PSYCHONAUT 4 – Deprimente euforia

Pubblicato il 11/02/2025 da

Cos’è la tristezza? Cos’è la disperazione? Cos’è il malessere? Una serie di domande esistenziali alle quali gli Psychonaut 4 hanno sempre cercato di rispondere a modo loro, fin dagli inizi nella loro grigia e problematica Tbilisi.
Iscritti – senza che loro, francamente, lo desiderassero – nella corrente del depressive black metal, i georgiani si sono contraddistinti fin dall’esordio “Have A Nice Trip” per una brillante disinvoltura nel modo di affrontare il black metal. Se il minimalismo del depressive è in effetti la corrente primigenia, il gruppo ha saputo dare nel tempo sfumature tutte sue alla propria musica, attingendo a varie declinazioni del metal estremo, come alle melodie del folklore locale.
Una capacità di mutare suoni dinamiche e tonalità che li ha condotti finora a una discografia notevole, allo stesso tempo eclettica ed accessibile. L’ultimo album “…Of Mourning” va a spostare nuovamente i confini, per una pubblicazione che annacqua parzialmente le caratteristiche base della formazione, conferendole una connotazione più pulita, meno intrappolata nella cupezza, altrettanto valida nelle composizioni e vibrante di emozionalità.
Ne abbiamo parlato con uno dei chitarristi, S.D. Ramirez, in un’intervista in cui emerge l’essenza pungente, sarcastica e istintiva che ammanta l’arte degli Psychonaut 4.

“…OF MOURNING” SEMBRA PERCORRERE UN SENTIERO PARZIALMENTE DIFFERENTE DA QUELLO CHE AVETE SEGUITO IN PASSATO: UN SUONO PIÙ PULITO, MENO ORIENTATO AL BLACK METAL, CON QUALCHE SFUMATURA GOTHIC. CI SONO IN GENERALE MENO RUVIDEZZA, LA COMPONENTE PIÙ ASPRA E AUTODISTRUTTIVA PARE ESSERE STATA IN PARTE ANNACQUATA.
A COSA SI DEVE QUESTO CAMBIAMENTO? COSA VI HA MOTIVATO A QUESTE MODIFICHE NEL VOSTRO SUONO DISTINTIVO?

– È divertente osservare come le persone ragionino di generi e decisioni di cambi di stile, quando noi, francamente, non ingabbiamo mai il nostro processo creativo. Componiamo sempre della musica che in qualche maniera è sempre più affine al black metal, che non ad altri stili. Il nostro prossimo album potrebbe suonare K-pop oppure death metal, a seconda del nostro stato d’animo e delle nostre condizioni mentali in quel determinato periodo.

RIGUARDO AL NUOVO ALBUM, LA CANZONE CHE SECONDO ME MEGLIO RAPPRESENTA IL VOSTRO CAMBIAMENTO STILISTICO È “VAI ME”, DOVE POSSIAMO SENTIRE DELLE VOCI DRAMMATICHE E DECLAMATORIE, ABBASTANZA SPIAZZANTI PER UN VOSTRO DISCO, E DOVE IL MOOD GENERALE È PIUTTOTO DIVERSO DA QUELLO CHE POSSIAMO TROVARE NEI VOSTRI BRANI. COME È NATA E SI È SVILUPPATA “VAI ME”?
– A dire il vero, “Vai Me” la ritengo la canzone più vicina ai nostri album precedenti, rispetto alle altre tracce di “…Of Mourning”. Nella mia immaginazione è per metà la sorella di “Personal Forest”, da “Dipsomania”, per un’altra metà è imparentata con “Sana-Sana-Sana-Cura-Cura-Cura”, da “Beautyfall”.
Per le linee vocali, le parti urlate sono state registrate dal nostro cantante Graf, mentre quelle pulite le abbiamo cantate io e Drifter (uno dei chitarristi, ndr).

SULL’ULTIMO DISCO C’È UN CONTRIBTO DI M.S. DEGLI HARAKIRI FOR THE SKY IN UNA CANZONE, “FIQREBI MTSUKHRISA”. QUALI SONO I VOSTRI RAPPORTI CON QUEST’IMPORTANTE MUSICISTA E COME SIETE FINITI A COLLABORARE NEL BRANO IN ESAME?
-È stato tutto molto spontaneo e ben poco studiato. I ragazzi degli Harakiri For The Sky sono arrivati a Tbilisi per un concerto e Mathias (il nome di battesimo di M.S., per l’appunto, ndr) si è fermato dove proviamo di solito per fare due chiacchiere e bere qualcosa.
In quel momento io e Alex (Menabde, bassista, ndr) stavamo lavorando proprio a “Fiqrebi Mtukhrisa”. Dopo un paio di giri di vodka Mathias ci ha chiesto se poteva provare a suonare qualcosa su quel pezzo, così gli abbiamo dato una chitarra e ha suonato una splendida melodia che abbiamo inserito nella canzone.

