Chi si ferma è perduto: di questo sembrano essere convinti i Periphery. In questo momento la band statunitense si trova in un vero turbine di idee e attività: con un album in uscita, un concept in fase di definizione e un tour mondiale a fianco niente meno che dei Dream Theater, i vari membri della band trovano anche il tempo di dedicarsi ad iniziative personali come il progetto BandHappy ed addirittura quello per creare un nuovo genere, l’ormai sempre più citato Djent Metal! Per fare chiarezza in questo marasma di informazioni ed attività, Metalitalia.com ha pensato che fosse il caso di intervistare uno dei ragazzi della band più impegnati, il chitarrista Misha ‘Bulb’ Mansoor… Sentiamo cosa ha da dirci nei camerini del Mediolanum Forum, subito prima della loro data milanese in apertura ai Dream Theater.
BENE MISHA, COMINCIAMO DA QUESTA SERATA… TI STAI SENTENDO SOTTO PRESSIONE? QUI IN ITALIA I DREAM THEATER SONO AMATI QUASI PIÙ CHE IN ALTRE PARTI DEL MONDO. NON HAI UN PO’ PAURA DI SCONTRARTI CONTRO UN’AUDIENCE OSTILE?
“Mah, guarda ti dirò… fossimo in una fase meno avanzata del tour, ti avrei risposto probabilmente di sì. Ma adesso sono diversi giorni che siamo in giro assieme e ci siamo abituati alle dinamiche di questo particolare tour, quindi non siamo particolarmente sotto pressione. Anzi, i presenti allo show di ieri a Udine, proprio qui in Italia, sono stati tra i migliori che abbiamo mai avuto! Era la prima volta che suonavamo in Italia, ed è andata bene. Immaginiamo che stasera qui a Milano ci sarà molta più gente e speriamo anche più entusiasmo, ma considerato il successo della serata di ieri non vediamo veramente l’ora di suonare oggi e anche di fare altre date qui in Italia! No, non sono assolutamente preoccupato, anzi! Spero che dopo che avremo suonato, potremo contare magari anche qualche fan in più…”.
IN REALTÀ TI HO FATTO QUESTA DOMANDA PERCHE’ LA PROPOSTA DEI PERIPHERY È ASSAI PIÙ MODERNA ED ESTREMA CHE QUELLA DEI DREAM THEATER… AVETE PREPARATO UNA SCALETTA SPECIALE, PER RISPONDERE MEGLIO AI GUSTI DEL PUBBLICO PER QUESTO TOUR? PROPORRETE, AD ESEMPIO, UNA SELEZIONE DI CANZONI PIÙ ATTENTA ALLA MELODIA?
“Non direi che abbiamo virato le nostre scelte in una direzione più melodica, semmai in una direzione più ‘progressiva’, non so se capisci. Per farti un esempio, una delle nostre canzoni, intitolata ‘Race Cars’, è lunga ben quindici minuti… Non l’avevamo mai suonata in nessun tour prima di questo, proprio per via della sua lunghezza. E’ una cosa che ti puoi permettere solo se sei headliner, ma come gruppo di supporto, con un minutaggio a disposizione limitato, suonerebbe quantomeno strano. Ed invece questa era proprio l’occasione perfetta per suonare un pezzo di questa durata! Rimanendo sul generale, comunque, noi cerchiamo sempre di comporre una setlist tenendo in conto i gusti del pubblico che sarà presente. Certo non possiamo pretendere di fare felici proprio tutti, dopotutto, come dicevi tu, rispetto ai Dream Theater siamo una band abbastanza differente; però pensiamo di avere raggiunto un buon equilibrio e di aver scelto canzoni che funzioneranno bene per questa particolare audience”.
MA COME VI PREPARATE PER SERATE IMPORTANTI O PER ESIBIRVI IN POSTI GROSSI COME QUESTO? AVETE UN RITO O QUALCHE MODO PER CONCENTRARVI PRIMA E DURANTE LO SHOW?
“Be’, la mia preoccupazione principale è proprio quella di essere troppo nervoso (‘I’m nervous about being nervous’ dice Misha, ndR)! La pressione psicologica si sente di più in serate come queste, perché vedi davanti a te un grande palazzetto, sai che ci sarà una grande folla; ma alla fine io cerco sempre di convincermi che uno show è soltanto uno show e basta. Durante questo tour ci è capitato di suonare in piccoli posti da qualche centinaio di persone ed in palazzetti che ne contenevano folle di diverse migliaia, ed ogni volta quello che si deve fare alla fine è solo salire sul palco, suonare al meglio e cercare di divertirsi. Nel momento in cui sali on stage, ogni concerto non è poi così differente dagli altri; quindi quello che almeno io cerco di evitare a tutti i costi è proprio il nervosismo prima del concerto. Sai, non credo serva prepararsi in una maniera speciale per serate in posti più grandi e con un pubblico maggiore. Le canzoni noi le conosciamo a prescindere, ed esercitarsi di più non farebbe che aumentare la pressione psicologica e mettere potenzialmente ancora più ansia… e questo non serve, non aiuta. Just rock, man, è la soluzione migliore!”.
