Considerata l’assenza, almeno nell’immediato, di loro dischi in uscita ed il fatto che dall’ultima intervista effettuata da Metalitalia.com ai Rage è passato poco più di un anno, lo scopo di questa chiacchierata era più che altro quello di farsi raccontare come la band tedesca aveva passato l’ultimo anno. Missione riuscita solo per metà, perché l’intervista è stata ripetutamente messa in forse dai malumori della band, trasformatasi infine da un’intervista face-to-face ad una press conference con tre media presenti tenutasi nella hall dell’albergo ospitante il gruppo, lo scorso 17 aprile. Questo è quanto siamo riusciti a raccogliere, e solo grazie ad un loquace Victor Smolski e ad un simpatico Andre Hilgers. Che dire di Peavy Wagner? Tra cupi silenzi e frasi sarcastiche, assolutamente non pervenuto…
BENTORNATI AI NOSTRI MICROFONI! PER INIZIARE, POTETE DIRCI COSA E’ SUCCESSO NELL’ULTIMO ANNO IN CASA RAGE?
Victor: “Sì, certo… siamo stati in tour. Abbiamo girato molto, fatto tanti concerti e adesso riprendiamo il giro. Ripasseremo da Francia, Spagna, Italia e poi Sud America… Sì, direi che abbiamo suonato di continuo insomma! Per quanto riguarda il futuro, cominceremo presto a comporre del nuovo materiale e poi suoneremo nuovamente del vivo durante l’estate per i festival. Infine, contiamo di entrare in studio per ottobre e di registrare quello che sarà il nuovo album”.
BENE! E’ UN’OTTIMA NOTIZIA!
Victor: “Sì, grazie, e abbiamo anche delle novità. Abbiamo infine deciso di separare il lato orchestrale dalla normale produzione Rage, creando due progetti distinti. Ci saranno dunque due CD, il primo contenente materiale nel tradizionale stile della band ed un altro completamente orchestrale, sullo stile di Lingua Mortis Orchestra”.
IN EFFETTI L’ANNO SCORSO AVEVATE DETTO CHE “LORD OF THE FLIES” ERA IL POSSIBILE INIZIO DI UN NUOVO PROGETTO ORCHESTRALE…
Victor: “Sì, infatti… Per cui alla fine abbiamo deciso che proveremo a fare due progetti distinti. Il progetto orchestrale vedrà di sicuro la partecipazione di numerosi ospiti, almeno una o due voci femminili, un tastierista fisso… insomma, ci saranno molte sorprese!”.
L’ANNO SCORSO AVEVATE DETTO DI AVERE INTEZIONE DI ANDARE IN SUD AMERICA. E’ STATO UN TOUR LUNGO? CE NE PUOI PARLARE?
Victor: “In realtà, dobbiamo ancora partire! Partiremo il mese prossimo. Sì, è vero, avevamo pensato di imbarcarci in questa impresa l’anno scorso, ma poi ci siamo resi conto di non poter organizzare un tour del genere all’ultimo minuto senza un’attenta pianificazione. C’è molto da organizzare per un tour simile: non puoi andare in Brasile, suonare, tornare e poi andare di nuovo in Argentina. Sono voli da almeno dieci ore, non è fattibile. L’unica ipotesi è un tour continuativo organizzato minuziosamente, e quindi solo adesso possiamo partire. Andremo in Brasile, Argentina, Cile e Messico”.
ANDRE (Hilgers, batteria, ndR), COME STA TUA FIGLIA? L’HAI GIA’ PORTATA IN TOUR CON TE?
Andre: “Oh, sta bene, cresce! Canta, urla, suona la batteria, fa veramente di tutto! In tour però non ci è ancora venuta, è troppo piccola. Forse potremo provare l’anno prossimo. La cosa che trovo più divertente è che quando in casa vede un DVD o un programma sulla musica, dove c’è qualcuno che suona, comincia a dire ‘pa pa pa’… sembra che per lei chiunque abbia i capelli lunghi e suoni sia ‘Papà’ (ride, ndR). Sembra che sappia già cosa faccio!”.
