In un anno di grandi rientri in ambito heavy metal (Iron Maiden, Motörhead, Armored Saint, Slayer tra i più importanti) c’è da segnalare anche il tredicesimo album dei Queensrÿche (quattordici considerando anche il disco di cover “Take Cover”), il secondo con la nuova line-up messa in piedi dopo il burrascoso addio di Geoff Tate. “Condition Hüman” è sicuramente uno dei titoli più attesi del 2015, accolto da aspettative forse fin troppo elevate, dovute alle straordinarie prestazioni live della nuova formazione, trascinata da quel tornado vocale chiamato Todd La Torre. Proprio in concomitanza con una delle date italiane di quest’estate abbiamo avuto la possibilità di intervistare una delle colonne portanti dell’act di Seattle, il bassista Eddie Jackson, che ben volentieri ci ha parlato della genesi del disco e di altri interessanti argomenti connessi al passato, al presente e al futuro dei Queensrÿche.
AVETE APPENA ANNUNCIATO IL TITOLO DEL NUOVO ALBUM, “CONDITION HÜMAN” (L’INTERVISTA SI È TENUTA APPENA PRIMA DEL CONCERTO TENUTO AL COLONY DI BRESCIA IL 23 LUGLIO, NdR): POSSIAMO ASPETTARCI UN LAVORO SULLA SCIA DEL PRECEDENTE “QUEENSRŸCHE”, OPPURE AVETE APPORTATO UN CAMBIAMENTO RADICALE AL VOSTRO SOUND, COME AVVENUTO MOLTE ALTRE VOLTE NELLA STORIA DELLA BAND?
“Il nuovo album parla di come tutti noi siamo influenzati dallo sviluppo tecnologico, delle conseguenze che il progresso tecnico porta nella nostra vita e al modo in cui ci adattiamo a questo mondo sempre più complesso. Dal punto di vista sonoro, una prima differenza col suo predecessore è che abbiamo cambiato produttore, passando da James Barton a Chris Harris. Siamo contenti del lavoro svolto, ‘Condition Hüman’ è un animale un po’ diverso da ‘Queensrÿche’, ci puoi sentire del materiale leggermente più heavy e progressivo, nonostante rimanga molto fruibile e diretto. Ci puoi sempre sentire il trademark dei Queensrÿche, quello è bene impresso alla musica del nuovo album: direi anche che si nota il nostro maggiore affiatamento, una migliore chimica tra tutti i membri del gruppo. L’aver suonato molto insieme negli ultimi anni ha elevato le nostre possibilità creative”.
LA PRIMA CANZONE CHE AVETE DECISO DI RENDERE DISPONIBILE È “ARROW OF TIME”. PERCHÉ AVETE RITENUTO DI PRESENTARE IL NUOVO ALBUM PROPRIO CON QUESTO PEZZO?
“È stata una decisione presa insieme da band e casa discografica quella di anticipare ‘Condition Hüman’ tramite ‘Arrow Of Time”. Non c’è granché da spiegare, ci sembrava che potesse essere un pezzo facile da comprendere e che potesse trasmettere qualcosa ai nostri fan già ai primi ascolti. Le prime reazioni sono state fortunatamente molto positive”.
IL PRODUTTORE DEL DISCO, CHRIS HARRIS, È CONOSCIUTO PER AVER LAVORATO IN PASSATO CON ROB ZOMBIE, HATEBREED, SHADOWS FALL, QUINDI GRUPPI DAL SUONO MOLTO DIVERSO DAL VOSTRO. COSA STAVATE CERCANDO QUANDO LO AVETE SCELTO PER PRODURRE IL VOSTRO DISCO? CHE COSA VI HA ATTIRATO DEL SUO METODO DI LAVORO?
“Volevamo prendere una direzione diversa sia nel metodo compositivo che nel suono rispetto al disco precedente. Ci è sembrato che Chris potesse essere il miglior produttore con cui lavorare per tanti motivi, non ultimo il fatto di essere un chitarrista, un musicista come noi. Ciò ci ha consentito di dialogare secondo un linguaggio comune e di intenderci su quali erano i nostri obiettivi per quest’album. L’aver collaborato con band molto diverse come quelle che hai citato non significa che volessimo ricalcare quel tipo di sound, noi siamo i Queensrÿche e vogliamo mantenere la nostra identità. La scelta di Chris Harris riguarda piuttosto il modo in cui riesce a tirare fuori il meglio del suono di un gruppo, a valorizzare i suoi pregi; sono le sue qualità di produttore e ingegnere del suono ad averci attratto e a spingerci a contattarlo, non il voler avvicinarci a tipi di produzione che nulla hanno a che vedere con la nostra musica”.