ABBANDONIAMO IL TOUR E CONCENTRIAMOCI SU DI VOI… CI DICI QUALCOSA SULLA FACCENDA CON TOM MURPHY? COME MAI HA LASCIATO LA BAND?
“Dunque, soprattutto in questo periodo stiamo davvero lavorando molto come band ed essere nei Periphery è diventato piuttosto impegnativo. Tom è sposato, ha una famiglia e una moglie, e vuole stare con loro. A differenza di quanto in molti pensano, essere in una band di metal progressivo non è affatto un affare lucroso, anzi! Devi farlo esclusivamente per passione e perché ti diverti. Se pretendi di voler fare come lavoro la rockstar, solo per guadagnare i soldi per mantenere la famiglia, stare in una band comincia a diventare un po’ difficile, per te e per gli altri, te lo garantisco. Per come la vedo io, c’è solo una ragione buona per stare nella nostra band, ed è quella di considerare il divertimento e la gioia che suonare ti procura in maniera maggiore rispetto alle cazzate che succedono mentre sei in tour, al poco sonno, al continuo viaggiare in luoghi stretti ed alla mancanza dei tuoi cari. Quando questo non è più così, la cosa non funziona più; ma noi lo capiamo e non gliene facciamo una colpa. Quindi ha deciso di andarsene, tutto qui”.
NOI SAPEVAMO CHE ALCUNE DELLE PARTI VOCALI PIÙ VECCHIE ERANO STATE ESEGUITE DA MURPHY… CHI LE CANTERÀ ADESSO DAL VIVO? COME GESTIRETE QUESTO ASPETTO?
“Guarda, ti devo correggere… Tom non cantava alcun pezzo! Prima dell’arrivo di Spencer, avevamo un altro cantante; e siccome lui non componeva nulla, le linee vocali per il primo album erano state scritte in maggioranza da Tom, ma che non le cantava di certo! Le aveva solo composte. Questo avveniva però, come detto, prima dell’arrivo di Spencer. Da lì in poi sono cambiate diverse cose, lavorare con lui è una cosa del tutto diversa. Non perché Spencer scriva delle linee melodiche migliori rispetto a quelle di Tom, o rispetto alle mie, ma solamente perché dovendo poi interpretarle e cantarle, le sente più sue ed il risultato finale ovviamente ne beneficia. Su questo album, come sul prossimo, potrai già sentire come il cantato stesso risulti più naturale, proprio per via di questo fatto… basta ascoltare per accorgersene!”.
A PROPOSITO DEL VOSTRO PROSSIMO ALBUM, ABBIAMO LETTO CHE SI TRATTA DELLA PRIMA PARTE DI UN LAVORO PIÙ LUNGO E COMPLESSO…
“Insomma, non è esattamente così…”.
IN CHE SENSO? CE LO SPIEGHI?
“Sì, diciamo che l’idea originale era quella di rilasciare due album contemporaneamente, ma in realtà questi due non sono, nè saranno, collegati fra loro in alcun modo. Assieme non formano un lavoro globale, sono due album assolutamente distinti: il primo sarà di stampo più ‘classico’, mentre l’altro si tratterà di un concept intitolato ‘Juggernaut’. Ecco, l’idea iniziale diciamo che era questa, ci servivano alcuni altri mesi per mettere a punto tutto, dare una forma definitiva al concept e programmare la doppia uscita come avevamo pensato. Solo che poi ci si è messo di mezzo il tour con i Dream Theater e ti assicuro che se fossi nei miei panni anche tu riarrangeresti la tua vita per la possibilità di un tour con i Dream Theater! Quindi tutto è cambiato: pubblicheremo a breve l’album già pronto e, appena sarà finito il tour, ci metteremo subito a lavorare sul concept ‘Juggernaut’, che uscirà subito dopo”.
QUINDI “JUGGERNAUT’ SI PROSPETTA COME UN ALBUM DAVVERO PARTICOLARE… CE LO RACCONTI MEGLIO?
