RAINTIME – People Like Flies

Pubblicato il 23/08/2007 da
 
 
I Raintime, da poco usciti con il loro secondo e ottimo disco “Flies & Lies”, sono indubbiamente uno dei gruppi italiani più promettenti. In passato le cose non sono andate certo per il verso giusto, e questo non certo per colpa loro, come ci ha spiegato il chitarrista Luca Michael Martina. La band si è comunque saputa riprendere alla grande, dimostrando una tenacia ed una determinazione degne di gran rispetto. Il nuovo disco, moderno e maturo, è una bella sorpresa per chi segue formazioni quali Children Of Bodom o In Flames ma anche per gli amanti del metal melodico, ed ha tutte le carte in regola per consentire finalmente a questo gruppo di emergere dall’angusto underground italiano e strappare consensi anche a livello internazionale. Luca ci ha spiegato nel dettaglio come la band è nata, come è arrivata a realizzare “Flies & Lies” e che razza di difficoltà ha dovuto affrontare sul suo cammino.

 
 
CIAO LUCA, È LA PRIMA VOLTA CHE I RAINTIME RILASCIANO UN’INTERVISTA A METALITALIA.COM, VOGLIAMO INIZIARE CON UNA PRESENTAZIONE DELLA BAND?
“Bene, i Raintime sono formati da Claudio Coassin (voce), Luca Michael Martina (chitarra solista), Matteo Di Bon (chitarra ritmica), Andrea Corona (tastiere), Michele Colussi (basso), Enrico Fabris (batteria)”.

COME LA VOSTRA BIOGRAFIA RIPORTA, ALL’INIZIO ERAVATE PIÙ ORIENTATI VERSO UN APPROCCIO PROGRESSIVE, INFLUENZATO DA BAND QUALI I DREAM THEATER, POI SIETE EVOLUTI FINO AL SOUND ATTUALE. VUOI SPIEGARCI QUALI SONO STATI I MOTIVI, LE ISPIRAZIONI E LE FASI DI QUESTA EVOLUZIONE?
“Nel nostro primo periodo, più che essere influenzati da band come i Dream Theater e Liquid Tension Experiment, ne eravamo letteralmente ossessionati. Eravamo appena diciottenni e l’aspetto meramente tecnico della musica ci intrigava parecchio, non rinneghiamo affatto il nostro passato in quanto l’orientamento musicale che avevamo ha contribuito a garantire a tutti noi una solida base tecnica (non è che adesso abbiamo smesso di studiare musica, anzi). Oltre a essere prog, era anche strumentale! Questo non per una scelta ben precisa, ma perché era impossibile trovare un cantante all’altezza delle nostre aspettative. Claudio, attuale cantante nonché fondatore della band, durante il nostro primordio strumentale, rivestiva il ruolo di tastierista (strumento che studia sin da piccolo). Dopo una estenuante ricerca di un cantante, Claudio, avendo un background di studi musicali molto solido, un’ottima intonazione e una pronuncia inglese a dir poco perfetta, fu spinto dagli altri a prendere in mano il microfono sprigionando una voce cristallina che mai ci saremmo immaginati nascondesse. E questo è sicuramente il momento cruciale che ha ‘dirottato’ il nostro sound verso il metal più roccioso e diretto, in quanto le canzoni da quel momento in poi si strutturano su di una linea vocale, rendendo la sezione ritmica molto più fluida e d’impatto. Un altro fattore ha contribuito al nostro incattivimento: l’acquisto delle chitarre a 7 corde che, come potete immaginare, cambiano il modo di concepire le ritmiche e i riff. Dimenticavo: abbiamo scoperto i Children Of Bodom!!!”.

QUALI SONO I GRUPPI CHE PIÙ VI ISPIRANO ORA?
“Be’… di musica ne ascoltiamo davvero molta, anche al di fuori del sempre caro e amatissimo metal. Comunque, gruppi che forse più ci ispirano sono: Children of Bodom, HateSphere, primi Metallica, primi Helloween, Pantera, Killswitch Engage e tanti altri…”.

