PAPA ROACH – All that we are

Pubblicato il 27/10/2012 da

Tra gli alfieri dell’epoca d’oro del nu-metal più commerciale, i Papa Roach sono stati capaci di restare nelle zone alte delle classifiche evolvendo in studio verso un alternative rock più radiofonico e mantenendo on stage la carica degli esordi, superando anche i problemi fisici occorsi al singer Jacoby Shaddix proprio a ridosso dell’uscita di “The Connection”, sesto album della formazione, che segna un parziale ritorno al sound degli esordi. A parlarcene è un disponibilissimo Tobin Esperance, bassista e compositore del quartetto di Vacaville…


CIAO TOBIN, PRIMA DI TUTTO COME STA JACOBY?

“Sta meglio, grazie: come saprai è stato operato per un nodulo alla gola ed è stato ricoverato per due mesi, ma ora è uscito dall’ospedale. La sua voce è ancora un po’ roca ma dovrebbe riprendersi nel giro di qualche settimana, in tempo per il tour europeo. Siamo davvero dispiaciuti di aver dovuto mollare l’Uproar Tour a metà, ma purtroppo vista la situazione non c’era molto altro da fare; comunque ora siamo pronti a tornare di nuovo in pista per promuovere al meglio il nuovo album, e davvero non vediamo davvero l’ora di poter tornare on stage”.

IMMAGINO SIA ABBASTANZA STRANO AVERE UN NUOVO DISCO IN USCITA E NON POTERLO PROMUOVERE DAL VIVO…
“Sì, in effetti da un lato è stato davvero frustrante, dall’altro però ci ha permesso di passare un po’ più di tempo a casa, come non ci capita spesso; nel mio caso poi, questo ha coinciso con la gravidanza di mia moglie, quindi per effetto della pausa forzata sono almeno riuscito a starle vicino in questo momento così importante”.

PARLANDO DEL NUOVO ALBUM, QUALI SONO LE DIFFERENZE PIU’ MARCATE RISPETTO ALLA VOSTRA DISCOGRAFIA PASSATA?
“Sono molto contento del nuovo disco, non mi sembra vero che sia uscito visto quello che ci è successo negli ultimi tempi, ma credo sintetizzi al meglio l’evoluzione dei Papa Roach, portando ad un nuovo livello il nostro sound. Rispetto al passato stavolta c’è di più di tutto, a partire dall’ elettronica, un genere che amiamo grazie soprattutto a band come Nine Inch Nails e Prodigy, ma anche l’hip-hop e ovviamente il rock. Abbiamo messo tutto insieme e ne è uscito qualcosa di veramente energico”.

QUAL E’ IL SIGNIFICATO DI UN TITOLO COME “THE CONNECTION”?
“E’ una parola che avevamo in testa da un po’, rappresenta la ‘connessione’ tra noi quattro come band, con i nostri fan, l’energia che trasmettiamo loro e che riceviamo indietro durante gli show; ma anche il legame con le nostre famiglie e l’alchimia che si crea in studio. Il titolo vuole riassumere un po’ tutti questi aspetti, che ci hanno ispirato durante la lavorazione del disco”.

E COSA CI PUOI DIRE INVECE DEL COVER ARTWORK, PER L’APPUNTO MOLTO PIU’ ‘ENERGICO’ RISPETTO AL PASSATO RECENTE?
“Abbiamo visto le immagini di Android Jones e ci hanno subito colpito, anche se la prima reazione è stata ‘Ancora teschi? Basta!’. Poi però ci ha lavorato sopra per crearne una versione apposta per noi ed il risultato è veramente in linea con quello che volevamo rappresentare, puoi percepire subito anche da qui l’energia sprigionata e l’impatto dell’elettronica”.

COME GIA’ IN OCCASIONE DI “TIME FOR ANNIHILATION…”, ANCHE STAVOLTA AVETE RINNOVATO IL SODALIZIO CON JAMES MICHAELS DEI SIXX A.M.; COME VI SIETE TROVATI CON LUI?
“James ormai è come fosse il quinto membro della band, ci siamo trovati molto bene con lui in passato e anche stavolta, quando abbiamo iniziato a pensare al materiale del nuovo album, la scelta è stata immediata, anche se abbiamo dovuto trovare un periodo in cui eravamo entrambi liberi dai tour. Per quanto riguarda le sessioni di registrazione, ci siamo chiusi in studio con i nostri strumenti senza alcun condizionamento esterno e nessun tipo di pressione, solo noi e James, e il risultato è quello che senti sul disco, 100% Papa Roach. Sono state in assoluto le migliori registrazioni della nostra carriera, spero in futuro di poter ripetere questo tipo di esperienza”.

IMMAGINO LA MINORE PRESSIONE FACCIA RIFERIMENTO ANCHE AL CAMBIO DI ETICHETTA, DA UNA MAJOR A UNA INDIE, SEPPUR POTENTE, COME LA ELEVEN SEVEN MUSIC..
“Esatto, i ragazzi della Eleven Seven sono veri appassionati di musica rock e ci fanno sentire come fossimo in famiglia, mentre le major ormai, per effetto della crisi del mercato discografico, continuano a licenziare e a ridurre gli investimenti se non arrivano i risultati che si aspettano. Ormai siamo nel music business da più di dieci anni e abbiamo una fanbase solida, quindi cercavamo un’etichetta in grado di supportarci in maniera adeguata, e la Eleven Seven è stata un’ottima scelta in questo senso”.

NEL VOSTRO CASO POI C’E’ ANCHE UN CONTENZIOSO LEGATO ALLA VOSTRA VECCHIA ETICHETTA, CHE POSSIEDE IN ESCLUSIVA I DIRITTI DELLE VOSTRE CANZONI
“Sì, purtroppo i diritti delle nostre vecchie canzoni sono di proprietà esclusiva della nostra veccchia label e possiamo usarle solo dal vivo, ma stiamo facendo il possible per riprendercele”.

FACCIAMO UN TUFFO NEL PASSATO: COSA RICORDI DEI VOSTRI PRIMI SHOW AI TEMPI DI “INFEST” E “LOVEHATETRAGEDY”?
“E’ difficile da ricordare dato che è passato un po’ di tempo e non eravamo sempre lucidi (risate, ndR). Sicuramente ci siamo divertiti un sacco girando il mondo in tour quando eravamo solo quattro ragazzi con la voglia di spaccare il mondo e fare casino. Ora siamo ancora on the road in giro per il mondo, anche se molto più maturi e forti di un rapporto con i fan che si è consolidato negli anni. In tempi più recenti, ricordo un concerto in Italia in un club piccolo e in cui si moriva dal caldo, probabilmente il locale più afoso in cui abbia mai suonato! Ma per fortuna il pubblico era altrettanto caldo quella sera (probabile faccia riferimento alla data al Rockplanet di Cervia, data del luglio 2010, ndR)”.

COSA NE PENSI INVECE DEL RITORNO DI FIAMMA DEL NU-METAL, DALLE REUNION PIU’ O MENO FAMOSE AI ‘RITORNI ALLE ORIGINI’ DI BAND COME KORN O LINKIN PARK?
“Non sono mai stato un grande fan del nu-metal, non mi offende se la gente ci chiama(va) così, perchè capisco la necessità di catalogare le band in un genere, ma non lo seguivo all’epoca e a maggior ragione non lo faccio al giorno d’oggi”.

OK, GRAZIE, TOBIN, PER ESSERE STATO CON NOI, A TE LE ULTIME PAROLE…
“Un saluto a tutti i nostri fan italiani, vi aspettiamo il 26 novembre a Milano!”.

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