Fa estremamente piacere parlare con musicisti consapevoli, orgogliosi, ma anche pronti a mettersi in discussione: è quello che è trasparso dall’intervista coi grinders greci Progress of Inhumanity, il cui esordio “Escalating Decay”, sotto The Spew Records, nella sua eccellenza, lascia il segno e riporta l’etichetta lombarda ai “fasti che furono”, quelli di fine anni Novanta. Per i Progress of Inhumanity, attitudine, dunque, e coscienza dei propri mezzi: questi i punti cardinali della musica della band greca, dedita ad un grindcore, seppur di vecchia scuola, mai noioso e scontato. Sentiamo cosa i Nostri hanno da dirci…
CIAO RAGAZZI! PER MOLTI DEI NOSTRI LETTORI SIETE UNA BAND PIUTTOSTO RECENTE; PER CUI, QUESTO E’ IL MOMENTO D’UNA DOMANDA TIPICA E RITUALE: QUANDO E DOVE SIETE NATI?
“I Progress of Inhumanity si sono formati nell’inverno del 2006. Tutti noi eravamo amici, anni prima ancora che mettessimo in piedi questa realtà. Il nostro proposito era ed è ancora quello di suonare un grindcore grezzo e selvaggio”.
“ESCALATING DECAY” E’ UNO DEI MIGLIORI DEBUT ALBUM CHE IO ABBIA SENTITO NEGLI ULTIMI ANNI! E’ INCREDIBILMENTE SPONTANEO, NONCHE’ ESTREMAMENTE RADICATO IN QUELLO CHE E’ IL PIU’ “TRUE” GRINDCORE DI VECCHIA SCUOLA! SONO PASSATI DIVERSI MESI DALLA RELEASE: SIETE ANCORA SODDISFATTI O VI PIACEREBBE POTER CAMBIARE QUALCOSA?
“Grazie per le belle parole, fa davvero piacere sapere che la gente apprezza quanto facciamo. Al di là dell’album in sè, siamo veramente soddisfatti del risultato ottenuto e, considerando la situazione in cui eravamo coinvolti, ogni cosa è andata alla grande e, per forza di cose, ci siam presi il nostro tempo… Se volessimo cambiare qualcosa, comunque, sarebbe solo nell’ordine della tracklist”.
NELLA VOSTRA FORMAZIONE NON C’E’ UN BASSISTA: E’ UNA SCELTA FORZATA O LIBERA E PER MOTIVI ARTISTICI?
“Si potrebbe dire che sia una scelta libera, perchè, agli inizi della band, proprio non riuscivamo a trovare nessuno adeguato alla situazione, abbiam anche fatto diverse ricerche e provini, ma, ogni volta, ci sentivamo come se qualcosa non funzionasse. Non ci interessava se la gente si sarebbe dovuta sorbire una band senza basso, volevamo andare avanti… anche facendo concerti come power trio, mentre componevamo il CD, allo stesso tempo. Ora come ora, abbiamo Bill (il chitarrista dei Vulnus) al basso e, ufficialmente, possiam definirci un quartetto.”
I VOSTRI TESTI CONTENGONO UN SACCO DI PROVOCAZIONI CONTRO IL MODERNO SISTEMA SOCIO-CULTURAL-POLITICO: PENSATE DI MANTENERE PER SEMPRE QUEST’APPROCCIO LIRICO? SIETE DELL’IDEA CHE IL GRINDCORE DEBBA NECESSARIAMENTE AVERE QUESTO TIPO DI TESTI?
“Non potremmo scrivere su mutilazioni o Satana o cose così, ci sono elementi nella vita quotidiana che fanno ben più paura. In tempi d’incertezza come quelli d’oggi, tutto questo è qualcosa a cui possiamo ispirarci. Poi, per noi, viene molto più naturale scrivere quel tipo di lyrics, piuttosto che scrivere di cose che non abbiamo mai provato sulla nostra pelle. Probabilmente continueremo in questa direzione, aggiungendo sempre più personalità al tutto. Il grind è una forma d’espressione libera ed ognuno può parlare di qualunque cosa.”
