Tra pochi giorni i Red Fang suoneranno al Carroponte di supporto ai Melvins, in quella che si preannuncia una delle serate più calde e roboanti dell’estate di Milano – e dintorni, dato che per la precisione la splendida location post-industriale si trova nel territorio di Sesto San Giovanni. Abbiamo approfittato dell’occasione per contattare Aaron Beam, l’occhialuto cantante e bassista della band, che dietro la sua aria sorniona dimostra che la grande potenza e la simpatia che i Red Fang sanno far scaturire nelle loro canzoni sono innate nella band; una band che, a distanza di quasi quindici anni e centinaia di date live dalla formazione, è innanzitutto un gruppo di amici entusiasti.
NON ABBIAMO AVUTO MODO DI INTERVISTARVI PER L’USCITA DEL VOSTRO ULTIMO ALBUM, QUINDI PARTIREI CHIEDENDOVI COSA PENSATE, IN RETROSPETTIVA, DI “ONLY GHOSTS” E DEL RESPONSO CHE AVETE AVUTO DAI VOSTRI FAN.
– Amo quell’album! È stato un lavoro intenso, realizzarlo, e credo che catturi appieno il nostro mood del tempo. È stato fatto con amore, spero che il pubblico lo percepisca, così come che colga la varietà di sonorità e sensazioni racchiuse.
A BREVE TORNERETE IN ITALIA CON I MELVINS. LA DOMANDA QUI È DUPLICE: COSA SIGNIFICA PER VOI UN TOUR CON UNA BAND CHE SEMBRA DECISAMENTE UNA DELLE PIÙ VOSTRE PIÙ GRANDI FONTI D’ISPIRAZIONE? E POI: POSSIAMO AFFERMARE CHE IL RAPPORTO CON IL NOSTRO PAESE È SPECIALE? I VOSTRI CONCERTI A CUI ABBIAMO ASSISTITO ERANO SEMPRE STRACOLMI, CON UN PUBBLICO ENTUSIASTA.
– Eh, purtroppo faremo solo quel singolo show di supporto ai Melvins; sono una band che amo, il loro approccio alla musica è ancora freschissimo e provo quanto più possibile a seguirne l’esempio: suona tutto quello che ti va, senza essere influenzato dalle altrui aspettative.
Per quanto riguarda il rapporto con l’Italia, sì abbiamo decisamente un rapporto speciale! Abbiamo suonato in molte città diverse, sempre con un pubblico pazzesco. Mi ricordo che quando abbiamo iniziato il primo tour europeo da headliner proprio da voi, con I Black Tusk, il nostro amico Whitey aveva deciso di filmare la serata, quindi ero nervosissimo al pensiero di come sarebbe andata, e alle prime note il pubblico è letteralmente ERUTTATO come il Vesuvio! È stato un momento memorabile.
DOPO DIVERSI ANNI IN CUI SIETE STATI VISTI COME LA “NEXT BIG THING” DELLO STONER, ORA SIETE CONSIDERATI SENZA DUBBIO TRA LE PRINICIPALI BAND DELLA SCENA. CHE EFFETTO TI FA? PENSO ANCHE AL FATTO DI AVER CONDIVISO IL PALCO PER ANNI CON BAND CHE ORA SONO ‘VOSTRE PARI’, PER COSÌ DIRE.
– Accidenti, è molto carino quello che dici, lo apprezzo tanto! Ma a dirla tutta non riflettiamo mi molto sul fatto di essere o meno tra i ‘grandi’. Cerchiamo solo di suonare quello che ci piace e ci pare adeguato a noi, mantenendo quella magia che sappiamo creare quando componiamo tutti e quattro assieme. Ci sentiamo infinitamente grati ad aver avuto l’opportunità di girare in tour per tutto il mondo e incontrare tanta gente grandiose e le band che ammiriamo.
LA VOSTRA FORMAZIONE NON È MAI CAMBIATA IN TUTTI QUESTI ANNI, UNA SPECIE DI MIRACOLO NEL MONDO DELLA MUSICA. QUALE PENSI SIA IL SEGRETO DIETRO LA VOSTRA ‘FAMIGLIA’? E COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO, AL TEMPO?
– Il segreto, probabilmente, è che nessuno di noi se la caverebbe altrettanto bene senza il sostegno degli altri tre. Ci affidiamo l’uno agli altri per la musica che creiamo, non sarebbe la stessa band se un membro venisse rimpiazzato: se qualcuno decidesse di andarsene, semplicemente smetteremmo di chiamarci Red Fang. Ci siamo incontrati grazie alla musica tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila; condividevamo gli stessi gusti, quindi ci siamo radunati, anche se vivevamo in diverse parti del paese, quindi abbiamo iniziato a suonare assieme molti anni dopo.
