Forse questa è la volta buona… i Primordial hanno infatti da poco pubblicato il loro sesto full-length, “To The Nameless Dead”, e pare che i risultati di critica e pubblico stiano premiando alla grande il quintetto irlandese, ancora una volta presentatosi sul mercato con un lavoro assolutamente degno di interesse. A dire il vero, anche in passato le critiche erano state lusinghiere, ma poi – per un motivo o per l’altro – la epic-dark metal band era sempre rimasta intrappolata nell’underground! Il 2007 sembra però essere a tutti gli effetti l’anno dei Primordial, nonostante il buon Alan Nemtheanga faccia di tutto per smorzare gli entusiasmi. Di seguito quello che ci ha raccontato all’indomani della pubblicazione del disco…
SEMBRA CHE DOPO DIVERSI ALBUM, TOUR IN EUROPA E APPARIZIONI A GROSSI FESTIVAL, I PRIMORDIAL STIANO FINALMENTE RISCUOTENDO LA CONSIDERAZIONE CHE DA SEMPRE MERITANO! LE RECENSIONI PER IL VOSTRO NUOVO ALBUM SONO TUTTE MOLTO BUONE E PARE SI STIA FACENDO UN GRAN PARLARE DI VOI. CHE NE PENSI? DATE PESO ALLE RECENSIONI O NON VE NE IMPORTA NULLA? CREDI CHE I PRIMORDIAL POSSANO DAVVERO AMBIRE A UN CERTO SUCCESSO?
“Mi limiterò a dire che abbiamo preso delle decisioni riguardanti questo album che si sono rivelate ottime per noi. Soprattutto per quanto riguarda la scelta dello studio e il periodo per le registrazioni e la pubblicazione. Sapevamo che i brani erano validi, ma il risultato finale è andato ben al di sopra delle nostre aspettative. Ci sentiamo davvero bene, questo è il nostro sesto album e non siamo scesi a compromessi, nè abbiamo perso la nostra energia. L’etichetta è contenta, la critica è entusiasta… vedremo cosa succederà. Non so se siamo destinati ad essere una band di culto o se la gente correrà a comprare il disco, facendoci diventare tutto a un tratto un gruppo più grosso. Non ho alcuna garanzia. Non so che altro dire… è tutto molto strano per me… questo è il nostro album numero 6 e la band esiste da 16 anni… nonostante tutto, forse è troppo tardi: sarei un pazzo a pensare che i Primordial non siano nella fase finale della loro carriera”.
“Mi limiterò a dire che abbiamo preso delle decisioni riguardanti questo album che si sono rivelate ottime per noi. Soprattutto per quanto riguarda la scelta dello studio e il periodo per le registrazioni e la pubblicazione. Sapevamo che i brani erano validi, ma il risultato finale è andato ben al di sopra delle nostre aspettative. Ci sentiamo davvero bene, questo è il nostro sesto album e non siamo scesi a compromessi, nè abbiamo perso la nostra energia. L’etichetta è contenta, la critica è entusiasta… vedremo cosa succederà. Non so se siamo destinati ad essere una band di culto o se la gente correrà a comprare il disco, facendoci diventare tutto a un tratto un gruppo più grosso. Non ho alcuna garanzia. Non so che altro dire… è tutto molto strano per me… questo è il nostro album numero 6 e la band esiste da 16 anni… nonostante tutto, forse è troppo tardi: sarei un pazzo a pensare che i Primordial non siano nella fase finale della loro carriera”.
IL FATTO DI ESSERE DA QUALCHE ANNO A QUESTA PARTE NEL ROSTER DI UNA LABEL POTENTE COME LA METAL BLADE E DI STARE DIVENTANDO UNA BAND PIUTTOSTO POPOLARE VI STA METTENDO NELLA CONDIZIONE DI AVERE A CHE FARE CON PARECCHI NUOVI “FAN” CHE VORRANNO SCARICARE ILLEGALMENTE I VOSTRI LAVORI DA INTERNET. COME VI PONETE DI FRONTE A QUESTO RISCHIO?
