Dopo la prematura scomparsa di Mark Reale, chitarrista e líder máximo dei Riot, nessuno si sarebbe aspettato di assistere ad una vera e propria resurrezione di una band privata del proprio indomito capitano, che in oltre trent’anni di storia ci ha regalato alcuni pregiati zaffiri tradotti in musica. Dal tonitruante mélange hard’n’heavy di “Rock City” e “Fire Down Under”, i Nostri sono transitati attraverso le marcate influenze blues di “Born In America”, approdando alla fine degli anni Ottanta al terremotante metal di “Thundersteel”. La voglia di innovarsi senza mai rinnegare le proprie origini non ha (fortunatamente) intaccato la creatività di Reale, abile autore di una svolta ad alto impatto melodico, magnificamente espressa da opere come “Nightbreaker”, “The Brethren Of The Long House” e “Sons Of Society”. Se qualche anno fa l’annunciata reunion della line up di “Thundersteel” (sigillata dall’ottimo “Immortal Soul”) preludeva in apparenza ad uno splendente prosieguo di carriera della band di New York City, il qui presente “Unleash The Fire” ci dimostra che la truppa non ha la minima volontà di gettare la spugna di fronte alle avversità della vita. Ai nostri microfoni ospitiamo il chitarrista Mike Flyntz, a tratti poco espansivo nelle sue risposte, ma determinato a prendere in mano il testimone di una delle più importanti realtà del nostro amato genere…
CIAO MIKE, NON APPENA E’ STATA UFFICIALIZZATA LA REUNION A NOME RIOT V, SI E’ GENERATO UN NOTEVOLE HYPE TRA I FANS E GLI ADDETTI AL SETTORE. COME TI SENTI A VIVERE QUESTA NUOVA AVVENTURA SENZA MARK REALE?
“Ci abbiamo messo circa un anno per decidere se riunirci o meno, Gennaro, ed è stata una decisione molto difficile da prendere. Mark era il mio migliore amico e mi è sembrato giusto portare avanti un progetto al quale lui teneva veramente tanto, con la benedizione di suo papà ovviamente. Egli stesso vuole che continuiamo a suonare dal vivo le sue composizioni, affinché non vengano dimenticate in fretta dal pubblico”.
TI VA DI SPENDERE DUE PAROLE DI BENVENUTO PER IL NUOVO ENTRATO, IL CANTANTE TODD MICHAEL HALL?
“Todd è uno dei più grandi frontman con il quale abbia mai avuto l’onore di collaborare sino ad oggi. Ha un’estensione vocale pazzesca ed è realmente in grado di donare la sua impronta inimitabile in ogni episodio targato Riot. La sua ugola regge bene il terremotante impatto dei brani più heavy ed al contempo dimostra di essere dannatamente abile nei momenti più melodici e ‘bluesy’”.
COME DESCRIVERESTI LE CANZONI CONTENUTE IN “UNLEASH THE FIRE”?
“Il nuovo album rappresenta un sentito tributo alla lunga carriera artistica di Mark Reale, abbiamo dato il massimo per racchiudere in esso il suo tocco eclettico e multiforme alla musica”.
VI SIETE APPROCCIATI IN MANIERA DIFFERENTE IN FASE DI SCRITTURA?
“No, assolutamente. Io ed il bassista Donnie Van Stavern abbiamo lasciato aperte le porte della creatività, come se Mark fosse al nostro fianco e ti posso garantire che è stata un’esperienza molto toccante. Alcuni episodi erano già pronti prima di entrare in studio, altri invece sono venuti fuori piuttosto velocemente, in maniera spontanea”.
CHI SI E’ OCCUPATO DELLA PRODUZIONE E DEL MISSAGGIO DEL DISCO?
