Dopo avere dato alle stampe un debutto fulminante, i Power Trip hanno deciso di prendersi i loro tempi per confezionare una seconda prova sulla lunga distanza. Ce li aspettavamo già pronti a tornare con un’altra rasoiata di furente thrash/hardcore a un anno o poco più dall’uscita di “Manifest Decimation”, invece fan e addetti ai lavori hanno dovuto pazientare quasi un lustro per testare nuovamente il polso alla giovane realtà di Dallas, Texas. Per fortuna, tale attesa è stara ripagata dalla qualità del nuovo “Nightmare Logic”, un lavoro che segue attentamente le coordinate stilistiche del suo predecessore ma senza mai perdere di impatto, spontaneità e freschezza. Un piccolo miracolo, se si pensa alle tante opere composte con il pilota automatico che la scena thrash odierna è purtroppo solita offrirci. L’attitudine che anima i ragazzi ci viene spiegata in maniera più approfondita dal cantante Riley Gale, gentilmente intervenuto ai nostri microfoni…
AVETE IMPIEGATO CIRCA QUATTRO ANNI PER TORNARE CON UN NUOVO ALBUM. COSA E’ SUCCESSO IN TUTTO QUESTO TEMPO? AVETE AVUTO MODO DI CONCENTRARVI SULLA COMPOSIZIONE IN MANIERA DIVERSA DAL PASSATO?
“Non credo che il nostro metodo di songwriting sia cambiato, ma sicuramente abbiamo avuto il tempo per concentrarci maggiormente sulle canzoni, scriverne di migliori e fare sì che venissero eseguite al meglio. Abbiamo avuto modo di ascoltare il risultato del nostro lavoro più a lungo e di renderci conto se un riff fosse alla lunga davvero convincente. Se qualcosa non ci esaltava più dopo qualche tempo, tornavamo a lavorarci facendo il possibile per migliorarla”.
A LIVELLO STILISTICO NON SI PUO’ DIRE CHE “NIGHTMARE LOGIC” DIFFERISCA MOLTO DA “MANIFEST DECIMATION”: NUOVAMENTE CI TROVIAMO DAVANTI AD UNA PROPOSTA CHE MESCOLA THRASH E TENDENZE CROSSOVER. PENSI CHE CON IL VOSTRO SOUND SIATE IN GRADO DI ABBRACCIARE DIVERSE FASCE DI PUBBLICO?
“Sì, penso che stiamo confezionando qualcosa di aggressivo e accessibile allo stesso tempo; una proposta ben scritta, collaudata e genuinamente heavy. Sono dell’idea che, sotto tanti aspetti, il crossover/thrash metal rappresenti l’apice del songwriting ‘pop’ in campo aggressivo: è veloce, potente, ma anche molto orecchiabile e coinvolgente. Utilizziamo strutture molto tradizionali, come tante vecchie band thrash. Non stiamo cercando di ri-inventare la ruota: il nostro obiettivo è semplicemente quello di realizzare una ruota di ottima qualità”.
SECONDO TE QUALI DIFFERENZE FRA QUESTO NUOVO ALBUM E IL DEBUT VERRANNO SUBITO NOTATE DAGLI ASCOLTATORI?
“Penso la qualità della registrazione: abbiamo preparato un album molto affilato e compatto, ma non privo di aspetti più sporchi. Ricorrendo ad un’altra metafora, il disco è come una motosega appena comprata: è pulita, forte ma pur sempre pericolosissima. Abbiamo tolto alcune derive presenti su ‘Manifest Decimation’ e fatto sì che il materiale risultasse più diretto e cattivo”.
COME HAI AFFERMATO ANCHE TU, I VOSTRI BRANI TENDONO AD ESSERE MOLTO ORECCHIABILI E A PRESENTARE UN BUON MIX DI PARTI VELOCI E ALTRE PIU’ GROOVY E MOSH. VI CAPITA MAI DI STUDIARE A TAVOLINO QUESTO COMPROMESSO?