LA VOCE DI TODD LA TORRE È DIVENTATA BEN PRESTO MOLTO IMPORTANTE PER I ‘NUOVI’ QUEENSRŸCHE: GLI CHIEDETE UN DETERMINATO TIPO DI CANTATO, QUANDO SUONATE DAL VIVO O VI TROVATE AD AFFRONTARE LE LINEE VOCALI DI NUOVI PEZZI, OPPURE LO LASCIATE LIBERO DI MUOVERSI SECONDO IL SUO ISTINTO E LE SUE EMOZIONI?
“Todd ha il suo stile, ha un grande talento e non sarebbe giusto ingabbiarlo. So che sentendolo cantare dal vivo possa impressionare soprattutto per come interpreta le canzoni più datate, ma questo non vuol dire che lo costringiamo a seguire una certa impostazione. Sa creare melodie vocali molto personali, è giusto che non si ponga limiti e non gli si imponga di comportarsi secondo modelli prefissati”.
SUONI NEI QUEENSRŸCHE DA 33 ANNI: COME È CAMBIATO IL MODO DI ESSERE MUSICISTI DURANTE TUTTO QUESTO TEMPO? QUALI SONO LE MAGGIORI DIFFERENZE CHE RISCONTRI TRA GLI ANNI DEI VOSTRI ESORDI E L’EPOCA ATTUALE?
“Intanto, arrivati a questo punto, quando sei in giro da così tanto tempo, la prima cosa che ti viene da pensare è che sei grato di continuare a lavorare in questo campo, a non essere costretto a dedicarti ad altro. Non è facile portare avanti questa attività per tutti questi anni. Oggi, rispetto a quando ero più giovane, ho una maggiore consapevolezza di quello che faccio e comprendo molto meglio come funziona il music business. Dagli inizi ad oggi abbiamo sperimentato moltissimo e fortunatamente, quando raggiungi una base di fan solida come la nostra, ti devi preoccupare di meno di quella che sarà l’accoglienza a un tuo nuovo lavoro, perché hai già un vissuto che ti permette di capire come potrebbero andare le cose alla prossima mossa. Abbiamo il privilegio di avere un’audience che vuole da noi una progressione, un costante miglioramento, questo ci spinge a non rimanere fermi e a battere sempre nuove strade. Per farlo, appunto, giova avere un passato di cambiamenti e mutazioni qual è il nostro, nel nostro caso ci viene relativamente facile tentare qualcosa di mai provato prima perché abbiamo dei fan molto ricettivi ai cambiamenti”.
A PROPOSITO DI MUSIC BUSINESS, DANDO UN’OCCHIATA AL VOSTRO SITO UFFICIALE HO NOTATO ALCUNE INIZIATIVE INTERESSANTI, FUORI DALL’ORDINARIO: DATE LA POSSIBILITÀ DI TRASCORRERE UN’INTERA GIORNATA COI QUEENSRŸCHE, PERMETTETE DI SCRITTURARVI PER UN EVENTO PRIVATO E, COSA CHE PERSONALMENTE NON AVEVO MAI VISTO ASSOCIATO AD UNA BAND, DATE LA POSSIBILITÀ DI INVESTIRE DIRETTAMENTE NELLA BAND. SE NON HO CAPITO MALE, SI TRATTA PROPRIO DI DIVENTARE AZIONISTI DELL’”AZIENDA” QUEENSRŸCHE. PUOI SPIEGARCI MEGLIO IN COSA CONSISTONO TUTTE QUESTE ATTIVITÀ E OPPORTUNITÀ LEGATE ALLA BAND?
“Diamo la possibilità ai fan di investire nella nostra musica in un modalità differenti da quelle che regolano di solito il rapporto musicista-ascoltatore. Per rinforzare le possibilità economiche dei Queensrÿche e avere una base finanziaria di rilievo, concediamo di essere in parte proprietari del gruppo, di farne parte attivamente e partecipare agli utili prodotti tramite tutto quello che ci ruota attorno e ci permette di andare avanti. Questo, insieme alla possibilità di partecipare al release party del nuovo album, trascorrere una giornata con noi, aumenta il coinvolgimento dei fan, li fa sentire ancora più vicini al gruppo”.
COME È CAMBIATO IL TUO MODO DI SUONARE IL BASSO NEGLI ANNI? COME TI RELAZIONI COL TUO STRUMENTO, QUANTO TI PIACE SPERIMENTARE E PROVARE AD AGGIUNGERE QUALCOSA AL TUO STILE?
“Quando inizi a suonare uno strumento, l’elemento che più ti influenza e ti porta a suonare secondo un certo stile sono gli ascolti con cui sei cresciuto. Cerchi di fare ordine tra di loro, di ispirarti a quanto hai sentito per cercare una tua strada che prenda spunto da quello che conosci meglio. Tipicamente, i primi tempi sarà difficile che tu abbia un suono distintivo, ci arriverai per gradi e a un certo punto ti troverai ad andare per la tua strada e sarai sempre meno accostabile ad altri musicisti. Questo è quanto succede di norma ed è quello che si è verificato per i Queensrÿche e il mio modo di suonare il basso. È tutto legato all’assimilare nuove esperienze, farle tue, evolvere assieme agli altri membri della formazione, capire cosa puoi apportare di nuovo alla tua musica e a quella di chi suona con te. Impari col tempo ad essere più creativo e a tirare fuori il meglio da te stesso”.
