POSSESSED – Riposseduti dall’oblio

Pubblicato il 17/05/2019 da

Quando nel 1985 i Possessed from San Francisco se ne uscirono con “Seven Churches”, in pochi pensarono che quell’album sarebbe divenuto negli anni un punto di riferimento assoluto sia per il thrash che per il death metal. Un genere, quest’ultimo, le cui origini sono da ricercare proprio nelle sonorità espresse dalla band guidata dal singer Jeff Becerra. “Death Metal”, come l’ultima canzone presente in quel dannato full-length che lanciò i Possessed tra i padrini incontrastati delle forme metalliche più estreme. Possessed che, dopo aver pubblicato una seconda release l’anno successivo (“Beyond The Gates”), entrarono in un vortice di scioglimenti, riunioni, tragedie che coinvolsero direttamente anche lo stesso Becerra. Così fino al 2007 quando il frontman californiano è tornato nuovamente on stage, risvegliando il demone dalla coda appuntita. Una versione live che con il tempo ha riportato in auge la possibilità di rientrare in studio per un qualcosa che, finalmente, ha preso vita nel sontuoso “Revelations Of Oblivion”. Un passato diabolico che torna a far male dopo oltre trent’anni di silenzio. Di questo ed altro ne abbiamo parlato con un cordialissimo Jeff Becerra.

CIAO JEFF, E’ UN ONORE AVERTI TRA LE PAGINE DI METALITALIA.COM. IL NUOVO “REVELATIONS OF OBLIVION” E’ USCITO DA UN PAIO DI SETTIMANE ED IL RESPONSO INIZIALE DEI FAN E DEGLI ADDETTI AI LAVORI E’ PIU’ CHE OTTIMO.
– E’ eccitante; sono molto contento. Da parte mia posso solo dire che l’album mi piace molto e sono orgoglioso di tutte e dieci le canzoni realizzate (intro ed outro escluse, ndR)”.

BENE, INIZIAMO L’INTERVISTA CON UN PICCOLO GIOCO: ANNO 2019, SEI UN METALLARO DI VECCHIA DATA, ACQUISTI UNA RIVISTA DEL SETTORE E LEGGI LA SEGUENTE NOTIZIA: “A MAGGIO ESCE IL NUOVO ALBUM DEI POSSESSEDD”. COSA PENSI?
– Beh, sarei sicuramente sorpreso! Mi direi “Era ora! Dove diavolo erano finiti per tutto questo tempo?”. Credo che molte persone, in questi ultimi anni, abbiano pensato che avessimo smesso completamente di suonare anzi, penso che alcuni non conoscano nemmeno la nostra esistenza. Virtualmente, possiamo considerarci una band ancora sconosciuta. Leggere quindi una notizia simile sarebbe a dir poco sorprendente: uno stupore iniziale seguito, ovviamente, da molto, moltissimo entusiasmo.

QUANDO E’ NATA L’IDEA DI REALIZZARE “REVELATIONS OF OBLIVION”? DI TORNARE NUOVAMENTE IN STUDIO?

– Il tutto, oddio, credo sia iniziato subito aver stipulato il nuovo contratto con la Nuclear Blast, nel maggio del 2017. Abbiamo firmato e, non appena mi sono accordato con gli altri ragazzi, ci siamo messi al lavoro entrando finalmente in studio.

NEL 2007 SEI RITORNATO ON STAGE TUTTAVIA, REALIZZARE UN NUOVO ALBUM, TORNARE IN STUDIO APPUNTO, E’ TUTTA UN’ALTRA COSA. COME HAI VISSUTO QUESTA SITUAZIONE, RISPETTO SOPRATTUTTO A QUANDO REALIZZASTE I PRECEDENTI DUE DISCHI OLTRE TRENT’ANNI FA?
– Guarda, rispetto al passato c’è un elemento che ha facilitato tutto, veramente tutto. Si chiama tecnologia: puoi fare e rifare, e cancellare e rifare ancora. E’ tutto molto più semplice rispetto al passato e, ti dirò, anche molto più economico.

IN SEDE DI MASTERING LA SCELTA E’ CADUTA SU MR.PETER TAGTREN: SEI SODDISFATTO DEL SUO LAVORO?
– Adoro il suo lavoro! Peter è molto paziente e credo che sia molto abile in quello che fa. Il modo in cui ho trovato Peter? Essendo rimasto fuori dalla scena da un po’ di tempo ho voluto fare una ricerca dei dieci migliori produttori di death metal in circolazione e mi sono annotato ogni nome delle varie liste che trovavo. E sai qual era quello che continuava a ripetersi? Ho comunque portato quella lista ai miei ragazzi di persona e ne abbiamo discusso. E alla fine abbiamo scelto proprio lui che ha saputo valorizzare al massimo il nostro sound. E’ stato semplicemente fantastico!

