RETROMORPHOSIS – Alfa e Omega

Pubblicato il 28/02/2025 da

Gli Spawn of Possession sono stati uno dei gruppi più influenti del technical death metal moderno, una formazione capace di portare il genere a livelli estremi di complessità e musicalità. Dopo anni di silenzio, uno dei suoi membri fondatori, il chitarrista svedese Jonas Bryssling, ha sentito di nuovo il richiamo della musica estrema, ma con una visione differente: meno vincoli, più libertà creativa.
“Psalmus Mortis”, il debut album dei Retromorphosis, conserva la precisione tecnica degli Spawn Of Possession, ma in qualche circostanza esplora nuove dimensioni sonore, incorporando elementi atmosferici e sezioni più oscure e oppressive.

Per dare vita a questa nuova realtà, Bryssling ha richiamato vecchi compagni d’armi: il frontman Dennis Röndum e il bassista Erlend Caspersen, affiancati dal chitarrista Christian Münzner e dal batterista KC Howard. Il risultato è un album che appunto spazia dal death metal più tecnico e serrato a passaggi dal sapore doom, con synth e organi a rendere l’atmosfera più avvolgente e sinistra.
In questa intervista, Bryssling ci racconta la genesi dell’opera, il processo di scrittura e registrazione, accennando infine al futuro del progetto. Il death metal ha sempre avuto regole non scritte, ma questa nuova formazione del panorama dimostra che infrangerle è il modo migliore per ravvivare la passione e, al contempo, mantenere il genere in continua evoluzione.

COME È NATA L’IDEA DEL PROGETTO RETROMORPHOSIS E QUAL È STATA LA FORZA TRAINANTE DIETRO L’ASSEMBLAGGIO DI QUESTA NUOVA FORMAZIONE?
– Nel 2019 ho deciso di scrivere un album death metal. All’inizio volevo solo pubblicare i brani demo su YouTube e finire lì la cosa, ma poi ho cambiato idea perché volevo che la musica avesse delle parti vocali. Così ho chiesto a Dennis se poteva occuparsene, e lui ha semplicemente detto: “Certo, perché no”. Inizialmente voleva anche registrare il basso, ma in seguito ha cambiato idea su questa cosa. Inoltre, Dennis ha chiesto a KC Howard se volesse suonare la batteria, e così ci siamo presto ritrovati con una prima bozza di line-up.
A quel punto stavamo progettando di fare una registrazione a basso budget come trio e di pubblicarla su qualche etichetta underground. Tuttavia, anche questa idea non ha funzionato, visto che ci siamo resi conto che c’era troppo lavoro per soli tre membri, così Erlend si è unito a noi per il basso e Christian è entrato come chitarrista solista. Tutto è successo in modo molto naturale, visto che già ci conoscevamo.

CON PIÙ MEMBRI DEGLI SPAWN OF POSSESSION COINVOLTI, IN CHE MODO “PSALMUS MORTIS” ONORA QUELLA PESANTE EREDITÀ PUR RITAGLIANDOSI UNA PROPRIA IDENTITÀ? HO LETTO MOLTI COMMENTI ONLINE SULLA NECESSITÀ DI AVVIARE UN NUOVO PROGETTO: PERCHÉ NON AVETE VOLUTO PUBBLICARE QUESTO DISCO CON IL NOME SPAWN OF POSSESSION?
– Beh, il punto principale degli Spawn Of Possession era scrivere brani intensi e implacabili, ricchi di dettagli, senza però perdere musicalità. Avevamo tutta una serie di regole a riguardo, e la prima era che non avremmo mai pubblicato nulla sotto il nome SoP se non fosse stato un’evoluzione che spingesse tutto ancora più in là.
In Retromorphosis l’approccio è diverso: ho ancora delle regole, ma non così rigide come con SoP. È fondamentalmente un modus operandi più rilassato, che ci permette di scrivere brani di vario tipo, non necessariamente solo tecnici o estremi. E per me, quello che ho appena descritto è un processo molto più stimolante in questo momento.

