E’ un Alex Staropoli solare e determinato quello che ci accoglie al telefono per parlarci del nuovo lavoro in casa Rhapsdoy Of Fire: un disco che segna un nuovo percorso per la band triestina che riparte con una nuova formazione e tanta energia, parola quest’ultima che lo stesso Alex utilizza spesso per descrivere lo stato attuale della sua band. Il mastermind e tastierista della band italiana ci parla di “The Eighth Mountain”, dell’imminente tour a supporto del disco e si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa. Buona lettura.
CIAO ALEX, E’ UN PIACERE RITROVARTI PER PARLARE DI QUESTA NUOVA PRODUZIONE TARGATA RHAPSODY OF FIRE. I FAN NON VEDONO L’ORA DI ASCOLTARE IL NUOVO “THE EIGHTH MOUNTAIN” VISTO TUTTI I CAMBIAMENTI CHE QUESTO LAVORO SI PORTA DIETRO. COME SI VIVONO I MOMENTI PRIMA DELLA PUBBLICAZIONE DI UN DISCO COSI’ ATTESO E DI UN IMMINENTE TOUR EUROPEO?
– Non è la prima volta che ci troviamo in una situazione simile; sicuramente è un’occasione speciale in quanto la line-up è nuova e fresca ed il nuovo album è il primo di una serie che usciranno legati dalla stessa storia per cui c’è una grande energia, c’è tanto entusiasmo. Siamo contenti dei risultati, delle recensioni arrivate finora e dei commenti dei fan. Abbiamo avuto risultati strabilianti con cinquecentoventimila visualizzazioni per il video di “Rain Of Fury” su YouTube in tre settimane… è un numero incredibile. Per cui dopo aver lavorato tanto e dopo tanto impegno per presentare un album di questa caratura ci fa un enorme piacere.
QUESTA NUOVA FORMAZIONE PARE AVER PORTATO UN’ARIA POSITIVA NEI NUOVI PEZZI CON UN RITORNO ALLE ATMOSFERE DEL PASSATO. SEI D’ACCORDO? PUOI RACCONTARCI COME SONO NATE LE NUOVE CANZONI?
– E’ una cosa voluta, ne sentivamo il bisogno. Agli inizi della nostra carriera siamo partiti componendo brani orchestrali intensi e drammatici ma comunque molto solari, aperti e in chiave maggiore. Erano composizioni molto accessibili mentre tendenzialmente negli ultimi anni abbiamo fatto pezzi molto cupi e tecnici perdendo un po’ la gioiosità nel modo di scrivere. Questo mi è venuto a mancare. Ecco perchè ho deciso prima di iniziare la fase di songwriting del nuovo disco di puntare su brani che suonassero così. E alla fine il risultato è proprio come desideravo suonasse. Abbiamo lasciato i temi musicali cupi e drammatici, c’è tanta energia che si riflette nella musica.
DURANTE LA FASE DI SONGWRITING AVETE CERCATO DI ADATTARE I PEZZI ALLA VOCE DI GIACOMO?
– Io sono partito a comporre da zero già consapevole che Giacomo era parte della band, per cui c’è stato un lavoro ben preciso riguardo alla line-up, con l’aiuto di Roby che mi ha dato una grande mano con le parti di chitarra. Tutti i riff che si sentono sono creati da lui. Questo è già un buon punto di partenza per me, per poi comporre sopra ritornelli, le orchestrazioni etc… Ci piace lavorare insieme. Spesso Roberto mi dà un riff e da lì partono le idee. La musica è stata creata ex novo, non avevo nulla di vecchio che volevo riproporre: tutto è partito da zero con la consapevolezza che volevo qualcosa di fresco, di nuovo. Sapevo che Giacomo avrebbe cantato con impegno e destrezza per cui le linee melodiche, che di solito creo sempre io, sono state adattate perfettamente alla sua voce. Io e Roby abbiamo scritto la storia e Giacomo è stato davvero bravo a tradurla a parole con i testi. Per cui certo, io ho prodotto l’album, l’ho composto, l’ho arrangiato ma c’è sotto un gran lavoro di squadra che rende il tutto più omogeneo e completo.
IL NUOVO DISCO APRE UNA NUOVA SAGA SCRITTA DA TE E ROBERTO E CHE PRENDE IL NOME DI “NEPHILIM’S EMPIRE SAGA”. SAPETE GIA’ COME SI SVILUPPERA’ LA STORIA E QUANTI DISCHI NE FARANNO PARTE?