“La rete è un ottimo mezzo per fare promozione: puoi far arrivare la tua musica ovunque in pochi attimi. Il problema però è che un’intera generazione pensa che sia suo diritto ottenere musica gratis. Quindi chi paga per questa alla fine? Noi riceviamo del denaro dalla nostra label e con quest’ultimo dobbiamo pagare le spese per le registrazioni dell’album. Sta poi a noi scegliere come registrarlo… e noi non vogliamo affidarci a computer e pro tools. In ogni caso, noi dobbiamo restituire quel denaro all’etichetta tramite le vendite del disco. Se quest’ultimo vende poco, veniamo scaricati e non possiamo avere più la possibilità di incidere nuova musica e/o di andare in tour. Molte band affrontano questi problemi ogni giorno. Il music business sta cambiando velocemente, le label – almeno quelle del nostro genere – non hanno più tanto potere e devono affidarsi a tanti espedienti per sopravvivere. Per fortuna pare che la Metal Blade abbia capito come agire e il nostro primo album per loro ha venduto più di tutti quelli usciti in precedenza. Comunque, tornando alla domanda, la mia risposta è assai semplice: io devo pagare per realizzare la musica dei Primordial, quindi perchè qualcun’altro deve ottenerla completamente gratis? Se oggi tutto quello che devi pare per ascoltare un album è cliccare da qualche parte con il tuo mouse, credo proprio che un’intera generazione non proverà mai lo stesso amore per la musica che noi abbiamo provato nella nostra vita. Forse sono troppo romantico, ma trovo che la musica ad oggi stia diventando sempre meno speciale. Non è più qualcosa in grado di identificare una persona, è solo spazio su un hard disk. Con i Primordial saremo sempre contro questo modo di fare, finchè esisteremo noi saremo sempre dalla parte della vera musica”.
“La rete è un ottimo mezzo per fare promozione: puoi far arrivare la tua musica ovunque in pochi attimi. Il problema però è che un’intera generazione pensa che sia suo diritto ottenere musica gratis. Quindi chi paga per questa alla fine? Noi riceviamo del denaro dalla nostra label e con quest’ultimo dobbiamo pagare le spese per le registrazioni dell’album. Sta poi a noi scegliere come registrarlo… e noi non vogliamo affidarci a computer e pro tools. In ogni caso, noi dobbiamo restituire quel denaro all’etichetta tramite le vendite del disco. Se quest’ultimo vende poco, veniamo scaricati e non possiamo avere più la possibilità di incidere nuova musica e/o di andare in tour. Molte band affrontano questi problemi ogni giorno. Il music business sta cambiando velocemente, le label – almeno quelle del nostro genere – non hanno più tanto potere e devono affidarsi a tanti espedienti per sopravvivere. Per fortuna pare che la Metal Blade abbia capito come agire e il nostro primo album per loro ha venduto più di tutti quelli usciti in precedenza. Comunque, tornando alla domanda, la mia risposta è assai semplice: io devo pagare per realizzare la musica dei Primordial, quindi perchè qualcun’altro deve ottenerla completamente gratis? Se oggi tutto quello che devi pare per ascoltare un album è cliccare da qualche parte con il tuo mouse, credo proprio che un’intera generazione non proverà mai lo stesso amore per la musica che noi abbiamo provato nella nostra vita. Forse sono troppo romantico, ma trovo che la musica ad oggi stia diventando sempre meno speciale. Non è più qualcosa in grado di identificare una persona, è solo spazio su un hard disk. Con i Primordial saremo sempre contro questo modo di fare, finchè esisteremo noi saremo sempre dalla parte della vera musica”.
