PSYCHOTOMY – Rinascita afotica

Pubblicato il 17/12/2018 da

Eravamo ben dubbiosi su quello che sarebbe stato il destino degli Psychotomy, una volta ascoltato lo zoppicante debutto “Antinomia”. Mentre il nuovo “Aphotik” ha cambiato completamente le carte in tavola, mettendoci di fronte a una formazione solida e ispirata, passata da un thrash-core anonimo a un death metal plumbeo e aggressivo, che ha nel death metal americano più marcio e in compagini di più recente costituzione come i Dead Congregation i principali soggetti ispiratori. Un’impostazione sonora molto valida, quella ostentata dal terzetto, resa possibile dal cambio di batterista, che vede ora quali pietre angolari un riffing acuminato e avvolgente e una vocalità che non ha nulla da invidiare per profondità ed espressività ai migliori singer in growl oggi sulla piazza. La chitarrista Irene ci parla dell’evoluzione sonora del gruppo e di come la band sia di fatto ‘rinata’ grazie a questa mutazione stilistica.

CON “APHOTIK” AVETE COMPIUTO UN TOTALE STRAVOLGIMENTO DEL VOSTRO SOUND, PASSANDO DA UN THRASH-DEATH ABBASTANZA ANONIMO E CONFUSO, QUELLO MESSO IN MOSTRA IN “ANTINOMIA”, AL DEATH METAL CAVERNOSO E ASFITTICO DEL VOSTRO SECONDO ALBUM. A COSA DOBBIAMO QUESTA TRASFORMAZIONE RADICALE?
– Questo importante cambiamento è stato dato in gran parte dal nostro batterista Matteo, in quanto con il suo stile alla batteria è riuscito a dar vita a quello che avevamo in mente io e Lorenza già da un po’ di tempo a questa parte, ma che con il vecchio batterista non riuscivamo a realizzare a causa di stili musicali diversi. Questo fatto, legato ad una maturazione negli ascolti ed a una serenità ritrovata, ha portato al sound che potete sentire in Aphotik, che ovviamente è ancora in continua evoluzione.

GUARDANDOVI INDIETRO, COME VALUTATE OGGI IL VOSTRO PRIMO DISCO? AL DI LÀ DEL CAMBIO DI SUONO, CREDO CHE ALL’EPOCA FOSTE ANCORA PIUTTOSTO ACERBI E INDECISI SUL DA FARSI, PRIVI DI UNA ROTTA PRECISA…
– Credo che tu abbia descritto perfettamente quello che è “Antinomia”. Acerbo e indeciso. Ovviamente quando è uscito eravamo soddisfatti perché comunque avevamo fatto grossi passi avanti in confronto all’EP, ma dovevamo ancora trovare la sintonia e l’armonia che abbiamo oggi. E ovviamente questo nella musica si sente. Spiace tornare sul solito discorso, e non è nostra intenzione parlare male dei vecchi componenti, ma il cambio di batterista ha influito molto, umanamente e musicalmente.

PASSANDO AL NUOVO ALBUM, RISULTA IMMEDIATO ACCOSTARVI AI DEAD CONGREGATION, RICORDATI NELLE RITMICHE CHITARRISTICHE, NELLE ARMONIE, NEL GROWL… ANCHE GUARDANDO A COME SI SVILUPPANO LE SINGOLE TRACCE, NON È DIFFICILE NOTARE UNA FORTE INFLUENZA DELLA BAND ATENIESE. SONO STATI IN EFFETTI I DEAD CONGREGATION UN PUNTO DI RIFERIMENTO DURANTE LA SCRITTURA DI “APHOTIK”? QUALI ALTRE BAND VI HANNO GUIDATO NEL VOSTRO PERCORSO RECENTE?
– Innanzi tutto grazie per l’accostamento, per noi è un onore essere ricondotti a una delle nostre band preferite. I nostri ascolti influiscono molto sulla nostra musica, come è naturale che sia per ogni musicista. Band come Dead Congregation, Immolation, Cruciamentum, Incantation, Ulcerate sono sicuramente tra le nostre maggiori fonti di ispirazione, sottolineando comunque che niente della nostra musica è studiato a tavolino per cercare di ‘imitare’ certe band: questo ascoltiamo e questo ci viene da comporre. Ovviamente cercando sempre nuovi ascolti e di conseguenza stimoli per la nostra musica.