– Sicuramente ci dovrebbero essere alcuni capitoli seguenti, si pensava a tre album ma non si sa mai come si potrebbe evolvere la storia, dipende anche da vari fattori . Per cui penso a tre dischi, ma lasciamo ancora le porte aperte. Il bello è che ogni ascoltatore si lasci trasportare dalla musica, ascolti i testi, si crei le proprie immagini, le proprie visioni. Non andrei troppo a descrivere le sviluppo della saga, anche perchè appunto ci saranno più parti.
COSA CI PUOI RACCONTARE INVECE DELL’ESPERIENZA VISSUTA CON L’ORCHESTRA DI SOFIA (LA BULGARIAN NATIONAL SYMPHONY ORCHESTRA, NDR) E DEI DUE DIVERSI CORI CHE COMPAIONO NEL DISCO?
– Collaboro con Vito Lo Re che è un compositore di musica da film, direttore d’orchestra, arrangiatore. Lui è un grande, ci siamo conosciuti alcuni anni fa a Milano abbiamo iniziato questa collaborazione. Un giorno mi ha detto: “Guarda Alex, ho questa nuova orchestra qui a Sofia, te la consiglio!”. Il loro team lavorativo è di Roma, hanno lavorato con nomi illustri come Ennio Morricone; quindi c’è stata questa unione di talenti da parte mia come compositore, Vito come direttore d’orchestra, il team di Roma composto da veri professionisti e questa orchestra meravigliosa. E’ stata una delle esperienze più intense e professionali che abbia mai vissuto. Molto soddisfacente. Loro fanno colonne sonore da moltissimi anni e conoscere persone di questo livello fa un enorme piacere.
Per quanto riguarda i cori come al solito ne abbiamo utilizzati due differenti, quello formato dai cantanti rock che ha trovato Giacomo tra i suoi amici, studenti e altri musicisti. Loro si sono occupati degli ‘epic choirs’ registrati con Giacomo. Poi separatamente abbiamo fatto i cori più operistici con dei tenori, dei soprano. Utilizziamo sempre due cori differenti per distinguere le due tipologie di coralità
DEVI TOGLIERE AI VOSTRI FAN UNA CURIOSITA’: COME AVETE TROVATO QUESTA NARRAZIONE DI CHRISTOPHER LEE (ATTORE INGLESE SCOMPARSO NEL 2015) CHE COMPARE NELLA PARTE FINALE DELLA SUITE “TALES OF A HERO’S FATE”?
– E’ una cosa davvero incredibile perchè mentre io e Roby stavamo lavorando allo sviluppo della storia, il nostro amico regista Neil Johnson (che si è occupato anche di vari video per la band e per il quale ho scritto la mia prima colonna sonora) mi ha fatto sentire questa sua registrazione che aveva catturato lui personalmente in passato. Appena l’ho sentita sono rimasto molto colpito perchè si riferiva perfettamente alla storia che stavamo scrivendo, per cui è stato veramente un grande dono poter avere ancora la voce del grande Christopher Lee per dar voce alla storia, anche solo con un breve narrato.
SONO TRASCORSI DUE ANNI E MEZZO DAL COMUNICATO DI FABIO LIONE CHE LASCIAVA LA BAND. PUOI PARLARCI DI COME HAI AFFRONTATO QUEI MOMENTI DIFFICILI E COME HAI TROVATO L’ENERGIA PER RITORNARE CON UN LAVORO SENZA RABBIA MA POSITIVO E SOLARE? INSOMMA CHI SI ASPETTAVA BRANI DAL TITOLO “THE REVENGE OF THE DRAGON” O COSE DEL GENERE E’ RIMASTO SPIAZZATO.
– (Risate, ndr) Niente rabbia. La musica riflette proprio il nostro stato d’animo, sono sereno. Certo dispiace quando per anni parli ad una persona guardandola negli occhi come ho sempre fatto, cerchi di parlare e capire quali sono i problemi ed i desideri e poi alla fine ti ritrovi con un messaggio su Facebook, neanche indirizzato a te ma al mondo intero, nel cuore della notte. Questi comportamenti fanno capire come la persona possa comportarsi abitualmente nel quotidiano. Perchè non è una novità se si fa un’azione simile; questo rispecchia la persona non in quel preciso momento ma completamente. E lo posso garantire, Fabio è fatto così. Per cui abbiamo passato momenti belli, di soddisfazione personale, ma è sempre difficile quando si parte con il piede sbagliato. Abbiamo lavorato per vent’anni assieme e ci siamo trovati bene ma poi quando c’è dell’attrito prima o poi si fa sentire e succede quello che probabilmente deve succedere. Ho voltato pagina, spero lo abbia fatto anche lui ma non mi interessa. Il passato per me rimane nel passato. L’importante ora è lavorare con professionisti, con persone con cui si possa comunicare chiaramente di persona, senza nascondersi niente: tutti sullo stesso livello, tutti felici, tutti trasparenti. Questa è la cosa più importante in assoluto.
