PRIMORDIAL – Canzoni tra le guerre

Pubblicato il 14/03/2013 da

In occasione del Redemption Festival di Dublino, rassegna/evento curata in prima persona da Alan Averill e dai suoi Primordial, abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere proprio con quest’ultimo. La band sta ancora cavalcando il successo dell’ultimo album “Redemption At The Puritan’s Hand”, ma non si può certo dire che sia rimasta con le mani in mano negli ultimi due anni, tra tour, ristampe, progetti paralleli e, appunto, questo nuovo festival. Averill risponde alle nostre domande senza troppi giri di parole, confermandosi persona schietta, determinata e con la testa sulle spalle. Un’occasione utile per fare il punto della situazione e per capire che cosa passi per la mente di questa figura ormai storica della scena metal europea…

Primordial - band - 2011

INIZIAMO PARLANDO DI QUESTO REDEMPTION FESTIVAL: COME VI È VENUTA L’IDEA DI ORGANIZZARE UN VOSTRO FESTIVAL?
“L’idea era di organizzare un altro concerto ‘tra le mura domestiche’, ma di renderlo qualcosa di speciale; così abbiamo provato a trasformarlo in un festival di un giorno. Successivamente, i ragazzi di Into The Void, una piccola etichetta locale, hanno deciso di chiamare i Destroyer 666 per un concerto la sera prima dell’evento e così ci siamo ritrovati ad avere un vero e proprio weekend all’insegna del metal”.

CON QUALE CRITERIO AVETE SCELTO LE BAND?
“Le band invitate sono tutte realtà che apprezziamo musicalmente e umanamente. Inoltre, volevamo che tutte avessero qualcosa in comune con noi, in modo da non rendere la lineup troppo strana. Siamo contenti del risultato finale. Certo, la parola ‘festival’ può far intendere che si tratti di chissà quale evento, quando invece il locale può ospitare solo 750 persone… si tratta in realtà di un ‘concertone’, una bella giornata da passare in un club tutti insieme”.

I ROTTING CHRIST PROPORRANNO UNO SHOW SPECIALE, BASATO ESCLUSIVAMENTE SUL REPERTORIO DEGLI ESORDI. VOI A CHE COSA AVETE PENSATO?
“Ho discusso personalmente con Sakis (il leader dei Rotting Christ, ndR) affinchè preparassero qualcosa del genere, visto che hanno tenuto un set ‘normale’ l’ultima volta che sono passati da queste parti. Noi cercheremo di fare qualcosa di simile, rispolverando alcuni brani che non suoniamo da diverso tempo”.

CHE SENSAZIONE SI PROVA NELL’ESIBIRSI NELLA VOSTRA CITTÀ? SIETE PIÙ NERVOSI IN QUESTE OCCASIONI?
“Io personalmente non ho alcun problema. Era forse peggio anni fa, quando la maggior parte dell’audience era composta da musicisti in altre band locali. Oggi abbiamo invece molti più fan ‘neutri’ e si respira un’atmosfera diversa”.

LA MAGGIOR PARTE DEI MUSICISTI TENDE A CONSIDERARE IL PROPRIO ALBUM PIÙ RECENTE IL MIGLIORE DELLA DISCOGRAFIA. È COSI’ ANCHE PER TE? COSA PENSI DI “REDEMPTION AT THE PURITAN’S HAND” OGGI?
“Non so se l’ultimo album è il mio preferito. Per varie ragioni ognuno di essi potrebbe essere il mio preferito. Ogni nostro disco contiene dei pezzi a cui sono molto affezionato e dal vivo vi sono sempre dei brani che preferisco suonare a dispetto di altri. In ogni caso, trovo ‘Redemption…’ un’opera molto riuscita: è sicuramente più oscura di tanti altri nostri album, meno facile da digerire, ma è dotata di grande spessore e ne siamo contenti ancora oggi”.

