Provenienti da una realtà geografica piuttosto particolare, il piccolo stato di Andorra, i Persefone sono in giro ormai da un ventennio e si sono costruiti una solida fama grazie a sei ottimi album. Il nuovo “Metanoia” è, come al solito, un concentrato di progressive/melodic death metal che si distingue per audacia e coraggio, non cedendo alla tentazione di adottare soluzioni semplici, ma con qualche piccola novità rispetto al passato, in modo particolare un suono ancor più maestoso e strutturato.
Con il tastierista e cantante Moe Espinosa siamo andati a conoscere come è nato e il significato profondo di “Metanoia”, oltre a rivivere alcuni episodi del passato e scoprire cosa c’è nel futuro del sestetto.
CONGRATULAZIONI PER L’ALBUM E BENVENUTO SU METALITALIA.COM. DAL PRECEDENTE “AATHMA” SONO PASSATI CINQUE ANNI E QUATTRO DALL’EP “IN LAK’ECH”. COS’E’ ACCADUTO NEL FRATTEMPO?
– Ciao e grazie! Molte cose sono successe tra “Aathma” e “Metanoia”. Una di queste, hai detto bene, è l’uscita di “In Lak’ech”, che ci ha ispirato in modo particolare per la presenza di Tim Charles dei Ne Obliviscaris. Ma c’è stato anche dell’altro: abbiamo suonato in tutto il mondo. Abbiamo girato due volte l’Europa da headliner, siamo andati negli Stati Uniti, in Messico ed in Canada ed addirittura in Giappone. Abbiamo partecipato anche ad alcuni grossi festival come Wacken, Brutal Assault e 70000 Tons Of Metal. E abbiamo scritto “Metanoia”. A dir la verità gli ultimi cinque anni sono stati molto intensi per i Persefone.
RECENTEMENTE AVETE ANCHE REGISTRATO NUOVAMENTE IL VOSTRO PRIMO ALBUM, “TRUTH INSIDE THE SHADES”. PERCHE’ AVETE DECISO DI FARE CIO’? COSA RAPPRESENTA PER VOI QUESTO DISCO? C’ERA QUALCOSA NELL’ORIGINALE CHE NON VI PIACEVA E VOLEVATE CORREGGERE?
– Ricordo che eravamo in un van sulla strada per il Karmoygeddon Festival in Norvegia e stavamo parlando del fatto che il nostro primo disco aveva ormai quindici anni ed avremmo dovuto fare qualcosa al riguardo. Abbiamo sempre pensato che “Truth Inside the Shades” fosse un buon album , considerando che era un debutto, ma anche che il suono non era quello che avrebbe dovuto essere quando l’abbiamo concepito. Potendoci permettere di avere più controllo sul prodotto finale rispetto al passato (abbiamo un nostro studio in cui registriamo la nostra musica), abbiamo pensato che sarebbe stato il caso di rivedere quel disco nella sua interezza. E’ stato divertente notare come alcune idee, riviste col senno di poi, fossero buone e come altre fossero raccapriccianti. Così abbiamo dato un’evoluzione a quelle che ci piacevano, abbiamo migliorato il suono di batteria, basso e chitarra registrando nuovamente tutto da zero e aggiungendo nuove tastiere, con un gusto più orchestrale, oltre a sintetizzatori migliori. Ora sentiamo che tutto suona come avrebbe dovuto già ai tempi. Inutile aggiungere che anche l’artwork, rivisitato da Filipe (Baldaia, chitarrista della band, ndR), è eccezionale, oltre che fonte di ispirazione. Per chi se lo chiedesse, è fatto a mano, linea per linea. Una pazzia!
ARRIVIAMO A “METANOIA”: COME E’ NATO? CONSIDERANDO CHE E’ STATO SCRITTO IN PIENA PANDEMIA, SIETE STATI INFLUENZATI DALLA SITUAZIONE? PENSATE CHE SAREBBE STATO DIFFERENTE SENZA IL COVID? LA PAROLA ‘METANOIA’ HA UN SIGNIFICATO PROFONDO, QUALCOSA COME ‘MUTAMENTO RADICALE NEL MODO DI PENSARE O DI SENTIRE’. COME MAI E’ STATA SCELTA COME TITOLO? SI PUO’ DEFINIRE UN CONCEPT ALBUM?
– Ogni album dei Persefone è la rappresentazione in tempo reale delle nostre vite a livello personale. Non scriviamo mai musica solo per il piacere di scriverla ma perché vogliamo trasmettere un messaggio, esprimere qualcosa che non avevamo già detto in precedenza.
