Quattro anni di silenzio forzato per via di una non meglio specificata causa con la loro ex casa discografica, la Magic Circle Music di Joey DeMaio, spezzati da un ritorno in grande stile con il nuovo album “The Frozen Tears Of Angels” ottimamente accolto da critica e pubblico. Non poteva ricominciare meglio il viaggio dei Rhapsody Of Fire, una delle band più significative del panorama metal italiano che con il suo sound negli anni ha saputo creare un proprio trademark e influenzare non poche band. Abbiamo incontrato il chitarrista e compositore Luca Turilli, il quale, visibilmente entusiasta di questo ritorno in attività, ci ha raccontato tutto sulla nascita del nuovo disco e sulle prossime mosse del gruppo.
Per motivi legati alla causa ancora in corso, non abbiamo potuto rivolgere a Luca domande circa i problemi che hanno portato alla rottura con la Magic Circle Music e a questa lunga pausa forzata.
BENE LUCA, DOPO QUATTRO ANNI DI ASSENZA DALLE SCENE, FINALMENTE SIETE TORNATI CON IL NUOVO “THE FROZEN TEARS OF ANGELS”. COME CI SI SENTE A RIPARTIRE DI NUOVO?
“È una sensazione bellissima… quando un artista è costretto al silenzio è una situazione brutta, soprattutto se sei creativo e ti trovi a scrivere canzoni per niente. Per questo riuscire ora a pubblicare qualcosa dopo tanti anni di silenzio forzato, è una cosa fantastica”.
IMMAGINO CHE SU CERTI ARGOMENTI IL SILENZIO SIA ANCORA FORZATO…
“Sì, perché i problemi legali non sono ancora risolti ma abbiamo speranze per l’immediato futuro”.
INFATTI ERAVAMO STATI AVVISATI DEL FATTO CHE NON AVRESTE POTUTO RISPONDERE AD ALCUNE DOMANDE PER VIA DELLA CAUSA IN CORSO.
“Eh sì, mi dispiace ma è così…”
LUCA, VI SIETE RESI CONTO IN QUESTO PERIODO DI PAUSA CHE MANCAVATE AI FAN? RICEVEVATE DOMANDE DEL TIPO: “DOVE SIETE FINITI? COSA STATE FACENDO”?
“Be’ sì, ovviamente. Era tremendo il fatto di non poter rilasciare news e far sapere cosa stesse succedendo in casa Rhapsody. Quello che ci domandavamo dopo tre-quatto anni era: ‘ma qualcuno si ricorderà ancora di noi?’ (ride, ndr). Per questo siamo contentissimi, soprattutto per come la stampa ci sta trattando. E per la prima volta anche la stampa italiana… di solito eravamo idolatrati all’estero e invece in Italia… sai com’è…”
COME STA ANDANDO IL DISCO A LIVELLO DI RECENSIONI?
“Benissimo! È incredibile, basta vedere sul nostro sito. Subito i primi dieci giornalisti, dopo aver fatto la listening session in Germania negli uffici della Nuclear Blast, hanno rilasciato dei commenti fantastici. Ci siamo detti: ‘meno male, a qualcuno importa ancora della nostra musica’”.
DICEVI CHE ANCHE LA STAMPA ITALIANA HA ACCOLTO BENE IL DISCO…
“Sì, benissimo anche qui, a parte un paio di casi soliti, ma è normale. Penso che sia l’album che ha preso i voti migliori dopo ‘Legendary Tales’ che era il primo e dunque eravamo favoriti anche dal fatto di essere una band nuova’.
QUANDO È STATO SCRITTO “THE FROZEN TEARS OF ANGELS”?
“È una cosa un po’ particolare, perché dopo un paio di anni dalla pubblicazione di ‘Triumph Or Agony’ abbiamo riascoltato il materiale che era avanzato dalla produzione di quel disco e, non convincendoci al 100% e avendo altro tempo a disposizione, abbieao deciso di ricomporre tutto daccapo. Infatti i nuovi pezzi suonano più freschi e noi stessi non ci siamo ancora stancati di ascoltarli. Di solito sai, tra prove, demo e registrazioni, ascolti i pezzi un sacco di volte e ti stanchi. Questa volta invece i brani sono talmente nuovi che ancora ci appassionano”.