IL CONTRATTO CON LA METAL BLADE RECORDS HA DONATO AI PRIMORDIAL QUELL’ESPOSIZIONE MEDIATICA CHE TANTO VI MANCAVA AGLI INIZI. COME GIUDICHI IL FRUTTO DI QUESTA COLLABORAZIONE?
“Non penso che i nostri esordi siano stati così disastrosi come molti pensano, ma certamente la Metal Blade ci ha dato maggiore spinta. Le cose vanno bene con loro: sono brave persone e ci supportano. Certo, ci sono cose che potrebbero essere migliorate: sarebbe bello che la band fosse la nostra unica fonte di guadagno e non sarebbe male riuscire a suonare live più spesso, ma il momento è difficile per tutti. Le difficoltà sono parte del nostro sound”.

DI RECENTE AVETE RISTAMPATO ALCUNI DEI VOSTRI PRIMI ALBUM…
“Sì, siamo felici di essere tornati in possesso dei loro diritti e di aver reso loro giustizia con delle nuove confezioni e un suono aggiornato. Ora per i nostri nuovi fan è anche più facile rimediarli, quindi non posso che essere contento di questa operazione”.

ULTIMAMENTE IL SOUND DEI PRIMORDIAL SEMBRA VERTERE MAGGIORMENTE SUL VERSANTE EPIC METAL DELLE VOSTRE INFLUENZE, A DISPETTO DI QUELLE BLACK. COME DESCRIVERESTI LA VOSTRA EVOLUZIONE MUSICALE?
“Credo che tutto sommato quella sia una convinzione errata: i primi brani di ‘Imrama’ contengono molte voci pulite, ad esempio. Forse agli inizi le parti black metal erano più veloci e insistenti, ma c’è sempre stata una componente epic nella nostra musica, anche ai veri e propri esordi. Il black metal, comunque, sarà sempre parte del nostro sound: noi veniamo da lì, è lì che risiede il nostro cuore”.

ARTISTICAMENTE PARLANDO, QUALI SONO I REQUISITI CHE UNA CANZONE DEI PRIMORDIAL DEVE AVERE PER POTER ESSERE PUBBLICATA? VI È MAI CAPITATO DI RILASCIARE QUALCOSA E POI DI CHIEDERVI CHI VE LO AVESSE FATTO FARE?
“Sicuramente abbiamo avuto delle pessime idee, che non ci hanno portato da nessuna parte; ed è altrettanto vero che a volte abbiamo sprecato ore su qualcosa che non avrebbe mai potuto funzionare. Ma va bene così, è la natura del songwriting. Non so di preciso cosa citare per definire i nostri marchi di fabbrica, ma solitamente sentiamo subito quando qualcosa suona Primordial”.

VI È UN ALBUM O UNA CANZONE DELLA BAND CHE TI STA PARTICOLARMENTE A CUORE?
“A volte capita che ci si accorga subito se un riff o una frase sono destinati a diventare qualcosa di speciale. Ad esempio, quando Ciaran ha iniziato a suonare il riff di ‘The Coffin Ships’: ho sentito subito che quella musica chiamava un testo sulla carestia che colpì l’Irlanda nel 1800”.

QUALI SONO INVECE I TRE BRANI PEGGIORI DEI PRIMORDIAL SECONDO TE?
“Non credo che abbiamo dei brani così disastrosi nel nostro repertorio, ma farò uno sforzo (ride, ndR)! Diciamo che alcuni di essi hanno delle buone idee, ma potevano essere strutturati meglio: l’altro giorno in sala prove abbiano suonato ‘Graven Idol’ e si tratta di un pezzo che non pare andare da nessuna parte. Peccato. ‘The Black Hundred’, dall’ultimo album, non mi dice niente, e ‘Solitary Mourner’ è un altro pezzo che avremmo potuto risparmiarci. Ma chie ci vuoi fare? È la vita…”.