“Inizialmente, il nostro piano prevedeva di avere Joshua Block in cabina di regia (chitarrista dei Virgin Steele, ndR) e Bruno Ravel (bassista dei Danger Danger, ndR) come responsabile del missaggio, in quanto quest’ultimo ha svolto un lavoro egregio su ‘Immortal Soul’. Quando abbiamo deciso di esibirci dal vivo in Europa e negli Stati Uniti siamo arrivati a ridosso dei tempi di consegna stabiliti con la nostra etichetta discografica. Con l’acqua alla gola abbiamo chiesto a Joshua di occuparsi anche del mix ma, a lavori ultimati, la SPV ci ha concesso inaspettatamente sei settimane di tempo in più per permettere a Bruno di occuparsi della sua parte. E’ insolito che esistano due missaggi differenti di un disco, ma li amo entrambi e non vedo l’ora di sapere cosa ne pensano anche i nostri fan!”.
QUALE PENSI CHE SIA IL BRANO PIU’ SOLIDO ED ISPIRATO DI QUESTA RACCOLTA DI INEDITI?
“E’ una domanda difficile (ride, ndR), ma ti posso garantire che se l’intero album non fosse stato zeppo di grandi canzoni, non avremmo pubblicato nulla come Riot V. Fammi pensare un attimo… forse il mio episodio preferito rimane ‘Until We Meet Again’ per ovvie ragioni, il testo e la musica sono interamente dedicati alla memoria di Mark”.
QUALI ARGOMENTI TOCCANO LE RESTANTI LIRICHE?
“Gran parte dei testi sono stati scritti da Todd Michael Hall, lui saprebbe risponderti sicuramente in maniera più dettagliata”.
QUALI SONO LE DIFFERENZE PRINCIPALI TRA “UNLEASH THE FIRE” E “IMMORTAL SOUL”?
“’Immortal Soul’ ha in pratica sancito la reunion della line up di ‘Thundersteel’, mentre ‘Unleash The Fire’ può essere inteso come un requiem dedicato ad un caro amico che ci ha lasciato troppo presto”.
SIETE RIMASTI UNITI NONOSTANTE ABBIATE SUBITO UNA SERIE DI ALTI E BASSI NELLA VOSTRA LUNGA CARRIERA. QUAL E’ IL VOSTRO SEGRETO CHE VI HA PERMESSO DI ARRIVARE, AD OGGI, IN FORMA SMAGLIANTE?
“Nel corso degli anni abbiamo sempre cercato di dare il massimo per tenere in forma smagliante la ‘Riot Legacy’. Ho lavorato insieme a Donnie e Frank per tanti anni ed ognuno di noi ha imparato qualcosa dall’altro. Da sempre, Mark ci ha insegnato come comporre ed interpretare al meglio un brano e grazie al suo supporto siamo diventati dei musicisti professionisti. Dopo tante risate e altrettante lacrime speriamo di aver reso giustizia al suo modo di intendere la musica”.
SIETE ANCORA IN CONTATTO CON TONY MOORE?
“Tony è tuttora un carissimo amico e gli auguro un mondo di bene, davvero”.
STATE PIANIFICANDO UN TOUR PROMOZIONALE DI SUPPORTO AD “UNLEASH THE FIRE”?
“Certamente, ci stiamo organizzando per intraprendere un tour che toccherà alcune tappe importanti in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone”.
TI RICORDI QUAL E’ STATO IL PRIMO ALBUM HARD ROCK O HEAVY METAL CHE HAI COMPRATO?
“’News Of The World’ dei Queen, un disco grandioso!”.
COSA TI ASPETTI DA UN GENERE COME L’HEAVY METAL TRADIZIONALE NEL PROSSIMO FUTURO?
“Mi piacerebbe che torni a regnare nelle classifiche di tutto il mondo, così come è avvenuto negli anni Ottanta. Senza le band ‘hair metal’ sarebbe il massimo (ride, ndR)”.
CHIUDIAMO QUESTA INTERVISTA CON UNA PAROLA O UN PENSIERO SPECIALE RIVOLTO AI NOSTRI LETTORI…
“Shine on!!! E grazie per il vostro supporto, Metalitalia!”.