A LIVELLO DI SONGWRITING È STATO ANCORA PER LA MAGGIOR PARTE UN LAVORO TRA TE E ALEX MA QUESTA VOLTA HA PARTECIPATO ANCHE FABIO…
“Sì, sì, c’è stata un’invasione di Fabio (ride, ndr). Scherzi a parte, questa volta abbiamo voluto dare i crediti in un’altra maniera, attribuendoli anche a Fabio anche laddove avesse contribuito magari al 5-10% di un pezzo. Credo che questo sia giusto. Già in passato aveva contribuito ad alcuni versi cosiddetti ‘aperti’, ossia lasciati all’interpretazione del cantante, tipo ‘Erian’s Mystical Rhymes’ da ‘Symphony Of Enchanted Lands II’ o ‘Gargoyles Angels Of Darkness’ da ‘Power Of The Dragonflame’. Si tratta di parti che magari componiamo io e Alex e poi spieghiamo a Fabio che risultato vorremmo ottenere, quali sensazioni vorremmo esprimere e poi sta a lui dare la sua interpretazione. Anche sulla titletrack del nuovo album la strofa era libera e volevamo solo che suonasse alla Crimson Glory, la nostra band preferita a cui il pezzo è stato dedicato.
VISTO CHE HAI ACCENNATO AI CRIMSON GLORY, VUOI PARLARCI DEL PROGETTO CHE VOLEVATE MANDARE IN PORTO CON IL LORO STORICO CANTANTE MIDNIGHT, PURTROPPO DECEDUTO LO SCORSO LUGLIO?
“Sì, lui doveva essere il cantante del disco solista di Alex Staropoli ma prima ancora, anni fa, dovevamo fare i Midnight Rhapsody, una cosa particolarissima a metà tra Rhapsody e Crimson Glory. Avevamo già definito i titoli, eravamo andati in Florida a trovarlo… poi ci sono state altre uscite, sono passati gli anni, le cose son cambiate e alla fine non si è fatto più nulla”.
AVEVATE GIÀ COMPOSTO QUALCOSA DUNQUE…
“Sì, sì, c’erano già pezzi, ritmiche, eccetera…”
DUNQUE NON VERRÀ MAI PUBBLICATO QUEL MATERIALE?
“No, no… ed è anche per questo che con Fabio cerchiamo di ottenere quel particolare clima, quell’approccio epico nel cantato. Lui conosce bene la sua voce e sa cosa può ottenere. Dunque il suo contributo su pezzi come “The Frozen Tears Of Angels” o anche “Lost In Cold Dreams” è importante. Inoltre il ritornello di “Sea Of Fate” è stato interamente composto da lui (era parte di un brano che Fabio aveva scritto per il suo lavoro solista, ndr).
UNA DIFFERENZA CHE HO NOTATO TRA IL NUOVO DISCO E IL PRECEDENTE “TRIUMPH OR AGONY” È L’ASSENZA DI MID TEMPO DICIAMO COSÌ “ALLA MANOWAR”. VUOI SPIEGARCI COME MAI QUESTA SCELTA ARTISTICA?
“Dipende semplicemente dalla saga. È la storia che determina il sound. Ogni capitolo infatti è differente. “Symphony Of Enchanted Lands II” e “Triumph Or Agony” erano infatti due episodi descrittivi, molto sinfonici, mentre il nuovo album ci racconta in prima persona le emozioni, le sensazioni dei personaggi e liriche sono più introspettive e spirituali”.
DAL PUNTO DI VISTA MUSICALE ABBIAMO GIÀ DETTO PRATICAMENTE TUTTO RIGUARDO AL NUOVO ALBUM, GRAZIE AL TRACK BY TRACK CHE ABBIAMO REALIZZATO ANCHE COL VOSTRO CONTRIBUTO. VOGLIAMO PARLARE QUINDI DEL CONCEPT SU CUI SI BASA IL LAVORO?
