RAGING SPEEDHORN – Facciamo baldoria!

Pubblicato il 29/04/2025 da

Lerci, proletari e selvaggi, i Raging Speedhorn sono risorti dalle loro ceneri nel 2014 e da lì, senza praticamente mai muoversi dalla loro amata Inghilterra, hanno ripreso a martellarci con il loro sludge metal hardcorizzato. Rifiniti e potenti, levigati nel suono ma con addosso la stessa determinazione e foga della giovinezza, i sei inglesi hanno assorbito con pochi patemi il cambio di cantante tra lo storico John Laughlin e l’attuale seconda voce principale Daniel Cook, a duettare con l’altra cantante Frank Regan.
Centellinando le uscite dal vivo e quelle discografiche, eccoli nel 2025 con “Night Wolf”, disco diretto e a suo modo festaiolo, privo di calcoli e ragionamento, solo tanto beato rumore, violenza e divertimento: una pubblicazione che non reinventa lo stile dei Raging Speedhorn, ce li restituisce però in splendida forma, ancora vogliosi di suonare e far scapocciare i propri fan.
L’attuale bassista Andy Gilmour si intrattiene brevemente con noi per parlarci della band, dandoci l’idea che le parole, per il gruppo anglosassone, contino relativamente, mentre siano gli strumenti a dover esprimere tutto quel che serve…

“NIGHT WOLF” È UN ALBUM CHE SEMBRA SCRITTO PER ESSERE LA COLONNA SONORA DI UN PARTY SCATENATO. MUSICA PER INNESCARE IL DIVERTIMENTO E FAR DIMENARE LE PERSONE. UN FEELING INDOTTO DALL’ARTWORK DI COPERTINA E TRADOTTO NELAL MUSICA, DALLA PRIMA ALL’ULTIMA NOTA. COME AVETE ESPRESSO QUESTA IDEA DURANTE LA COMPOSIZIONE E COSA RAPPRESENTA PER VOI L’ALBUM?
– Abbiamo soltanto provato assieme, come facciamo solitamente, e poco per volta abbiamo trovato dei riff che ci piacevano, ci divertivano e ci facevano sorridere. Dopo sette album, essere ancora in grado di divertirci a suonare assieme è una gran cosa.

QUAL È LA SCINTILLA CHE VI HA PORTATO A INIZIARE A SCRIVERE “NIGHT WOLF”? CHE TIPO DI ENERGIA AVETE PERCEPITO, SCRIVENDO E SUONANDO LA SUA MUSICA?
– Volevamo portare quanto prodotto con il nostro precedente “Hard To Kill” a un livello superiore: più grande, migliore, più carico.

C’È UN FORTE TOCCO ROCK’N’ROLL A CARATTERIZZARE L’ALBUM. RISULTA ESSERE PIÙ ORECCHIABILE E FACILE DEI SUOI IMMEDIATI PREDECESSORI. C’È UNA RAGIONE PRECISA PER QUESTA ATTITUDINE SONORA?
– Ci siamo accorti che la nostra musica, pur volendo che proseguisse ad essere aggressiva, fosse più interessante se dotata di un forte groove, qualcosa che la rendesse anche accattivante e spingesse a muoversi.

“NIGHT WOLF” È IL SECONDO ALBUM CON DANIEL COOK COME SECONDA VOCE PRINCIPALE, IN SOSTITUZIONE DI JOHN LAUGHLIN. COME SIETE ARRIVATI A LUI E COSA PENSI CHE AGGIUNGA ALLA VOSTRA MUSICA?
– Quando John ha deciso di lasciare, Daniel è stata la scelta più logica per noi. È entrato perfettamente nel ruolo e non si è sentito alcuno stacco rispetto al passato.

AVETE GIRATO UN DIVERTENTE VIDEO PER LA CANZONE PIÙ ‘DA PARTY’ DELL’ALBUM, OVVERO “EVERY NIGHT’S ALRIGHT FOR FIGHTING”. QUAL È L’IDEA CHE HA GUIDATO LE RIPRESE DEL VIDEO E COSA ESPRIMETE IN QUEL BRANO?
– Il video è stata un’idea di Daniel. Omaggia il wrestling degli anni ’80, quello della WWE. Ci sembra sia venuto benissimo!

“BLOOD RED SKY” È UN TITOLO CHE RICHIAMA UNA VECCHIA CANZONE DEI JUDAS PRIEST. OMAGGIO O CITAZIONE INVOLONTARIA?
– I Judas Priest sono grandiosi e ne siamo fan, ma in questo caso non c’è alcun riferimento, neanche lontanamente.

MI SONO SEMPRE IMMAGINATO I RAGING SPEEDHORN COME L’ESPRESSIONE DELL’INGHILTERRA DI PROVINCIA, QUELLA PROLETARIA, DELLA VERA CLASSE LAVORATRICE DEL PAESE. MUSICA CHE ARRIVA DAL CUORE DEL PAESE E NE RIASSUME LA SUA GENUINA ESSENZA. INSOMMA, QUALCOSA CHE RIGUARDA LA VITA REALE, RELAZIONI E PROBLEMI CON I QUALI UN INDIVIDUO COMBATTE OGNI GIORNO. VI RICONOSCETE IN QUESTA SOMMARIA DESCRIZIONE?
– Totalmente! Non abbiamo mai seguito trend, siamo sempre stati noi stessi, non c’è nulla di finto o artefatto in quello che suoniamo.

DOPO LA REUNION DEL 2014 MI PARE ABBIATE SUONATO ESCLUSIVAMENTE NEL REGNO UNITO. CI SONO RAGIONI PARTICOLARI PER QUESTA SCELTA? CI SONO POSSIBILITÀ DI RIVEDERVI NUOVAMENTE SUL CONTINENTE EUROPEO?
– Semplici ragioni pratiche, nient’altro. La speranza è di poter ampliare il nostro raggio d’azione e tornare a suonare fuori dal Regno Unito.

GUARDANDO AL PASSATO E AGLI ALBUM REALIZZATI, QUALI SONO LE TUE SENSAZIONI?
– Orgoglio, puro e semplice orgoglio.

DANDO UN’OCCHIATA ALLA SCENA MUSICALE ODIERNA, SAPRESTI INDICARMI QUALCOSA CHE TI PIACE PARTICOLARMENTE, E ASPETTI CHE INVECE NON SOPPORTI?
– Penso ci siano troppe band che suonano tutte uguali, in questo momento. L’altro lato della medaglia è che riesco ad ascoltare anche tanti ragazzi con una loro personalità, che cercano di costruirsi un’identità precisa e non si accontentano di assomigliare ad altri. Questo mi conforta.

SE TU DOVESSI INDICARE UN GRUPPO INGLESE CHE VI SOMIGLI, SU UN PIANO SIA MUSICALE CHE DI ATTITUDINE, CHI NOMINERESTI?
– Due gruppi su tutti, gli Heriot e gli Unpeople. Li seguo da tempo e di entrambi mi piace il percorso che si stanno costruendo, un passo alla volta.

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