BENE PEAVY, SIETE DA POCO TORNATI CON IL NUOVO “STRINGS TO A WEB”, UN BEL DISCO CHE SECONDO ME TORNA SU SONORITA’ PIU’ PROGRESSIVE RISPETTO AL PRECEDENTE E DIRETTO “CARVED IN STONE”. CONCORDI?
“Sì, credo che tu abbia ragione. ‘Carved In Stone’ era un disco molto immediato, diretto e i suoi brani avevano più o meno tutti lo stesso stile. ‘Strings To A Web’ invece è più vario, nel quale abbiamo cercato di mettere assieme tutti gli elementi che questa band ha sviluppato nel corso dei suoi venticinque anni di carriera e devo dire che è venuto molto bene”.
SE DOVESSI PARAGONARLO AD UN ALTRO ALBUM DELLA VOSTRA DISCOGRAFIA?
“Direi ‘Unity’, stilisticamente il più affine, o anche ‘Soundchaser’”.
VUOI RACCONTARCI COME E’ NATO QUESTO NUOVO DISCO?
“Io e Victor abbiamo iniziato a scambiarci le idee a giugno 2009 e dopo un paio di settimane ci siamo trovati anche con Andrè per lavorare agli arrangiamenti e incidere le prime demo. E’ stata abbastanza veloce come cosa. Poi ad agosto siamo entrati in studio e anche in questo caso abbiamo fatto abbastanza in fretta: in sei settimane avevamo già terminato tutto, incluso il missaggio. Non so come mai (ride, ndr) ma stavolta tutto è andato incredibilmente liscio, abbiamo lavorato bene senza problemi tecnici o altri imprevisti”.
A LIVELLO DI TESTI SU CHE ARGOMENTI SI BASANO I NUOVI BRANI?
“Innanzitutto non è un concept album e i brani sono vari anche come tematiche. Ci sono delle riflessioni sulla nostra società e anche qualche testo un attimino più divertente e meno serio”.
QUALE E’ IL TUO PEZZO PREFERITO DI “STRINGS TO A WEB”?
“Secondo me il disco è da vedere come una cosa unica e per me è tutto bello. Se dovessi indicare un pezzo, allora direi i diciassette minuti ‘Empty Hollow’, un brano ricco di orchestrazioni e diviso in cinque parti tutte diverse tra loro. Per questa canzone abbiamo collaborato ancora una volta con la Lingua Mortis Orchestra”.
DOPO VENTI ALBUM E VENTICINQUE ANNI DI CARRIERA, DOVE TROVI L’ISPIRAZIONE E LA MOTIVAZIONE PER PRODURRE ANCORA MATERIALE DI QUALITA’ COME QUESTO?
“Fondamentalmente quello che spinge me e gli altri ragazzi è la passione per la musica, la voglia che ancora abbiamo di scrivere nuovi brani, di suonarli e registrarli. L’ispirazione non saprei… Per quanto mi riguarda, può arrivare da qualsiasi cosa che mi sta attorno. L’importante è continuare a provare, suonare anche per conto proprio e raccogliere le idee, per poi poterle condividere con gli altri. Sai, è il modo migliore per mantenere in allenamento la tua creatività”.
A MARZO SUONERETE QUI IN ITALIA (17 marzo ai magazzini Generali di Milano). COSA DEVONO APETTARSI I FAN DA QUESTO CONCERTO?
“Credo che ci concentreremo soprattutto sul nuovo album, cercando di proporre più pezzi possibile da questo lavoro, ma chiaramente includeremo anche i classici nella setlist”.
SUONERETE ANCHE “EMPTY HOLLOW”?
“Spero di sì, sarebbe grandioso!”
BE’ SPERO CHE QUESTA VOLTA INCLUDERETE ANCHE QUALCHE CHICCA DEL PASSATO CHE NON SUONATE MOLTO SPESSO, COME “SOLITARY MAN” O “DOWN BY LAW” PER ESEMPIO…
“Staremo a vedere, è un po’ presto per parlare di setlist. In ogni caso posso assicurarvi che qualche pezzo classico ci sarà”.
SEMPRE PARLANDO DI VECCHI CLASSICI, HAI MAI PENSATO ALL’EVENTUALITA’ DI RIREGISTRARLI CON LA FORMAZIONE E CON IL SOUND ATTUALI? INTENDO OVVIAMENTE SENZA ORCHESTRA, COSA CHE AVETE INVECE GIA’ FATTO NEL 1996 SU “LINGUA MORTIS”…
“Ma vedi, quando riregistri i tuoi classici, poi c’è sempre chi li confronta con gli originali e generalmente i fan non apprezzano questo genere di cose”.
