Che piacciano o no, i Rhapsody, ora Rhapsody Of Fire, hanno comunque influenzato un sacco di band esordienti, soprattutto nel periodo ‘99-’01, ed hanno anche contribuito a rendere più “visibile” la scena metal italiana. “Triumph Or Agony” è il loro sesto full length e segna uno spostamento verso composizioni più lente e meno infarcite di elementi cinematografici rispetto a quanto fatto in passato. Il gruppo ha voluto infatti valorizzare il lato epico e la snellezza dei brani in modo da incrementare l’impatto che gli stessi avrebbero dal vivo. Abbiamo parlato con un disponibile e simpatico Fabio Lione di questi aspetti, ma anche delle imminenti date dal vivo, progetti paralleli e altro ancora…
BENE FABIO, ASCOLTANDO “TRIUMPH OR AGONY” SI HA L’IMPRESSIONE CHE ABBIATE VOLUTO INSERIRE PIÙ PARTI CADENZATE E AVETE IN PARTE ABBANDONATO LA VELOCITÀ, SEI D’ACCORDO?
“Sì, sicuramente è complessivamente meno veloce se paragonato a ‘Symphony Of Enchanted Lands pt II’, ma è una cosa voluta. Volevamo fare un album composto più da canzoni che da componenti ‘cinematografiche’, che abbiamo relegato alla suite finale”.
IMMAGINO CHE QUESTO DERIVI IN PARTE DALLE RECENTI ESPERIENZE DAL VIVO DI SPALLA AI MANOWAR?
“Certo, appena tornati dal tour con loro ci siamo messi al lavoro sui nuovi pezzi, cercando di fare un disco che avesse più presa dal vivo. Infatti è anche la prima volta che inseriamo due mid tempos, canzoni che verranno riproposte on stage”.
DOPO TUTTO ANCHE LORO SEMBRA CHE ABBIANO ARRICCHITO IL LORO SOUND CON PARTI PIÙ SINFONICHE…
“Vedi, credo che questa collaborazione abbia portato frutti ad entrambe le band. Alla fine quello che ho ascoltato del nuovo materiale dei Manowar è maggiormente sinfonico e orchestrale. D’altro canto anche noi abbiamo inserito qualche canzone à la Manowar”.
SUL NUOVO DISCO C’È QUALCHE PEZZO CHE CONSIDERATE GIÀ UN CLASSICO DELLE ESIBIZIONI ON STAGE?
“Sicuramente riproporremo almeno uno dei due mid tempos, se non tutti e due. ‘Silent Dream’ potrebbe essere un altro candidato. Comunque non abbiamo ancora del tutto pianificato la scaletta del nuovo tour e potremmo decidere di includere più pezzi dell’ultimo album, visto che è stato fatto apposta per essere suonato dal vivo. Ovviamente tranne la suite finale, che potremmo suonare solo in occasioni speciali, magari con un’orchestra o con la presenza di Cristopher Lee. Comunque, diciamo che dal vivo preferiamo suonare tracce più snelle e dirette”.
SU QUESTO DISCO C’È ANCHE LA PRIMA CANZONE CHE HAI SCRITTO PER I RHAPSODY OF FIRE, VUOI PRESENTARCELA E DESCRIVERCI QUAL È STATO L’APPROCCIO COMPOSITIVO?
“Questa canzone è in realtà una poesia che avevo scritto qualche anno fa. Casualmente Luca e Alex (chitarrista e tastierista, ndR) l’hanno letta, l’hanno apprezzata ed insieme abbiamo deciso di metterla in musica. La cosa mi fa molto piacere perché è la prima volta che compongo musica per i Rhapsody Of Fire. Mi fa anche piacere vedere che questa canzone abbia suscitato reazioni contrastanti per via del testo. Avevo infatti intenzione di usare un testo diverso in termini di metrica, di rima, e credo di aver colto nel segno. E’ inoltre da considerarsi un omaggio da parte mia alla musica italiana che personalmente adoro”.
IN FUTURO CREDI DI SCRIVERE ALTRI PEZZI PER I RHAPSODY OF FIRE, MAGARI CONTRIBUENDO ANCHE ALLA STESURA DEI PEZZI PIÙ CLASSICAMENTE METAL, COME ACCADEVA PER I VISION DIVINE?
“La cosa è possibile perché Luca e Alex sono rimasti soddisfatti del mio lavoro. Pensando ad un futuro album, già si parla di un mio possibile coinvolgimento nella stesura di qualche pezzo”.
VUOI ILLUSTRARCI, A LIVELLO DI TEMATICHE, QUESTO SECONDO CAPITOLO DELLA “THE DARK SECRET SAGA” INIZIATA CON “SYMPHONY OF ENCHANTED LANDS PT.II”?
“Questa è la fase più cruenta della storia, la fine si svolge all’interno delle Dar-Kunor, delle caverne dove sono celati dei libri che contengono delle profezie. Il tutto ruota attorno alla ricerca di un settimo libro, il più importante, e proprio per rendere onore a questa storia fantasy scritta da Luca, abbiamo ingaggiato anche degli attori”.
