PARADISE LOST – Questione di Fede

Pubblicato il 01/10/2009 da

 

L’umorismo british e il suo fare un po’ strafottente hanno tratto spesso in inganno: quante volte abbiamo infatti pensato che Nick Holmes “se la tirasse”? Tantissime… del resto, per anni i Paradise Lost hanno fatto poco o nulla per smentire le voci che li volevano altezzosi e poco inclini a dare confidenza. Tutte impressioni, però… basta infatti farci due chiacchiere per scoprire che il frontman della band che ha inventato il gothic metal, così come tutti i suoi compagni, è, al contrario, una persona cordiale e con i piedi per terra. E’ stato quindi un piacere conversare al telefono con il buon Nick, a maggior ragione dopo aver ascoltato l’ennesimo gioiellino della discografia del suo gruppo: quel “Faith Divides Us – Death Unites Us” che sta arrivando nei negozi di tutto il mondo proprio in questi giorni. La nostra chiacchierata ovviamente è partita da quest’ultimo argomento, tuttavia abbiamo cercato anche di toglierci qualche curiosità sul passato della band, da ormai vent’anni un importantissimo punto di riferimento dell’intera scena metal…

 

COME COLLOCHERESTI QUESTO ALBUM NELLA VOSTRA CARRIERA E NELLA VOSTRA DISCOGRAFIA?
“Per me si tratta semplicemente di un nuovo capitolo. Vedo tutti i nostri album come lavori a sè stanti. Ogni volta che abbiamo deciso di comporre qualcosa di nuovo, abbiamo sempre e solo cercato di scrivere qualcosa di fresco e interessante, senza badare a ciò che ci circondava. Non voglio dire che ogni nostro album non presenti influenze derivate da esperienze precedenti, ma per me ognuno di essi ha comunque un tocco unico e assolutamente particolare”.

SE PERO’ DOVESSI PARAGONARE “FAITH…” A “IN REQUIEM”…?
“Direi che sostanzialmente lo stile è simile, ma i brani sono più articolati e vari. Anche la produzione in questo senso gioca un ruolo importante: su ‘In Requiem’ la voce aveva sempre un grosso spazio, mentre su ‘Faith…’ le protagoniste sono le chitarre. Anche il drumming si è fatto più tecnico…”.

E LA TUA VOCE A TRATTI E’ DI NUOVO ROCA E AGGRESSIVA…
“Sì, tutto sommato ho cercato di seguire l’andamento delle composizioni, variando più spesso le linee vocali…”.

QUINDI DI QUESTO PASSO DOBBIAMO ASPETTARCI NUOVAMENTE DELLE GROWLING VOCALS SUL PROSSIMO ALBUM!
“No, non credo proprio (ride, ndR)! Non amo più cantare in quella maniera, anche se spesso ascolto black e death metal. Inoltre, non credo di esserne più capace… non penso di poter ancora esprimermi esattamente come facevo su ‘Gothic’. All’epoca avevo sempre il mal di gola, alla lunga il mio corpo deve essersi ribellato”.

SEI QUINDI DIVENTATO UN VERO CANTANTE PER MOTIVI DI SALUTE?

“No, anche la nostra evoluzione musicale parla chiaro, non potevo certo usare il growl già su certi brani di ‘Draconian Times’, non avrebbe avuto senso. Mi è sempre piaciuto cantare, anche se non mi ritengo un cantante. Preferisco vedermi come il frontman della band e come colui che in fase di songwriting si occupa delle linee vocali. Mi ritengo più un compositore, insomma… per me cantante significa soprattutto qualcuno che interpreta una canzone… un concetto più vicino all’ambiente pop. Io invece la canzone contribuisco a crearla”.

SAI SUONARE ANCHE QUALCHE STRUMENTO?
“La chitarra e il basso, ma sono penoso… poi mi diletto con le tastiere, che spesso mi aiutano a studiare meglio le linee vocali mentre stiamo componendo”.