“Diciamo che se un pezzo ci sembra troppo uniforme basta una conversazione fra noi per trovare uno spunto capace di vivacizzarlo. Tra Blake, Ulsh e il sottoscritto abbiamo un grande archivio di idee, di conseguenza non capita spesso che la composizione si areni da qualche parte. Per questo disco abbiamo soprattutto cercato di realizzare un album che avesse un proprio sviluppo e un’atmosfera coerenti: ci siamo concentrati sull’album nel suo insieme, non sulla composizione di tanti singoli. L’ordine della tracklist è stato infatti studiato con grande attenzione”.
TROVATE DIFFICILE SCOVARE RIFF E FORMULE FRESCHE IN QUESTO GENERE? DOPO TUTTO IL THRASH NON E’ CERTO NATO IERI…
“Certo, non è affatto un’impresa facile. Onestamente non so nemmeno spiegarti come riusciamo a scrivere questi pezzi. Facciamo il possibile per isolarci dalle influenze esterne, soprattutto a livello esecutivo. Cerco di essere me stesso, di scrivere di cose che mi stanno a cuore, in un modo che mi soddisfi. Credo che questo sia un metodo condiviso anche dal resto del gruppo. Agendo così riusciamo a realizzare qualcosa di interessante”.
PENSI CHE L’ORIGINALITA’ SIA SOPRAVVALUTATA O SOTTOVALUTATA NELLA SCENA METAL DI OGGI? TROVI CHE I POWER TRIP SIANO UN GRUPPO ORIGINALE?
“Questa è una domanda difficile. Secondo me i Power Trip possono essere considerati un gruppo ‘originale’. Certo, puoi facilmente identificare le nostre influenze principali, ma la somma delle suddette, il tipo di produzione, il tono della mia voce… la somma di tutto ciò risulta essere una proposta originale. Non credo che possiamo essere considerati una band-fotocopia. Penso che l’ingrediente magico sia imparare ad essere influenzati dalla storia del genere, ma sviluppare e conoscere se stessi al tempo stesso. Troppe band provano a suonare esattamente come i loro idoli, dimenticandosi di aggiungere qualcosa di proprio a ciò che stanno confezionando. E’ come una brutta scultura di cera di Madame Tussaud: puoi riconoscere di chi si tratta, ma la persona in carne ed ossa sarà sempre tutt’altra cosa. Preferirò sempre realizzare qualcosa che mi rappresenti piuttosto che ricreare i tratti di qualcun’altro”.
I TESTI SONO UN ASPETTO IMPORTANTE NELLA PROPOSTA DEI POWER TRIP? DALL’ESTERNO SEMBRA DI SÌ. E SEMBRA ANCHE CHE ABBIANO UNA FORTE COMPONENTE POLITICA. IMMAGINO CHE LO STATO ATTUALE DEL GOVERNO STATUNITENSE TI STIA FORNENDO NUMEROSI SPUNTI…
“Sì, nutro grande interesse per la politica e i miei testi sono il risultato di ciò. Tuttavia, non mi aspetto che la mia band operi allo stesso modo e vanti il mio stesso tipo di interesse in questi argomenti. Nel complesso, siamo una band politicizzata ed è nostra volontà parlare dei difetti di questo mondo, mettendo magari il pubblico nelle condizioni di riflettere e di farsi una propria opinione. Cerco però di non essere mai troppo esplicito: certi temi vengono trattati ricorrendo ad un immaginario metal più convenzionale. La sostanza è sempre lì, ma non la sbatto in faccia con la pretesa di conoscere tutte le risposte. Io stesso passo le mie giornate cercando di saperne di più e provando a valutare al meglio ogni punto di vista. Sarebbe comunque bello se la gente riuscisse a relazionarsi con i miei testi e se le parole portassero certi individui a riflettere sulla loro vita e sulla società e ad agire per migliorare il mondo in cui viviamo. Ho scritto tutti i testi per ‘Nightmare Logic’ prima che Trump si candidasse seriamente, quindi sono certo che le fonti di ispirazione non mi mancheranno d’ora in avanti”.