IL VOSTRO SOUND È UN INCROCIO TRA CLASSIC METAL, POWER E DEATH MELODICO, UN MIX MOLTO AZZECCATO CHE, IN UN CERTO SENSO, SEMBRA SUPERARE QUEI CONFINI TRA GENERI CHE PURTROPPO ANCORA OGGI CARATTERIZZANO L’UNIVERSO METAL…
“La musica che suoniamo non è altro che quello che noi avremmo sempre voluto sentire nei nostri lettori CD e, dato che nessuno si è adoperato a farlo, ci pensiamo noi. A parte tutto, quello che suoniamo ci viene naturalmente, senza nessun progetto preciso, facciamo ciò che ci piace”.

PASSIAMO FINALMENTE AL NUOVO ALBUM “FLIES & LIES”, UN NOTEVOLE PASSO IN AVANTI RISPETTO AL PRECEDENTE “TALES FROM SADNESS”. VUOI PRESENTARCI IL NUOVO LAVORO?
“La nostra nuova fatica (e dopo ti spiego perché…) è stata registrata nei prestigiosi Jailhouse Studios del leggendario produttore Tommy Hansen (Helloween, HateSphere). Fatica, perché nessuno ci ha finanziato niente: né il viaggio in furgone fino in Danimarca, né la registrazione dell’album in quanto quegli stronzi (scusa i termini ma se lo meritano proprio) della nostra precedente casa discografica, la Arise Records, hanno dichiarato bancarotta lasciandoci a piedi. Dopo un piccolo periodo di depressione generale, ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo finito di comporre i pezzi per l’album e abbiamo messo da parte i soldi per la registrazione”.

CHI È IL PRINCIPALE COMPOSITORE E CHE TEMATICHE TRATTATE NEI VOSTRI TESTI?
“A livello di musiche, il principale compositore è Claudio, indubbiamente facilitato dal fatto che sono molti anni che studia musica, e subito dopo Andrea, Enrico ed io. Per quanto riguarda i testi, per lo più sono io che li scrivo, anche perché sono di madrelingua inglese. I testi fotografano, dal mio punto di vista, i meccanismi, i rapporti ed i sentimenti del nostro agire, spesso e purtroppo inquinato dal comportamento della massa. E proprio a proposito di questo, vorrei illustrarti il significato del testo della title track ‘Flies & Lies’, giusto per incuriosirvi a leggere ed interpretare poi gli altri. Nel testo appunto, c’è un verso che dice: ‘I see people like flies, landing on shit, ‘what a surprise!’ They ask me if I want to be fed, but I’d rather be dead..’ .Il testo sta a significare: quotidianamente ci imbattiamo in persone con mentalità omologate e ristrette che agiscono in massa a causa del loro stato di minorità imputabile solamente a loro stessi. Imputabile a se stessi è questa minorità, e la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi del proprio intelletto senza esser guidati da un altro. Come istintivamente le mosche sono attratte alla cacca, le persone superficiali agiscono senza ben conoscere il motivo del loro agire, che è solo un’imitazione istintiva e priva di ragione di un qualcuno che appare ‘figo’”.

NOTO UNA NOTEVOLE MATURAZIONE A LIVELLO COMPOSITIVO ED IN PARTICOLARE MI SEMBRA CHE SIATE RIUSCITI A CREARE UN’OTTIMA ALTERNANZA TRA PARTI AGGRESSIVE E RITORNELLI MOLTO MELODICI E DIRETTI…
“Sostanzialmente, abbiamo cercato di dare una nostra impronta stilistica migliore rispetto a ‘Tales From Sadness’ che a volte presentava delle strutture forse non del tutto mature e forse ridondanti. Credo che abbiamo raggiunto un buon compromesso…”.

