Intervista raccolta da Niklas Göransson e originariamente pubblicata su bardomethodology.com.
Traduzione e adattamento a cura di Luca Pessina e Sara Sostini.
Ulteriori interviste di Niklas Göransson presenti nel nostro archivio: Watain, Antaeus, Bolzer, Death Worship/Blasphemy.
Nati in cimiteri australiani, i Portal trasmettono echi di paura attraverso malvagità death metal. Il chitarrista Horror Illogium parla di ciò che alimenta questo terrore sonico, l’imminente uscita di “Ion” e del precedente album mai pubblicato.
– Abbiamo sentito barlumi di un canale superiore aprirsi davanti a noi addirittura nel ’96. A livello di riff, sembrava che fossimo diventati ricettori di queste risonanze provenienti da un altro mondo. Questa scoperta è stata potente, isterica e instantaneamente gratificante, ma scolpire il materiale per renderlo vicino ai canoni di una canzone ha richiesto molto duro lavoro e fatica. Il processo ha richiesto numerosi anni ma la sua affermazione è stata progressiva e costante, anche fra il nostro primo demo e il debut.
LO STESSO VALE PER GLI SCRITTI: I PORTAL VANTAVANO TESTI IN QUESTA DISTURBANTE NARRATIVA LOVECRAFTIANA GIA’ SU “SEEPIA”, IL DEBUTTO DEL 2003.
– Il Curator (voce) ha scritto la maggior parte dei testi come se fossero dei singoli reperti: la sfida è stata metterli in musica. Ecco spiegato il motivo per cui il nostro materiale delle origini appare molto calcolato e meno eccentrico. Tuttavia, questo non è stato il caso di “Ion”. Siccome il suo processo creativo è stato così immediato ed estremo, tutto ha dovuto seguire la musica. Come risultato, il disco è più simile ad un attacco epilettico e, anzi, il tono frenetico è stato più che mai necessario per trasmettere il messaggio.
PRIMA CHE ARRIVIAMO AD “ION”, L’IMMINENTE NUOVO FULL-LENGTH DEI PORTAL, UN’ALTRA QUESTIONE RICHIEDE UN PO’ DI ATTENZIONE. QUANDO TI HO INCONTRATO, HORROR ILLOGIUM, ALCUNI ANNI FA, MENZIONASTI UN NUOVO LAVORO DESTINATO A SORPASSARE QUALSIASI COSA DEI PORTAL. CONOSCENDO QUANTO VOI GENTLEMEN SIATE SPESSO PROTAGONISTI DI ATTEGGIAMENTI PECULIARI, SI POTREBBE DIRE CHE LA TUA AFFERMAZIONE FOSSE PIU’ ACCURATA DI QUANTO ALL’EPOCA CI SI POTESSE IMMAGINARE. IL SUDDETTO ALBUM E’ STATO SUCCESSIVAMENTE ACCANTONATO, NONOSTANTE SIA STATO COMPLETAMENTE REGISTRATO CON TANTO DI COPERTINA, LAYOUT, ECCETERA.
– Il progetto è stato interrotto prima che potessimo chiuderlo nella fase di mixaggio, essendo stati in tour in Europa e America. Non concludere propriamente il rituale, considerato ciò che era stato invocato con quel disco, è stato un errore. Siamo molto duri con noi stessi e alla lunga abbiamo finito per detestare quella nostra creazione. Dopo avere affrontato ulteriori sfide in tour ci siamo sentiti sempre più insoddisfatti e presto abbiamo preso quella decisione.
UN ALTRO MOTIVO DI TALE MALCONTENTO E’ STATO REALIZZARE QUANTO LO STILE DI DEATH METAL DA VOI CONIATO FOSSE DIVENTATO MATERIA COMUNE NEGLI ULTIMI ANNI. DICI CHE QUANDO ALTRI INIZIANO AD IMITARVI CIO’ RENDE IL VIAGGIO ASSAI MENO GRATIFICANTE…
– Non accettiamo nè giustifichiamo spudorate imitazioni prive di onestà e spirito. Se una band che sta affrontando il proprio incubo dovesse trovarci influenti, bene, ma che da ciò cerchino di confezionare qualcosa di unico e che restino fedeli alle loro convinzioni. I Portal sono un armamentario di odio contro tutto, non qualcosa che va inserito in quel calderone di band travestite che a malapena abbracciano l’adorazione della morte e dell’orrore, figuriamoci i misteri dell’occulto e dell’oscurità.