COME SEI SOLITO VIVERE IL PROCESSO DI SONGWRITING?
“Adoro comporre… dopo vent’anni, se siamo ancora qui, è perchè quando iniziamo a scrivere musica insieme ci sentiamo dei teenager. Appena il processo prende il via, mi sento sempre molto eccitato. Amo provare soluzioni nuove, vedere se ben si prestano a quello che ha preparato Greg, pensare a come reagirà il pubblico e via dicendo…”.

IN STUDIO, INVECE?
“Lo studio per noi è sempre un’esperienza piuttosto tranquilla… quasi noiosa, a dire il vero. Siamo soliti entrarvi con tutto il materiale pronto, già provato mille volte e, in certi casi, anche parzialmente registrato. Non siamo il tipo di band che improvvisa all’ultimo secondo, ci capita davvero di rado…”.

IL TITOLO DEL NUOVO DISCO È UNA DELLE COSE CHE PER ORA HANNO PIÙ INCURIOSITO E FATTO DISCUTERE I FAN. PUOI SPIEGARCI CHE COSA SIGNIFA ESATTAMENTE?
“Con questo titolo, l’obiettivo effettivamente era quello di destare curiosità e di far riflettere la gente. Molti pensano che ‘Faith Divides Us – Death Unites Us’ sia una frase riferita alla religione, ma, in verità, riassume un concetto più ampio. I testi parlano, come al solito, della vita in generale e di tutto ciò che le persone sperimentano. Quindi non solo la religione, che a volte può effettivamente alienare la gente, ma anche altri tipi di forze, come la politica, ad esempio. Tutto ciò che in pratica ci impedisce di vivere come davvero vorremmo”.

COME BAND AVETE SEMPRE DOVUTO FARE I CONTI CON LE ASPETTATIVE DEI FAN. E’ NOTO CHE IL SEGUITO DEI PARADISE LOST SIA MOLTO ESIGENTE…
“Sì, è vero. A me a volte piace pensare ai nostri fan mentre stiamo confezionando un nuovo album, ma si tratta esclusivamente di curiosità… come ti dicevo, provo a chiedermi come reagiranno una volta ascoltate alcune canzoni. Per come la vedo io, però, non si deve mai comporre qualcosa per compiacere il pubblico. Una band dovrebbe scrivere prima di tutto per sè stessa, altrimenti tanto varrebbe andare a lavorare. Noi abbiamo sempre fatto ciò che veramente volevamo e le critiche non ci hanno mai sfiorato…”.

RICORDO ANCORA IL PUTIFERIO CHE SCATENO’ “HOST”…
“A chi lo dici! Ma all’epoca volevamo davvero provare a comporre un album come quello, mettendo le tastiere davanti a tutto. Eravamo letteralmente fissati con le tastiere. A tanti fan l’esperimento non è piaciuto, ma pazienza… io ancora oggi ne vado assolutamente fiero: avremmo potuto scrivere un nuovo ‘Draconian Times’ e vendere un altro milione di copie. Invece, abbiamo deciso di fare qualcosa di diverso, perchè non abbiamo mai amato ripeterci”.

MAGARI NON AVRESTE DOVUTO TAGLIARVI I CAPELLI!

“La colpa è di Aaron, che li ha persi e all’epoca ci chiese di tagliarli per non farlo sfigurare (ride, ndR)! No, per quanto mi riguarda, mi venne voglia di tagliarli quando iniziai a leggere titoli come ‘Paradise Lost: i nuovi Metallica’ o cose del genere. Mi ero un po’ stancato della scena metal… nei tardi anni ’90 eravamo all’apice del nostro successo e tutti nutrivano delle aspettative gigantesche su di noi. Volevano appunto che diventassimo quello che i Metallica, a detta di alcuni, avevano cessato di essere. Non mi piaceva quella situazione, così ho deciso di iniziare a prendere le distanze nella maniera se vogliamo più stupida, ovvero tagliandomi i capelli (ride, ndR)! Poi, dopo qualche anno con quel taglio, ho iniziato a vedermi come una di quelle signore anziane… hai presente il tipico taglio ‘da nonna’? Allora ho deciso di tornare ai capelli lunghi, mi sento più a mio agio oggi!”.