“È un passo fondamentale della saga, in cui troviamo questo Dark Secret, un segreto terribile legato ad un’antica profezia, una minaccia per tutto il mondo conosciuto. Il concept si snoda attorno al viaggio che i cinque personaggi principali intraprendono e la storia è piena di parallelismi con il mondo reale e temi che mi appassionano quali la contrapposizione tra bene e male, il viaggio dell’uomo verso il suo destino e problemi della vita. Mi fa ridere chi critica i Rhapsody per via dei testi, credendo che si parli solo di dragoni e cose del genere, quando in realtà dietro ci sono forti emozioni e trasposizioni dei problemi della vita moderna. A volte scrivo i testi basandomi su notizie che leggo sui giornali e che mi colpiscono, come abusi su donne, bambini venduti, eccetera, che cerco di immettere nella saga. Il male nella saga rappresenta nella realtà moderna proprio le sensazioni che si provano quando ci si trova di fronte questo tipo di fatti”.
HAI INTENZIONE DI PUBBLICARE UN LIBRO INCENTRATO SU QUESTA SAGA?
“Mi è stato chiesto poco tempo fa dalla Nuclear Blast stessa, solo che manca il tempo necessario per fare una cosa del genere. Per fortuna grazie a Nuclear Blast possiamo avere dei libretti con molte pagine, praticamente il doppio rispetto a ‘Triumph Or Agony’. Questo permette a quei fan più interessati di seguire non solo la musica ma anche il corso della storia”.
SE NON RICORDO MALE, NEL PERIODO SUBITO SUCCESSIVO A “DAWN OF VICTORY” DICESTI CHE ERA TUA INTENZIONE PORTARE I RHAPSODY AD UN ALTRO LIVELLO, INTRODUCENDO QUALCHE CAMBIAMENTO A LIVELLO DI SOUND. POI INVECE USCÌ “POWER OF THE DRAGONFLAME” CHE SI MUOVEVA SOSTANZIALMENTE SUL VOSTRO CLASSICO STILE E INVECE FU IL TUO SECONDO ALBUM SOLISTA, “PROPHET OF THE LAST ECLIPSE”, A PRESENTARE PER LA RPIMA VOLTA NELLE TUE COMPOSIZIONI SUONI ELETTRONICI E ALTRI ACCORGIMENTI. COME MAI QUESTO CAMBIAMENTO NON HA RIGUARDATO I RHAPSODY?
“Vedi, io sono l’anima moderna dei Rhapsody, mentre Alex è quella conservatrice. Entrambi siamo appassionati di colonne sonore solo che io da quelle classiche alla ‘Conan Il Barbaro’ sono poi passato a quelle più moderne tipo ‘Matrix’ o ‘Resident Evil’, dove si mischiano elementi elettronici ed elementi sinfonici. Io cerco sempre di infilare qualcosa anche nei pezzi dei Rhapsody e col nuovo disco in alcuni punti ci son riuscito e anche Alex ne è rimasto soddisfatto. Magari chissà, con il prossimo disco potremo modernizzarci ancora di più!”
PREVEDI QUALCHE SVOLTA A LIVELLO STILISTICO?
“Per ora non ti so proprio dire, è già incredibile essere riusciti a pubblicare questo album. Ad ogni modo per me non ci son confini. Noi a differenza della maggior parte delle band che magari parte da un riff uscito in sala prove, componiamo a tavolino, pianifichiamo tutto, e questo ci consente di spaziare tra sound differenti all’interno di ogni album. Per un gruppo come i Rhapsody è dunque difficile introdurre qualcosa di nuovo. Un gruppo invece come ad esempio i Primal Fear, se facesse un album con l’orchestra, tutti griderebbero alla novità. Noi invece abbiamo già dato molto in termini di varietà, anche se rimane un range abbastanza ampio di possibile evoluzione. Già sul nuovo album abbiamo adottato qualche soluzione diversa, un missaggio diverso e io stesso ho usato un chitarrismo diverso con scale diverse”.
A PROPOSITO DI CHITARRISMO DIFFERENTE, SUL TRACK BY TRACK CHE CI AVETE INVIATO HAI ACCENNATO ALLA TUA SCUOLA ONLINE DENOMINATA “NEOCLASSICAL REVELATION”. VUOI SPIEGARCI BENE DI COSA SI TRATTA?