NON SOLO LA MUSICA DEI PORTAL E’ RISULTATA INFLUENTE: COME TANTI ALTRI HANNO NOTATO, NEGLI ULTIMI ANNI SI E’ ASSISTITO AD UNA PROLIFERAZIONE DI NEGROMANTI DEATH METAL CON LA TOGA…
– Tutta la normalità che ciò ha portato su di noi è sconvolgente, preferiamo restare confinati nella nostra spiritualità da eremiti. Abbiamo iniziato ad adottare certi orrori scenici nel 2002 e ciò non aveva nulla a che vedere con il desiderio di essere anonimi. Ciò avveniva durante la creazione di “Seepia” e quando abbiamo esordito sul palco, nella nostra immaginazione, il tutto doveva farci apparire come dei pazzi usciti da delle vecchie tombe.
COM’E’ UN CONCERTO DEI PORTAL DALLA VOSTRA PROSPETTIVA?
– In un certo senso è come essere dei contorsionisti: snocciolare quegli arrangiamenti ed essere in grado di maneggiare con forza la tastiera della chitarra è abbastanza complicato e porta il mio corpo ad assumere pose simili a quelle di uno storpio. Di norma la mia respirazione è limitata da un cappio, stretto a sufficienza da indurre un effetto da mancanza di ossigeno.
MI DICI INOLTRE CHE I VOSTRI CAPPUCCI DI JUTA SENZA APERTURE PER GLI OCCHI VI FANNO VEDERE TUTTO COME TANTE SAGOME OSCURE E LA GENTE NON SEMBRA UMANA.
– Sono già in una coscienza superiore prima di salire sul palco. Infatti di norma impiego un intero giorno per prepararmi mentalmente e lasciare che l’oscurità penetri dentro di me, in modo che possa esprimerla al meglio. E’ un macabro piacere assorbire ciò che credo essere una corrente di negatività.
VISTA LA NATURA DI QUESTA ATTIVITA’, MI DICI CHE E’ ESTREMAMENTE IMPORTARE CON QUALI BAND CONDIVIDERE QUESTE ‘NOTTI RITUALI’. IN PASSATO LA SOLUZIONE E’ STATA FARVI ACCOMPAGNARE DAI VOMITOR, UN VECCHIO GRUPPO DEATH METAL AUSTRALIANO CON IL QUALE SUONI LA CHITARRA DAL 2012…
– Death Dealer (Vomitor) e altri come lui sono eccellenti compagni di tour. Se l’intera compagnia è aperta alle stesse energie, cose decisamente magiche e folli avranno luogo. Di conseguenza, andare in tour con i Portal significa sempre aprirsi a tali esperienze piuttosto che suonare al meglio per gli avventori; si tratta di puro appagamento personale. I Vomitor sono comunque una creatura del tutto diversa, una che è in grado di garantirmi odio e potenza immediati.
DUBLINO, IRLANDA, 2015. MENTRE IN TOUR IN EUROPA, TI SEI TROVATO AD ESSERE IL RICEVENTE DI UNA DEVASTANTE ILLUMINAZIONE NEUROCHIMICA CHE TI HA LASCIATO CON LA INVINCIBILE CONVINZIONE CHE LA TUA MUSICA DOVESSE ESSERE INTERAMENTE RI-INVENTATA.
– La scarica cinetica provata sul palco quella sera è stata l’apice di tutta quell’energia negativa che non siamo riusciti ad espellare adeguatamente nel corso degli show precedenti. Quella è stata la serata più intensa di tutte. I festeggiamenti post concerto mi hanno portato nel covo dei Malthusian, dove tutto è accaduto; seduto immobile mentre dei pazzi attorno a me stavano festeggiando, la mia mente era in fiamme colma di dinamici riff. Ero senza dubbio su un altro pianeta quella notte, non puoi scegliere quando farti folgorare dall’ispirazione.
