Gli svedesi Ram, attivi da più di un decennio (precisamente dall’ormai lontano 1999), sono giunti con “Death” alla prova del terzo album, superando brillantemente l’esame. Se è vero che la band di Göteborg non può certo essere definita molto prolifica in fatto di uscite ( 3 in tredici anni sono un po’ pochine…), è altrettanto vero che la scelta di fare uscire pochi dischi paga dal punto di vista della qualità degli stessi, sempre molto piacevoli da ascoltare. Un gruppo quindi che non riuscirà mai a salire sul treno per il grande successo, ma che in compenso dimostra una sana e pura passione per l’heavy metal tradizionale e un’assoluta fermezza nel non voler scendere a compromessi proprio con nessuno. Ecco ai nostri microfoni il cantante Oscar Carlquist, col quale abbiamo fatto una piacevole chiacchierata…
CIAO OSCAR COME VA? “DEATH” E’ IL VOSTRO TERZO ALBUM, IL PRIMO PER METAL BLADE. COME MAI AVETE CAMBIATO CASA DISCOGRAFICA? QUALI SONO LE PIU’ EVIDENTI DIFFERENZE TRA LA VOSTRA VECCHIA LABEL E QUELLA NUOVA?
“Molto bene, grazie! Alllora, ripsonderò alle tue domande procedendo con ordine. Quando il contratto che ci legava all’AFM è scaduto, non c’è stata volontà da entrambe le parti di rinnovare il sodalizio, così ci siamo messi alla ricerca di una nuova casa discografica. Più di un’etichetta ha mostrato interesse nei confronti nostri e della nostra musica, ma abbiamo scelto senza esitazione di legarci alla Metal Blade, nome storico ed importantissimo all’interno della scena. Di differenze rispetto a prima ce ne sono parecchie: diciamo che qui è tutto più grande!”
IL NUOVO ALBUM MI E’ PARSO ANCORA PIU’ OSCURO DEI PRECEDENTI, CHE NE PENSI? QUALI BAND O QUALI STILI HANNO INFLUENZATO IL SONGWRITING DI “DEATH”?
“Nessuna nuova influenza, la nostra musica è sempre la stessa! Ritengo che i nostri dischi siano tutti abbastanza oscuri, forse ‘Death’ è più dark rispetto agli altri, ma sinceramente non saprei cosa rispondere”.
RITENGO CHE ALCUNE DELLE VOSTRE NUOVE COMPOSIZIONI GODANO DI UN TAGLIO ORRORIFICO TIPICO DEL PROGRESSIVE ROCK ITALIANO DEGLI ANNI SETTANTA, SEI D’ACCORDO?
“Adoriamo Dario Argento, Lucio Fulci e tanti altri registi italiani del genere, quindi è normale che le tematiche horror ricorrano nella nostra musica. Piacendoci quei film, di conseguenza siamo attratti dalle musiche degli artisti che componevano le loro colonne sonore come Goblin e Fabio Frizzi, e il nostro intento era quello di catturarne le vibrazioni e inserirle all’interno del nostro disco”.
TI VA DI PARLARCI DI OGNI VOSTRO ALBUM, SVELANDOCI QUALCHE RETROSCENA?
“Inizio chiarendo subito che con ogni nostro disco, abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo fissati in partenza. Noi siamo dei perfezionisti e le visioni che viviamo devono essere raprresentate nel miglior modo possibile dalla nostra musica. Con l’esordio ‘Forced Entry’ abbiamo proposto un suono molto diretto e vigoroso, assolutamente in linea con quanto ci si aspetterebbe da un disco di sano heavy metal, quindi tanto sudore e pochi fronzoli; con ‘Lightbringer’ abbiamo invece posto maggiore attenzione sul songwriting cercando di trasmettere sensazioni legate al mistero ed incognito. Con l’ultimo lavoro ci siamo spinti verso una direzione più oscura, cercando di trasmettere questo feeling all’ascoltatore. Siamo fieri di ogni nostro disco, in quanto con ognuno di essi siamo riusciti a dar vita alle visioni a cui accennavo prima”.
DA FAN, COSA TI PIACE ASCOLTARE? QUALI SONO I TUOI CANTANTI PREFERITI? ASCOLTI QUALCOSA DI DIVERSO DALL’HEAVY METAL?
“Venero quasi tutti gli artisti metal degli anni Settanta ed Ottanta, impossibile citare una band piuttosto che un’altra. I miei cantanti preferiti sono senza dubbio Ronnie James Dio, Rob Halford, King Diamond, Midnight e Jacques Belanger degli Exciter. Oltre alla musica heavy, sono appassionato di colonne sonore cinematografiche e amo ascoltare tanta musica classica”.
ESSENDO IMPEGNATO COME COMPOSITORE E MUSICISTA, TI SENTI ANCORA ATTRATTO DALLA MUSICA COMPOSTA DA ALTRI?
“No, veramente. Pensando alla scena odierna non posso proprio dire di seguirla, mi sembra ci sia solo tanta confusione, troppi nomi e poche cose interessanti…. Devo ammettere che talvolta mi capita di ascoltare qualcosa di nuovo niente male, ma è una cosa molto rara”.
SE NON FOSSI SATO UN AUTORE DI CANZONI, TI SAREBBE PIACIUTO SCRIVERE COMUNQUE, MAGARI COME SCRITTORE, GIORNALISTA O BLOGGER?
“Il mio sogno sarebbe quello di scrivere almeno un libro, mi piace tantissimo la letteratura e sarebbe fantastico,un giorno, pubblicare dei racconti. Ho tantissime storie interessanti in testa che aspettano solo il momento giusto per essere scritte!”.
QUAL E’ IL POSTO PIU’ STRANO IN CUI VI SIETE RITROVATI A SUONARE DAL VIVO E IN CHE MODO IL LUOGO HA INFLUENZATO IL VOSTRO SHOW?
“Sicuramente in Olanda. Ci trovammo a suonare ad una festa in spiaggia, con gente intenta a fare il barbecue invece che seguire il concerto. Prima di noi si erano esibiti artisti etno-folk che suonavano la marimba, puoi immaginarti cosa è succeso quando siamo saliti noi sul palco! Siamo riusciti a suonare solo per venti minuti, fino al momento in cui abbiamo visto arrivare la polizia: a quel punto gli organizzatori ci hanno imposto di smettere immediatamente di suonare! Pazzesco!”.
CHE POSTO OCCUPA L’HEAVY METAL NELLA TUA VITA? COS’ALTRO ATTIRA LA TUA ATTENZIONE?
“L’heavy metal, in modi differenti, è la mia fonte di ispirazione ed energia. Ho cercato di analizzare con razionalità il motivo per cui questa musica esercita questa forte attrazione su di me, e sono arrivato alla filosofica conclusione che tramite l’heavy metal riesco e riuscirò a sentirmi realizzato nella vita. Oltre alla musica, mi piace molto leggere e guardare parecchi film”.
OSCAR, GRAZIE MILLE PER L’INTERVISTA. CONCLUDI PURE COME DESIDERI.
“Heavy Metal Tyranny!”.