PYRAMAZE – Nuovi orizzonti

Pubblicato il 09/08/2015 da

Non sono mai stati troppo fortunati, i Pyramaze, come band. Partiti con un cantante di razza come Lance King e autori di un secondo album con niente meno che l’ex-frontman degli Iced Earth, Matthew Barlow, alla voce, hanno però nel corso degli anni perso entrambi i vocalist. Rimasti solo in due, i restanti membri fondatori Morten Gade Sorensen e Jonah Weingarten ripartono dall’ugola di Terje Haroy (Teodor Tuff) e dalla penna del produttore Jacob Hansen per una nuova, più oscura, direzione musicale…

PYRAMAZE - band - 2015


“DISCIPLES OF THE SUN” CI ARRIVA DOPO UNA PAUSA DI QUASI SETTE ANNI! VORREI INIZIARE L’INTERVISTA INDAGANDO SUI MOTIVI DI QUESTO PROLUNGATO SILENZIO…

“Principalmente è sempre la solita storia. La band ha subito forti cambi di line-up. Dopo ‘Immortal’, Matt Barlow (ex Iced Earth, ndR) ha ri-registrato un altro album con gli Iced Earth, e così la band si è dovuta avvalere della presenza di Urban Breed (ex-Tad Morose, ndR) per il tour che aveva ai tempi schedulato con i Volbeat. Dopo quel tour, anche il compositore principale, Michael Kammeyer, si è stancato dell’ambiente del music business e ha deciso di passare più tempo con la propria famiglia, che nel frattempo si era allargata, e quindi ha abbandonato anche lui. Senza un apporto così importante, ai restanti membri ci è voluto un po’ per capire cosa avrebbero dovuto fare. Mentre stavano ancora raccogliendo le idee, pure il bassista storico Niels Kvist se ne è andato. A questo punto ho ricevuto la chiamata da parte di Jonah (tastiere, ndR), che mi spiegò la situazione e mi raccontò quanto fossero demoralizzati. Gli promisi che gli avrei cercato un valido chitarrista nella mia rete di conoscenze, ma alla fine mi accorsi che quel posto era disegnato apposta per me. Dopotutto, avevo prodotto entrambi i loro album precedenti e mi ero occupato del missaggio e della masterizzazione, cosa che mi rendeva ancora più adatto a salire a bordo. Mi è bastato dirglielo per sentirmi rispondere che era una grande idea! Abbiamo cominciato quindi a lavorare a nuove canzoni ma, mano a mano che procedevamo, il cantante Urban Breed era sempre più assorbito dai mille progetti che segue nella sua vita. Col suo trasferimento lontano da noi, abbiamo dovuto cominciare a cercare un nuovo partner. Il nome di Terje è venuto in mente a me, poichè avevo lavorato con lui per l’album dei Teodor Tuff (ora Crossnail, ndR) ‘Soliloquy’. L’ho contattato e per fortuna si è detto interessato subito”.

TE L’AVREI CHIESTO ALLA SECONDA DOMANDA. IL CANTANTE È CAMBIATO DI NUOVO. DOPO LANCE KING E BARLOW, AVETE ORA PROPRIO TERJE HAROY, UN VOCALIST FORSE MENO CONOSCIUTO MA NON PER QUESTO MENO BRAVO. CE NE PARLI UN PO’ DI PIÙ?
“Beh, come ti ho detto, lo conoscevo per via del mio lavoro nella produzione dei Teodor Tuff. Il sentimento e il timbro della sua voce, insieme ad un approccio però veramente diretto, mi hanno veramente rapito. Sembra molto più maturo e ‘anziano’ di come è in realtà, una cosa che trovo molto interessante in un cantante. Quando ci fu da trovare un nuovo vocalist, non è stato proprio il primo nome a venirmi in mente, ma quando è successo, mi sono reso conto che era veramente adatto alle canzoni che stavamo componendo”.

QUALE PENSI SIA IL PUNTO FORTE DI TERJE COME CANTANTE?
“La versatilità. Terje può cantare in tanti stili diversi. Non avrà l’acuto di Lance King ma ha comunque un range notevole e può cantare qualsiasi cosa. Inoltre, è un ragazzo simpatico e si è adattato immediatamente alla chimica dei Pyramaze, cosa ovviamente molto importante”.

PIÙ CHE LA DIFFERENZA CON KING MI PREOCCUPA QUELLA CON BARLOW… PENSI CHE TERJE RIUSCIRÀ A CANTARE I PEZZI SCRITTI ORIGINARIAMENTE PER MATTHEW?
“Ci saranno di sicuro canzoni che gli risulteranno difficili da fare, ma ce la faremo. E secondo me saranno comunque le parti di Lance King a dargli problemi, perchè la vocalità di Barlow è in grado di gestirla perfettamente visto la sua versatilità. Ma ce la caveremo, anche perché le canzoni nuove tendono ad avere accordature più basse, quindi penso che in ottica live trasporremo anche le altre per quelle accordature. Per Terje sarà più facile raggiungere certe note in quel modo”.

PER QUANTO RIGUARDA INVECE TE IN PRIMA PERSONA, HAI CONTRIBUITO ALLA STESURA DI QUALCHE BRANO?
“Sì, certamente. Ho avuto un ruolo decisamente attivo nella composizione e nell’arrangiamento dei vari brani”.

