Regina di Cuori…difficilmente sulle pagine di Metalitalia.com potremmo riferirci alla canzone dei Litfiba. Infatti, si tratta invece di un simpatico parallelismo che la bella Floor, l’impegnatissima cantante dei Revamp e frontwoman dei Nightwish, fa tra se stessa e la carta da gioco, la quale dovrebbe rappresentare qualcosa di inatteso, di variabile. Inatteso e mutevole un po’ come la musica di questo nuovo album, “Wild Card” appunto, che, come ci dice la cantante stessa, ha come punto forte proprio un ventaglio di sonorità ed influenze molto ampio. Partiamo quindi con Floor stessa alla ricerca di altri significati nascosti ed altri parallelismi, attraverso questa veloce intervista telefonica…
ECCOCI QUI CON IL NUOVO ALBUM DELLA TUA BAND, I REVAMP… “WILD CARD” E’ IL VOSTRO SECONDO LAVORO: COME TI SENTI NEI SUOI CONFRONTI, ADESSO CHE IL DISCO E’ PROSSIMO AD ARRIVARE SUL MERCATO?
“Per fortuna ora posso dire che è venuto decisamente bene, ed è una cosa nella quale avevo sperato ardentemente! Le prospettive per quest’album non sono state sempre le migliori, perché il periodo in cui ci abbiamo lavorato è stato davvero molto complicato, per tanti motivi. Tra il tour mondiale dei Nightwish e altri vari impegni il tempo è stato poco e frammentato, di conseguenza l’intero processo di registrazione si è rivelato assai faticoso. Per fortuna alla fine ogni parte del lavoro si è sistemata, tutto si è collocato al posto giusto e l’album è venuto fuori come desideravo. Posso dire di essere molto fiera del risultato, nonostante tutte le difficoltà incontrate nell’ottenerlo”.
HAI PARLATO DI DIFFICOLTA’ E IMPEGNI, QUINDI VADO SUBITO AL PUNTO… L’ATTIVITA’ CON I NIGHTWISH HA AVUTO UN IMPATTO PESANTE SULLA TRANQUILLITA’ CON LA QUALE AVRESTI POTUTO LAVORARE A “WILD CARD”?
“Certamente, e non ti puoi nemmeno immaginare quanto. Devo dire che l’80%, forse addirittura il 90%, del materiale che si ascolta su ‘Wild Card’ era già stato scritto quando ho cominciato l’attività con i Nightwish. Quando poi ho raggiunto in Olanda i miei compagni per curare e registrare le mie parti, cioè le linee vocali e i testi, buona parte della musica composta era anche già stata registrata. E’ stato un lavoro che ha richiesto molta coordinazione: essere lontana dallo studio e avere poca continuità è stato veramente complicato, così come anche dover stare sempre lontana da casa mia”.
“WILD CARD” PERO’ SUONA MOLTO POTENTE E MODERNO. QUALI FONTI DI ISPIRAZIONE PRINCIPALI CITERESTI, PARLANDO DI QUESTO ALBUM?
“Non parlerei di fonti d’ispirazione precise. Ci siamo seduti tutti insieme, allo scopo di confrontarci e trovare una sorta di punto di incontro che accontentasse tutti. Abbiamo quindi ascoltando davvero tanti tipi di canzoni diverse, concentrandoci su quei dettagli che interessavano, cercando nuove idee per nuove sonorità, nuove strutture… o anche per diversi modi di cantare o di suonare. Direi che la musica in generale è stata per noi la vera fonte di ispirazione. Avevamo comunque alcune idee iniziali, che erano quelle di produrre un album che suonasse fresco, fortemente ‘guitar based’ e dal taglio moderno, che non tralasciasse però l’elemento bombastico o quello sinfonico. La diversità così marcata delle linee vocali che senti su ‘Wild Card’ deve di sicuro molto a questa varietà che si è ottenuta nelle parti strumentali”.