FACCIO UN PASSO INDIETRO, A “BEAUTYFALL”, PERCHÉ SONO UN ESTIMATORE DELL’ARTWORK DI QUEL DISCO, CON QUELLA SOFFERENTE FIGURA DEFORME PRESENTE IN COPERTINA. CONUNICA IMMEDIATAMENTE UN SENSO DI ATROCITÀ E LANCINANTE DISPERAZIONE.
INVECE, PER “…OF MOURNING”, AVETE SCELTO UN’IMMAGINE DI COPERTINA DECISAMENTE PIÙ SOBRIA. PENSI CHE, PUR NELL’ESTREMA DIVERSITÀ DEI DUE SOGGETTI RAPPRESENTATI, CI SIANO DELLE ANALOGIE E DEI COLLEGAMENTI TRA I DUE COVER ARTWORK?

– L’artwork di “…Of Mourning”, tra quelli di tutti i nostri dischi, è quello ha il significato più profondo. Ma non andrò troppo nei dettagli, quello che ti posso dire è che è stato ispirato da mia nonna, che tra l’altro canta l’outro dell’album e la cui immagine è presente in uno dei nuovi disegni del nostro merchandise.

LE DROGHE E IL LORO ABUSO SONO UN ARGOMENTO CENTRALE NELLE VOSTRE LIRICHE. CON IL PASSARE DEGLI ANNI, COME SI È EVOLUTO QUESTO TEMA NEI TESTI? E QUANTO VI RAPPRESENTA AD OGGI, COME PERSONE E MUSICISTI, QUEST’IMMAGINARIO DI CONSUMO DI SOSTANZA PROIBITE?
– Droghe e alcol non hanno portato mai nulla di buono a nessuno, e noi non facciamo eccezione. Non so dirti quanto queste cose abbiano influito nel plasmare le nostre personalità o il nostro essere musicisti, probabilmente l’hanno fatto e sicuramente non l’hanno fatto in maniera positiva.

SE È VERO CHE QUANTO SUONATE È BEN PIÙ AMPIO STILISTICAMENTE DEL ‘SEMPLICE’ DEPRESSIVE BLACK METAL, È VERO CHE QUESTO SOTTOGENERE È STATO IL PRIMO AD ESSERE UTILIZZATO PER DEFINIRE LA VOSTRA PROPOSTA. ALL’INTERNO DI QUESTA ‘TRISTE VIA’ DEL BLACK METAL, CI SONO GRUPPI CHE VI PIACCIONO E PENSATE INTERPRETINO CON PERSONALITÀ QUESTE SONORITÀ?
– Ribadisco che non prestiamo alcun tipo di attenzione ai generi, puoi definirci come preferisci, fa poca differenza per noi. Parlando di una ‘triste via’ attraverso cui percorrere sonorità black metal, un’ottima espressione di disperazione può essere ascoltata in “Death Pierce Me” dei Silencer (unico e mitizzato album della band svedese del 2001, ndr).

IL PRIMO ALBUM DEGLI PSYCHONAUT 4, “HAVE A NICE TRIP”, È IN OGNI CASO CONSIDERATO UNO DEI MIGLIORI ESEMPI DI DEPRESSIVE BLACK METAL. SECONDO VOI, QUALI SONO LE QUALITÀ CHE HANNO PERMESSO AL VOSTRO ESORDIO DI EMERGERE E DIVENTARE COSÌ IMPORTANTE PER MOLTI MUSICISTI E FAN?
– “Have A Nice Trip” è l’eco di pure, ruvide, innocenti emozioni, da parte di veri appassionati di musica di Tbilisi, dei semplici ventenni con un gran desiderio di far sentire la propria voce: penso che le persone possano riconoscere in quel disco l’innocenza e la purezza che avevamo ai tempi.

