PHIL CAMBPELL – L’anima schiva dei Motörhead

Pubblicato il 09/11/2023 da

Nel 1974 riuscì ad ottenere un autografo da Lemmy quando quest’ultimo militava ancora negli Hawkwind; di lì a qualche anno, quel ragazzino, allora tredicenne, avrebbe raggiunto il bassista inglese all’interno di quella macchina da guerra targata Motörhead.
Lui è Phil Campbell, chitarrista gallese, per oltre trent’anni braccio destro di Mr. Kilmister e, dal 2015, in seguito alla scomparsa dello stesso Lemmy, alla guida della sua personalissima band, portata egregiamente avanti insieme ai suoi tre figli: una nuova avventura familiare, che li ha portati a pubblicare tre album, l’ultimo, “Kings Of The Asylum”, rilasciato un paio di mesi fa.
Ed è stato in occasione della data italiana del tour europeo per la promozione del nuovo disco, presso il Druso bergamasco, che abbiamo avuto la possibilità di incontrare il musicista di persona e di aver avuto la conferma di come Phil sia sempre stato l’anima più schiva, riservata e timida dei Motörhead.
Un Phil Campbell, orgoglioso dei propri figli, tranquillo, sempre pronto alla battuta venata di humor inglese, ma anche malinconico ogni qualvolta si parla di Lemmy, facendo trasparire quel velo di tristezza derivata dalla consapevolezza di aver perso un vero amico, oltre che un collega davvero formidabile. Del nuovo “Kings Of The Asylum” ed, ovviamente, di Motörhead, abbiamo parlato con il solo ed unico Wizzö. Buona lettura.

CIAO PHIL, GRAZIE PER LA DISPONIBILITA’: E’ DAVVERO UN PRIVILEGIO POTER PARLARE A QUATTR’OCCHI CON UNO DEI MEMBRI FONDAMENTALI DI UNA BAND A DIR POCO EPOCALE QUALE SONO STATI I MOTÖRHEAD.
ALLORA, PARTIAMO SUBITO DALL’ULTIMA PRODUZIONE REALIZZATA INSIEME AI TUOI ‘BASTARD SONS’. HO TROVATO IL NUOVO “KINGS OF THE ASYLUM” MOLTO PIU’ VARIO RISPETTO AI DUE LAVORI PRECEDENTI. COSA NE PENSI A RIGUARDO?

– Sono molto soddisfatto! Penso che le canzoni siano fantastiche da suonare. Voglio sottolineare anche il lavoro svolto da mio figlio Todd dal punto di vista della produzione; è fantastica: ha un suono grandioso, che meglio definisce alcune particolarità del nostro insieme. Ed è proprio questo il punto: anche gli altri album sono validi, ma questo credo sia in qualche modo fondamentale per la resa migliore che i brani potranno avere in sede live. Ogni canzone è una bellezza!

UNO DEGLI ELEMENTI PIU’ INTERESSANTI DI “KINGS OF THE ASYLUM” E’ LA PRESTAZIONE DEL NUOVO CANTANTE, JOEL PETERS, ENTRATO DEFINITIVAMENTE NELLA BAND ALL’INIZIO DELLO SCORSO ANNO DOPO AVERVI ACCOMPAGNATO NEL PRECEDENTE TOUR DEL NOVEMBRE DEL 2021. LA MAGGIOR AGGRESSIVITA’ E SICUREZZA DIETRO AL MICROFONO HA SICURAMENTE INCISO NEL RISULTATO FINALE DEI VARI PEZZI.
– Si è subito adattato al 100%, dimostrando grande professionalità. Una voce potente e diretta, in grado di esaltarsi nelle parti più melodiche, graffiando nei punti giusti. Diciamo che ora è la band perfetta; sono molto contento.

A PROPOSITO PHIL, CHI SONO I KINGS OF ASYLUM?
– Per me? Senza dubbio i fottuti politici… bastardos!

PADRE E FIGLI IN UN’UNICA BAND NON E’ COSA DI TUTTI I GIORNI. CHE TIPO DI PADRE E’ PHIL CAMPBELL? DAI CONSIGLI, SUGGERIMENTI? QUALCHE DRITTA SU COME SUONARE?
– Sì, ogni tanto lancio qualche consiglio: a volte ascoltano, altre volte no! Essendo stato via con i Motörhead, ho trascorso così tanto tempo lontano da loro mentre crescevano, quindi ora restituisco qualcosa.
Da padre posso dire che sono dei buonissimi musicisti ed è stata una grande soddisfazione formare con loro una rock band formidabile. Cosa posso aggiungere? Credo di essere un papà davvero simpatico, almeno credo. Sai, quando si hanno dei figli si è sempre preoccupati, non si è mai pienamente tranquilli; ma fa parte dell’essere genitore.