IN COPERTINA CI SONO DUE FLOOR, LA PRIMA ANGELICA, L’ALTRA DECISAMENTE PIU’ MINACCIOSA. MA QUAL E’ LA VERA FLOOR? CI PARLI ANCHE DEL SIGNIFICATO CHE SI NASCONDE DIETRO LA COPERTINA E IL TITOLO, CHE SEMBRANO ESSERE COLLEGATI?
“Ci ricolleghiamo al discorso che ti facevo prima! L’album intero è risultato molto diversificato, caratterizzato da una grossa varietà stilistica, ed il titolo ‘Wild Card’ vuol dire proprio quello: qualcosa di inatteso, di inaspettato. Un concetto che si sposa bene alla musica qui contenuta, dove non sai cosa ascolterai finché non la senti! Il titolo è stato di ispirazione per l’aspetto grafico, dove è appunto rappresentata una carta, la Regina di Cuori, la ‘wild card’ per eccellenza, il che sottolinea grazie alle due immagini opposte il concetto di dualismo e diversità. Questo parallelismo ci è sembrato azzeccato, io stessa a volte rappresento il personaggio buono e accomodante come in altre quello malvagio e minaccioso, e anche la musica qui ci mostra un’alternanza di aspetti romantici e solari, ma anche diretti e aggressivi. Non sbagli, tutto è collegato, la musica ha ispirato il concetto per il titolo, e questo concetto è stato poi reso visuale con questa immagine grafica”.
HAI DESCRITTO TUTTA LA COPERTINA, MA RIMANE UN INTERROGATIVO… IL CUORE CHE TIENI IN MANO, DI CHI E’?
“(risate, ndR) Non so… probabilmente il mio!”.
HAI PARLATO MOLTO DI QUESTA DIVERSITA’ DI “WILD CARD”, MA SE TI CHIEDO QUAL E’ IL PUNTO FORTE DELL’ALBUM, TU COSA MI DICI?
“No, devo ancora risponderti la diversità. E’ proprio questo che caratterizza veramente ‘Wild Card’. Il fatto che mostri così tanti aspetti, così differenti”.
HO TROVATO MOLTO INTERESSANTE IL TESTO DELLA ‘SUITE’ “ANATOMY OF A NERVOUS BREAKDOWN”. E’ UN TEMA CUI SEI MOLTO LEGATA PERSONALMENTE, O RAPPRESENTA QUALCOSA DI CARATTERE PIU’ GENERALE DI CUI VOLEVI PARLARE?
“Il tema di cui si parla mi riguarda personalmente, in quanto è un fatto risaputo che ho recentemente attraversato un periodo difficilissimo in cui ho subito un vero e proprio esaurimento nervoso, che mi ha tenuto lontana dal lavoro per un po’. E’ facile comprendere quando io mi senta fortemente coinvolta emotivamente da questo tema in particolare. Diciamo però che le tre parti di questa ‘suite’ guardano a questo argomento sotto punti di vista molto differenti”.
ANCHE MUSICALMENTE LE TRE PARTI SONO BEN DISTINTE, NON SEMBRANO NEMMENO PARTE DI UNA STESSA CANZONE, SE NON FOSSE PER IL TESTO…
“Non sono parte di una stessa canzone, sono canzoni diverse…”.
E’ PER QUESTO CHE LE TRE PARTI NON SONO IN ORDINE NELLA TRACKLIST?
“Esatto, non c’era alcun motivo per farlo. Il concept, se poi c’è, è solamente lirico, e non necessariamente doveva avere continuità anche dal punto di vista della musica. Era più importante che fosse la musica a scorrere nella direzione voluta, non che queste tre parti fossero ‘lette’ l’una di fila all’altra, come se fossero parte di una storia. Non è una storia! I tre pezzi non sono connessi tra di loro da un particolare filo narrativo che non sia esclusivamente il tema generale. E’ come dicevo prima, ognuna delle tre canzoni rappresenta un punto di vista diverso su questo unico argomento”.