STRESS DA ASPETTATIVE A PARTE, COME VI SENTIVATE DOPO LA PUBBLICAZIONE DI “DRACONIAN TIMES”? QUELLO E’ UN DISCO CHE HA SEGNATO UN’EPOCA. ALLORA ERAVATE DAVVERO FAMOSISSIMI, SI PARLA DI MILIONI DI COPIE VENDUTE…
“Sì, credo che, a parte i soliti Metallica, Maiden e nomi storici di quel calibro, noi all’epoca fossimo l’unica metal band a vendere così tanto. Una cosa incredibile se pensi a come avevamo iniziato e al sound che proponevamo agli esordi. Mi chiedi come ci sentivamo… non lo so, era strano. Tutto a un tratto ho iniziato a firmare autografi mentre facevo la spesa al supermercato, oppure guardavo la TV e sullo sfondo vedevo nelle strade i manifesti del nostro album. Il più grosso cambiamento, comunque, è stato il diventare musicisti a tempo pieno… non doverti più preoccupare di altro se non della tua musica. Quella è una grande cosa: per certi versi, hai ancora tante responsabilità, ma vivi la tua carriera in una maniera completamente diversa”.

CHE MI DICI INVECE DI QUANDO AVETE FIRMATO PER LA EMI? FINIRE SU MAJOR DEVE ESSERE STATO UN ALTRO PASSO MOLTO IMPORTANTE…
“Sì, diciamo che del periodo con la EMI ricordo con piacere la preparazione di ‘Host’. Era la prima volta che collaboravamo con una label tanto grossa e non sapevamo esattemente cosa aspettarci. Fu incredibile venire a sapere che avevano affittato un intero edificio solo per noi e che lo avevano fornito di tutti i comfort, di strumenti e di computer nuovissimi. Volevamo che ci concentrassimo solo sul disco. All’epoca internet non era tanto diffuso e quindi gli album si vendevano ancora… le etichette di quel calibro non avevano troppi problemi a ricoprire di soldi e mezzi una band. Noi ovviamente sfruttammo a pieno la situazione… forse pure troppo, dato che tra party e altri eccessi, non riesco a rammentare completamente certi episodi. Oggi più o meno tutti ce ne pentiamo”.

ORA CHE “FAITH…” STA PER ARRIVARE NEI NEGOZI, CHE COSA POSSIAMO ASPETTARCI DAI PARADISE LOST?
“Un lungo tour europeo e poi… altri tour! Nell’ultimo anno abbiamo solo preso parte a dei festival, ora è finalmente giunto il momento di tornare a esibirci con un nostro show, le nostre luci, ecc. Abbiamo tante cose in programma e credo che i nostri fan non rimarranno delusi”.

QUANTO PENSI CHE POTRETE ANCORA ANDARE AVANTI COME BAND?
“Andremo avanti finchè ci divertiremo. E per ora, te lo posso assicurare, ci divertiamo un mondo. Le prove e i concerti stanno diventando per noi solo un pretesto per farci delle grandi risate e per passare dei bei momenti insieme”.

E PENSARE CHE IN PASSATO SI DICEVA CHE I PARADISE LOST SI COMPORTASSERO DA ROCK STAR…

“Beh, non ti nascondo che da ragazzo ogni tanto mi piaceva atteggiarmi un po’ sul palco. Sai, sei giovane, a quanto pare sei carino, sei il frontman dei Paradise Lost e le ragazze ai concerti urlano il tuo nome e ti fanno proposte oscene… tu non ti saresti gasato un po’ (ride, ndR)? Io ogni tanto assumevo la posa da bello e dannato! Poi però cresci, maturi e inizi a essere solo te stesso… oggi sono qui per divertirmi con i miei amici e per suonare musica insieme. Non mi serve altro… non ho bisogno di fare la faccia imbronciata! E poi, comunque, ora sono sposato e ho dei bambini (ride ancora, ndR)!”.

 

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.