QUANDO SONO NATE LE CANZONI PER “DISCIPLES OF THE SUN”? SONO TUTTE FIGLIE DI TEMPI RECENTI O SONO STATE COMPOSTE NEL LUNGO PERIODO DI TEMPO CHE CI SEPARA DA “IMMORTAL”?
“Abbiamo cominciato a scrivere questi brani sul finire del 2010. Abbiamo messo su una dropbox dove ognuno poteva mettere le proprie idee, ed è stato interessante notare come le idee arrivassero in quantità e da parte di tutti. Con ‘Immortal’ c’era un unico scrittore, ma con quel modo di lavorare si poteva comporre anche tutti e tre e questo nuovo feeling ci ha spinto ad essere propositivi. L’intero processo creativo è stato alquanto speciale e stimolante e tutti volevano trarre il meglio dalla situazione. Il primo paio di canzoni terminate sono state la scintilla che ha fatto partire un motore oramai freddo. C’è voluto molto tempo per avere un buon numero di canzoni, ma ora di ottobre 2011 potevamo entrare in studio con cinque canzoni pronte, un sacco di idee e la mente aperta su tutto. Abbiamo arrangiato ogni canzone dal nulla e quando ci sembrava che le linee di chitarra funzionassero si registravano le parti di batteria, le ritmiche e via dicendo. In una settimana avevamo l’intero album pronto, anche se solo nella sua forma base. Solo la batteria e la chitarra insomma, ma i vari brani avevano ormai un volto definito. Questo ci ha dato la fiducia di poter arrivare a un risultato e così, dopo quasi tre anni, finalmente abbiamo finito”.

CHE TIPO DI RESPONSI TI ASPETTI DALL’ALBUM? COSA TI SODDISFA DI PIÙ IN ESSO?
“L’album si distanzia abbastanza dal vecchio stile Pyramaze. Non che non ci piaccia il vecchio repertorio, anzi, ci piace molto, ma il fatto che tutti i compositori erano cambiati ha fatto sì che il sound non potesse essere quello. E’ anche il motivo per cui in questo disco le canzoni sono in Si, mentre negli altri album erano in Re, scelta che ha reso ovviamente il disco più cupo, più pesante, lasciando però a Terje un maggior spazio entro il quale muoversi. Spero proprio che gli utenti sentano il vibe positivo che permea l’intero album. Siamo stati tutti così felici di portare avanti il nome dei Pyramaze ancora una volta che abbiamo dato assolutamente il meglio. Certo, la genesi di questo disco è stata davvero lunga e difficoltosa, ma il risultato ci ripaga. Forse l’unico problema sono stati i miei continui impegni in studio da produttore, ogni volta si doveva aspettare che io avessi un momento libero!”.

QUINDI I CAMBI DI LINE-UP STAVOLTA HANNO TOCCATO A FONDO LA PERSONALITÀ DELLA BAND?
“Stavolta sì. Il cuore della vecchia band è intatto e Toke, Morten e Jonah fanno ancora parte della partita, ma l’aggiunta di Terje e me ha avuto un grandissimo impatto, che sento di poter descrivere come positivo. Abbiamo sicuramente allargato i confini di quella che era la musica dei Pyramaze e siamo felici del risultato”.

DURANTE LE FASI DI SCRITTURA, NON AVETE MAI SENTITO IL BISOGNO DI BILANCIARE IL COMPONIMENTO? AD ESEMPIO, MENTRE STAVATE LAVORANDO A UN PEZZO, QUESTO VI È SEMBRATO TROPPO POWER O TROPPO PROG, E QUINDI AVETE CERCATO UNA VIA DI MEZZO?
“La cosa strana è che mentre scrivevamo le canzoni per questo album non abbiamo seguito alcun dogma. Abbiamo solo scritto quello che ci sentivamo e per magia tutto si adattava perfettamente alla nostra visione. Non ci siamo seduti, se mi stai chiedendo questo, per ore a un tavolo a parlare di come doveva essere l’album. Abbiamo solo scritto. Certo, tutti noi abbiamo tenuto bene a mente il sound Pyramaze degli esordi in modo da sapere dove stavamo andando, ma non ci sono state scene del tipo ‘troppo pesante’ o ‘troppo leggero’. Siamo semplicemente andati avanti. Abbiamo solo pensato a scrivere buona musica, tutto qui”.

LE VOSTRE COMPOSIZIONI NASCONO DA UN CONCETTO, UN RIFF, UNA LINEA VOCALE O IN QUALCHE ALTRO MODO?
“Per quanto mi riguarda, comincio a lavorare con una sensazione e un’atmosfera in testa. Di solito non sono altro che un tempo in bpm e una tonalità iniziale, ma ciò è sufficiente per cominciare a improvvisare. Alla fine non è fisica spaziale, è musica. Metto il tempo che ho pensato su ProTools, carico una base, prendo la chitarra e comincio a comporre. Alle volte la struttura concreta prende forma in un’ora, altre volte… si butta tutto nel cestino e si inizia di nuovo il giorno dopo!”.

IL VOSTRO SOUND ATTUALE È STATO SPESSO ACCOSTATO A QUELLO DEGLI EVERGREY. TI DICI D’ACCORDO?
“Beh, può essere. Non sono del tutto d’accordo, ma è un onore essere equiparati a quella band. ‘Hymns For The Broken’ è un grande album, tra i migliori che ho sentito ultimamente, ma ovviamente l’ho sentito dopo aver cominciato a comporre per i Pyramaze”.

E ADESSO IN CHE DIREZIONE VI MUOVERETE? C’È UN TOUR IN VISTA?
“Non abbiamo ancora pianificato un tour, abbiamo solo un paio di date in giro per l’Europa. Ma ti assicuriamo che ci piacerebbe tanto suonare nel tuo paese, l’Italia! Per ora stiamo cercando di sistemarci come band e far vedere noi stessi in questa veste e non in quella di semplice progetto. Appena saremo pronti, non vediamo l’ora di calcare i palchi!”.

4 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.