VORREI CONCENTRARMI UN ATTIMO SUL RAPPORTO TRA TE E I REVAMP. HAI UNA CARRIERA SICURAMENTE RICCA: ATTUALMENTE CANTI PER LA PIU’ FAMOSA METALBAND CON CANTANTE DONNA AL MONDO, E HAI COLLABORATO CON NOMI TRA I PIU’ IMPORTANTI DI QUESTA SCENA… A CHE BISOGNO RISPONDE IL FATTO DI FAR PARTE DI UNA BAND QUALE I REVAMP?
“Ti sei risposto da solo… è la mia band! L’ho formata io e posso ben dire di essere il motore che ci sta dietro, quindi di fatto è la mia band. Il lavoro con i Nightwish è arrivato solo dopo”.
VEDIAMOLA NEL VERSO OPPOSTO, ALLORA… RITIENI CHE I PROGETTI E LE COLLABORAZIONI CUI HAI PARTECIPATO ABBIANO CONTRIBUITO TANTO ALLA TUA CARRIERA E AL TUO MIGLIORAMENTO COME CANTANTE?
“Indubbiamente sì. Ho lavorato con un certo numero di persone, e devo dire di essermi sempre divertita molto nel farlo”.
IL PUBBLICO DAVANTI AL QUALE TI ESIBISCI CON I NIGHTWISH, COSI’ COME IL PALCO, IMMAGINO SIA MOLTO DIVERSO DA QUELLO CHE HAI CON I REVAMP. QUESTO TI FA SENTIRE IN QUALCHE MODO ‘COMPRESSA’? NON RAPPRESENTA UN PROBLEMA?
“No, non è assolutamente un problema. Il livello dei Revamp è sempre stato quello, e per ora è invariato, quindi non provo nessun disagio in questi termini. Certo, l’idea è quella di portare anche questa band su un livello più alto, ma ti assicuro che suonare nei club o in posti più piccoli è comunque bello e soddisfacente. La cosa mi va bene così”.
UNA DOMANDA INTERESSANTE SUI FESTIVAL ESTIVI, CHE DA POCO SONO COMINCIATI… (l’intervista è stata raccolta in luglio) PARLANDO CON ALTRE BAND, SONO EMERSI MOLTI PROBLEMI AL RIGUARDO: SOUNDCHECK APPROSSIMATIVI, PUBBLICO CHE VIENE PER VEDERE ALTRE BAND, SCALETTE DA TAGLIARE, ECC.. MA QUINDI, PER UN ARTISTA, QUAL E’ LA VERA ‘MAGIA’ DEI FESTIVAL ESTIVI?
“Ti posso dare una risposta solo personale, di come la penso io… Secondo me, il punto principale è che nei festival hai la possibilità suonare davanti ad audience più grandi, ad un numero maggiore di gente, ma soprattutto puoi suonare per un’audience diversa dalla tua. E’ un’opportunità. E’ molto diverso suonare davanti ad un pubblico che è venuto per vedere te, e quindi ha già una sua opinione sulla band, e un pubblico che assiste ad un concerto dei Revamp, partendo senza un’opinione preconcetta o sol per sentito dire. I festival sono anche un’occasione per osare di più, provare qualcosa che in tour non faresti, con meno pensieri o remore”.
IL NOSTRO TEMPO STA PER ESAURIRSI… RIMANENDO IN TEMA LIVE, VORREI CHIEDERTI SE VERRETE IN ITALIA PER PROMUOVERE “WILD CARD”.
“Sì, è sicuramente una delle nostre idee. Stiamo lavorando proprio ora alla schedulazione di un tour, e ci speriamo veramente tanto. L’idea è proprio quella di coprire il maggior numero di nazioni possibile e l’Italia è uno degli obiettivi. Non sarà un tour da headliner, ma posso dirti che stiamo lavorando ad alcune ipotesi mooolto interessanti… tieni d’occhio con attenzione il sito, e vedrai presto delle novità! (successivamente è stato reso noto che i Revamp passeranno in tour a novembre, e che la band headliner sono i Kamelot, ndR). Ci sentiamo presto e grazie per diffondere il verbo dei Revamp!”.