I cambi stilistici e quelli di formazioni hanno portato molte novità in casa Pain Of Salvation negli ultimi anni. La band svedese è alle prese con la promozione del nuovo “Road Salt Two”, un disco che, pur seguendo le coordinate ’70 e minimali della prima parte, convince maggiormente nel songwriting. Abbiamo incontrato prima della data milanese di supporto agli Opeth il batterista della band Lèo Margarit con il quale abbiamo fatto il punto della situazione alla vigilia dell’imminente dipartita del tastierista Fredrik Hermansson e del chitarrista Johan Hallgren.
INCOMINCIAMO DAL FUTURO E DAL PRESENTE DEI PAIN OF SALVATION, QUALI SONO LE TUE SENSAZIONI RIGUARDO ALLA SCELTA DI JOHAN E FREDRIK DI LASCIARE LA BAND ALLA FINE DEL TOUR?
“Loro, come ben saprai, sono con i Pain Of Salvation da un sacco di anni ormai e la vita da tour non è sempre facile: spesso quando si pensa al fatto di suonare in una band si considera solo l’aspetto positivo del lavoro. Sì, è fantastico poter suonare la propria musica in giro per il mondo, però ci sono anche dei presupposti meno graditi come il dover stare lontano dalla propria famiglia, dalla propria casa e non poter parlare spesso la propria lingua, ad esempio. Dunque, per loro la vita on the road era diventata troppo pesante e questi aspetti difficili appena citati hanno fatto in qualche modo calare la passione. Per questo non abbiamo insistito nel cercare di cambiare la loro decisione, non è mai bello avere sul palco delle persone che non si divertono come te a suonare. Il rapporto con loro a livello umano non ha subito cambiamenti, rimangono ottimi amici, semplicemente abbiamo accettato la loro decisione. Con Daniel ci siamo confrontati, ovviamente, dopo questo fatto e la decisione è quella di trovare degli altri musicisti all’altezza per portare avanti il progetto anche dal vivo”.
MA ORA POTREMMO QUASI CONSIDERARE I PAIN OF SALVATION COME UNA SORTA DI ONE MAN BAND SECONDO TE?
“Bè, se non altro direi che i Pain Of Salvation sono composti da due musicisti, visto che anche io faccio parte a tutti gli effetti della formazione ormai. Comunque, non saprei per il futuro se la line-up si completerà con altri elementi o meno. Ora che abbiamo perso Johan e Fredrik sicuramente cercheremo altri musicisti, ma non so ancora dirti nulla a riguardo, né tanto meno posso sbilanciarmi se questi faranno parte dei Pain Of Salvation a tempo pieno o saranno solo dei session per coprire le esigenze del tour”.
PARLANDO DELL’ULTIMO DISCO “ROAD SALT TWO”, INVECE, POTRESTI DIRCI QUALCOSA IN PIU’ SULLA SUA NASCITA? AVETE COMPOSTO LE CANZONI DIRETTAMENTE DELLA SESSION DELLA PRIMA PARTE O LE AVETE CONCEPITE IN UN SECONDO MOMENTO?
“No, l’opera ‘Road Salt’ è stata concepita in un’unica sessione nel 2008, tuttavia, come ben saprai, le etichette non gradiscono molto le uscite doppie, perché preferiscono non mettere troppa carne al fuoco nello stesso momento, dunque abbiamo programmato l’uscita della seconda parte per il 2011. La composizione e le registrazioni si sono tenute in Svezia nello stesso periodo, dunque e solo un paio di pezzi quali ‘1979’ e ‘To The Shoreline’ sono stati sviluppati in un secondo momento”.
LA SECONDA PARTE PERO’ MI E’ SEMBRATA PIU’ OSCURA E INTENSA, COSA NE PENSI, PARAGONANDOLA ALLA PRIMA?
“Innanzitutto, penso che ‘Road Salt Two’ sia un album più diretto e omogeneo rispetto alla prima parte dell’opera, in cui c’erano differenti direzioni stilistiche, un sound più vario e questa varietà di informazioni e stili credo abbia reso più arduo l’ascolto. Inoltre, c’è da precisare che i fan erano più preparati all’ascolto di ‘Road Salt Two’. In fondo, parliamo di un disco che non è altro che il successore del precedente, dunque a livello di sonorità ci sono molte similitudini ed in questo momento credo che la gente sia più pronta all’ascolto di questo materiale dopo aver vissuto l’esperienza di ‘Road Salt One’”.
HO SENTITO L’INFLUENZA DI ENNIO MORRICONE IN ALCUNE CANZONI QUALI “TO THE SHORELINE” O “THE DEEPER CUT” AD ESEMPIO, COSA NE PENSI?
“Cert,o penso tu abbia ragione, Daniel in particolare è un suo grande fan e specialmente apprezza la colonna sonora del film ‘Il Buono, Il Brutto e il Cattivo”. Ora non è che lui si sia messo durante la composizione a pensare a quel tipo di sound, tuttavia quando ti piace qualcosa e lo senti spesso in qualche modo ti rimane dentro e dunque in maniera naturale penso ne sia rimasto influenzato”.