RIGUARDI MAI I VIDEO DEI VOSTRI CONCERTI PIÙ DATATI, QUELLI DEGLI ANNI ’80 E ’90? CHE EMOZIONI PROVI QUANDO SCORRONO IMMAGINI DI UN’ALTRA EPOCA E VOI TUTTI ERAVATE PIÙ GIOVANI?
“Provo orgoglio, perché quei filmati mi riportano a quel determinato periodo storico, mi fanno ricordare tutto quanto ci girava attorno in quel momento, la storia della singola canzone, di quando l’abbiamo incisa, il clima nel gruppo in quegli anni. Fa tutto parte della nostra storia, ti rendi conto che è formata di tanti piccoli pezzetti e che tutti assieme vanno a formare un quadro davvero notevole, una lunga avventura che ancora non è finita. È eccitante pensare ai passi compiuti e alla costruzione di tutto ciò che oggi è associabile ai Queensrÿche. Sono contento di sapere che un passo alla volta ci siamo conquistati il favore di molti fan, che non ci hanno mai tradito nella buona e nella cattiva sorte”.
SAPPIAMO CHE OLTRE A SUONARE IL BASSO TI PIACE MOLTO CANTARE. PERÒ NON HAI MAI PUBBLICATO NULLA AL DI FUORI DELLA TUA BAND PRINCIPALE: COME MAI? SEI IMPEGNATO IN QUALCHE PROGETTO DOVE SEI IMPEGNATO COME VOCE PRINCIPALE, OLTRE CHE NEL RUOLO DI BASSISTA?
“Effettivamente è un’idea che mi gira in testa da parecchio tempo quella di pubblicare qualcosa per mio conto, come hanno fatto del resto alcuni membri della band in passato. Ho molto materiale nel cassetto e ho idee che mi frullano nella testa su come potrebbe suonare un mio solo album. Spero un giorno di realizzare questo sogno. Finora non è stato possibile perché, per quanto ci tenessi, i Queensrÿche sono sempre stati la mia priorità e altri progetti non avrebbero mai dovuto distogliermi da quello che è il mio impegno principale”.
DEL BRUTTO PERIODO VISSUTO PRIMA DELLO SPLIT CON GEOFF TATE, SEI IN GRADO DI SALVARE QUALCOSA? C’È QUALCHE ASPETTO POSITIVO DI TUTTE LE VICENDE ACCADUTEVI PRIMA DI RIMPIAZZARE TATE CON TODD LA TORRE E RIPARTIRE CON L’ATTIVITÀ DELLA BAND?
“Certamente, in ogni situazione accanto agli aspetti negativi c’è sempre qualcosa di positivo. Tutte le noie, le liti, che hanno portato allo split con il nostro storico cantante ci hanno dato una grossa spinta a voler ricominciare ad essere un gruppo heavy metal. Da tutta la negatività sopportata è venuta l’energia che ci ha permesso di tornare sulle scene con una rinnovata line-up. Alla fine, quanto accaduto a noi è successo a tanti altri gruppi, ora che abbiamo risolto questi problemi posso augurare tutto il meglio a chi se n’è andato”.
MI INTERESSEREBBE SAPERE COSA PROVI QUANDO RIASCOLTI LE CANZONI DEI VOSTRI PRIMI DISCHI, QUELLE RISPOLVERATE E RIMESSE IN SCALETTA NEGLI ULTIMI ANNI DOPO UN LUNGO PERIODO DI ASSENZA. IN PARTICOLARE, MI PIACEREBBE SAPERE COSA NE PENSI OGGI DI QUESTE TRE SONG: “ROADS TO MADNESS”, “NEUE REGEL”, “LADY WORE BLACK”.
“Ti faccio un discorso generale che vale per tutte le nostre canzoni più vecchie: quando siamo tornati a suonare dal vivo, abbiamo pensato a quali fossero quelle canzoni che per tanto tempo erano rimaste fuori dalla nostra setlist. Quelle che i fan volevano e anche noi desideravamo suonare, ma che il precedente singer non aveva più intenzione di affrontare. Di fatto, siamo andati a riscoprire il nostro materiale passato, per alcuni aspetti abbiamo dovuto reimpararlo, immergerci nuovamente in esso. ‘Roads To Madness’, ‘The Whisper’, ‘En Force’, ‘NM 156’, sono tutti brani che chi venivano richiesti da anni ed eravamo noi stessi ben contenti di poterli proporre nuovamente”.