POTEVI EFFETTIVAMENTE SENTIRE MUSICA NELLA TUA TESTA O QUESTE RIVELAZIONI ERANO PIU’ RETORICHE IN NATURA?
– Si è trattato per lo più di un flusso di sentimenti e di energia. La cosa più importante di quella sera è stata l’accensione della creatività; questa iniezione di ispirazione che da quel momento mi ha guidato per più di sei mesi, attraverso la creazione di “Ion”. Con il tempo questi canali vengono otturati da interferenze esterne quindi presumo che si siano aperti con un perfetto allineamento di fattori.
SEI EMERSO DA QUESTA ESPERIENZA CON LA FERMA CONVINZIONE CHE DOVESSI RICOMINCIARE DA CAPO E CONFEZIONARE UN ALBUM INTERAMENTE NUOVO. LA TRASMISSIONE CEREBRALE CHE HAI INTERCETTATO TI HA INOLTRE DATO LA CONSAPEVOLEZZA CHE FOSSE NECESSARIO RECUPERARE LA TUA VECCHIA CHITARRA, UNA CARVIN ULTRA FLYING V ORIGINARIAMENTE COMPRATA NEL 1995.
– Venne utilizzata sul demo e sul debut album prima di venire ceduta nel 2005. Ed eccomi lì, a ricomprare uno strumento che avevo venduto esattamenre un decennio prima, vent’anni dopo il suo acquisto originale. Riaverlo in mio possesso è stato assolutamente essenziale. Certi oggetti nelle mani giuste vengono animati da una potente energia. Dei suoni come questi possono essere condotti solamente da questo nero scettro di cattiveria e orrore.
LA RIACQUISIZIONE HA FATTO LA DIFFERENZA, MI HAI DETTO DI AVERE SENTITO LA CHITARRA RISVEGLIARSI NON APPENA LA HAI IMBRACCIATA. MENTRE I PRECEDENTI PROCESSI CREATIVI DEI PORTAL SONO STATI DILIGENTI E METICOLOSI, COMPORRE “ION” E’ STATO PIU’ VELOCE CHE MAI…
– La Carvin è assolutamente diventata un’estensione di me stesso e caricata della massima urgenza. Abbiamo scritto e registrato tutto in un anno, compresi i mesi di pre-produzione dopo che i brani erano stati composti. Il processo è stato veramente veloce e quasi automatico.
AL GIORNO D’OGGI HO SENTITO MOLTE VOLTE “ION”, MA SONO PIU’ UN CONSUMATORE DI MUSICA CHE UN ANALISTA DELLA STESSA. PROVANDO PER INNUMEREVOLI VOLTE A TRADURRE IN PAROLE I VOSTRI SVILUPPI STILISTICI, MI TROVO TUTT’ORA IN DIFFICOLTA’. E’ SENZA DUBBIO UN LAVORO TARGATO ‘PORTAL’, MA AVVILUPPATO IN UN VORTICE LEGGERMENTE DIVERSO – PIU’ AGGRESSIVAMENTE BIZZARRO E CONTORTO. DIREI ANCHE CHE E’ IN ALCUNE PARTI MOLTO PIU’ IPNOTICO RISPETTO ALLE FATICHE PRECEDENTI.
– Dove “Vexovoid” non era solo un presagio, un culto infestato di morte ma anche la culminazione di uno specifico tipo di orrore, “Ion” è nascita, creazione e potere, un’arma per colpire con malizia/malvagità: velocità, complessità e ferocia intatta nella sua interezza, abomini/orrori elettrici e disprezzo fulminante.
PARLANDO DI COSE FULMINANTI, L’ARTWORK DI COPERTINA – A CURA DELL’ARTISTA POLACCO ZBIGNIEW M. BIELAK – HA UNA QUALCHE SFUMATURA FUTURISTICA E TRIONFALE IN PIÙ RISPETTO AL SOLITO.
– A livello di messaggio rispecchia perfettamente la musica: potere distruttivo incanalato in obiettivi disumani. Quell’opera può essere vista come il nostro progetto per il futuro, quando la Vecchia Guardia (Olde Guarde) avrà preso il controllo e l’energia nera costituirà una rinascita senza vita umana… Una purificazione, se vuoi. Un’esistenza distopica ed autonoma: vittoria.