NELLE CANZONI “1979” E “TO THE SHORELINE” INVECE HO SENTITO DELLE MELODIE MOLTO SIMILI TRA DI LORO, C’E’ PER CASO UNA STRETTA RELAZIONE TRA QUESTE CANZONI A LIVELLO LIRICO E CONCETTUALE?
“In realtà non c’è un vero e proprio legame. Certo, essendo ‘Road Salt’ un’opera concepita in un periodo di tempo stretto è normale che si avvertano delle connessioni tra alcune canzoni, penso che in effetti tu abbia avvertito lo stesso mood melodico ma comunque le differenze ci sono”.
HO APPREZZATO MOLTO LA CANZONE ‘THE PHYSICS OF GRIDLOCK” IN CUI DANIEL SI CIMENTA IN UN CANTATO IN LINGUA FRANCESE: POTRESTI DIRCI QUALCOSA IN PIU’ SU QUESTO PEZZO E SULLA SCELTA DI INCLUDERE UN TESTO IN FRANCESE?
“Bè, posso dirti che un giorno, essendo io stesso francese, Daniel è venuto da me con una poesia nella mia lingua e mi ha chiesto il significato di alcune parole e di correggere eventuali imprecisioni. Io l’ho fatto e la storia sembrava finita lì; poi, dopo un paio di settimane in sala prove, ha attaccato con un nuovo pezzo e ha iniziato a cantare le liriche della poesia che avevamo visto precedentemente. A quel punto mi ha chiesto ulteriori consigli sulla pronuncia e siccome la cosa funzionava alla grande abbiamo proseguito con l’esperimento. Inizialmente è nato il riff portante quello che puoi sentire all’inizio del pezzo, successivamente abbiamo sperimentato a lungo attorno a quel giro sino a sviluppare l’intera canzone”.
LO SCORSO ANNO SIETE SBARCATI NEL NOSTRO PAESE DA HEADLINER, NON VI DISTURBA DOVER FARE DA SUPPORTO QUESTA VOLTA?
“No, per noi è un’opportunità importante. In effetti, in Italia abbiamo una base di fan molto buona e la differenza con gli Opeth non è così grande, ma devi sapere che, ad esempio, in un paese come l’Inghilterra loro vanno fortissimo e per noi è l’occasione di farci conoscere da molte persone che andranno al loro concerto. In fondo, anche loro hanno fatto lo stesso prima di noi, è un normale processo di crescita”.
AVETE GIA’ IN MENTE QUALCOSA PER IL PROSSIMO DISCO?
“Al momento direi di no, nel senso che siamo concentrati su questo tour e sul promuovere ‘Road Salt Two’, tuttavia so che Daniel ha già diverso materiale pronto per essere sviluppato, ma, come detto, le date dal vivo oltre che ai cambi di formazione di cui si parlava non permettono di pensare oltre. A livello stilistico è difficile capire come potrà suonare la futura release dei Pain Of Salvation, potrebbe essere qualcosa che segue il percorso tracciato da ‘Road Salt’, ma non ne sarei così sicuro, Daniel potrebbe uscirsene con qualche novità. Quello che posso dirti è che non credo sentirete il sound dei primi quattro dischi come piacerebbe a molti, quello è un periodo passato e so che Daniel vuole sperimentare sempre qualcosa di diverso”.
I PAIN OF SALVATION HANNO CONTRIBUITO AD UN NUOVO MODO DI INTENDERE IL PROGRESSIVE METAL, COSA PENSI DI QUESTO TRAGUARDO?
“Per me è un orgoglio e un onore far parte di questa band, ovviamente io sono nei POS solo da due album, dunque mi rendo conto che ho partecipato solo marginalmente al processo creativo del gruppo. Tuttavia, posso dire che lavorare con Daniel è incredibile, lui è un musicista eccezionale, un cantante unico. A livello stilistico ovviamente se pensiamo al debutto ‘Entropia’ e all’ultimo ‘Road Salt Two’ ci sono molte differenze, a partire dalla complessità degli esordi, ma penso che l’anima della band sia rimasta intatta e questo consentirà ai Pain Of Salvation di andare avanti per molti anni ancora”.
OGGI RICORRE L’ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI FREDDIE MERCURY, COSA NE PENSI DI QUESTO GRANDE ARTISTA E DELLA SUA MUSICA? AVETE MAI PENSATO AD UN TRIBUTO CON UNA COVER?
“Ti confesso che non sapevo dell’anniversario, comunque ho grande stima di Freddie Mercury, penso sia uno dei cantanti più grandi di tutti i tempi. Non ho mai pensato ad una cover dei Queen, il loro approccio musicale in effetti è molto distante dal nostro, ma non si sa mai, in fondo a Daniel piace molto cimentarsi in imprese improbabili. Loro hanno avuto una crescita incredibile e bisognerebbe anche vagliare quale parte del repertorio Queen prendere in considerazione, visto che dagli esordi sono cambiati molto”.
GRAZIE LEO, SIAMO IN CHIUSURA, VUOI LASCIARE UN MESSAGGIO AI LETTORI DI METALITALIA.COM?
“Grazie del supporto, siamo molto contenti del calore che ci riservano tutte le volte i fan italiani, vi aspettiamo numerosi anche a febbraio, quando verremo nel vostro paese per presentare lo spettacolo completo!”.