CON “SYMPHONY OF ENCHANTED LANDS PT.II” AVETE ABBONDANTEMENTE OLTREPASSATO IL MILIONE DI COPIE VENDUTE COMPLESSIVAMENTE CON TUTTI I VOSTRI DISCHI, COME STA ANDANDO IL NUOVO ALBUM A LIVELLO DI VENDITE?
“Bene, in Italia Abbiamo avuto una reazione più positiva del solito ed abbiamo raggiunto ottime posizioni in classifica. Siamo soddisfatti del fatto che il disco sia stato molto apprezzato anche qui in Italia, soprattutto perché abbiamo ottenuto buoni risultati senza una grossa pubblicità. Questo fatto dovrebbe far riflettere e magari in futuro sarebbe opportuno investire di più nel mercato italiano”.
OK, PARLACI ORA DEL CAMBIO DI MONICKER DA RHAPSODY A RHAPSODY OF FIRE…
“Il tutto nasce da on problema di omonimia con una band nordamericana. Forse il fatto che finalmente abbiamo raggiunto una buona popolarità in Nord America ha spinto questa band a pretendere i diritti sul nome ‘Rhapsody’ e abbiamo quindi deciso di modificare leggermente il nostro nome. E’ stata una scelta un po’ sofferta ma credo che in fondo l’importante sia sempre e solo la musica”.
VOI SIETE STATI UNA BAND INNOVATIVA E SIETE STATI IMITATI DA UN’INFINITÀ DI GRUPPI ESORDIENTI. A QUESTO PUNTO DELLA VOSTRA CARRIERA NON CREDI CHE SIA GIUNTO IL MOMENTO DI EVOLVERE IL VOSTRO SOUND ED ARRICCHIRLO CON QUALCHE REALE ELEMENTO DI NOVITÀ?
“Eh, sì! Ma non è così semplice! Noi in ogni disco cerchiamo di mettere qualcosa di nuovo e solo in apparenza gli album suonano simili. Questo è da imputare al fatto che noi abbiamo uno stile ben riconoscibile ma in realtà nel corso degli anni abbiamo sempre cercato di inserire elementi nuovi come la lingua italiana, in certe canzoni abbiamo introdotto uno stile vocale più aggressivo, abbiamo fatto anche pezzi in stile celtico… insomma credo che la gamma di sonorità coperta dalla band sia abbastanza vasta. Cercheremo sempre di introdurre nuovi elementi restando comunque fedeli al nostro stile”.
PER QUANTO RIGUARDA LE DATE DAL VIVO, È UN BEL PO’ CHE NON VI SI VEDE SUONARE QUI IN ITALIA. AVETE INTENZIONE DI PASSARE IN TOUR COI MANOWAR, NONOSTANTE IL RECENTE EPISODIO ACCADUTO CON L’ORGANIZZAZIONE DEL GODS OF METAL O PENSATE DI FARE UN TOUR DA HEADLINER?
“Il fatto che da un po’ di tempo non suoniamo qui in Italia non dipende completamente da noi. Posso assicurarti che noi ci teniamo all’Italia e dimostrazione di questo è la crescente presenza di canzoni in italiano nelle nostre produzioni. Per quanto riguarda il Gods Of Metal, non sappiamo che tipo di problemi ci siano stati tra la Magic Circle e la Live ma posso dirti che il nostro prossimo tour da headliner toccherà sicuramente anche l’Italia. Per ora siamo in attesa dei Manowar, che stanno completando l’album e successivamente faremo altre date con loro in Europa ed America. Il fatto di dover attendere il completamento del loro nuovo disco (ritardato a causa di un incidente motociclistico accaduto al chitarrista dei Manowar, Karl Logan, ndR) prima di finire la seconda parte del tour iniziato con loro nel 2005, non ci avvantaggia molto. Infatti essendo da poco uscito il nostro nuovo album, sarebbe per noi meglio partire ora per un tour”.
PARLIAMO ORA DI PROGETTI PARALLELI. LUCA TURILLI HA RECENTEMENTE PUBBLICATO BEN DUE ALBUM CONTEMPORANEAMENTE, MENTRE PER QUANTO RIGUARDA TU E ALEX STAROPOLI, DA TEMPO SI SENTE PARLARE DI DISCO SOLISTA MA ANCORA NON SI È VISTO NULLA…
“Per quanto riguarda il progetto di Alex, credo che lui sia in dirittura d’arrivo, nel senso che ultimamente si è dato molto da fare. Vorrebbe creare una sua band e credo che l’anno prossimo potrebbe uscire il suo primo disco. Per quanto riguarda me, posso dirti che la mia intenzione non è assolutamente quella di vendere più copie possibili ma, al contrario, mi sto concentrando su un lavoro che piaccia innanzitutto a me. Sarà un album in stile rock operistico ma comunque ‘diverso’ e vario e perciò immagino che sarà anche criticato”.
OK FABIO, GRAZIE DELLA CHIACCHIERATA, A TE QUINDI LE ULTIME PAROLE…
“Un grazie di cuore a tutti i fan italiani per il loro crescente appoggio, e speriamo di poter suonare presto qui in Italia!”.