PENSATE CHE SARÀ DIFFICILE RIAFFERMARVI CON IL NOME RETROMORPHOSIS, SOPRATTUTTO DOPO AVER LASCIATO ALLE SPALLE UN NOME COSÌ RISPETTATO IN UNA SCENA DEATH METAL SEMPRE PIÙ AFFOLLATA?
– No, non ho riflettuto molto su questa problematica. Possiamo solo sperare che abbastanza persone apprezzino Retromorphosis, così da poter continuare a pubblicare altri album.
Se il nostro intento dovesse fallire e tutti fossero scontenti, tornerò alla mia idea iniziale di pubblicare semplici demo grezzi su YouTube. Quindi, in un certo senso, questo primo capitolo è un esperimento per vedere se un progetto di questa natura può funzionare o meno.

COM’È STATO RICONNETTERSI E COLLABORARE CON QUESTI EX COMPAGNI DOPO COSÌ TANTO TEMPO? L’ALCHIMIA È RIPRESA ESATTAMENTE DA DOVE ERA STATA INTERROTTA?
– Sì, è stato molto divertente. Tutti suonano ancora e hanno le loro band e i loro progetti in corso, quindi erano già ‘caldi’ e sono semplicemente entrati nel mood, registrando le loro parti. È stato tutto molto rilassato e semplice, come sempre. Con questi ragazzi non devi preoccuparti di nulla.

HAI APPUNTO DESCRITTO RETROMORPHOSIS COME UN PROGETTO ‘PIÙ LIBERO’ RISPETTO ALLE TUE ESPERIENZE PRECEDENTI. PUOI APPROFONDIRE IN CHE MODO QUESTA LIBERTÀ SI MANIFESTA NELL’ALBUM?
– Sì, certo, è un elemento presente in tutto l’album. Ci sono molti riff e idee che non avrei mai usato negli Spawn Of Possession. Abbiamo parti, o addirittura intere canzoni, che vedo immerse nel puro old-school death metal, piuttosto che in un tipo di death metal più moderno.
La libertà sta nella varietà dei riff utilizzati e nella possibilità di esplorare sonorità più doom o atmosferiche, con l’aggiunta di pad, sintetizzatori e organi in sottofondo; un esperimento, quest’ultimo, che mi ha dato molte soddisfazioni: bani come “Obscure Exordium”, “Never to Awake”, “Machine”, “Retromorphosis” e “Aunt Christie’s Will” sono esempi molto evidenti di questo approccio musicale.
Detto ciò, ci sono ancora pezzi intensi che potrebbero ricordare SoP, ma ora quello stile è parte di un quadro molto più ampio, invece di essere l’elemento centrale.

HAI ANCHE PARLATO DI VOLER OTTENERE UN SOUND ‘CATTIVO’ E ‘SPORCO’. PERCHÉ AVETE DECISO DI RIDURRE LA PULIZIA DELLA REGISTRAZIONE IN STUDIO E QUALI SFIDE HA COMPORTATO QUESTA SCELTA?
– Perché, almeno per me, è impossibile ascoltare album che suonano troppo sterili, puliti e meccanici. Ciò che hai davanti deve sembrare una vera band, non un file di GuitarPro. La sfida principale è stata probabilmente il mixaggio. È un disco dal suono piuttosto cupo; magari la prossima volta metteremo un po’ più di medi sulle chitarre, in modo da far emergere meglio il basso nel mix.

COME HAI ACCENNATO, CON “PSALMUS MORTIS” CERCATE ANCHE DI EVOCARE LO SPIRITO PIÙ ISTINTIVO DEL DEATH METAL DEGLI ANNI ’90, ALMENO IN ALCUNI PASSAGGI. QUALI BAND O ALBUM DI QUELL’EPOCA HANNO AVUTO MAGGIOR INFLUENZA NELLA CREAZIONE DI QUESTO DISCO?
– Mi sento di elencare queste band: Seance, Incantation, Morpheus, Grotesque, Sorcery, Purtenance, Grave, Hypocrisy, Autopsy, Megaslaughter, Accidental Suicide, Morgoth, Unleashed, Cemetary, Revenant. Sicuramente ne ho dimenticate parecchie!

I SYNTH E LE TASTIERE POSSONO POI APPARIRE COME UNA NOVITÀ. COSA VI HA ISPIRATO A INCORPORARE QUESTI STRATI ATMOSFERICI E IN CHE MODO ARRICCHISCONO LA NARRAZIONE DELL’ALBUM, SECONDO TE?
– Negli anni ’90 era abbastanza comune avere dei synth qua e là, magari su una melodia o una progressione di accordi. Avevamo band come Crematory che li usavano ovunque, e la cosa mi piaceva perché questo tipo di elemento rendeva tutto molto più atmosferico.
Così, mentre componevo, non ho potuto fare a meno di inserirli in ogni brano dove trovavo una parte in cui avrebbero funzionato e avuto senso. Dato che sono presenti in tutte le canzoni, i synth son poi diventati uno di quegli elementi che aiutano a legare insieme l’intero album.