MI PARE CHE LE CANZONI PIÙ RIUSCITE SIANO QUELLE CONTEMPLANTI PARTI ABBASTANZA RALLENTATE, DI TONO MARZIALE, CHE VI PERMETTONO DI ADDENSARE LE CHITARRE IN UNA MATASSA OSCURA DI GRANDE FASCINO, DA CUI È DIFFICILISSIMO LIBERARSI. PARLO NELLO SPECIFICO DI “ASCENT THROUGH MALEVOLENCE” E “LETHE”. COME AVETE CONCEPITO QUESTI DUE BRANI?
– “Ascent Through Malevolence” è stata la prima canzone che abbiamo composto interamente con Matteo, è stata il ‘banco di prova’ per la formazione attuale, mentre “Lethe” è proprio l’ultimo brano composto in vista dell’album e credo sia una sintesi perfetta di quello che siamo. Sai, le canzoni ‘dritte’ e dirette ci stanno sempre bene, ma vogliamo anche esplorare sound più profondi e intensi. In particolare io e Lorenza a livello chitarristico siamo sempre state affascinate dalle armonie dissonanti e siamo alla continua ricerca di nuovi spunti. “Lethe” in particolare è un esempio di come abbiamo provato a spingerci un po’ oltre, forse, anche al death metal, in alcuni punti si sentono anche influenze black.

UNA QUALITÀ CHE VI DONA GRANDE IMPATTO E PROFONDITÀ È IL GROWL, ALL’ALTEZZA DI QUELLO DEI MIGLIORI SINGER DEATH METAL IN CIRCOLAZIONE ATTUALMENTE. ANCHE IN QUESTO CASO, IL CAMBIAMENTO E IL SALTO IN AVANTI RISPETTO A QUELLO CHE SI SENTIVA IN “ANTINOMIA” È STATO NOTEVOLE. COME SI È ARRIVATI A QUESTE LINEE VOCALI COSÌ ESPRESSIVE?
– Anche in questo caso è stato un cambiamento naturale, così come si sono evolute le chitarre, anche la voce ha seguito lo stesso corso. In “Antinomia” la voce era più modulata su timbriche alte, ma con le nuove composizioni è stato inevitabile uno sviluppo su toni più bassi, oscuri e profondi.

IN “APHOTIK”, IN ANALOGIA AD ALCUNE DELLE MIGLIORI PUBBLICAZIONI OLD-SCHOOL DEATH METAL DEGLI ULTIMI ANNI, SI HA LA SENSAZIONE CHE OGNI CANZONE RACCONTI UNA STORIA: NON VI SONO PASSAGGI ‘FACILI’ NÉ LA RIPRESA DI ALCUNI ELEMENTI IN MODO REGOLARE, PIUTTOSTO AFFONDATE LE MANI IN UN CONTESTO OSCENAMENTE TORBIDO E CERCATE DI RESTITUIRNE UNA VOSTRA PERSONALE INTERPRETAZIONE, CHE STIMOLI L’IMMAGINAZIONE DI CHI ASCOLTA. CHE TIPO DI EMOZIONI E SENSAZIONI DESIDERATE CHE EMANI LA VOSTRA MUSICA?
– Seppure ogni canzone possa essere vista come una storia a sé, sia musicalmente che a livello di testi, l’album in sé presenta un unico grande contesto esistenziale. Mentre i testi trasmettono un senso di impotenza, rabbia, immagini di situazioni claustrofobiche, la musica cerca di dare una sensazione di magnificenza, di oscurità e magari anche di introspezione.

AVETE PRESTATO GRANDE CURA ANCHE NELL’ARTWORK, CHE INDUCE INQUIETUDINE AL PRIMO SGUARDO. PERSONALMENTE MI RICORDA QUELLO DI “UNENDING DEGRADATION” DEI KRYPTS, DÀ L’IDEA DI ENTRARE IN UNA MASTODONTICA ‘GALLERIA DEGLI ORRORI’, GRONDANTE SANGUE. CI PARLATE QUALE IDEA VI SIA ALLE SPALLE E CHI SI È OCCUPATO DELLA PARTE VISUALE DELL’ALBUM?
– L’artwork è stato interamente curato da View From The Coffin, un artista che sta crescendo molto negli ultimi anni e che ammiriamo molto, oltre che essere un caro amico. Crediamo che il contenuto di un album sia importante, ma sicuramente lo è anche il ‘pacchetto’ con cui viene presentato, per dare un impatto visivo oltre che sonoro. La sensazione che volevamo dare era di angoscia e soffocamento per rappresentare al meglio le sensazioni collegate al titolo dell’album. La zona afotica è quella parte di oceano non raggiunta dalla luce solare, e in cui le forme di vita sono molto scarse.