“In questi quattro anni di pausa dovevo inventarmi qualcosa da fare ed è nata questa idea grazie ad un consiglio di Tom Hess, ex chitarrista degli Holyhell e grande maestro di chitarra seguito da chissà quanti studenti. Io avevo un sacco di tablature e esercizi che avevo usato all’inizio della mia carriera per allenarmi e li abbiamo utilizzati assieme a Guitar Pro per dare lezioni online e insegnare il mio stile agli studenti. Grazie anche a questa cosa ho riscoperto le mie prime influenze come Yngwie Malmsteen, Jason Becker, Marty Friedman e Cacophony. Questo ha rinovato il mio amore per la chitarra e il risultato lo puoi sentire sul nuovo album, dove ho usato scale esotiche e altre soluzioni più varie e complicate che danno ad ogni assolo una propria identità”.
NOTO INVECE L’ASSENZA DELL’ORCHESTRA SU “THE FROZEN TEARS OF ANGELS”. QUESTIONE DI SCELTE O DI BUDGET PIÙ LIMITATO?
“Sicuramente non avremmo avuto il budget per permetterci un’orchestra ma questo ci ha aiutato in un certo senso. Il fatto di usare solo i sample ha infatti aiutato a mettere più in risalto nel mix le frequenze degli strumenti della band, ottenendo un sound più aggressivo. Inoltre per Sascha Paeth, colui che mixa i nostri album, è stato un lavoro più semplice e veloce. D’altronde la produzione di questo disco è durata solo due mesi contro ad esempio quella di ‘Symphony Of Enchanted Lands’ che è durata quattro mesi e mezzo”.
OK LUCA, PARLIAMO ORA DI UNA COSA MOLTO RICHIESTA DAI VOSTRI FAN: QUANDO VI RIVEDREMO DAL VIVO?
“L’album è appena uscito e credo che pianificheremo tutto il prossimo mese con la nostra tour agency All Access. Fine estate partiremo per un mega tour mondiale, il più grande da noi mai fatto”.
AVETE GIÀ PENSATO A QUALI BRANI PROPORRE DA “THE FROZEN TEARS OF ANGELS”? AVETE GIÀ FATTO QUALCHE PROVA IN VISTA DEI CONCERTI?
“No, figurati! Con i Rhapsody si compone come dicevo a tavolino, si registra e poi solo due-tre settimane prima dell’inizio del tour ci si trova per provare i brani da proporre in setlist. Anche i pezzi della setlist vengono decisi a tavolino. Certo, a volte comunque ti trovi a dover inserire per forza alcuni brani molto richiesti dai fan. Anche la nuova ‘Reign Of Terror’, che non sapevamo se mettere in scaletta per paura che potesse rovinare la voce di Fabio, sta avendo talmente successo che alla fine dovremo farla”.
PARLANDO INVECE DELLA TUA CARRIERA SOLISTA, HA IN PROGRAMMA UN NUOVO SOLO ALBUM?
“Ora tutto è possibile. Dovevamo pubblicare il nuovo Rhapsody e ce l’abbiamo fatta. Adesso si aprono mille porte per mille idee, con il grande supporto della Nuclear Blast che crede molto in noi. Trovando la Nuclear non abbiamo trovato una casa discografica, ma una famiglia che ci valorizza come artisti”.
COME ULTIMA DOMANDA VOGLIO INVECE CHIEDERTI DELLA VOSTRA AMICIZIA COL CELEBRE ATTORE CHRISTOPHER LEE…
“Aaah, una cosa fantastica, il top della nostra carriera. Come lo abbiamo incontrato, come è continuato il rapporto… Ora so che esce con il suo album ‘Charlemagne’ ispirato ai Rhapsody…”.
HAI SENTITO IL DISCO?
“No, non ancora”.
OK LUCA, GRAZIE MILLE DEL TEMPO DEDICATOCI!
“Grazie mille a voi e ai nostri fan. Siamo così contenti e ci viene da piangere a pensare che siamo di nuovo qui! Ci vediamo presto in Italia per tantissime date!”.