PONTE DEL DIAVOLO – L’erba delle streghe

Pubblicato il 20/03/2024 da

I Ponte del Diavolo sono una band che non passa inosservata. La loro proposta oscura e impregnata di esoterismo, che mescola con sensuale maestria black metal, new wave, doom e punk, ha catturato l’attenzione di pubblico e critica già coi primi tre EP pubblicati tra il 2020 e il 2022.
La firma con Season Of Mist non ha fatto che aumentare le aspettative intorno alla formazione torinese, a quel punto già candidata a scalare la lista delle novità più interessanti della scena italiana. A distanza di qualche mese, possiamo confermare che l’uscita del primo full lenght “Fire Blades From The Tomb” è stata una consacrazione: l’album ha suscitato un consenso pressoché unanime, le date live si stanno moltiplicando, l’interesse per la band continua a crescere.
Una bella soddisfazione, per i Ponte del Diavolo, ma anche una gran bella notizia per il metal di casa nostra, la cui vivacità non è davvero più possibile mettere in discussione. Abbiamo parlato di queste cose, e di molto altro, con Nerium, Kruha Abro e Erba del Diavolo, rispettivamente bassista, chitarrista e cantante della band.

Artista: Ponte del Diavolo | Fotografa: Isabella Quaranta | Data: 11 giugno 2023 | Location: Ziggy Club | Città: Torino

DI ‘PONTI DEL DIAVOLO’ CE NE SONO DIVERSI, IN ITALIA: CE N’È UNO IN PARTICOLARE A CUI SIETE AFFEZIONATI?
-Nerium: Effettivamente ce ne sono tantissimi, non solo in Italia ma in tutta Europa. Quello di Lanzo è quello a cui abbiamo ‘rubato’ il nome e la sua leggenda ha anche ispirato il nostro logo. In sostanza cercavamo un nome che fosse legato al territorio torinese.

LA BAND NASCE DA UNA JAM SESSION NEL 2020, O ALMENO COSÌ SI LEGGE NELLA VOSTRA BIOGRAFIA. COME RACCONTERESTE LE ORIGINI E DEL PROGETTO A CHI NON VI CONOSCE? E SEASON OF MIST, COM’È ARRIVATA?
-Krhura Abro: Il progetto è nato davvero velocemente dall’idea della nostra cantante di voler formare una doom band con due bassi. Abbiamo fatto un paio di jam, notato una certa alchimia e siamo partiti dritto per dritto.

-Nerium: Season of Mist è arrivata per pura fortuna. Uno dei ragazzi dell’etichetta era un nostro fan e ha girato i nostri EP al titolare. Ci ha contattati lui stesso mentre eravamo di ritorno da un concerto in Danimarca, abbiamo fatto una videochiamata e da lì è partito tutto. Dopo quella chiamata, ho iniziato a pensare fosse una supercazzola.

LA MUSICA DEI PONTE DEL DIAVOLO È RICCHISSIMA DI SUGGESTIONI. QUALI SONO I VOSTRI PUNTI DI RIFERIMENTO ARTISTICI? PARTENDO DALLA MUSICA, OVVIAMENTE.
-Nerium: Da quando è nato questo progetto, personalmente mi sono concentrato più sul black metal rispetto al passato, ma ascolto e apprezzo moltissimi generi musicali. Come riferimenti principali ti direi band del calibro di Mgla, Darkthrone, Ufomammut, Gojira, Uncle Acid. Andando più indietro nel tempo, Pink Floyd e Black Sabbath su tutti, ma l’elenco sarebbe troppo lungo.
Poi però adoro anche gli Idles e i Nu Genea, giusto per citarne un paio.

-Krhura Abro: Ognuno qui ha il suo background e la sua storia, a volte con punti in comune a volte no. Io sono molto influenzato dalle tonalità malinconiche dei Cure o degli Ulver ad esempio, qualcun altro è più per gli Slayer o il post-punk e via discorrendo.

-Erba: senza ombra di dubbio il post-punk e la darkwave mi influenzano prepotentemente. Non ho mai però limitato i miei ascolti ad un solo genere, questa mattina per esempio sono passata in scioltezza dai Rotting Christ ai Viagra Boys. Ora metto Perturbator (che figata, Perturbator).

SI DIREBBE, PERÒ, CHE IL VOSTRO IMMAGINARIO SI NUTRA ANCHE D’ARTE, DI LETTERATURA, DI CINEMA. CI SONO DELLE OPERE NON MUSICALI CHE VI HANNO ISPIRATI, NEL VOSTRO PERCORSO CREATIVO?
-Krhura Abro: Si, abbiamo tutti e cinque, bene o male, un interesse per i campi considerati artistici. Alcuni di noi dipingono, altri fotografano, ecc. Siamo abbastanza cinefili, visitiamo musei e leggiamo molto insomma. Sicuramente ci sono opere extramusicali che ci hanno ispirato, non saprei fare una lista perché fra tutti e cinque potrebbe non finire più.
Poi sì, per quanto mi riguarda non posso negare che film come “Profondo Rosso” o “Bianco Rosso e Verdone” non mi abbiano influenzato, come anche il movimento Art Nouveau o gli scritti di Crowley o il mondo creato da Tolkien. Però ripeto, qui ognuno è una cosa a sè stante.