UN SUONO BLACK METAL COSÌ TRISTE E SCONFORTATO COME IL VOSTRO È ASSOCIATO, ALMENO DA PARTE DI ‘NOI OCCIDENTALI’, ALL’ATMOSFERA TIPICA DI UNA GRANDE CITTÀ ESTEUROPEA, IN PARTICOLARE QUELLE PIÙ LONTANE DAI FLUSSI TURISTICI E DALLE CONTAMINAZIONI ESTERNE. POSTI GRIGI, INOSPITALI, RESPINGENTI. SONO LE NOSTRE SOLO IDEE STEREOTIPATE, OPPURE C’È DEL VERO IN QUESTE NOSTRE IMMAGINI MENTALI E NEL TIPO DI INFLUSSO CHE QUESTI ASPETTI HANNO DATO ALLA MUSICA DEGLI PSYCHONAUT 4?
– Non ho idea di cosa pensino normalmente gli europei occidentali sulla nostra parte del mondo, ma quando quelli che erano ragazzi negli anni ’90 guardano ai loro anni giovanili, si ricordano delle loro consolle Nintendo, dei rassicuranti film di Natale e tutte quelle altre cose associate all’infanzia, a quando erano piccoli.
Per noi georgiani, quel periodo rimanda alla mancanza di riscaldamento, di acqua corrente, di elettricità, alla guerra civile. Questa è l’atmosfera nella quale siamo cresciuti. Non so dirti fino a che punto ciò abbia influenzato la nostra musica, ma questo è quanto.

IL GEORGIANO È UNA LINGUA ATIPICA, CON UN SUO PARTICOLARE SUONO E CADENZA. COME PENSATE VI ABBIA AIUTATO A DARE UNA IDENTITÀ FORTE AGLI PSYCHONAUT 4?
– Utilizzare il georgiano nella nostra musica è stato per noi un fatto naturale, non l’abbiamo fatto per suonare più esotici o cos’altro. Alla fine questa scelta ci ha permesso di suonare in modo differente dagli altri e negli anni è in effetti diventato un elemento molto distintivo.

SIETE SICURAMENTE LA METAL BAND GEORGIANA PIÙ NOTA NELL’EUROPA OCCIDENTALE. A COSA È DOVUTA SECONDO VOI QUESTA POPOLARITÀ E L’ESSERE RIUSCITI QUINDI A CREARE UNA FORTE FANBASE, NONOSTANTE LA LONTANANZA GEOGRAFICA?
– Stento ancora a credere che la nostra audience sia divenuta così ampia negli anni. Penso che la chiave rimanga quella di rimanere onesti nella propria arte. Come accennato prima, le persone si accorgono di chi è un artista vero e chi è pura finzione, recita un personaggio, si comporta e suona in un certo modo solo per piacere.

RIMANENDO A QUANTO OFFRE LA VOSTRA TERRA, QUALI SONO SECONDO TE I GRUPPI METAL GEORGIANI CHE MERITEREBBERO MAGGIOR CONSIDERAZIONE?
– Sfortunatamente, le band georgiane, anche le migliori, tendono ad essere poco longeve. Diverse band di talento nascono e si sciolgono nel giro di pochi anni. Tra quelle al momento in attività, nomino volentieri Ennui e Askeesi.

SE DOVESSI INDICARE UN TERMINE DI PARAGONE PER GLI PSYCHONAUT 4, LA PRIMA BAND CHE MI VERREBBE IN MENTE SONO I LIFELOVER. CHE OPINIONE HAI DI QUESTO GRUPPO E COME HA – SE LO HA FATTO – INFLUENZATO QUANTO SUONATE?
– Personalmente non sono un loro fan, ho provato ad ascoltarli per bene, ma non riesco a farmeli piacere. Secondo me l’influenza dei Lifelover nella nostra musica è limitata al cantato di Graf, lui sì che è un loro grande fan!

LE VOSTRE ESIBIZIONI DAL VIVO SONO MOLTO INTENSE ED ENERGICHE, DIMOSTRATE UNA GRANDE PARTECIPAZIONE E SIETE MOLTO FISICI DURANTE I CONCERTI. COSA RAPPRESENTANO PER VOI I LIVE E COME LI VIVETE?
– Hai già detto tutto tu: viviamo intensamente ogni istante dei nostri show. Per quanto mi riguarda personalmente, il segreto di un concerto ben riuscito è vivere al massimo il momento, non pensare ad altro, godersi quello che si sta facendo in quel preciso istante. Altro non conta. Questa è l’unica cosa che unisce musicisti e pubblico a livello spirituale.

 

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