LA VOSTRA MUSICA E’ PROFONDAMENTE RADICATA NEGLI ANNI OTTANTA: IN UN MOMENTO IN CUI IL GRINDCORE STA DIVENTANDO SEMPRE PIU’ SPERIMENTALE O SPINTO VERSO IL DEATH METAL, VOI RESTATE ESTREMAMENTE ANCORATI AGLI STILEMI DEL GENERE ED ESEGUITE IL TUTTO EGREGIAMENTE. VI PIACCIONO, COMUNQUE, ANCHE LE BAND DALLE SONORITA’ PIU’ “NUOVE” O VI RITENETE FAN DI ROBA ESCLUSIVAMENTE SULLA LINEA DI NAPALM DEATH, NAUSEA, TERRORIZER, EXTREME NOISE TERROR…?
“Cazzo se ci piace la roba più sperimentale! Ci piacciono le band che hanno la volontà d’osare, d’evolvere il suono e creare qualcosa di unico; come ascoltatori, negli ulimi due-tre anni, abbiam sentito alcuni dischi niente male che ci hanno fatto veramente andare fuori! Per noi ci sono due tipi di musica: buona e cattiva ed i nostri gusti musicali spaziano pressochè su qualunque ambito. Abbiamo deciso di suonare questo genere in questo modo perchè ne avevamo le palle piene di tutte ‘ste menate plasticose che escono oggi come oggi…”.
COM’E’ IL VOSTRO PUBBLICO? PIU’ METALLARI O PIU’ PUNK/HARDCORERS? FRA LE DUE CATEGORIE, CHI PREFERITE AVERE DAVANTI AL PALCO?
“Per lo più nel pubblico abbiamo gente proveniente dall’ambito punk ed hardcore, ma non mancano i metallari… Ci piace quest’idea d’incrociare i due ambiti, fare qualcosa che rompa i confini fra d’essi, in modo da poter suonare per entrambi. In verità, non abbiamo preferenze, l’importante è che ci sia un bel macello nel pit. Amiamo quest’idea d’avere più elementi di riferimento in un singolo concerto: in questo modo, ognuno è benvenuto. Dopotutto, la musica è per tutti…”.
A CAUSA DELLE ORIGINI MUSICALI ED ATTITUDINALI PROVENIENTI DAL PUNK E DALL’HARDCORE, NON POCHE GRIND BAND HANNO E DIMOSTRANO UN CERTO IMPEGNO IN AMBITO SOCIALE E POLITICO. ANCHE PER VOI E’ COSI’?
“L’unico impegno che abbiamo è quello legato ai nostri lavori che facciamo ogni giorno. I Progress of Inhumanity non fan riferimento a nessun movimento sociale o partito politico, ma non per ignoranza, bensì per scelta: utilizziamo il grindcore come un mezzo per fare rumore e, allo stesso tempo, comunque, avere un certo messaggio è qualcosa d’importante per noi.”
AL MOMENTO AVETE UN CONTRATTO CON L’ETICHETTA ITALIANA THE SPEW: CHE COSA VI ASPETTATE DA QUESTO DEAL? DOVE SUONERETE NEL CORSO DI QUESTO 2011? STATE GIA’ SCRIVENDO NUOVI PEZZI?
“Da questo contratto, non aspettiamo altro che un’onesta promozione e distribuzione, insieme alla possibilità di fare il maggior numero di concerti possibile; a parte queste cose, chiediamo enormi quantità di erba italiana, pasta e donne (ride, ndR)! Al momento abbiamo già una decina di nuove canzoni su cui stiamo lavorando, in modo d’avere già una base per il nostro secondo disco. Non abbiamo ancora pianificato alcun concerto, ma presto renderemo note le nostre prossime date per promuovere in giro il nostro disco d’esordio”.