CI SONO DUE ‘MARCHI DI FABBRICA’ CHE SALTANO SUBITO ALL’ORECCHIO. INNANZITUTTO LA FORMAZIONE CON DUE BASSI: COME NASCE L’IDEA?
– Nerium: Come già detto, l’idea è partita dalla nostra cantante, diceva da tempo di voler formare una band con due bassi per avere più profondità e un suono più scuro. Ne ha parlato con Krhura che ha aggiunto di volerlo fare mescolando però un black metal grezzo con il doom. Sono stato coinvolto e ho accettato subito l’idea.

-Krhura Abro: Dopo qualche piccolo dubbio iniziale abbiamo trovato la quadra tra una giusta equalizzazione e una giusta ripartizione delle frequenze basse. Abbiamo visto che dal vivo la cosa funzionava e abbiamo deciso di andare dritto per dritto su questa strada.

L’ALTRO TRATTO CHE APPARE SUBITO COME MOLTO DISTINTIVO DELLA VOSTRA PROPOSTA È LA VOCE. COME SCRITTO NELLA RECENSIONE, A PIÙ DI QUALCUNO ERBA DEL DIAVOLO RICORDA UN PO’ SIOUXSIE SIOUX, MA LE SUE INFLUENZE SEMBRANO BEN PIÙ AMPIE. VI VA DI PARLARCENE?
-Krhura Abro: Sicuramente l’influenza di Siouxie c’è. Lei ascolta anche metal ma non ha un background propriamente metal, bensì appunto post-punk e darkwave. Da qui l’accostamento con Siouxie.
Al di fuori delle influenze, c’è una teatralità e ritualità in lei che sono proprio sue, è il suo stampino e non somiglia ad altri. Se domani lasciasse la band, non esagero nel dire che non potrei sostituirla con nessuno/a dei cantanti che conosco. Credo che abbia sviluppato una coscienza artistica spiccata e personale, è una frontwoman naturale vecchio stampo se vuoi, e ne vado fiero.
Secondo me nel nostro genere avere una guida sul palco è importante, forse è un’impressione mia ma in molte band attuali il cantante sembra più un impiegato di banca che un cantante metal, e spesso ha un timbro molto simile a decine di altri. Senza generalizzare, ovviamente…

SEMPRE RICOLLEGANDOCI ALLA PERFORMANCE VOCALE, ANCHE I TESTI RIVESTONO UN RUOLO INTERESSANTE NEL VOSTRO LAVORO. PERSONALMENTE, MI HA COLPITO IL PROTAGONISMO RISERVATO AD UN’IMMAGINE FEMMINILE FORTE, LIBERA ED EMANCIPATA. C’È UNA QUALCHE FORMA DI MESSAGGIO FEMMINISTA IN QUESTO?
-Erba: I miei testi sono praticamente flussi di coscienza, ogni volta che decido razionalmente un argomento il risultato non mi piace. Dopo ore di smadonnamenti cancello tutto. Ciò che mi ispira veramente è la natura e il rapporto intimo che ho con essa, il mio punto di vista non può che essere femminile per ovvie ragioni.
Sono contro qualsiasi tipo di repressione, di razzismo, di sessismo, di specismo, di pregiudizio e di superstizione.
È necessario essere forti interiormente se si vuole libertà: i nostri primi carcerieri siamo noi stessi, basta mollare la presa un attimo ed ecco che i condizionamenti sociali, morali (bleah) e religiosi (double bleah) iniziano a volteggiare sopra i nostri crani come avvoltoi affamati.

“FIRE BLADES FROM THE TOMB” STA RICEVENDO UN’ACCOGLIENZA ENTUSIASTA. COME STATE VIVENDO QUESTA BELLA PARTENZA? C’È QUALCHE OSSERVAZIONE CHE È STATA FATTA, FINORA, CHE VI HA FATTO PARTICOLARMENTE PIACERE?
-Nerium: Vedere alcuni dibattiti sui social sul genere che suoniamo fa uno strato effetto. Qualcuno ha tirato fuori parole del tipo ‘doomgaze’ o ‘blackened post-punk’, ma chi cazzo li ha mai sentiti?

PER CONCLUDERE, QUALCHE ANTICIPAZIONE SUI VOSTRI PROGETTI FUTURI. COSA BOLLE IN PENTOLA PER I PROSSIMI MESI?
-Krhura Abro: Stiamo scrivendo il disco nuovo con il nuovo secondo bassista Kratom che ha preso il posto di Laura (ora nei Bottomless). A parte il tour già annunciato, ci sarà a breve una news gradita soprattutto a chi ci segue dal primo EP.

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