ANCORA UNA VOLTA LA COPERTINA RAPPRESENTA UNO DEI PUNTI FORTI DEL DISCO. RACCONTACI COME E’ STATO LAVORARE NUOVAMENTE CON PAOLO GIRARDI…
“Paolo ha sempre una visione. Per entrambe le copertine dei nostri album gli ho fornito pochissime linee guida: per quella di ‘Nightmare Logic’ desideravo dei toni freddi, quindi ecco il perchè del blu e del grigio, ma, a parte inviare i testi e alcune brevi spiegazioni sui temi trattati, non ho dovuto fare altro. Paolo ha lavorato in autonomia ed è il solo responsabile del dipinto che puoi vedere. Ancora una volta è riuscito a catturare alla perfezione lo spirito della musica e delle parole”.
“NIGHTMARE LOGIC” E’ FINITO IN RETE BEN PRIMA DELLA SUA PUBBLICAZIONE UFFICIALE. COME L’AVETE PRESA? IN UN PERIODO IN CUI NON E’ RARO SENTIRE PERSONAGGI COME SCOTT IAN LAMENTARSI DEL FATTO CHE LA LORO MUSICA SIA DISPONIBILE GRATUITAMENTE SU INTERNET, VOI COME VI PONETE?
“La cosa non ci ha infastidito. L’unico aspetto negativo è stato ritrovarsi con un’attesa e un ‘hype’ dimezzati in vista della pubblicazione ufficiale, ma, a conti fatti, non ce ne frega niente. Volevamo solo che i fan ascoltassero il disco. Infatti, potrei anche affermare che quanto avvenuto abbia spinto le vendite del disco: in molti non volevano ordinare una copia prima di averlo sentito. Probabilmente i formati fisici non venderanno mai più come una volta ed è vero che a volte i gruppi si sentono praticamente dei venditori ambulanti di magliette, ma per una realtà come la nostra ha ancora senso produrre dischi, visto che abbiamo fan fedeli e che il vinile sta tornando”.
I POWER TRIP HANNO MANTENUTO UNA FORMAZIONE PIUTTOSTO STABILE NEL CORSO DEGLI ANNI, NONOSTANTE L’INTENSA ATTIVITA’ LIVE. COME CI SIETE RIUSCITI?
“Siamo pazienti fra di noi e ci rispettiamo molto. La line-up è ancora quella originale per quattro quinti e Chris Ulsh è alla batteria da tantissimo tempo ormai. Siamo come una famiglia. Non ho mai dovuto pensare ad eventuali rimpiazzi. Siamo cresciuti in una scena molto fertile come quella texana, dove i gruppi non hanno paura di lasciarsi influenzare da suoni differenti. Questo ambiente ci mantiene freschi ed entusiasti come musicisti e come persone”.
PRESTO VI IMBARCHERETE IN UN LUNGO TOUR EUROPEO CON NAPALM DEATH, BRUJERIA E LOCK UP. SI TRATTA CERTAMENTE DI UNO DEI TOUR PIU’ IMPORTANTI NELLA STORIA DELLA BAND. QUALI ASPETTATIVE AVETE A RIGUARDO?
“Partiamo senza alcuna aspettativa: ci presenteremo con la mentalità più aperta possibile e daremo tutto ciò che abbiamo ogni sera”.
SE VI TROVASTE NELLA SITUAZIONE DI POTER APRIRE IL TOUR DI UNA BAND A VOSTRA SCELTA, PER CHI OPTERESTE?
“Supporto diretto per i Metallica? Probabilmente si tratta ancora della più grande opportunità alla quale una metal band di oggi possa ambire”.