Dopo una diatriba che è passata dagli insulti online alle vie legali, la lunga vicenda dei Batushka e delle diverse anime della band è arrivata una conclusione netta, definitiva.
Bartłomiej Krysiuk, il corpulento cantante, ha proseguito in questi anni per la sua strada con continuità e oggi, certo anche costretto dalla sconfitta in tribunale, ha dato vita con gli altri ex membri della band polacca – escluso ovviamente Krzysztof Drabikowski, il pomo della discordia – a questa nuova entità, i Patriarkh; come leggerete più sotto, fin dalla scelta del nuovo nome, le idee sono chiare, così come la convinzione di avere ancora molto da raccontare…
CIAO BARTŁOMIEJ, INIZIO CON UNA DOMANDA SCONTATA: PERCHÉ HAI SCELTO IL NOME PATRIARKH? È GIUSTO LEGGERCI UNA RIVENDICAZIONE DELLA VOSTRA ORIGINALITÀ, IN TERMINI DI PRIMATO, NELLA DIATRIBA CON L’“ALTRA” ENTITÀ BATUSHKA?
– Credo che siano entità connesse. La possibilità di un cambio di nome era nella nostra mente da molto tempo, abbiamo scelto il nome ‘Patriarkh’ per riflettere la nostra evoluzione musicale e visione artistica.
Mentre ‘Batushka’ è associato a un concetto più ascetico e alla musica monastica, ‘Patriarkh’ si riferisce al sacerdote di rango più alto nella Chiesa ortodossa. Questo cambiamento indica la nostra crescita e il progresso sia nella nostra musica che nella visione artistica. In sintesi, riteniamo di essere stati ordinati, per usare un termine legato alle istituzioni religiose, per evolvere ad un livello superiore.
NON POSSO NON CHIEDERTI, OVVIAMENTE, COSA SIA SUCCESSO REALMENTE RISPETTO ALLA DIATRIBA SUL NOME BATUSHKA…
– La situazione è diventata di nuovo tumultuosa, poiché Drabikowski ha diffuso ampiamente il verdetto del tribunale, inviandolo ai nostri collaboratori e a coloro che hanno registrato con noi, nel tentativo di spaventarli con la minaccia di future azioni legali. Il suo scopo era chiaramente quello di danneggiare il più possibile la nostra immagine. Dopo consultazioni all’interno della band e con il nostro promoter, abbiamo deciso che la migliore linea d’azione sarebbe stata cambiare il nostro nome. Abbiamo riconosciuto di avere una risorsa incredibilmente preziosa sotto forma di un grande album, e pubblicarlo sotto il nome Batushka avrebbe minato i nostri due anni di duro lavoro, dando ai nostri detrattori ulteriori ragioni per criticarci.
Con questa decisione, crediamo di aver privato coloro che ci odiano delle loro argomentazioni. La musica parla da sola e ora le persone possono finalmente concentrarsi sul nostro lavoro, invece che sulle controversie legali che circondano il nome. Questo ci permette anche di smettere di promuovere il signor Drabikowski, che è stato presente nelle discussioni su di noi senza contribuire musicalmente per cinque anni, a parte rendere difficili le nostre vite e le nostre attività.
ALL’INIZIO DI QUEST’ANNO AVETE RILANCIATO “HOSPODI” SU BANDCAMP CON IL NUOVO MONICKER DELLA BAND: È UNA DICHIARAZIONE DI CONTINUITÀ CON QUELL’ALBUM?
– Tutte le copertine dei dischi precedenti sono state aggiornate sui servizi di streaming per riflettere il nuovo nome, così come i nostri profili sui social media sono stati rinominati, ad eccezione di Instagram, dove dobbiamo ancora procedere. Come ho detto prima, vogliamo porre fine alle questioni in corso riguardanti il nome della band e andare avanti. Nel frattempo, il signor Drabikowski ha presentato rimostranze sui servizi di streaming riguardo all’album “Litourgiya”. Abbiamo deciso di non rispondere a queste proteste e, di conseguenza, abbiamo rimosso l’album dai servizi digitali. Lasciamo che lo conservi nella sua stanzetta a casa.
PASSIAMO A PARLARE DEL NUOVO ALBUM. PUOI RACCONTARCI DELLA SUA GENESI E DI CHI SUONA NELLA BAND ADESSO?
– Abbiamo iniziato a lavorare sull’album due anni fa e durante quel periodo la nostra formazione si è ampliata includendo il chitarrista Архангел Михаил (Arcangelo Michele, ndr), e per valorizzare la nostra presenza scenica, abbiamo aggiunto anche un cantante alla line-up live.
Negli ultimi due anni siamo stati spesso in tournée mentre contemporaneamente lavoravamo all’album, poi nel gennaio 2024 siamo entrati in studio e il processo di registrazione, produzione e mixaggio ha richiesto cinque mesi. Entro la fine di maggio 2024 avevamo completato l’album e sapevamo che era il nostro miglior lavoro fino ad oggi.
HO TROVATO “ПРОРОК ИЛИЯ” UN ALBUM MOLTO STRATIFICATO, CHE CONTIENE ELEMENTI PROVENIENTI DA DIVERSI TIPI DI MUSICA LITURGICA, COSÌ COME UNO SPETTRO METAL PIÙ AMPIO PER QUANTO RIGUARDA IL LATO PIÙ “DURO” DEL SOUND, SEI D’ACCORDO?