VENIAMO ORA A “TO THE NAMELESS DEAD”: IL TITOLO, COME SEMPRE, E’ MOLTO INTERESSANTE…
“A livello di testi, c’è molta carne al fuoco, tuttavia, alla base dell’intero disco c’è il concetto di nazione. Ad esempio, il perchè certa gente pensa di avere diritti su una determinata terra. Oppure, il cambiamento dei confini, la scomparsa di certe nazioni, del loro folklore, dei loro miti, dei loro linguaggi. Le persone grazie alle quali sono stati costruiti degli imperi. Il milite ignoto che ha dato la sua vita in guerre combattute nel fango e nel sangue. Le persone che hanno dato la vita pensando di donare alla loro gente una vita migliore. Le persone che hanno combattuto per gli ideali in cui credevano… questo album è un omaggio alla tenacia dello spirito umano e al suo desiderio di resistere e ribellarsi”.
“A livello di testi, c’è molta carne al fuoco, tuttavia, alla base dell’intero disco c’è il concetto di nazione. Ad esempio, il perchè certa gente pensa di avere diritti su una determinata terra. Oppure, il cambiamento dei confini, la scomparsa di certe nazioni, del loro folklore, dei loro miti, dei loro linguaggi. Le persone grazie alle quali sono stati costruiti degli imperi. Il milite ignoto che ha dato la sua vita in guerre combattute nel fango e nel sangue. Le persone che hanno dato la vita pensando di donare alla loro gente una vita migliore. Le persone che hanno combattuto per gli ideali in cui credevano… questo album è un omaggio alla tenacia dello spirito umano e al suo desiderio di resistere e ribellarsi”.
QUAL’E’ L’EMOZIONE PIU’ IMPORTANTE CHE I PRIMORDIAL VOGLIONO TRASMETTERE CON LA LORO MUSICA?
“Difficile da dire… non si può parlare di una singola emozione. Trasmettere emozioni è lo scopo di qualsiasi tipo di arte. Smuovere la gente, colpirla, sfidarla. Noi cerchiamo solamente di creare qualcosa che possa durare nel tempo, a prescindere dalla scena in cui ci muoviamo e dal genere. Tutto sta nell’essere onesti e puri. Onestà e purezza… questo è ciò che conta di più”.
“Difficile da dire… non si può parlare di una singola emozione. Trasmettere emozioni è lo scopo di qualsiasi tipo di arte. Smuovere la gente, colpirla, sfidarla. Noi cerchiamo solamente di creare qualcosa che possa durare nel tempo, a prescindere dalla scena in cui ci muoviamo e dal genere. Tutto sta nell’essere onesti e puri. Onestà e purezza… questo è ciò che conta di più”.
DOVETE TROVARVI IN UN DETERMINATO STATO MENTALE PER RIUSCIRE A COMPORRE?
“Non io… quando devo scrivere i testi, lo faccio indipendetemente da come mi sento o da cosa accade intorno a me. Non scrivo quei versi pensando direttamente ai Primordial. Sono solo parole. Alcune finiscono per essere usate per la band, altre no. Quando ci ritroviamo in sala prove e iniziamo a suonare, vedo quali parole possono essere adatte per la musica e ci lavoro sopra. Ma non c’è alcun metodo vero e proprio… tutto è davvero casuale”.
“Non io… quando devo scrivere i testi, lo faccio indipendetemente da come mi sento o da cosa accade intorno a me. Non scrivo quei versi pensando direttamente ai Primordial. Sono solo parole. Alcune finiscono per essere usate per la band, altre no. Quando ci ritroviamo in sala prove e iniziamo a suonare, vedo quali parole possono essere adatte per la musica e ci lavoro sopra. Ma non c’è alcun metodo vero e proprio… tutto è davvero casuale”.
LO STESSO DISCORSO DUNQUE VALE ANCHE PER LA MUSICA? E’ SOLO UN CASO SE I BRANI DI “TO THE NAMELESS DEAD” SONO UN PO’ DIVERSI DA QUELLI DI “THE GATHERING WILDERNESS”?
“Esattamente… ci fidiamo dei nostri istinti e seguiamo soltanto questi ultimi. A volta la musica è più aggressiva, altre volte più epica… capita, se per noi suona bene, non ci preoccupiamo di forzare il nostro songwriting in un’altra direzione. Il nuovo album è più movimentato ed epico del precedente, ma nulla è stato deciso a tavolino… è semplicemente successo”.
