Un nuovo disco in uscita, “Hollow Bones” e la partecipazione come band di apertura al tour di addio dei Black Sabbath: per i Rival Sons i duri anni di gavetta hanno prodotto molti frutti maturi da raccogliere. Oggi la formazione di Long Beach è una realtà molto amata nonché uno dei nomi fondamentali che ha permesso ai fan di ritrovare l’interesse per il rock più tradizionale. Va però detto che l’attività intensa e continuativa si è ripercossa sulla bontà delle nuove canzoni che, pur non lasciando l’amaro in bocca, non si rivelano altrettanto convincenti e magiche a differenza dei lavori precedenti. Nulla di irreparabile, nessuna paura, ma nei momenti di massimo lavoro si dovrebbe anche pensare a ricaricare le energie. Insieme al chitarrista Scott Holiday entriamo dentro il nuovo “Hollow Bones”.
QUESTI ULTIMI ANNI PER I RIVAL SONS SONO STATI MOLTO INTENSI ED IMPORTANTI, AVETE OTTENUTO GRANDI RESPONSI E SUONATO CON I PIU’ GROSSI NOMI DELLA SCENA ROCK E METAL. SIETE SODDISFATTI DI COME STANNO ANDANDO LE COSE PER VOI?
“Sono d’accordo, stiamo vivendo anni molto intensi e ci stiamo togliendo molte soddisfazioni. Da quando è uscito ‘Pressure And Time’ abbiamo costruito ogni disco successivo cercando di offrire sempre qualcosa di nuovo. Questo ci ha permesso di crescere come band, disco dopo disco, con ‘Head Down’ e ‘Great Western Valkyrie’ le cose sono andate sempre meglio per noi. Che posso dire, stiamo vivendo un periodo fantastico, pieno di grandi opportunità che non ci lasciamo sfuggire ed è nostra intenzione continuare su questa strada. Anche per quanto riguarda il nuovo ‘Hollow Bones’, i primi riscontri dalla stampa specializzata sono tutti molto positivi, segno che il nostro impegno viene ripagato”.
DOPO UN DISCO DI SUCCESSO COME “GREAT WESTERN VALKYRIE” SIETE ENTRATI IN STUDIO CON MOLTA PRESSIONE ADDOSSO?
“Posso dire sinceramente che non abbiamo sentito molta pressione addosso, ci siamo presi tutto il tempo necessario e siamo entrati in studio con un sacco di nuove idee. Mentre scrivevamo i nostri brani abbiamo vissuto un periodo di grandissima creatività, tutti i ragazzi della band portavano idee diverse da mettere insieme per assemblare i brani migliori. Se ricordo bene abbiamo registrato qualcosa come ventitre canzoni e tra queste sono state scelte quelle migliori dal nostro punto di vista. Io stesso sono rimasto colpito da quanta musica siamo riusciti a scrivere, come dicevo prima la nostra creatività è letteralmente esplosa e ci ha permesso di creare canzoni in modo molto spontaneo e senza forzature”.
CHE FINE FARANNO LE CANZONI CHE AVETE SCARTATO SU “HOLLOW BONES”, LE RIPROPORRETEI N FUTURO?
“Non penso che le riutilizzeremo, abbiamo fatto le nostre scelte nel momento di dar vita a ‘Hollow Bones’. La nostra intenzione è di guardare sempre avanti e di proporre sempre qualcosa di nuovo nei nostri dischi. La nostra idea di base, quindi, è di scrivere materiale totalmente nuovo per il nostro prossimo disco. Detto questo però, lascio uno spiraglio aperto, non è escluso che qualche idea potrà essere riutilizzata, magari in futuro riascolteremo il materiale e troveremo qualcosa di adatto per il prossimo lavoro. Staremo a vedere”.
SE NON ERRO, “HOLLOW BONES” E’ STATO REGISTRATO IN SOLE TRE SETTIMANE; NON SI PUO’ CERTO DIRE CHE VE LA SIATE PRESA COMODA.
“Tre settimane sono state il tempo che ci serviva, niente di più e niente di meno (ride, ndR). Come ti dicevo, i lavori in studio si sono svolti con grande creatività e non abbiamo perso tempo nel cambiare o riscrivere canzoni. In passato abbiamo impiegato più tempo, ma questa volta tutto è accaduto in modo molto veloce”.
ANCORA UNA VOLTA I RIVAL SONS SONO LEGATI A NASHVILLE ED AL PRODUTTORE DAVE COBB. SQUADRA CHE VINCE NON SI CAMBIA?
“Dave Cobb ha svolto ancora una volta un grande lavoro, perché sin dalle prime volte che abbiamo collaborato insieme, lui ha subito capito chi siamo e cosa vogliamo. Dave ha seguito tutto il processo di realizzazione del disco, alcune canzoni sono state scritte insieme a lui, ci ha dato una mano importante nelle registrazioni ed ha svolto il suo lavoro di produttore nel migliore dei modi. Ci sentiamo molto a nostro agio a lavorare con lui e spero che questo sodalizio durerà anche in futuro”.
I NUOVI PEZZI DI “HOLLOW BONES” POSSIEDONO UN PIGLIO MOLTO SOUL E BLUES, SPECIALMENTE NELLA PRIMA PARTE DEL DISCO.
“Non abbiamo scelto il running order dei pezzi nel disco con l’intenzione di mettere per primi i momenti più blues. Credo che sia stato fatto un buon lavoro, perché le atmosfere, i testi e il sound sono molto amalgamati all’interno del disco. E’ come mettere insieme i vari pezzi dello script di un film. Blues e classic rock sono due parti fondamentali della nostra musica, e penso che un disco debba trasmettere energia, per questo motivo abbiamo scelto la scaletta in modo da far crescere la tensione nell’ascoltatore. Nella parte centrale del disco ci si trova di fronte ai momenti più differenti rispetto ai classici pezzi nostri, mentre nella parte finale esplode la forza dei Rival Sons. Le parti blues a mio avviso rimangono comunque emozionanti e sono incastrate bene col resto dei pezzi”.