Come hai spiegato, ‘metanoia’ significa profondo cambiamento della mente, non tanto in un senso metafisico come ‘aathma’, ma in modo più profondo e personale, anche doloroso. E’ un viaggio per conoscere il tuo Io reale, scavare intensamente al tuo interno e diventare una versione migliore di te stesso. Il significato di metanoia ci permette di parlare anche della catabasi (la discesa verso il proprio inferno, per così dire) e dell’anabasi (la risalita dopo questi cambiamenti). E’ tutto collegato. E’ abbastanza buffo che nel 2020 la vita ci abbia dato una pandemia che ha spinto l’umanità verso il proprio inferno. Siamo stati sfidati in modo pesante ed è nei momenti difficili che si scopre chi si è veramente. Tutto ha un senso. Per questo motivo, sì, “Metanoia” è un concept album che spiega tutto ciò.
“KATABASIS” AND “ANABASIS” SONO DUE TRA I PEZZI PIU’ SIGNIFICATIVI DELL’ALBUM. SI TRATTA DI DUE PAROLE GRECHE CON UN SIGNIFICATO DIAMETRICALMENTE OPPOSTO. SONO UNA METAFORA DI QUALCOS’ALTRO?
– Entrambi i termini hanno più significati, ma noi utilizziamo quello filosofico in senso stretto, quindi direi che non li usiamo come metafore.
“AWARE OF BEING WATCHED” E’ IL PEZZO PIU’ PARTICOLARE DI “METANOIA”, CON UN MOOD JAZZATO. COME LO DESCRIVERESTI? UTILIZZATE SPESSO ATMOSFERE NON PRETTAMENTE METAL NELLE VOSTRE CANZONI. ASCOLTATE ANCHE ALTRI GENERI MUSICALI?
– “Aware Of Being Watched” è un brano anomalo per i Persefone. Già in passato, su alcuni pezzi sono stato l’unico cantante, come in “Purity”, ma non ci siamo mai avventurati in terreni metal senza Marc (Martins Pia, voce, ndR). Pensavamo potesse essere divertente lavorare su una canzone di questo tipo, che ci desse l’opportunità di esplorare idee che in altri brani non ci saremmo mai permessi di esplorare. Abbiamo lavorato su suoni acustici con soli e voci puliti, parti di sintetizzatore e, come hai detto, accenni di jazz. In generale, ci piace studiare musica, non solo metal e, solitamente, in molte occasioni ci piace buttarci sul jazz. Mettere in pratica tutto ciò non solo a livello personale ma anche in un album dei Persefone è stimolante.
“CONSCIOUSNESS PT. 3” E’ LA TERZA PARTE DI UNA STORIA INIZIATA CON “SPIRITUAL MIGRATION”. CHE LEGAMI CI SONO TRA I TRE PEZZI?
– Se torniamo indietro nel tempo, quando abbiamo scritto “Spiritual Migration”, siamo rimasti sorpresi da come quell’album abbia funzionato e una cosa che ci ha colpito è stato il numero di reazioni ai video delle canzoni; è stato curioso osservare tutto ciò, anche perché noi siamo più abituati a vedere come la gente reagisce ai concerti. In particolare, una delle canzoni che ha avuto più reazioni era “Consciousness” (per entrambe le parti). In “Aathma” non avevamo inserito un pezzo strumentale che andasse in quella direzione e abbiamo pensato che, con “Metanoia”, fosse arrivato il momento di esplorare nuovamente quelle sonorità, e che avesse senso nel concept dell’album. Se ascolti il brano e conosci le prime due parti, troverai delle somiglianze, ma preferisco che sia l’ascoltatore a scoprirle.
ANCHE ‘MERKABAH’, TITOLO DEL PRIMO SINGOLO, E’ UNA PAROLA CON UNA STORIA IMPORTANTE, CHE VIENE DALLA TRADIZIONE ISRAELIANA ED HA A CHE FARE CON LE STELLE, LA LUCE E ANCHE LA MEDITAZIONE. C’E’ UNA COMPONENTE DI RICERCA A LIVELLO STORICO QUANDO SCRIVETE I VOSTRI TESTI?
– Certamente. Come prima, anche ‘merkabah’ ha diversi significati, ma di solito è intesa come ‘veicolo che porta al cambiamento’. Ci capita spesso, durante un processo creativo, che le cose sembrino andare in una particolare direzione. Parlando di “Metanoia”, ci è capitato di scoprire questa parola molto tempo fa, ed un giorno abbiamo visto un post su Instagram di Paul Masvidal (Cynic), che tra l’altro aveva lavorato con noi su “Living Waves”, che citava appunto la parola merkabah e tutto è sembrato avere un senso. E’ per questo che il pezzo è stato collocato al centro dell’album.
“LEAP OF FAITH” E’ UN PEZZO STRUMENTALE CON TANTO DI SUONI MAESTOSI ED ORCHESTRAZIONE ED E’ UN ESEMPIO PERFETTO DEL PERCHE’ LA VOSTRA MUSICA E’ DEFINITA CINEMATICA: AVETE MAI COMPOSTO MUSICA PER UNA COLONNA SONORA O QUALCOSA DI SIMILE?