E’ DAVVERO IMPOSSIBILE NON CHIEDERTI UN PARERE VELOCE SU QUESTA NUOVA BAND TURILLI-LIONE. TI ASPETTAVI POTESSE SUCCEDERE QUALCOSA DEL GENERE O E’ STATA UNA SORPRESA ANCHE PER TE? COSA ATTENDERSI?
– Guarda preferisco non parlarne. Siccome conosco le persone interessate…. è meglio se non parlo. Per cui lascio agli ascoltatori e ai fan decidere cosa pensare, non voglio influenzare nessuno e dire nulla di male. Dico solo che le azioni parlano da sole e c’è poco da dire, anche se le domande sono lecite. Ma quando due persone non si sono mai potute vedere per vent’anni e poi si rimettono assieme… non può che essere il miracolo dell’amore!
SE C’E’ UNA COSA CHE MANCA NELLA DISCOGRAFIA DEI RHAPSODY E’ UN PRODOTTO DAL VIVO E CON SUPPORTO VISIVO CHE SIA DAVVERO PROFESSIONALE. ARRIVERA’ PRIMA O POI IL MOMENTO DI CATTURARE LE IMMAGINI DI UN VOSTRO SHOW, MAGARI APPROFITTANDO DI QUALCHE OCCASIONE SPECIALE, UN CONCERTO CON ORCHESTRA O UNO SCENARIO SUGGESTIVO COME POTEVA ESSERE L’ESIBIZIONE NELLA VOSTRA TRIESTE?
– Il pensiero c’è sempre e il desiderio è sempre molto forte. Ci stiamo pensando da tempo e speriamo di realizzarlo nei prossimi anni. Presto. Per cui non so in quale occasione verrà fatto ma quello che ci piacerebbe, come dici tu, è registrare non solo un concerto ma di creare un evento particolare dove si possa usare un set acustico, degli archi, un’orchestra. Questo “The Eighth Montain” rappresenta la rinascita dei Rhapsody Of Fire, per cui da questo momento in poi stiamo creando un nuovo percorso, una nuova strada per cui speriamo di riuscire a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.
IL TOUR E’ IMMINENTE, COSA DOBBIAMO ATTENDERCI DALLE DATE DI MILANO E BOLOGNA? SONO PREVISTE DELLE APPARIZIONI NEI FESTIVAL ESTIVI?
– Abbiamo il tour già annunciato, stiamo lavorando a dei festival che vi faremo sapere a breve. Abbiamo alcune date in Giappone, vediamo se riusciamo ad aggiungere qualche altra data in Asia. Ci stiamo già preparando per il tour. A giorni ci troveremo in sala prove e poi partiremo per la Spagna, Siamo molto contenti perchè possiamo finalmente proporre del nuovo materiale nostro, per cui la setlist l’abbiamo già creata ma ovviamente non ve la dico (risate, ndr). Abbiamo puntato su una scaletta che include i grandi classici che i fan vogliono sentire, ma ci saranno ovviamente i brani nuovi, perchè il nostro obiettivo è portare una ventata di aria fresca all’interno della scaletta non suonando sempre i soliti pezzi che suoniamo da una vita. Quindi siamo felici di suonare le song di “The Eighth Mountain” anche perchè si adatteranno benissimo in sede live.
HAI PENSATO MAGARI IN FUTURO DI PRENDERE UNA PAUSA DAI RHAPSODY PER CONCENTRARTI SU QUALCOSA DI DIVERSO E COMPORRE MAGARI UN DISCO ROCK?
– Si a volte ci penso, è da anni ad esempio che vorrei fare qualcosa con mio fratello che è un compositore e musicista davvero talentuoso. I Rhapsody Of Fire portano via tantissimo tempo perchè quando finisci un album vai in tour e anche se calcoli che vuoi rilasciare un disco dopo due o tre anni, comunque devi iniziare presto a lavorarci per offrire un prodotto di qualità. Per cui il tempo a disposizione non è mai generoso come si pensa. Quindi sì, mi piacerebbe fare qualcosa di nuovo e penso che nei prossimi anni lo farò.