SIETE ORIGINARI DI PORTLAND, UNA CITTÀ CHE DI SOLITO VIENE ASSOCIATA SOPRATTUTTO CON L’INDIE ROCK O, ULTIMAMENTE, CON IL BLACK METAL ATMOSFERICO. COM’È LA SCENA LOCALE? È STATO DIFFICILE PER VOI PROCEDERE NELLA VOSTRA DIREZIONE MUSICALE, AL TEMPO?
– Direi che la scena locale è ancora forte! Non esco la sera come un tempo, dato che ho un figlio e mia moglie vive a due ore e mezza di distanza, quindi faccio parecchio il pendolare. Al tempo, non c’era nessuna difficoltà a suonare la nostra musica, Portland ha sempre avuto una scena rock forte, e per noi era normale suonare davanti a 5/6 persone in uno scantinato: abbiamo iniziato così ed era assolutamente naturale! La cosa strana è stata quando il pubblico ha iniziato a darci attenzione, è stato divertente suonare a Portland e avere persone che ci chiedevano di dove fossimo.
QUALI ELEMENTI PENSI DEFINISCANO PECULIARMENTE IL VOSTRO SOUND E RENDANO I RED FANG SPECIALI IN AMBITO STONER? PERALTRO, È ANCORA UN GENERE CHE SEGUITE PARTICOLARMENTE?
– Penso che la risposta più franca sia che non siamo influenzati dallo stoner. Apprezziamo tutti una serie di band che possono essere classificate così, ma principalmente siamo influenzati da altre cose; per quanto mi riguarda direi che le uniche band che veramente ascolto tanto nel genere sono i Big Business e i Melvins stessi, mentre posso citarti gli ascolti che ho attualmente in heavy rotation: Run the Jewels, Helms Alee, Kendrick Lamar, Dead Now, Menomena, The Fucking Champs, Ty Segall, Sleaford Mods, Spoon, Nomeansno, Andy the Doorbum, e parecchi altri…
È DA DIVERSI ANNI CHE USCITE PER RELAPSE. COM’È IL VOSTRO RAPPORTO CON L’ETICHETTA? HA CAMBIATO IN QUALCHE MODO IL VOSTRO APPROCCIO O IL PROCESSO COMPOSITIVO?
– Li adoro! Sono di grande supporto e sono tutte persone che amano davvero la musica, che sanno al tempo stesso gestire gli affari in maniera efficiente e con risultati. Non ci hanno influenzato in alcun modo, qualunque follia o cambiamento avvenuto è dovuto solo alle nostre teste bacate! È bello sapere che abbiamo loro al nostro fianco, davvero.
L’ ULTIMO LAVORO ERA DECISAMENTE IL PIÙ CATCHY DELLA VOSTRA CARRIERA, ANCHE SE AL TEMPO STESSO IN ALCUNE CANZONI, COME “THE SMELL OF THE SOUND” O “I AM A GHOST” FACEVANO CAPOLINO ALCUNI DEI PASSAGGI PIÙ RALLENTATI E SLUDGE CHE AVETE MAI SCRITTO. SEI D’ACCORDO?
– Concordo che abbia momenti più accattivanti, ma magari è solo un’evoluzione della nostra capacità di scrivere melodie vocali? Penso che al tempo stesso abbiamo sempre inserito lezzi più sludge e lenti in ogni disco, penso a “Humans Remain Human Remains,” “Dawn Rising,” “The Undertow,” “Throw Up.” Tutte queste sono parecchio lente! È una componente che abbiamo sempre avuto, fin dall’inizio: siamo grandi fan degli Yob e proviamo a saccheggiare il loro sound in ogni album (ride, ndR)!
COSA CI POSSIAMO ASPETTARE NEL FUTURO? AVETE GIÀ MATERIALE NUOVO PRONTO?
– Sì! Abbiamo cinque canzoni in fase di demo, una già registrata e forse ne faremo un teaser per il prossimo lavoro presto. In effetti l’abbiamo anche già suonata dal vivo nell’ultimo anno. Al momento il nuovo materiale è molto più indefinibile di quanto fatto finora, ma non abbiamo ancora idea di come suonerà l’album nuovo finché non sarà finito!