– Ad essere onesti, per quanto riguarda i suoni utilizzati in questo pezzo, è successo proprio il contrario: io e Carlos (Lozano Quintanilla “Rüdiger”, chitarra e voce, ndR) abbiamo già lavorato come compositori di colonne sonore per anni e abbiamo imparato molto da quel mondo e “Leap Of Faith” ne è la conseguenza diretta. Volevamo una canzone che suonasse in quel modo e Carlos ci ha fatto sentire quella melodia; da qui abbiamo costruito la struttura del pezzo e lavorato su di esso per farlo suonare cinematico. Penso che il risultato sia unico per una band metal. Anche in altri brani si possono trovare suoni simili, a dare forza alla musica quando è richiesta.
IN PASSATO AVETE LAVORATO CON ALCUNI PRODUTTORI DI FAMA, COME JENS BOGREN E LOGAN MADER. PER “METANOIA” AVETE SCELTO DAVID CASTILLO (LEPROUS, SOEN, OPETH). QUAL E’ LA DIFFERENZA? IL SUO LAVORO HA IN QUALCHE MODO MODIFICATO IL VOSTRO SUONO?
– Alla fine la scelta del produttore dipende molto dalla piega che sta prendendo la scrittura dell’album. Avevamo in mente parecchi nomi quando abbiamo iniziato a lavorare, tra cui Jens Bogren e Logan Mader, poiché con la nostra musica in passato avevano già compiuto un lavoro straordinario. Ma, mentre la stesura dell’album stava progredendo, abbiamo iniziato a pensare di aver bisogno di una prospettiva fresca e di lavorare con qualcuno che fosse in grado di mettere insieme al meglio tutte le varie sfaccettature. Bogren è un genio nel fare ciò, ma volevamo qualcuno che ci aiutasse anche nelle decisioni sui suoni da adottare. David Castillo si è presentato ad una delle date del tour europeo di “Athma” e da quando abbiamo iniziato a scambiare idee la decisione è sembrata scontata. C’è anche la possibilità che sia coinvolto nel nostro prossimo lavoro e che questa volta non si occupi solo del missaggio, ma abbia una parte più attiva nella creazione della musica. David ha svolto un lavoro incredibile e ci sentiamo molto connessi con lui.
AVETE ALLE SPALLE VENT’ANNI DI CARRIERA ORMAI. NON PENSATE MAI CHE MERITERESTE QUALCOSA DI PIU’?
– Tutti abbiamo un ego che parla al nostro cervello e che si lamenta sempre (ride, ndR). Ma poi analizziamo la situazione reale e ci rendiamo conto che ogni passo è stato necessario per arrivare dove siamo. Così, meritato o no che sia, ciò che abbiamo è la diretta conseguenza delle decisioni che abbiamo preso negli anni. Per esempio, negli ultimi sette anni abbiamo avuto molti cambi di formazione, con Bobby (Sergi Verdeguer, ndR) alla batteria e Filipe alla chitarra. Quest’ultimo si sta occupando anche degli artwork e di buona parte del design del nostro merch, mentre Bobby, oltre ad essere un ottimo batterista, è anche uno straordinario uomo d’affari, che ci ha permesso di avere prospettive che prima non erano possibili, come attività dal vivo e anche di marketing. Magari “Shin-ken” e “Spiritual Migration” erano grandi album, ma non avevano i requisiti necessari per portarci nella posizione in cui siamo ora.
DOVEVATE ESSERE IN TOUR CON OBSCURA E DISILLUSION, MA TUTTO E’ STATO POSTICIPATO E VI SIETE TROVATI CON MOLTO PIU’ TEMPO LIBERO A DISPOSIZIONE. COME L’AVETE OCCUPATO? SCRIVENDO GIA’ DEL NUOVO MATERIALE?
– Ora come ora stiamo ancora lavorando a ciò che sta attorno a “Metanoia”, cioè alla promozione, a video, foto, materiale per i social. Stiamo anche tentando di organizzare un tour per la primavera ma, considerata la situazione Covid, sarà molto difficile. Se non succede niente di imprevisto, cominceremo presto a lavorare su nuova musica e a provare i nuovi pezzi per il futuro.
QUAL E’ LA PRIMA COSA CHE FARETE UNA VOLTA CHE L’EMERGENZA DOVUTA ALLA PANDEMIA SARA’ TERMINATA?
– Come band, vogliamo fare più concerti possibile! A livello personale, voglio viaggiare con la mia famiglia. Per troppo tempo abbiamo dovuto rinunciare e ho voglia di vedere così tanti posti per me nuovi!