QUAL È L’ASPETTO DEL COMPORRE MUSICA CHE PIÙ TI ESALTA AL MOMENTO?
“Ora sto componendo canzoni per la mia nuova band Dread Sovereign, dove sono il compositore principale. Per me si tratta di una novità ed è un piacere misurarsi da solo in questa disciplina. Più in là, nel corso dell’anno, tornerò a dedicarmi ai Primordial. Devo sempre avere nuovi obiettivi”.

QUAL È INVECE L’ASPETTO DEL COMPORRE MUSICA CHE PIÙ TI SCORAGGIA?
“Del comporre musica non mi scoraggia niente. Ciò che non mi va a genio sono alcune sfaccettature di questo mondo: il business in generale, promoter avidi, festival giganteschi dove la gente sembra una mandria, persone che si chiedono perchè mai vogliamo essere pagati o rimborsati per fare qualcosa. Anche noi abbiamo bollette da pagare, come tutti…”.

PENSI CHE I VALORI DELLA SCENA METAL SIANO CAMBIATI RISPETTO AGLI ANNI ’80 O ’90?
“Certamente. Vi sono differenze enormi tra oggi ed allora. Far parte della scena richiedeva tanta passione e grandi sacrifici. Oggi invece tutto è a disposizione di chiunque e certi significati sono andati perduti. La gente è viziata e pare che tutti siano dei critici da camera da letto”.

ASCOLTI GRUPPI ED ALBUM NUOVI? SEGUI LE NUOVE USCITE?
“Sì, a differenza di vari coetanei, sono sempre alla ricerca di nuova musica. È importante tenersi aggiornati. Ancora oggi, nella band, ci scambiamo consigli, come se fosse il 1991. La nostra ultima scoperta è ‘With Hearts Toward None’ dei Mgla… davvero un grande album. Non siamo un gruppo che ascolta solo musica degli anni ’80 o ’90”.

SO CHE SEI COINVOLTO ANCHE NEI TWILIGHT OF THE GODS, UN PROGETTO INIZIALMENTE NATO COME TRIBUTO AI BATHORY. STATE LAVORANDO AL PRIMO ALBUM?
“L’album è praticamente pronto, a dire il vero. Verrà pubblicato a settembre dalla Season Of Mist. Potete aspettarvi un disco di heavy metal epico davvero maestoso, a cavallo fra Dio e Bathory”.

SO CHE TI OCCUPI DI UNA RUBRICA SUL MAGAZINE INGLESE ZERO TOLERANCE. COME TI TROVI NELLA VESTE DI OPINIONISTA/GIORNALISTA? CONSIDERANDO ANCHE IL TUO LAVORO SUI TESTI DEI PRIMORDIAL, HAI MAI PENSATO DI DIVENTARE UN VERO SCRITTORE?
“No, non avrei il tempo per fare qualcosa di simile. Mi piace scrivere qua e là, ma non ho mai avuto una vera retribuzione. È difficile fare qualcosa di creativo e venire pagati di questi tempi”.

PER CONCLUDERE, COME GIUDICHI LA CARRIERA DEI PRIMORDIAL SINO AD OGGI? AVETE RAGGIUNTO GLI OBIETTIVI CHE VI ERAVATE POSTI AGLI INIZI?
“Inizialmente volevamo soltanto suonare insieme e realizzare un demo. E ci siamo riusciti. Poi l’obiettivo è stato quello di registrare un vero album. E lo abbiamo raggiunto. Siamo semplicemente andati avanti così, a piccoli passi. Una cosa che trovo interessante della carriera dei Primordial è che la nostra ‘ascesa’ è stata lenta e che i nostri fan non vogliono soltanto ascoltare il debut album, ignorando tutto ciò che è venuto dopo, come invece accade per altre band. Abbiamo certamente commesso degli errori, ma siamo stati costanti e oggi siamo ancora qui…”.

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