“Esattamente… ci fidiamo dei nostri istinti e seguiamo soltanto questi ultimi. A volta la musica è più aggressiva, altre volte più epica… capita, se per noi suona bene, non ci preoccupiamo di forzare il nostro songwriting in un’altra direzione. Il nuovo album è più movimentato ed epico del precedente, ma nulla è stato deciso a tavolino… è semplicemente successo”.
UNA DELLE PARTICOLARITA’ DELLA VOSTRA PROPOSTA E’ SENZ’ALTRO LA PERENNE ATMOSFERA DRAMMATICA. IN QUESTO SENSO, SIETE DAVVERO DIVERSI DA ALTRE BAND IRLANDESI. I CRUACHAN, AD ESEMPIO, PROPONGONO MUSICA PER CERTI VERSI ASSAI PIU’ ALLEGRA…
“Mi piacciono i Cruachan, trovo che siano veramente bravi in quello che fanno. Ma quella non è la nostra Irlanda. I Cruachan rappresentano l’Irlanda delle feste e dei pub, noi invece siamo l’Irlanda delle colline spazzate dal vento. Siamo il lato oscuro e malinconico della nostra terra”.
“Mi piacciono i Cruachan, trovo che siano veramente bravi in quello che fanno. Ma quella non è la nostra Irlanda. I Cruachan rappresentano l’Irlanda delle feste e dei pub, noi invece siamo l’Irlanda delle colline spazzate dal vento. Siamo il lato oscuro e malinconico della nostra terra”.
NONOSTANTE LA OVVIA UNICITA’ DEL SOUND DEI PRIMORDIAL, SIETE DA SEMPRE MOLTO CONSIDERATI ALL’INTERNO DELLA SCENA BLACK METAL. VI SENTITE IN QUALCHE MODO VICINI AD ESSA?
“Credo che i black metal fan siano consapevoli del fatto che i Primordial iniziarono a muoversi all’interno della seconda ondata di black metal band: quelle uscita tra i tardi anni Ottanta e i primi Novanta. Inoltre, siamo un gruppo che non ha mai tradito le proprie radici e che non è mai sceso a compromessi. Infine, la potenza dei nostri concerti è certamente affine a quella di altre formazioni black. Queste, insomma, possono essere le ragioni di quanto dici. E tutto questo, ovviamente, mi fa piacere… la scena black metal è quella che ancora oggi sento più vicina al mio modo di essere”.
“Credo che i black metal fan siano consapevoli del fatto che i Primordial iniziarono a muoversi all’interno della seconda ondata di black metal band: quelle uscita tra i tardi anni Ottanta e i primi Novanta. Inoltre, siamo un gruppo che non ha mai tradito le proprie radici e che non è mai sceso a compromessi. Infine, la potenza dei nostri concerti è certamente affine a quella di altre formazioni black. Queste, insomma, possono essere le ragioni di quanto dici. E tutto questo, ovviamente, mi fa piacere… la scena black metal è quella che ancora oggi sento più vicina al mio modo di essere”.
LE VOSTRE PRINCIPALI INFLUENZE SONO ORMAI NOTE… BATHORY E CANDLEMASS, AD ESEMPIO. MA VI SENTITE LEGATI ANCHE A DELLE BAND PIU’ RECENTI? E VI ISPIRATE ANCHE AD ALTRE FORME D’ARTE?
“Certamente… ci vorrebbe del tempo per menzionarle tutte, ma non siamo quei fan che non ascoltano band che sono uscite dopo il 1990! In giro ci sono tanti ottimi musicisti e tante band interessanti… alcune di esse anche ispirate notevolmente dai Primordial. Per quanto riguarda altre forme d’arte, anche in questo caso la risposta è affermativa. Io leggo moltissimo e amo viaggiare… sono solito passare ore nei musei a informarmi e a riflettere”.
“Certamente… ci vorrebbe del tempo per menzionarle tutte, ma non siamo quei fan che non ascoltano band che sono uscite dopo il 1990! In giro ci sono tanti ottimi musicisti e tante band interessanti… alcune di esse anche ispirate notevolmente dai Primordial. Per quanto riguarda altre forme d’arte, anche in questo caso la risposta è affermativa. Io leggo moltissimo e amo viaggiare… sono solito passare ore nei musei a informarmi e a riflettere”.