PRIMA DI ADDENTRARCI IN “REVELATIONS OF OBLIVION” PARLIAMO UN ATTIMO DI “SEVEN CHURCHES”: UN ALBUM FONDAMENTALE SIA IN CHIAVE DEATH CHE IN CHIAVE THRASH METAL. COME HA INFLUITO QUELL’ALBUM SUL COME-BACK DEI POSSESSED?
– Già, da sempre molti ci considerano una thrash metal band. Da parte mia ci tengo a sottolineare che noi siamo stati il primo autentico gruppo a proporre death metal, un po’ come avvenne per il black metal ed i Venom. Quindi mi piacerebbe, proprio per l’impegno che impiegammo in quegli anni, per la voglia di distinguerci dalle sonorità in voga in quel periodo, che il sound dei Possessed sia definito death metal, senza tante distinzioni. Ci tenevo a sottolinearlo… “Seven Churches”? Beh, è stato un qualcosa di speciale: pur suonando per breve tempo, con i due Mike e Larry si era creato un rapporto di fratellanza e mi sento legato a loro ancora oggi. Ho cercato da parte mia di riportare quell’atmosfera, insieme ai miei nuovi compagni che, da veterani, hanno ascoltato come ‘suonavano’ i Possessed e sono riusciti a reinterpretarla prima live e ora anche in studio.

BENE, PARLIAMO DEL NUOVO ALBUM: DI COSA PARLA? C’E’ UN CONCEPT GENERALE A CUI SONO LEGATE LE VARIE TRACCE?
– Mah, la mia mente è molto frenetica ma cerco sempre di rimanere sintonizzato sulla realtà. Non si tratta di un vero e proprio concept album anche se magari il mio obbiettivo era quello di scrivere un nuovo capitolo rispetto all’episodio precedente, seppur lontano. Ovvio che, il mio intento era ed è quello di estremizzare il tutto, di renderlo death metal, di renderlo malefico perchè il ‘Male’ è bello! E chi se ne frega se qualcuno dirà “ancora parla di Satana? Di demoni? Basta con questa roba!”. Sapete che io adoro ‘ste cose, per cui…fuck everybody! Farò come ho sempre fatto altrimenti non sarei coerente. Comunque, il tutto è iniziato mentre guardavo questa sit-com intitolata “Lucifer” (chiede se è arrivata anche qui in Italia, ndR): è una specie di commedia drammatica caratterizzata da una serie di crimini. E allora ho iniziato a pensare al rapporto tra bene e male, tra Dio e Satana, per il quale le persone hanno, da sempre, un timore assoluto, immaginandomi un mondo senza divinità: alla totale, completa assenza di Dio. Ma non solo: in “Shadowcult” ho voluto parlare di come ormai la gente è controllata dalla tecnologia, posseduta, senza pensieri, con una mentalità ormai vittima dei mass-media. E chi governa, democratici o repubblicani, ci sguazza alla grande in questo marasma mediatico: ci controlla, manipolano, manovrando quindi le nostre menti, indirizzando i nostri comportamenti.

ALCUNI BRANI HANNO L’INCONFONDIBILE TRADEMARK POSSESSED, ALTRI HANNO UN TIMBRO QUASI TEATRALE, COME PER ESEMPIO “OMEN”, IN CUI ALCUNI RIFF SEMBRANO RICORDARE I MERCYFUL FATE E PURE LA TUA VOCE, IN ALCUNI PASSAGGI, RIMANDA AI VOCALIZZI PIU’ MALEFICI DI KING DIAMOND. COSA NE PENSI?
– Grazie, è davvero un complimento. King Diamond è fantastico e lui, la sua band, come del resto gli Exodus e ovviamente i Motorhead ci hanno sempre influenzato. E’ anche vero che sin dall’inizio non siamo mai riusciti a trovare un cantante. Io suonavo il basso ma alla fine mi sono deciso di passare dietro al microfono cercando di utilizzare la mia voce regolare e forte senza voler imitare nessuno. Per quanto riguarda “Omen”, le musiche di questo brano le ha scritte Daniel Gonzalez: gli ho chiesto di darmi qualcosa di epico e di tirar fuori il meglio di se stesso. All’inizio non ero molto convinto ma ascolto dopo ascolto è cresciuto sempre di più dandomi la giusta ispirazione per il testo.