IN GENERALE IL DISCO CHE REAZIONI STA AVENDO? CHE COSA SI SOTTOLINEA DI POSITIVO E QUALI CRITICHE GLI VENGONO MOSSE?
– Dobbiamo ammettere che in generale siamo molto felici del feedback che sta avendo l’album sia in Italia che all’estero. Sai, ognuno ha le sue idee… Chi fa i complimenti per l’originalità e chi dice che siamo un po’ banali, chi dice che il sound è poco curato e chi dice che così deve essere in questo genere. Chi trova i riff originali, chi tutti simili tra loro. Tutti però sono d’accordo nel dire che c’è stato un forte miglioramento dal primo album ad “Aphotik”.

LA SCENA DEATH METAL INTERNAZIONALE STA VIVENDO ANNI DI GRANDE FERMENTO, NOTEVOLE ATTENZIONE VIENE DATA A SONORITÀ FOSCHE E MINACCIOSE COME LE VOSTRE, COMPAGINI COME IMMOLATION E INCANTATION RAPPRESENTANO LE STELLE POLARI DI MOLTI GIOVANI ENSEMBLE. VOI COME PENSATE DI COLLOCARVI IN QUESTO PANORAMA? FRA I GRUPPI USCITI DI RECENTE, CHI VI STA DAVVERO EMOZIONANDO?
– Per anni siamo stati inseriti nella scena più thrash e hardcore, per forza di cose, visto la musica che facevamo prima di “Aphotik”. Siamo in giro da diversi anni ma fino ad ora non eravamo mai riusciti a trovare il nostro spazio e la spinta giusta per poter emergere nel panorama del metal estremo. Molti non ci hanno mai sentito nominare pur esistendo da più di otto anni, per cui stiamo come ‘ripartendo da zero’ e speriamo di aver l’occasione per poterci far conoscere anche all’estero. Per quanto riguarda le altre band, se vogliamo parlare di realtà nostrane, ce ne sono parecchie che stanno facendo parlare di se: Fuoco Fatuo, Ad Nauseam, Fides Inversa, Mefitic, Ekpyrosis… Mentre dall’estero personalmente sono rimasta molto colpita da band come Bolzer e Zhrine.

NON È PIÙ UNA COSA COSÌ SINGOLARE TROVARE DUE RAGAZZE IN LINE-UP, MA NON È NEMMENO UN ASPETTO COSÌ CONSUETO AVERE DUE DONNE IN FORMAZIONE IN UN GRUPPO DEATH METAL. SE IN GRUPPI PIÙ ‘LEGGERI’ IL TOCCO FEMMINILE, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA VOCE, È FACILE DA DISTINGUERE E APPREZZARE, PENSATE POSSA TRAPELARE UN CERTO DI SENSIBILITÀ ANCHE NEL DEATH METAL?
– Da sempre l’obiettivo mio e di Lorenza è di non far notare che siamo due donne, sia fisicamente che musicalmente (risate, ndR)! A parte gli scherzi, non abbiamo mai voluto che questa fosse una caratterista che ci ‘aiutasse’ in certe situazioni o che fosse messa davanti alla nostra musica. Quindi cerchiamo di farlo notare il meno possibile, non mettiamo in mostra il nostro corpo sul palco e anche nell’artwork abbiamo deciso di mettere solo le iniziali di nome e cognome e non inserire foto. A livello di sound non saprei se possa trapelare alle chitarre una ‘sensibilità femminile’, alla fine credo che nella musica non ci siano differenze di generi, quando uno ama quello che fa.

OGNUNO DI VOI È IMPEGNATO, O LO È STATO NEL RECENTE PASSATO, IN ALTRI PROGETTI MUSICALI. FUORI DAGLI PSYCHOTOMY, PREFERITE DEDICARVI A SONORITÀ AFFINI A QUELLE DEATH METAL, OPPURE DIAMETRALMENTE OPPOSTE?
– Io dopo anni passati a suonare anche con band molto al di fuori della scena death (nell’ultima band che ho avuto suonavo post-hardcore, ma ho avuto anche un duo acustico), ho scelto di concentrarmi interamente sugli Psychotomy; mentre Lorenza attualmente suona anche con gli Stench Of Profit (grind) e Matteo nei Dead Tongue (old school death metal). Se devo parlare per me, amo e ho sempre amato anche altri generi al di fuori di quelli più estremi, e musicalmente per anni sentivo il bisogno di coltivare questa passione, forse per sentirmi una musicista più completa. Ora invece sono pienamente soddisfatta di quello che sto facendo e non ho necessità di suonare altro, ma di concentrarmi piuttosto in un progetto in cui credo molto per dare sempre il meglio.

QUALI PIANI FUTURI AVETE PER LA BAND? CERCHERETE DI ANDARE IN TOUR O VI CONCENTRERETE SU POCHE DATE SELEZIONATE?
– Per ora ci piacerebbe fare anche solo delle belle date singole, per il futuro poi si vedrà! Ovviamente se ce ne sarà la possibilità di piacerebbe molto fare un tour.

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.