“Sì, ‘Juggernaut’ sarà un album molto particolare e anche assai stratificato. Abbiamo cambiato il nostro approccio alla composizione per l’occasione: noi siamo sempre partiti scrivendo prima la musica dei nostri pezzi, ma qui non potevamo proprio, per via del fatto che la storia è decisamente più importante. Abbiamo lavorato come se realizzassimo una colonna sonora e tutti i movimenti musicali sono correlati ed in tema con le varie fasi della vicenda. In generale possiamo dire che la musica stessa dipende in toto dalle liriche questa volta. Quindi, sì, aspettatevi delle sorprese!”.
IN UN’INTERVISTA RECENTE, MATT HALPERN HA DICHIARATO CHE AVETE MANUALE PER RIEMPIRE DA SUBITO ALMENO TRE ALBUM! COME MAI QUESTA ESPLOSIONE DI CREATIVITÀ?
“(ride, ndR) Non è esattamente un’esplosione di creatività! E’ la tecnologia di adesso che porta a queste situazioni! Io ho uno studio di registrazione professionale a casa mia e quindi posso registrare quando voglio e appena ho un’idea posso salvarla. Quindi, durante gli anni, ti rendi conto di avere accumulato un sacco di materiale. E quello che non usi subito non è che sia per forza materiale scadente, magari solo non è adatto al momento o all’album che stai scrivendo, ma potrebbe facilmente essere un’ottima risorsa nel futuro. E’ per questo che Matt dice che abbiamo accumulato un sacco di idee e vogliamo comprensibilmente metterle a frutto il più possibile. Oltre a ciò, nel frattempo, stiamo continuando a sfornarne anche altre! Penso proprio che non rimarremo senza materiale utile per molto tempo…”.
PER ORA AVETE PRESENTATO UN SOLO INEDITO, “FACE PALM MUTE”. SUONERETE ALTRE CANZONI DALL’ALBUM SUCCESSIVO O DAL CONCEPT ‘JUGGERNAUT’ DURANTE QUESTO TOUR?
“Be’, ‘Juggernaut’ non è nemmeno stato scritto in maniera definitiva e comunque non stiamo promuovendo nemmeno l’album di prossima uscita… Con questo tour lo scopo è farci conoscere e aumentare i nostri fan, quindi per sentire dei pezzi nuovi dovrai aspettare il prossimo tour”.
PARLANDO DELL’ATTIVITA’ DI UN TUO BANDMATE… MATT HA FONDATO UNA COMUNITA’ PER MUSICISTI CHIAMATA ‘BANDHAPPY’. QUALE FUNZIONE E QUALE SCOPO QUESTA INTERESSANTE IDEA? E COME STA ANDANDO?
Misha: “Magari qui ti può rispondere Matt direttamente…”.
Matt: “(ride, ndR) E’ una corporazione da un milardo di dollari, ovviamente…”.
Misha: “No dai, scherzi a parte, penso che sia un’idea molto carina. Nel business musicale di adesso, l’interesse è dato solo dai soldi, è un dato di fatto. Riassumendola in poche parole, questa iniziativa si interfaccia in modo attivo con le band che magari non riescono ad imbarcarsi in lunghi tour per via della mancanza di fondi o di finanziamenti, e cerca, come community, di generare proposte ed idee per fare soldi in maniera alternativa alla pubblicazione di dischi e ai tour. Molte band stanno partecipando!”.
Matt: “Sì, molte band. Possiamo dire che sta andando bene, come iniziativa. Molto bene”.
GRAZIE, MATT… SENTI, MISHA, UN’ULTIMA CURIOSITÀ: WIKIPEDIA CI DICE CHE “Il movimento djent è venuto alla ribalta dalle registrazioni soliste di Misha Mansoor dei Periphery, portando così i Periphery a dare vita a tutta la scena”. MA CI SPIEGHERESTI CHE COSA È QUESTO DJENT METAL?
“Guarda, questo fatto è un terribile fraintendimento! Il Djent, se vogliamo proprio definire questa orribile parola, è soltanto una tecnica di chitarra, che in genere viene chiamata ‘palm mute’. E’ una tecnica che i Meshuggah usano tantissimo nelle loro ritmiche, ed una volta ho coniato questa parola per via dell’assonanza con il suono onomatopeico del palm mute: djent, djent, djent… Quello che è capitato è stato che, parlando di una mia canzone, l’ho definita ‘another djenty song’, ma era solo per dire che si trattava di un pezzo veloce e compresso, con grande uso del palm mute. Ovviamente la frase è stata fraintesa e in molti hanno cominciato a pensare ad esso come ad uno stile vero e proprio. Ora pare che il djent metal sia addirittura un genere e, sai, quando lo scrivono i giornalisti poi la cosa diventa realtà. Non capirò mai come funzionano queste cose, comunque, e assolutamente non so che cosa sia il djent, anche se sembra che l’abbia inventato io (risate generali, ndR)!”.