Non capita tutti i giorni di avere a che fare con un personaggio del calibro di Rob Zombie, icona sia in campo musicale che cinematografico, soprattutto a valle dell’uscita di quello che viene da molti considerato come il suo miglior lavoro da un po’ di anni a questa parte, limitandosi ovviamente a prendere in considerazione la carriera solista. Abbiamo quindi colto al volo l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere telefoniche con il poliedrico artista, tanto disponibile quanto sintetico nel rispondere alle nostre domande, soprattutto se di carattere ‘ecclesiastico’, siano esse relative a Reverendi o Papi emeriti…
SEMBRA CHE IL TOUR CON MARILYN MANSON NON SIA STATO DEI PIU’ FACILI: COL SENNO DI POI, RIPETERESTI L’ESPERIENZA?
“Sì, certamente, per quanto mi riguarda è andato tutto bene, è stato un tour divertente e credo anche il pubblico si sia divertito”.
CREDI CHE IL FATTO DI AVERE JOHN 5 E GINGER FISH NELLA TUA BAND POSSA AVER CAUSATO QUALCHE TENSIONE CON MANSON?
“No, non credo, d’altronde con John 5 lavoriamo insieme da parecchi anni, quindi non credo possa esserci una sorta di ‘gelosia’, se è questo che intendi”.
QUANTO E’ IMPORTANTE JOHN 5 NELL’ECONOMIA DELLA TUA BAND?
“E’ molto importante, sia dal punto di vista tecnico, dato che può suonare qualsiasi cosa, ma soprattutto dal punto di vista umano. Sai, chitarristi bravi ce ne sono tanti in giro, ma non ho mai conosciuto nessuno con il talento e l’umiltà di John, e questo è il segreto che ci ha permesso di lavorare così bene insieme in tutti questi anni”.
IL RAPPORTO E’ COSI’ CONSOLIDATO CHE LO HAI VOLUTO ANCHE COME AUTORE DELLE COLONNE SONORE DEL TUO ULTIMO FILM…
“Sì, John è non solo un chitarrista dotato ma anche un eccellente compositore: avevamo già lavorato insieme in precedenza e non escludo che potremo farlo ancora in futuro anche in questa veste”.
A PROPOSITO DI COLONNE SONORE, QUAL E’ LA TUA PREFERITA, OVVIAMENTE RESTANDO NELL’AMBITO DEI FILM HORROR?
“In assoluto direi quella del primo ‘Halloween’, ma sono un grande fan anche delle colonne sonore dei primi film di Dario Argento, ancora oggi apprezzo moltissimo i Goblin di Claudio Simonetti”.
ARRIVATO AI TUOI LIVELLI, PENSI DI AVERE ANCORA QUALCOSA DA DIMOSTRARE A TE STESSO COME MUSICISTA?
“Sì, anche dopo tutti questi anni c’è sempre qualcosa da dimostrare a sé stessi, nel mio caso questo vale sia come musicista che come regista, il che mi permette di alternare stimoli e motivazioni nei due ruoli”.
IN TUTTI QUESTI ANNI NON AVEVI MAI REGISTRATO UNA COVER, COME MAI ORA HAI DECISO DI ROMPERE LA TRADIZIONE, REGISTRANDO QUELLA DI “WE’RE AN AMERICAN BAND” DEI GRAND FUNK RAILROAD?
“Ho sempre avuto voglia di trovare qualche canzone da coverizzare per aggiungerla nei live show, quindi con John ogni tanto ci mettiamo lì nel retro del tourbus ad ascoltare musica, ma finora non eravamo mai riusciti a trovare qualcosa di adatto a noi, almeno finchè non ci siamo imbattutti in ‘We’re An American Band’. Ci è sembrata subito adatta perchè ci rappresenta appieno, noi siamo la quintessenza della band americana, con tutti i pregi e i difetti del caso”.
IL VOSTRO ALLESTIMENTO DEL PALCO E’ SEMPRE STATO ENORME, TRA I PIU’ SPETTACOLARI DEL PANORAMA HARD-ROCK: SARA’ COSI’ ANCHE AL PROSSIMO TOUR E, NEL CASO, HAI GIA’ IDEA DI COME ALLESTIRLO?
“Nessuno va ad un concerto rock per vedere la band suonare su un palco piccolo, no? Quindi sì, anche stavolta avremo un allestimento decisamente grande, anche se ancora non ho deciso come montarlo, però ho ancora un po’ di tempo per pensarci (risate, ndR)”.
IMMAGINO UN ALLESTIMENTO DI QUESTE DIMENSIONI RICHIEDA UN INVESTIMENTO IMPORTANTE ANCHE DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO: E’ DIFFICILE DA SOSTENERE IN TEMPI DI CRISI COME QUESTI?
“Sicuramente non è facile, dato che effettivamente hanno dei costi di produzione importanti, ma d’altronde se avessi voluto solo pensare ad arricchirmi avrei già potuto farlo in molti modi, invece mi piace offrire ai fan il miglior spettacolo possibile, sotto tutti i punti di vista”.
VEDI ALL’ORIZZONTE DEI NUOVI TALENTI NELLA SCENA SHOCK-ROCK?
“(Dopo qualche istante di riflessione, ndR) Uhm, fammi pensare…no, non mi viene in mente nessuno, ci sono delle band valide in giro ma nessuna che possa catalogare come shock-rock”.
MAI SENTITO PARLARE DEGLI SVEDESI GHOST B.C.?
“Ghost chi? No, mai sentiti nominare…”.
COME FAI A BILANCIARE LA TUA CARRIERA DI MUSICISTA CON QUELLA DI REGISTA?
“Non è per niente facile, anche perchè così di tempo libero ne resta davvero poco. Diciamo che mi sento un po’ come il Dr. Jekyll / Mr. Hyde, ma in questo modo almeno non posso dire di annoiarmi, anzi…riesco a trovare nuove motivazioni da entrambe”.
PARLIAMO DI FILM DELL’ORRORE: COSA CONSIDERI PEGGIO, UN REMAKE MEDIOCRE DI UN CLASSICO O UNA LISTA INFINITA DI SEQUEL CHE ROVINANO LA MAGIA DELL’ORIGINALE?
“Senza dubbio i sequel, che hanno l’unico scopo di far fare cassa alle major riciclando un’idea all’infinito. Il remake, per quanto possa essere mediocre, avrà quanto meno il merito di aver fatto riscoprire l’originale alle nuove generazioni”.
SE TI DOVESSI CHIEDERE L’ULTIMO FILM CHE TI HA FATTO VERAMENTE PAURA?
“Mmm… Anche qui non saprei dirti, non mi viene in mente nulla di recente che mi abbia impressionato particolamente”.
E QUAL E’ INVECE L’ULTIMO DISCO CHE TI HA COLPITO?
“L’ultimo disco di George Lynch (il chitarrista dei Dokken, ndR), anche se è ormai uscito circa un anno fa”.