QUALI SONO GLI ULTIMI ALBUM CHE HAI ACQUISTATO O LE BAND CHE ULTIMAMENTE TI HANNO PIU’ COLPITO?
“Quest’anno sono stati pubblicati parecchi dischi di valore, a mio avviso. Io ho acquistato e gradito molto gli ultimi album di Rotting Christ, Warning, Marduk, Watain, High On Fire, Reverend Bizarre, Cobalt, Shining, Slough Feg, Deathspell Omega, Desaster e Rose Tattoo”.
“Quest’anno sono stati pubblicati parecchi dischi di valore, a mio avviso. Io ho acquistato e gradito molto gli ultimi album di Rotting Christ, Warning, Marduk, Watain, High On Fire, Reverend Bizarre, Cobalt, Shining, Slough Feg, Deathspell Omega, Desaster e Rose Tattoo”.
QUALI SONO I VOSTRI PIANI PER LA PROMOZIONE DI “TO THE NAMELESS DEAD”?
“Ad oggi sono letteralmente sommerso da interviste ed email! Per quanto riguarda il fronte live, abbiamo moltissime offerte da festival famosi e piccoli, le quali cercheremo di esaminare quanto prima. Si sta inoltre parlando anche di tour veri e propri… vedremo. Sinceramente, spero di poter tornare in Italia nel 2008. Abbiamo suonato da voi soltanto nel 2000 con gli Immortal e mi piacerebbe tenere almeno un altro concerto”.
“Ad oggi sono letteralmente sommerso da interviste ed email! Per quanto riguarda il fronte live, abbiamo moltissime offerte da festival famosi e piccoli, le quali cercheremo di esaminare quanto prima. Si sta inoltre parlando anche di tour veri e propri… vedremo. Sinceramente, spero di poter tornare in Italia nel 2008. Abbiamo suonato da voi soltanto nel 2000 con gli Immortal e mi piacerebbe tenere almeno un altro concerto”.
STATE GIA’ PENSANDO A UNA EVENTUALE SCALETTA?
“In questo momento stiamo suonando tutto il nuovo album in sala prove per vedere cosa potrebbe rendere meglio in un contesto live. Comunque proporremo anche dei vecchi brani. Purtroppo solitamente non abbiamo tantissimo tempo a disposizione, e questo è un peccato… il nostro repertorio ormai è piuttosto vasto”.
“In questo momento stiamo suonando tutto il nuovo album in sala prove per vedere cosa potrebbe rendere meglio in un contesto live. Comunque proporremo anche dei vecchi brani. Purtroppo solitamente non abbiamo tantissimo tempo a disposizione, e questo è un peccato… il nostro repertorio ormai è piuttosto vasto”.
ALCUNI DEI VOSTRI VECCHI ALBUM SONO STATI PUBBLICATI DA LABEL PIUTTOSTO PICCOLE E ALCUNE DI QUESTE OGGI NON ESISTONO PIU’. AVETE FORSE IN PROGRAMMA UNA SERIE DI RISTAMPE PER IL FUTURO PROSSIMO?
“Non saprei… purtroppo non abbiamo i diritti, ma immagino che prima o poi torneranno tutti a essere disponibili, anche se non so quando e su quale etichetta. Comunque ci sono ancora delle copie disponibili in vari mailorder e negozi”.
“Non saprei… purtroppo non abbiamo i diritti, ma immagino che prima o poi torneranno tutti a essere disponibili, anche se non so quando e su quale etichetta. Comunque ci sono ancora delle copie disponibili in vari mailorder e negozi”.
BENE, GRAZIE PER IL TUO TEMPO, ALAN. VUOI AGGIUNGERE QUALCOSA?
“Grazie a te per il supporto. No compromise… not then, not now, not ever”.
“Grazie a te per il supporto. No compromise… not then, not now, not ever”.