi voglio dire che torneremo sicuramente tra non molto!”.

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