TI HO FATTO QUESTA DOMANDA PERCHE’ VEDO CHE MOLTI GRUPPI, COME AD ESEMPIO DESTRUCTION, EXODUS O SODOM, HANNO FATTO UNA SCELTA DEL GENERE, IN CERTI CASI PER DARE UNA SPOLVERATA A CANZONI CHE NON GODEVANO DI UNA PRODUZIONE ECCEZIONALE.
“Già non è una questione di business ma in certi casi, anche volendo, non hai i diritti per utilizzare il tuo vecchio materiale. Nel nostro caso è così e con tutti i nostri primi dischi usciti per Universal (Uscirono per Noise Records, con la Sanctuary è sotto Universal, ndr) non possiamo fare nulla anche se ci piacerebbe fare qualcosa con quel materiale. E’ un problema che non abbiamo solo noi ma anche molte altre band”.
LA VOSTRA CARRIERA E’ RICCA DI ALBUM DI ALTO LIVELLO MA NONOSTANTE CIÒ NON AVETE MAI RISCOSSO UNA GRANDE POPOLARITA, O MEGLIO, SECONDO ME NON QUANTA EFFETTIVAMENTE NE MERITATE, CONCORDI?
(ride, ndr) “E’ una bella domanda… vedi ci sono molte band e molti bravi artisti a cui addirittura non viene riconosciuto neanche lontanamente il merito che spetterebbe loro. Per quanto mi riguarda non mi lamento e mi ritengo fortunato ad aver fondato e portato avanti questo gruppo per venticinque anni. Ancora abbiamo un sacco di fan in giro per il mondo, che ci sostengono e ci aiutano ad andare avanti e questo è più di quello che mi sarei aspettato all’inizio. Certo, ci sono altre band che sono più fortunate e diventano veramente famose, ma non credo che sia positivo paragonarsi con questi gruppi. A volte è anche una questione di fortuna, il classico ‘essere nel posto giusto al momento giusto’”.
COME TU DICI, LA VOSTRA CARRIERA È ORMAI VENTICINQUENNALE E COME IN TUTTI I CASI CI SONO MEMENTI DI ALTI E BASSI. VORRESTI DIRCI QUAL’È STATO IL MOMENTO MIGLIORE DELLA VOSTRA LUNGA STORIA?
“Posso dire che attualmente sono molto felice della nostra situazione. Quello che possiamo fare, il feeling tra di noi all’interno della band… Posso tranquillamente dire che questo è di gran lunga il miglior periodo della carriera dei Rage. Certo, anche nei primi anni è stato bello e ci siamo divertiti un sacco, nella nostra formazione a tre con Manni Schmidt”.
SEI ANCORA IN BUONI RAPPORTI CON MANNI?
“Sì, certo! Si è anche unito a noi durante alcuni show che abbiamo tenuto la scorsa estate per commemorare il nostro anniversario.”
VISTO CHE HAI ACCENNATO ALL’ARGOMENTO ‘LINEUP’, TI CHIEDO SE HAI MAI PENSATO DI TORNARE AD ESSERE UN QUARTETTO…
“No, attualmente le cose vanno benissimo così come sono adesso con la formazione a tre. Non avremmo nessun motivo di aggiungere un quarto membro”.
SI È DA POCO CONCLUSO IL 2009, HAI ASCOLTATO QUALCHE ALBUM IN PARTICOLARE PUBBLICATO DURANTE L’ANNO CHE TI HA COLPITO PIÙ DI ALTRI?
“È veramente difficile come domanda ma pensandoci bene, mi è piaciuto molto l’ultimo album dei Dream Theater, ‘Black Clouds & Silver Linings’. Per quello che ascolto io, è il disco più importante uscito lo scorso anno e secondo me è veramente bello”.
CHE TIPO DI MUSICA ASCOLTI?
“Mi piace molto il progressive metal e questo è principalmente il tipo di musica che ascolto più spesso e volentieri”.
OK PEAVY GRAZIE MILLE DELLA CHIACCHIERATA E DELLA DISPONIBILITÀ!
“Grazie a voi ragazzi e a tutti i nostri fan, ci vediamo in tour!”