ILLOGIUM, TU CI HAI SPIEGATO DI COME I PORTAL SIANO UN’ECO DI TERRORI INDOTTI, COLLEZIONATI DA PIU’ FONTI NEL TEMPO E POI RISUCCHIATI NELLA MUSICA. SECONDO TE QUINDI QUESTO E’ IL MOTIVO PER CUI LA VOSTRA MUSICA RISUONA IN MODO COSI’ UNICO CON IL SUBCONSCIO DELL’ASCOLTATORE?
– Una costante fonte di ispirazione mi è sempre stata fornita da terrori notturni, che di solito si manifestano sottoforma di visioni ad occhi aperti di aracnidi a forma di cane, centopiedi… sacche luminescenti e pulsanti sospese sopra di me, dando vita a più ragni. Oppure ancora varie creature incappucciate e persone-ombra che sentono il bisogno di far conoscere la loro presenza molto tempo prima di insinuarsi nella mia stanza. Paralizzato, con gli occhi spalancati, sono disteso a guardare queste cose.
ED ECCO CHE CI RISIAMO: “PARALISI DEL SONNO”, COME E’ DEFINITA IN TERMINI MEDICI. LE TUE DESCRIZIONI RISPECCHIANO MOLTI RACCONTI SIMILI DI PERSONE INTERVISTATE IN PRECEDENZA, IN PARTICOLAR MODO QUELLA SENSAZIONE DI PERCEPIRE UNA PRESENZA SGRADEVOLE FARSI STRADA DAL CORRIDOIO VERSO LA CAMERA DA LETTO, MENTRE UNO E’ SVEGLIO E COSCIENTE MA INCAPACE DI MUOVERSI. INUTILE DIRE CHE CHI LA SPERIMENTA LA TROVA SPAVENTOSAMENTE TERRIFICANTE.
– Negli ultimi anni sono riuscito a rimanere calmo, cercando anche di entrare in contatto con loro e osservando questa dimensione alternativa, che posso solo descrivere come un film negativo. Sono ancora indeciso se queste entità si nutrissero delle mie ansie più profonde o se rappresentassero qualcosa che il mio subconscio sentiva il bisogno di purgare, perché è passato qualche tempo dalla loro ultima visita.
IN CHE MODO QUESTO INFLUENZA I PORTAL?
– Parti di “Vexovoid” sono state totalmente ispirate da questi terrori, sia per testi che per i riff. La chitarra ragnosamente strisciante che corre lungo “Orbmorphia”, per esempio: quella canzone parla del diventare una gloriosa statua per opera dei ragni, dopo che essi hanno punto e intessuto la loro tela.
E’ INTERESSANTE SAPERE COME CI SIA UN RETROSCENA PERSONALE DIETRO TALI TESTI CRIPTICI. SONO CURIOSO DI SAPERE SE ACCADE ANCHE PER ALTRE CANZONI.
– Prendiamo per esempio “Curtain”, che di per sé è essenzialmente un riferimento al velo della morte; la canzone ha un valore personale perché l’ispirazione proviene dalla scomparsa di uno dei nostri amici, Corpse Romancer dei Grave Upheaval – un vero death metal motherfucker – il quale sfortunatamente è caduto da una scogliera/precipizio. Al suo funerale, la cerimonia era situata dietro una sontuosa tenda che dovevi attraversare, semplice estetica metaforica. Per me, quello che è importante di quella canzone è proprio la sensazione di morte.
COSA PENSI DEL COINVOLGIMENTO DEL SOPRANNATURALE NELL’ARTE UMANA?
– Il mio vecchio modo di pormi nei confronti della vita avrebbe affermato che non possiamo interagire deliberatamente con tali forme di energia. Essendo stato costretto a rivederlo in qualche modo, credo ancora che l’essere umano sia insignificante in uno schema universale più grande. Come astanti, possiamo entrare in sintonia con la volontà imposta di qualche entità soprannaturale, ma sembra funzionaresolo con persone che in realtà non lo vogliono. Le vittime.
* Questo è un estratto di un articolo completo lungo il doppio e destinato a comparire su Bardo Methodology #3.