IL BRANO “MACHINE” È UN MONOLITE DI NOVE MINUTI. PUOI RACCONTARCI IL PROCESSO DI SCRITTURA E STRUTTURAZIONE DI UN PEZZO COSÌ AMBIZIOSO?
– Sì, è un brano che avevo scritto a parte e inizialmente non pensavo di usarlo per Retromorphosis, ma poi, una volta realizzato il demo e ascoltato insieme agli altri pezzi, mi sono reso conto che avrebbe reso l’album ancora più vario e che quindi aveva senso includerlo, visto che era stato scritto nello stesso periodo di alcune delle altre canzoni.
Non era affatto pianificato che fosse così lungo, il pezzo si è praticamente scritto da solo, come accade spesso: mi sono lasciato semplicemente guidare dai riff e li ho fatti evolvere finché non ho sentito che il brano aveva raggiunto la sua conclusione. L’intera canzone è costruita attorno a un tema di base, che si può sentire nell’organo all’inizio.
È un brano piuttosto avventuroso: cresce, quasi si spegne a metà, poi si riprende e ricostruisce la sua energia cercando di sopravvivere, fino ad arrivare al climax verso la fine, dove però non riesce più a reggere. E così si arriva al momento della morte lenta e dolorosa, mentre in sottofondo sentiamo la macchina lavorare un’ultima volta prima che tutto finisca definitivamente.

COME TROVI IL GIUSTO EQUILIBRIO TRA COMPLESSITÀ TECNICA E LA CREAZIONE DI CANZONI CHE POSSANO RISULTARE COINVOLGENTI E MEMORIZZABILI?
– Non penso molto agli aspetti tecnici, è più una questione di che tipo di canzone voglio scrivere. Se voglio fare un brano veloce e intenso, inizio semplicemente a improvvisare con quella mentalità e le idee arrivano da sole. A volte è difficile trascrivere ciò che suono perché nemmeno io sono del tutto sicuro di come lo sto eseguendo (ride, ndr). Lo faccio e basta, capisci? Quindi devo rallentare, affrontare un passaggio alla volta e annotare tutto con attenzione.
Quello che succede spesso è che alcuni di questi riff diventano una sorta di microcosmo a sé, con tante cose che accadono al loro interno. Ma quando sei dentro il processo creativo, non lo percepisci in quel modo, il cervello si adatta. In ogni caso, non importa che tipo di riff sia, tutti devono avere un senso all’interno dell’arrangiamento. Mi affido al 100% all’intuizione e, se ho dubbi, faccio ascoltare agli altri e lascio che siano loro a giudicare.

CON “PSALMUS MORTIS” IN USCITA, QUALI SONO I PROSSIMI PASSI PER I RETROMORPHOSIS? I FAN POSSONO ASPETTARSI USCITE PIÙ FREQUENTI O MAGARI DEI CONCERTI DAL VIVO?
– Beh, dobbiamo solo aspettare e vedere cosa succede. Per ora sto pensando principalmente a scrivere nuovi brani e a che tipo di direzione prendere. Di idee ne ho sicuramente tante.

SEGUI ATTIVAMENTE LA SCENA DEATH METAL CONTEMPORANEA? QUALI BAND O ALBUM RECENTI TI HANNO COLPITO O ISPIRATO DI RECENTE?
– Sì, ci sono molte band valide in giro ultimamente, alcune purtroppo si sono già sciolte ed è un peccato. Devo dire che ascoltare tutte queste nuove band negli ultimi dieci anni circa mi ha fatto venire voglia di ricominciare a scrivere con più focus.
Alcuni nomi che mi vengono in mente sono Drawn and Quartered, Funebrarum, Cemetery Urn, Grave Ritual, Corpsessed, Ignivomous, Imprecation, Ossuarium, Sonne Adam, Graveyard Ghoul, Dead Congregation, Maim, Demonomancy, Denial, Backyard Mortuary, Church of Disgust, Teitanblood… giusto per citarne alcuni!

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