VICTOR, ABBIAMO VISTO CHE HAI SPONSORIZZATO ANCHE I FREAKOZACKS, UNA BAND RUSSA ESTREMAMENTE PROMETTENTE: SEI UNA ANCHE SORTA DI TALENT SCOUT?
Victor: “Sì, una specie… Diciamo che cerco di aiutare, se ne ho l’opportunità. Specialmente le band dell’est europeo, che ne hanno più bisogno, lì è dove l’industria discografica ha meno gli occhi puntati. E’ triste, in quelle zone ci sono tante band promettenti, tanti bravi musicisti. Io cerco di aiutare qualcuno, se posso, ma sono da solo. Su questo fronte sto anche lavorando ad un progetto strumentale, formato da soli musicisti est europei. Una sorta di G3, ma di chitarristi dell’ Europa dell’est. Mi piacerebbe però che i nostri paesi comunicassero di più. A parte le band promettenti, in Russia ci sono davvero molti bei posti dove poter suonare”.
HAI DAVVERO UN SACCO DI TEMPO ED ENERGIA!
Andre (ridendo): “No, il fatto è che lui non dorme!”.
Victor (ridendo anche lui): “Sì, infatti, in realtà devo dirti di no! Non ho così tanto tempo! Dai, almeno ho ancora tempo per il mio hobby, le corse”.
PEAVY, HAI FONDATO QUESTA GRANDE BAND AGLI INIZI DEGLI ANNI ’80. HAI COLLABORATO CON UN’ORCHESTRA, SUONATO IN OGNI DOVE, AL FIANCO DI LEGGENDE DELLA MUSICA… C’E’ DAVVERO ANCORA QUALCOSA CHE SENTI DI NON AVER FATTO?
Peavy: “Sì. Sento di non aver dormito abbastanza oggi”.
PARLANDO DELLA BAND, CI SARANNO STATI TANTI MOMENTI BELLI E BRUTTI NELLA TUA CARRIERA; CE NE VUOI RACCONTARE QUALCUNO?
Peavy: “(mugugna qualcosa di incomprensibile…, ndR)”.
Victor: “Io credo di sapere quale sia stato uno dei momenti più belli trascorsi nella band: penso sia stato quando questa attuale formazione dei Rage ha suonato assieme per la prima volta. Eravamo al Wacken! E’ stato speciale, era il primissimo show che facevamo assieme ed è stato davvero molto bello. Un altro momento che per noi è stato davvero speciale è stata sicuramente l’esibizione dal vivo con l’intera orchestra, sempre al Wacken. L’orchestra proviene dal mio paese, i membri sono quasi tutti amici miei ed il conduttore era addirittura mio insegnante al conservatorio per gli arrangiamenti! E’ stato tutto veramente speciale per me. Uno dei nostri migliori show. Non avevamo praticamente potuto fare il soundcheck, suonavamo davanti a quasi 100.000 persone, con una sessantina di persone sul palco, e stavamo registrando per il DVD live…veramente tanta tensione! Per fortuna, è andato tutto benissimo e lo show è piaciuto a tutti. Credo che in effetti sia stato uno dei più grandi momenti della mia vita”.
MA SUONERETE AL WACKEN QUEST’ANNO? ALTRI FESTIVAL?
Victor: “No, al Wacken sicuramente no. Non abbiamo nuovi album in uscita. Per quanto riguarda gli altri festival, invece, sicuramente ci saremo in più di uno. Ci sarà uno show speciale allo Sweden Rock Festival, un set completamente acustico. Io suonerò il violoncello e proporremo le canzoni dei Rage in questa inedita versione, con chitarre acustiche e strumenti classici”.
INTERESSANTE! REGISTRERETE QUESTO CONCERTO?
Victor: “Non lo so, forse…”.
Andre: “Tanto te lo vedrai il giorno dopo su YouTube, specialmente se ci saranno parti venute male (ride, ma un po’ amaramente questa volta, ndR)!”.
QUINDI, A PROPOSITO DI YOUTUBE, INTERNET, FACEBOOK, FILE SHARING… CHE NE PENSATE VOI? SIETE CONTRARI?