PHIL, INUTILE GIRARCI INTORNO, IL TUO NOME E’ INDISSOLUBILMENTE LEGATO A QUELLO DEI MOTÖRHEAD.
TORNIAMO ALLORA NEL 1984, QUANDO ENTRASTI A FAR PARTE DELLA BAND: COSA DI RICORDI DI QUEI GIORNI? L’AUDIZIONE? IL FATTO CHE LEMMY VOLESSE SOLO UN CHITARRISTA E ALLA FINE NE SCELSE DUE?

– Ne è passato di tempo. Lemmy voleva uno sconosciuto: ne prese due, io e Würzel (all’anagrafe Michael Burston, ndr). Dissero che io ero più giovane di due anni e, di contro, Würzel disse che era più vecchio, così da pareggiare i conti!
L’audizione consisteva nell’imparare circa diciotto canzoni, se non ricordo male, e avevamo tipo tre tentativi: eravamo in questa piccola stanzetta, Lemmy arriva e prima ancora che io attaccassi la mia chitarra, lui aveva collegato il suo basso… mio Dio, mai sentito nulla di simile! Con la batteria di Philty, il basso di Lemmy, il suo modo di cantare. Beh, insomma, non era proprio cantare: era semplicemente Lemmy, unico!
E poi abbiamo iniziato. Cosa dire? Sono stato fortunato: ho trovato un lavoro che mi ha cambiato la vita, dandomi la possibilità di girare il mondo per oltre trent’anni.

UNA BAND UNICA, CHE E’ RIUSCITA SPESSO A METTERE D’ACCORDO TUTTI NEL MONDO DELL’HEAVY METAL. IL SEGRETO?
– Beh, se ci pensi non è mai stata è una band heavy metal: era punk, heavy, classic rock, thrash; tutto insieme, o qualcosa di più ancora. E quindi è unica.
Il nostro sound è stato sempre così, in tutto e per tutto. Lemmy disse che quando ha formato i Motörhead voleva solamente creare una rock band indimenticabile. Così ha fatto!

UNA BAND MEMORABILE, CHE HA DATO VITA ANCHE A GRUPPI DI PERSONE CHE SI SONO RIUNITE PER DIVERSI ANNI E LO FANNO TUTT’ORA IN NOME DEI MOTÖRHEAD, COME PER ESEMPIO I MOTÖRHEADBANGERS…
– Eh sì, so che alcune persone si sono conosciute ad un nostro concerto e poi sono pure sposate. Oppure c’è stato anche un caso di gente che si è risvegliata dal coma dopo che la famiglia metteva sempre la nostra musica in ospedale.

INCREDIBILE, NO?
– Sì, penso che abbiamo fatto abbastanza rumore per riuscire a risvegliare una persona.

PRIMA HAI PARLATO DI WÜRZEL: CHE TIPO ERA?
– Era un grande: aveva uno stile tutto particolare nel suonare la chitarra, creando diversi riff davvero fantastici. Ci siamo divertiti parecchio: abbiamo suonato, bevuto, fumato. Era perfetto per il gruppo.

UNO DEI MOMENTI PIU’ CURIOSI, DURANTE I VOSTRI CONCERTI, AVVENIVA IN OCCASIONE DI “METROPOLIS”: AL TERMINE DELL’INTRO, TI AVVICINAVI A LEMMY E VI STRINGEVATE IL MIGNOLO DELLA MANO DESTRA. C’ERA QUALCHE SIGNIFICATO BEN PRECISO DIETRO QUESTO GESTO?
– La semplice fratellanza! Ma c’è una cosa davvero interessante e stranissima dietro questo gesto. Quando abbiamo suonato a Berlino, in quello che sarebbe stato il nostro ultimo concerto (11 dicembre 2015, ndr) – ma non sapevamo che sarebbe stato purtroppo l’ultimo, ok? – per la prima volta in assoluto, anzichè dirigermi da lui come nelle altre occasioni, arrivando alla sua destra, sono andato dall’altra parte; gli ho girato intorno in pratica. Risultato? Lui si gira ma io non c’ero; ero alla sua sinistra. Poi ci siamo comunque ‘ritrovati’: ma è veramente strano pensare che questo episodio sia avvenuto proprio in un’occasione che sarebbe poi diventata in un certo modo speciale.