A LIVELLO VOCALE IMMAGINO CHE SOPRATTUTTO DAL VIVO NON SIA SEMPLICE ALTERNARE GROWL E PARTI PULITE TUTT’ALTRO CHE SEMPLICI…
“Appunto come dici tu, non è affatto semplice,e quindi come tutte le cose richiede un sacco di allenamento e preparazione (Claudio è molto bravo e si impegna un sacco su quel frangente), onde evitare di rimanere senza voce alla penultima canzone. Per semplificare le cose, scegliamo l’ordine delle canzoni di modo da non stressare troppo la sua voce, alternando quindi una impegnativa a una più rilassante (a livello vocale intendo)”.

SUL NUOVO DISCO SONO ANCHE PRESENTI JACOB BREDAHL (HATESPHERE) E LARS F. LARSEN (MANTICORA) IN VESTE DI GUEST VOCALIST. DA DOVE NASCE QUESTA COLLABORAZIONE? AVETE SCELTO APPOSITAMENTE DUE CANTANTI COSÌ DIFFERENTI O È STATA UNA SCELTA DETTATA DA ALTRE MOTIVAZIONI?
“Siamo proprio fieri e onorati che questi due cantanti abbiano accettato con entusiasmo di apparire su nostro album. Jacob canta le parti in screaming della canzone ‘Apeiron’ e Lars, invece, libera la sua voce epica sul ritornello di ‘Another Transition’. La collaborazione nasce da una necessità: quando io e Claudio stavamo scrivendo le linee vocali per le suddette canzoni, ci accorgemmo del fatto che a livello di timbrica e di feeling, delle voci diverse avrebbero portato il sound di quei pezzi ad un livello superiore (non che la sua non andasse bene, ma avevamo in mente qualcos’altro). Dato che sia Jacob che Lars sono danesi e i Jailhouse Studios sono in Danimarca, abbiamo chiesto loro, già nostri amici, di venire in studio a cantare dei versi. Hanno accettato volentieri, sono venuti in studio e dopo aver cantato si sono goduti un ottimo pranzo all’italiana cucinato da noi Raintime e accompagnato dalle loro deliziose birre. Di birre ne abbiamo bevute così tante, che per quel giorno abbiamo terminato le registrazioni in anticipo; comunque ci tengo a smentire la credenza che quelli del nord Europa bevono più di noi italiani”.

HO APPREZZATO MOLTO ANCHE LA COVER DI MICHAEL JACKSON, COME VI È VENUTO IN MENTE DI RIPROPORRE UN PEZZO DEL GENERE?
“Inizialmente fu un idea di Claudio, che da piccolo era grandissimo fan di Mr. Jackson. Dopo averla ascoltata attentamente tutti assieme, abbiamo deciso di provare, però dopo un po’ l’abbiamo lasciata da parte in quanto era più importante concentrarci sulla composizione dei nostri pezzi. Due giorni prima di partire per la Danimarca, ci siamo trovati in sala prove per cercare di arrangiare la cover e dopo un po’ di diverse soluzioni, abbiamo trovato quella vincente. In sostanza, abbiamo deciso di riproporre questa bellissima canzone in stile Raintime, perché eravamo certi che con i suoni e le produzioni che abbiamo a disposizione ai giorni nostri, sarebbe venuta quasi sicuramente una figata. E così è stato, almeno per quanto ne pensiamo noi”.