Andre: “Internet è indubbiamente una delle invenzioni più importanti del nostro tempo, ma è anche pericolosa. E, comunque, ci infastidisce il fatto che è sempre possibile registrare qualcosa durante le prove, il backstage oppure sul palco mentre fai qualcosa di stupido. Viene subito registrato. Non puoi più essere naturale, perché tutto finisce in video. Sì, certo, spesso il video di un fan è buona pubblicità, ma più spesso è una cattiva pubblicità”.
Victor: “Il file sharing invece è del tutto pericoloso. Le label non scritturano nuove band perché non ci fanno più soldi, la gente compra meno dischi… Se ne è parlato tanto. Non sarà un problema per le band grosse, ma per quelle piccole o emergenti sì, è un grosso problema. Personalmente, non sono per nulla un fan del file sharing”.
Peavy: “Che cosa è il file sharing?”.
Andre: “Invece Facebook è un ottimo modo di farsi conoscere. Un tempo ci voleva molto più tempo e soldi per la promozione di una band, ora tutto è più facile. Inoltre, Facebook permette alle nuove band ed alle nuove realtà di restare in contatto tra loro, di scambiarsi informazioni, organizzare serate…e questo è un vantaggio enorme. Certo, anche qui ci sono delle controindicazioni: Victor ad esempio ha cinque profili Facebook e nemmeno uno di essi è gestito da lui, mentre Peavy ne ha quattro e neppure conosce Facebook perché non lo usa! Questo non va bene, più che altro perché mostra che non è possibile controllare le informazioni su Facebook in alcun modo”.
PEAVY, TI VA DI COMMENTARE QUELLO CHE E’ SUCCESSO IN GIAPPONE? SPESSO NELLE TUE CANZONI PARLI DELLA MINACCIA NUCLEARE… COSA NE PENSI DI QUELLO CHE STA SUCCEDENDO?
Peavy: “Be’, come posso commentare quanto è successo? Si commenta da solo, basta guardare cosa sta succedendo per arrivarci da soli”.
MA SECONDO TE QUESTA TRAGEDIA CONVINCERA’ IL GOVERNO A CHIUDERE LE CENTRALI IN GERMANIA?
Peavy: “In Germania sono già stati costretti tempo fa. I votanti hanno da tempo espresso il dissenso contro il nucleare e quindi le centrali stanno già chiudendo. Nessuno da noi le vuole. Il popolo tedesco è massivamente contro il nucleare. E’ indubbio che l’unica ragione per cui governi vogliono il nucleare è perché è una maniera rapida di fare soldi. Ma coloro che non se ne avvantaggiano non hanno motivi per volerlo, considerato tutto quello che può succedere. Mi sembra normale che le cose vadano così come stanno andando ora”.
Victor: “Commentare quello che è successo in Giappone è difficile. E’ una vera tragedia. E’ tutto distrutto, contaminato. E lo pagheranno a lungo. Io ne so qualcosa, vengo dalla Bielorussia, è poco lontano da Chernobyl. E consideriamo che quanto è successo in Giappone, almeno a livello di estensione, è quattro o cinque volte più grave di quello che è successo a Chernobyl. Possiamo solo immaginare cosa succederà”.
Peavy: “La speranza è che i governanti trovino modo di fare altri soldi con qualcosa di meno rischioso”.
UN’ULTIMA DOMANDA: SUONERETE L’INTERA “EMPTY HOLLOW” STASERA? CI SARANNO SORPRESE?
Victor: “No, non la suoneremo tutta purtroppo. Per quanto riguarda le sorprese lo vedrete, manca poco allo show dopotutto, no?”.
Peavy: “Uhm. Le sorprese le abbiamo avute noi. E brutte…”.
Victor: “Sì, è vero, ogni volta ci sono sempre problemi qui. Una volta è il soundcheck, oggi la strumentazione non era quella richiesta… Stiamo girando senza tour bus e ci affidiamo a strumenti affittati sul luogo, e chissà perché deve esserci sempre qualche problema con queste cose. Stavolta la strumentazione per le chitarre non è quella che volevamo. Sarà difficile ottenere il suono ed i risultati che vogliamo stasera con la roba che ci hanno fornito. Faremo quello che potremo!”.