RICORDO CHE QUELLA DI DICEMBRE ERA LA DATA DI RECUPERO DOPO L’ANNULLAMENTO AVVENUTO A FINE NOVEMBRE, SEMPRE NELLA CAPITALE TEDESCA, E SI DISSE CHE LE CONDIZIONI DI LEMMY LO AVEVANO COSTRETTO AD ANNULLARE PURTROPPO LO SHOW.
– No no, ero stato male io quella volta. Lemmy era piuttosto malato ma voleva solo andare avanti, voleva suonare il più a lungo possibile. Con lui abbiamo fatto dell’ottima musica ed è un piacere vedere, leggere e sentire che ci sono molte persone che lo ricordano sempre con affetto.

A PROPOSITO, SE TI DICO LEMMY, COSA MI DICI?
– Rock’n’roll (Ed è in questo momento che Phil mi mostra un proiettile, appeso al collo in modalità catenina: si tratta di una di quelle munizioni contenenti le ceneri di Lemmy Kilmister, inviate, per volere dello stesso frontman, ad alcuni dei suoi amici più cari di sempre, in seguito alla sua dipartita)! Un pezzo di Lemmy è qui con me, sempre!

OVVIAMENTE CON I TUOI BASTARD SONS PROPONETE DAL VIVO DIVERSE CANZONI DEI MOTÖRHEAD. MA CE N’E’ UNA IN PARTICOLARE CHE, DA SEMPRE, PREFERISCI SUONARE PIU’ DI ALTRE?
– Tutti vogliono sentire “Ace of Spades”. E ti dirò, mi piace sempre suonarla. La gente viene ad un concerto, paga dei soldi, anche per sentire quella canzone, non farla sarebbe una delusione per loro, no?

E QUAL E’ INVECE QUELLA CHE ‘SOPPORTI’ MENO – SEMPRE CHE CI SIA?
– So che non ti piacerà la mia risposta ma è “Killed By Death”; ma, come per la precedente, ai ragazzi piace, ai fan piace, per cui fa parte della setlist, da sempre ormai. Per cui stasera, mentre la faremo, guardami bene in faccia e vedrai come sarò soddisfatto (ride, ndr).

VI ERA QUALCHE RITUALE TRA TE, LEMMY E MIKKEY NEL CAMERINO PRIMA DI UN CONCERTO?
– Nessuna regola in particolare. Di solito mettevamo una mano sopra l’altra e urlavamo “uno per tutti“, salvo inventarci qualcosa di divertente al posto del classico “tutti per uno“.

POSSIAMO DIRE CHE DEL TRIO, TU SEI SEMPRE STATO QUELLO PIU’ SCHIVO, PIU’ TIMIDO, SE VOGLIAMO? O E’ SOLAMENTE UNA MIA IMPRESSIONE?
– Non bevo più da cinque anni: sono più tranquillo adesso. Mentre in passato, il bere mi aiutava in un certo senso a vincere la timidezza. Salivo sul palco con qualche drink e sembrava più facile affrontare questo limite. Ora, ripeto, sono più tranquillo e vado avanti in tutta la mia trasparente timidezza.
Ognuno è diverso, sai? Alcune persone trovano molto naturale salire sul palco, hanno un grande ego e non hanno problemi nel trovarsi di fronte alla gente; io volevo solamente suonare bene in un rock band.

INSIEME AI MOTÖRHEAD HAI VISSUTO UNA SERIE INDEFINITA DI MOMENTI INDELIBILI. DOVESSI CHIUDERE GLI OCCHI ORA, COSA TI RICORDI DI QUEL PERIODO? SIETE STATI DIVERSE VOLTE ANCHE IN ITALIA.
– Solo divertimento, grandi concerti, grandi risate e tanti chilometri insieme. In Italia ricordo di aver trascorso dei bei momenti durante i Gods Of Metal, insieme ai Metallica, Rob Halford.
L’Italia è sempre bella: il pubblico è sempre molto reattivo e trasmette molta energia. Vorrei venire più spesso di quanto succede, anche perché anch’io sono mezzo italiano (Phil è infatti di padre gallese e madre italiana, ndr). A maggio, per esempio, ho trascorso qualche giorno sul lago Maggiore con mia moglie. E’ un paese fantastico, lo adoro! Anzi, ti dirò di più: se la situazione governativa nel Regno Unito dovesse peggiorare, potrei seriamente pensare di trasferirmi qui!

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