QUINDI, SEMPRE RIGUARDO ALLA TUA VOCE, GLI ‘INSEGNAMENTI’ DI LEMMY SONO ANCORA VALIDI?
– Per circa dieci secondi faccio la mia voce migliore ‘alla Lemmy’ nell’album; per omaggiarlo. Lui con i suoi Motorhead sono sempre state una delle mie band preferite. Non l’ho mai incontrato, sfortunatamente. E’ stato sicuramente un punto di riferimento ma, come detto prima, non provo mai ad imitare nessuno. Diciamo che ho fatto un piccolo cenno della voce e quindi… sono colpevole.

CHE SIGNIFICATO DAI A “REVELATIONS OF OBLIVION”? QUAL E’ IL TUO OBIETTIVO CON QUESTO NUOVO ALBUM?
– Adorare il diavolo! Voglio coinvolgere; voglio che le persone siano felici con questo album. Voglio che la gente lo ami. Voglio che si renda conto di quanto sia importante per noi e capisca il fottuto sforzo fatto per produrlo. Mi ci è voluto molto tempo e un sacco di duro lavoro. Sì, l’ho fatto perché ricevevo mail e lettere che chiedevano quando tornavamo. Mi mancava tutto questo. E scrivo ancora tutti i testi con penna e inchiostro. Amo i miei fan e sanno che darò sempre il massimo. Devo loro letteralmente la mia vita e quindi volevo dar loro un album che fosse degno di questo sforzo.

COSA PENSI QUANDO SENTI DIRE CHE I POSSESSED SONO I PIONIERI DEL DEATH METAL?
– Beh, è molto lusinghiero ma devo anche ammettere che, storicamente parlando, è verissimo. Come detto in precedenza i Possessed sono stata la prima death metal band e per qualche anno è stata anche l’unica, poi è avvenuto quel fattaccio ed è come se tutto non fosse mai esistito. Ma invece nulla è stato cancellato ed io sono qui per ricordarlo, ancora una volta!

TORNIAMO QUINDI ALLA FINE DEGLI ANNI NOVANTA, AD UN EVENTO CHE HA SEGNATO INEVITABILMENTE LA TUA VITA (nel 1989 Jeff Becerra rimase paralizzato dalla vita in giù dopo essere stato rapinato e ferito da due colpi di pistola sparati da due tossicodipendenti, ndR). COSA HAI PENSATO IN QUEL MOMENTO? IN QUEL PERIODO? COME SEI RIUSCITO A RIPARTIRE?
– Ero molto giovane, voglioso di far tante cose con la mia band, tanti progetti per la testa. Poi sono arrivati quegli spari e tutto si è spento. Da lì sono iniziati, come dico sempre, i miei cinque anni più bui durante i quali ho cercato di uccidermi con droghe e alcol. Rimaneva comunque, in fondo a quel tunnel un bagliore di nome Possessed che mi invitava a non mollare, a reagire. E allora ho continuato a scrivere, ad ascoltare, a guardarmi intorno; tutto ciò mi è servito ad andare avanti senza portarmi una pallottola alla testa. Ho sofferto di quel disturbo chiamato PTSD (disturbo da stress post-traumatico); sono stato in un centro di riabilitazione finché ho deciso di terminare gli studi iscrivendomi nuovamente al college. Ho iniziato a studiare musica, ho detto stop a droghe e quant’altro. E’ stata una lunga ripresa ma alla fine ce l’ho fatta.

UNA CURIOSITA’, JEFF: HAI SOSTENUTO CHE SIN DA PICCOLO HAI IMBRACCIATO CHITARRA E BASSO. SE NON AVESSI SUONATO, COSA AVRESTI FATTO NELLA TUA VITA?
– Oh Dio, e chi lo sa! Forse avrei lavorato in qualche cantiere, entrando magari nell’azienda di famiglia. Ma grazie a Dio non è avvenuto: la mia mente non funziona così, sarei diventato pigro. Amo il mio lavoro, adoro ciò che faccio e darò sempre il massimo per renderlo migliore.

COSA PENSI DEL DEATH METAL NEL 2019?
– Lo amo alla follia, oggi come allora. Diciamo che oggigiorno ci sono svariati generi: il death più sinfonico, più melodico, quello tecnico. Personalmente non amo molto i sottogeneri; è come se ognuno, per descrivere sé stesso, debba avere un death metal personale. Per me esiste solo un death metal. Punto e basta.

OK JEFF, GRAZIE MILLE PER LA TUA DISPONIBILITA’. NOI CI SI VEDE IL PROSSIMO GIUGNO IN OCCASIONE DEL VOSTRO TOUR EUROPEO, DURANTE IL QUALE SUONERETE ANCHE NEL NOSTRO PAESE. ANZI, SE VUOI LANCIARE UN SALUTO AI METAL FAN TRICOLORE…
– Ma certamente: non vediamo l’ora di tornare da voi. Amiamo l’Italia, voi ragazzi siete così…brutali. Saremo fottutamente con voi!

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