– Abbiamo immaginato un album multidimensionale che fondesse la musica popolare della nostra regione con la musica ortodossa. Il nostro obiettivo è mostrare i diversi aspetti delle culture ortodosse, oltre a puntare anche a incorporare suoni cinematografici, creando uno splendido fondale, insieme a elementi di black metal estremo, operando secondo il principio dei contrasti. Questo concetto è stato attentamente sviluppato negli ultimi due anni.
IN QUESTO ALBUM AVETE USATO LINGUE DIVERSE – E PER LA PRIMA VOLTA ANCHE IL POLACCO. PERCHÉ QUESTO CAMBIAMENTO E COSA VI AVEVA SPINTO A SCEGLIERE IN ORGINE IL RUSSO?
– L’intenzione alla base di questo concept era quella di mostrare diversi aspetti della musica ortodossa che ci hanno ispirato, come la monodia russa, il canto bizantino e i canti liturgici rumeni. Abbiamo scelto quindi di utilizzare tutte queste lingue per mantenerne l’autenticità; la nostra musica suonerebbe ‘sbagliata’ in inglese e vogliamo evitarlo. Devo ammettere che ero molto preoccupato nell’usare la lingua polacca in questo contesto, ma era fondamentale per trasmettere le emozioni e la loro autenticità. Tradurre questi sentimenti in un’altra lingua minerebbe l’intera idea, come detto.
IL PERSONAGGIO PRINCIPALE DELL’ALBUM È QUESTO PROFETA ILJA, CHE MI HA RICORDATO I COSIDDETTI JURODIVYE (I COSIDDETTI ‘STOLTI IN CRISTO’, MONACI TRADIZIONALMENTE PRESENTI NEL MONDO RUSSO, CHE ABBANDONANO OGNI COMFORT A FAVORE DI UNA VITA ASCETICA E POVERA, SPESSO DA VAGABONDI), MA FORSE MI SBAGLIO. PUOI DIRMI DI PIÙ A RIGUARDO?
– Questa storia può essere percepita come quella di uno stolto in Cristo, un contadino analfabeta che diventa un profeta dopo aver sperimentato una rivelazione in sogno. Abbiamo molti esempi biblici di questo, come Isaia, Geremia ed Ezechiele.
Tuttavia, questa particolare storia ha avuto luogo negli anni Trenta e Quaranta del Novecento, quindi in tempi più recenti. Il profeta Ilya fondò la setta più grande dell’Europa orientale, in particolare nella regione in cui sono nato. Questa storia è molto conosciuta in Polonia e soprattutto nella mia zona, motivo per cui mi sono sentito ispirato a condividerla attraverso la nostra espressione musicale.
…E COS’È WIERSZALIN, CHE DÀ IL NOME AD OGNI BRANO?
– Wierszalin è la città costruita dal profeta Ilya: significa la Cima del Mondo, la Nuova Gerusalemme. Doveva essere, nelle sue intenzioni, la nuova capitale del mondo.
QUANTO SONO STATI IMPORTANTI LA RELIGIONE E IL FOLKLORE NELLA TUA VITA PERSONALE E NELLA TUA CRESCITA? NON MI SEMBRA CHE LA TUA MESSA IN SCENA LITURGICA SIA SOLO UN ELEMENTO SCENOGRAFICO, MA UN USO DIVERSO DI UNA SPIRITUALITÀ PROFONDA.
– Sono cresciuto in un piccolo villaggio dove la religione, insieme all’agricoltura, gioca un ruolo centrale nella vita delle persone. Qui la comunità crede che il proprio benessere dipenda dal raggiungimento dell’armonia sia con la fede che con la natura.
Nel corso della mia vita ho osservato una significativa ipocrisia e il peso di varie superstizioni popolari, quindi nei miei dischi cerco di illustrare sia gli aspetti sacri della fede, vitali per gli individui, sia gli elementi profani che spesso l’accompagnano. Ciò include l’ipocrisia di certe credenze e la tendenza a sfruttare la fede per guadagno personale. Essendo cresciuto in campagna, ho vissuto queste dinamiche in prima persona e cerco di trasmettere queste sensazioni attraverso la mia musica.
AVETE APPENA TERMINATO UN TOUR INTERNAZIONALE, TORNANDO IN EUROPA A GENNAIO, A PARTIRE DALLA VOSTRA POLONIA. COSA POSSIAMO ASPETTARCI DA QUESTO TOUR DI RITORNO SOTTO UNA NUOVA IMPRONTA?
– Abbiamo ampliato la nostra formazione e le nuove canzoni suonano fantastiche dal vivo. Anche i visual e gli elementi scenici sono cambiati e l’energia sul palco sarà emozionante. Ti invito ai nostri concerti, ci esibiremo in Italia questo aprile, così potrai vederlo di persona: inostri spettacoli sono diventati ancora più teatrali, il che per noi è un grande risultato.
IN UN MODO O NELL’ALTRO, FIN DAI VOSTRI ESORDI QUASI DIECI ANNI FA, SIETE STATI UNA BAND PIUTTOSTO UNICA: COME VI RELAZIONATE CON LA SCENA METAL E CON LE ALTRE BAND?
– Suonando in giro abbiamo l’opportunità di incontrare molte band e individui che da oltre trent’anni plasmano la scena musicale estrema, ma sono anche felice di vedere una nuova generazione di giovani dalla mentalità aperta partecipare a questi concerti. Non sono vincolati da una visone dogmatica o limitazioni su ciò che è considerato accettabile; apprezzo la crescita, la maggiore apertura e il rifiuto del conformismo imposto dalla vecchia generazione nel mondo della musica.