JAY BUCHANAN SU “HOLLOW BONES” HA SFODERATO UNA DELLE SUE PERFORMANCE MIGLIORI. PER UN COMPOSITORE COME TE, CREDO CHE AVERE UN CANTANTE CON LE POTENZIALITA’ DI JAY SIA IL MASSIMO A LIVELLO DI POSSIBILITA’ ARTISTICHE, NON TROVI?
“Sono assolutamente d’accordo, Jay offre infinite possibilità con la sua voce. Sono molto orgoglioso del suo lavoro sui dischi dei Rival Sons, con lui so che non devo tenere a freno la mia ispirazione perché quando compongo un brano sono certo che Jay sarà in grado di cantarlo benissimo. La voce di Jay si riconosce in una battuta, questo è un elemento chiave per una band”.
SIETE SEMPRE CONCORDI SULLA DIREZIONE MUSICALE DA INTRAPRENDERE QUANDO VI TROVATE IN STUDIO?
“No, ci troviamo molto a discutere all’interno della band e anche con il produttore. Siamo una band di fratelli e tra fratelli si litiga, si parla, ci si trova di fronte a punti di vista differenti, ma alla fine riusciamo sempre a trovare l’alchimia per scrivere buona musica. Siamo persone molti diverse come carattere e anche dal punto di vista musicale, per questo la chimica fra di noi funziona così bene (ride, nda)”.
DEVO AMMETTERE CHE LA COPERTINA DI “HOLLOW BONES” APPENA VISTA MI HA RICORDATO FALCOR, IL FORTUNA-DRAGO DEL FILM “LA STORIA INFINITA”…
“Oh, io adoro quel film e adoro Atreyu e Falcor. Ora che mi ci fai pensare hai ragione, non avevo fatto questa connessione, ma riguardandola è proprio così. In realtà stavamo cercando una copertina che trasmettesse forza e quando abbiamo visto questo disegno ci è subito piaciuto e l’abbiamo scelto per il disco”.
SIETE STATI SCELTI DA OZZY OSBOURNE E SUA MOGLIE SHARON IN PERSONA PER PRENDERE PARTE AL TOUR DI ADDIO DEI BLACK SABBATH. COME TI SENTI A SAPERE CHE FARETE PARTE DEL CAPITOLO FINALE DI UNA DELLE PIU’ GRANDI BAND DELLA STORIA?
“Io non mi sento triste per l’addio dei Black Sabbath, sono una band fondamentale per il rock che ha avuto una grandissima carriera. La vita va avanti ed è giusto che anche i grandi possano riposarsi. Sono molto fiero ed emozionato per essere stato scelto da loro, inoltre sono orgoglioso di ciò che i Black Sabbath sono riusciti a fare in oltre quarant’anni di carriera. Per noi è un onore prendere parte a questo tour di addio e daremo il meglio di noi stessi come sempre. Il giorno in cui Ozzy e Sharon ci hanno chiamato per proporci di prendere parte all’ultimo tour dei Sabbath è stato uno dei momenti più alti della carriera dei Rival Sons!”.
MOLTE GRANDI BAND NEGLI ULTIMI ANNI STANNO ABBANDONANDO LE SCENE. SECONDO TE CI SARA’ UN RICAMBIO GENERAZIONALE ALTRETTANTO IMPORTANTE?
“E’ un discorso complesso, band come i Black Sabbath sono stati i primi del loro genere, così come molti grandi nomi hanno scritto pagine uniche nella storia del rock. Inoltre negli anni Settanta e Ottanta la situazione discografica era molto diversa, allora i dischi si vendevano, oggi si fa più fatica. Credo però che per ogni porta che si chiude, una nuova venga aperta e mi auguro che ci siano delle giovani generazioni in grado di raccogliere l’eredità di questi mostri sacri per diventare i grandi del futuro”.
COME VIVETE I VOSTRI LUNGHI TOUR, VI PIACE FAR CASINO E DARVI ALLA PAZZA GIOIA O PREFERITE RILASSARVI?
“Non siamo i Motley Crue e non siamo parte del tour di ‘Girls Girls Girls’ (ride, ndR)! Noi prendiamo la musica molto seriamente, ci divertiamo molto in tour, ma ciò che conta in primis è offrire un’ottima performance nei confronti di chi paga per vederci. Per questo una volta scesi dal palco cerchiamo di mantenerci sani e di non esagerare con i party. Come dicevo all’inizio, abbiamo costruito la nostra carriera duramente, passo dopo passo e così vogliamo continuare, penso che devastarci in finirebbe per danneggiare la band”.
QUANDO HAI CAPITO DI VOLER DIVENTARE UN MUSICISTA?
“Molto presto, credo un anno prima di iniziare a suonare la chitarra, avrò avuto otto o nove anni al massimo. Sono cresciuto in una famiglia dove la musica è sempre stata molto importante, ogni giorno della mia infanzia l’ho vissuto in mezzo alla musica, mio zio suonava ed era molto bravo. Band come i Police, i Pink Floyd o i Rolling Stones hanno acceso la fiamma della musica dentro di me, poi sono arrivati gli Scorpions ed altre formazioni incazzate che mi facevano ribollire il sangue. Capisci per questo che il sogno di imitare le gesta di queste leggende sia nato molto presto in me. Mio zio aveva una grande collezione di vinili, spesso accadeva che prendessi da lui qualche disco per ascoltarlo avidamente. La musica è stata molto importante per la mia vita e lo è tuttora”.