IN PASSATO, PURTROPPO, AVETE AVUTO QUALCHE PROBLEMA LEGATO AL MANCATO TOUR CON ROYAL HUNT E SECRET SPHERE, PER NON PARLARE POI DEL FALLIMENTO DELLA VOSTRA VECCHIA CASA DISCOGRAFICA. VUOI RACCONTARCI COSA SUCCESSE? IMMAGINO CHE QUESTI FATTI VI ABBIANO PENALIZZATO…
“Guarda, è stato un incubo e una delle cose che più mi ha fatto incazzare di tutta la mia vita. Noi siamo un band molto giovane, io ad esempio che sono il più piccolo ho 20 anni, e quando ti viene annunciata la possibilità di andare in tour in giro per l’Europa, suonare davanti a un pubblico che non conosci, dormire sul tour bus e saltare due settimane di scuola, ti si realizza un sogno! Il 9 ottobre 2005, partimmo con tutti gli strumenti e valigie alla volta di Codevilla in provincia di Alessadria, per raggiungere i Secret Sphere ed i Royal Hunt nella loro ultima data italiana. Arrivammo al locale e salimmo sul tour bus alla volta di quella che sarebbe stata la nostra prima data a Monaco. Quella sera noi Raintime e Secret Sphere (dividevamo lo stesso tour bus), dato che era il nostro primo tour fuori dall’Italia, festeggiammo con tanto di vino rosso e salame. La mattina mi ricordo distintamente che aprii gli occhi e pensai tra me e me: ‘Che figata sono in una nuova dimensione, sto realizzando quello per il quale mi sono fatto il culo fino ad adesso’. Mi alzai per bere dell’acqua. Tutti dormivano, tranne il buffo autista del bus che stava trafficando con il suo cellulare. Appena mi notò (eravamo fermi in un’area di sosta in Svizzera), si sbracciò e mi disse di leggere un messaggio sul suo telefono, mandatogli dall’autista del bus dei Royal Hunt con scritto che gli headliner avevano deciso di cancellare il tour per motivi personali, ed erano già in viaggio verso casa. Inizialmente risi perché credevo fosse uno scherzo di cattivo gusto che gli autisti fanno ai novellini, ma dopo un po’ realizzai. Rimanemmo letteralmente inculati! Tornammo a casa l’11 ottobre. Per due giorni su di un tour bus perdemmo un sacco di soldi, il nostro bassista si era licenziato per poter venire in tour e tutti coloro che erano inizialmente invidiosi della nostra fortuna, ridevano e godevano della nostra sfiga! Subito dopo, circa dieci giorni dopo, La Arise Records dichiarò bancarotta. Dopo un po’ di avvilimento e depressione generale, ci iamo rimboccati le maniche e abbiamo deciso di tornare all’ attacco con ‘Flies & Lies’!”.

IMMAGINO SIATE QUINDI SODDISFATTI DEL CONTRATTO CON LIFEFORCE, COSA VI ASPETTATE DA QUESTA LABEL?
“Siamo molto soddisfatti per quanto riguarda l’etichetta, che sta svolgendo un ottimo lavoro promozionale e poi sono delle persone molto professionali. L’unico problema al momento risiede nella distribuzione dell’album in Italia, che penalizza le nostre vendite sul nostro territorio e questo ci rammarica molto. Il nostro CD è uscito a maggio e purtroppo è difficile da reperire in molti negozi! Ragazzi, se volete il nostro album fate pressione, non arrendetevi e contattateci direttamente! Keep the fire of METAL burning! Approfitto per inserire dei link dove si può trovare di certo: http://www.lifeforcerecords.com/store/546
www.replicarec.com nella sezione Shop”.

NOTO CHE AVETE IN PROGRAMMA DI SUONARE AL PROGPOWER USA VIII DI ATLANTA, NEGLI STATI UNITI, UNA BELLA OCCASIONE PER UNA FORMAZIONE ITALIANA AL SECONDO DISCO. CREDETE DI RIUSCIRE A SUPPORTARE IL NUOVO DISCO ANCHE CON DELLE DATE IN EUROPA?
“Suonare negli States è davvero una gran bella opportunità, anche perché il 21 agosto il nostro CD esce in America per la BielerBros Records, e quindi spero che per il Progpower almeno una bella fetta di spettatori conosca le nostre song, di modo da cantare i ritornelli! Per un tour europeo, Lifeforce e la nostra etichetta francese, Replica Rec., si stanno adoperando. Non vedo l’ora di rifarmi dell’inculata che ci siamo presi con i Royal Hunt!”.

SPERO DI VEDERVI PRESTO DAL VIVO! OK, GRAZIE MILLE DELLA DISPONIBILITA! A TE L’ULTIMA PAROLA.
“Grazie Alessandro, spero anch’io di suonare presto per voi! Un saluto a tutti i lettori di metalitalia.com e godetevi l’estate e la vita!”.

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