Il backstage dell’Alcatraz diventa preda di immagini sui muri e locandine zombie-style. Nesun Mustaine in giro. L’unica chioma bionda è quella della favolosa Sheri. Poche lamentele dunque, anche dopo i problemi avuti a Roma e con il tour da co-headliner. Come un Mike Myers redivivo, il Mastro Burattinaio, figlio in vitro di Elvis, Alice Cooper e John Carpenter e dei b-movies trasudanti gore e America bifolca, rintanato nel suo antro di meditazione e cibi vegani conserva lo spirito e il cuore di un guru del male che offre il suo resoconto spirituale a comuni mortali, così simili e fratelli al suo cospetto.
HO VISTO CHE HAI TOTALMENTE ZOMBIFICATO IL BACKSTAGE DEL LOCALE.
“Beh sai, mi piace rendere il backstage interessante. E questo lo è diventato assolutamente. Dovendo rimanere qui tutto il giorno questo aiuta molto”.
MAGARI È UN CLICHÈ MA PENSI SIA ANCORA POSSIBILE SHOCKARE UN FAN CON LA MUSICA? VOGLIO DIRE, IN COSA PUÒ DIVERGERE IL PIANO MUSICALE DA QUELLO FILMICO, PER ESEMPIO, NELLO SHOCKARE UN FAN OGGI?
“Sai una cosa? Tutto è possibile. Se è possibile per me? Non lo so se è ancora possibile farlo con la musica. E’ diventato difficile, dopo Alice Cooper, Slipknot e tanti altri. Perché comunque devi essere assolutamente innovativo per essere veramente shockante. Non so se è ancora possibile esserlo per chi è in giro da molto tempo. Li vedevi la prima volta e ne diventavi subito affascinato. Per questi non lo so. In generale penso si possa fare ancora, sì. Per quanto riguarda il cinema, si tratta sempre di persone che cercano di shockare delle altre. Quindi sì anche per questo”.
SÌ CERTO. LA PARTE VISUALE PERÒ CI PUÒ ESSERE ANCHE IN UN LIVE SET. E TU NE SAI QUALCOSA. INTENDEVO PROPRIO CHIEDERTI QUALE È IL POTERE PRINCIPALE CHE QUESTI DUE MEDIA POSSONO AVERE NELLO SHOCKARE UN FAN OGGI.
“Be’ sicuramente penso che il cinema abbia più potere in questo. Con la musica non lo so. Voglio dire. Veramente shockante. Io ho sempre voluto essere un grande entertainer più di tutto. E che la gente ne fosse affascinata. Anche perché per shockare ti basta fare qualcosa di orribile, mi capisci? E non significa che sia qualcosa di buono. Con l’entertainment deve essere buono altrimenti non sei nessuno. Puoi portare dei bambini e schiaffeggiarli on stage. O dargli un calcio. Sarebbe shockante. Ma non penso sarebbe una cosa buona per nessuno”.
O CALCIARE QUALCHE MOSTRO SUL PALCO. COME AVVIENE NEI TUOI SHOW. A PROPOSITO DI QUESTO, QUALCUNO SI POTREBBE CHIEDERE COME MAI HAI ASPETTATO COSÌ TANTO PER AVERE UN PRODOTTO FILMICO CHE RIPRODUCESSE FINALMENTE UNA DELLE PARTI MIGLIORI DELLA TUA CARRIERA: I TUOI LIVE SHOW. FORSE PERCHÉ PENSI DI AVER RAGGIUNTO QUALCOSA DI NUOVO E DI PARTICOLARMENTE IMPORTANTE CON “VENOMOUS RAT.” CHE ANDAVA SIGILLATO IN QUALCHE MODO? GRAN DISCO TRA L’ALTRO.
“Ti ringrazio. Be’. Avevo filmato già qualche show intero con la crew nel 2006-07. Qualcosa del genere. Ma poi la band ha cambiato qualche componente. E sai… solite storie. Ma la scorsa estate ho pensato: lo show è grande. Più grande di cosi non può essere perché a malapena ci sta nelle arene. La band è grande, solida. Siamo insieme da tanto ormai. Voglio dire: John è qui da dieci anni ormai. E poi non lo so, ci siamo sentiti ispirati con l’ultimo album ed ecco perché l’idea di avere qualcosa che riproducesse questo momento. Non so effettivamente perchè non l’abbia fatto prima. Non ho filmato niente neanche coi White Zombie, dopotutto”.
FORSE PERCHÉ È COME UNA QUESTIONE DI SECONDA GIOVINEZZA PER TE?
“E’ una questione di chimica. Abbiamo sempre avuto uno o anche due membri della band che non andavano a pennello con il resto. E questo fa sempre in modo di trascinare le cose sempre più giù. Ora siamo in quattro e siamo tutti integrati alla perfezione con le idee e i progetti. Sta andando davvero alla grande in questo momento. Non importa quello che facciamo. Importa che tutti lo vogliamo fare. Ci vogliamo rasare le teste e pitturarci di verde e andare sul palco. Perché no? Lo faremmo. Penso che Ginger Fish sarebbe il primo a farlo tra l’altro. Quello è veramente squilibrato. Era quello che ci mancava dopotutto. Da quando è entrato nella band… grande chimica”.
SEGUO IL TUO INSTAGRAM E HO VISTO CHE HAI PUBBLICATO UNA FOTO A ROMA COL REGISTA ITALIANO LUCA COZZI. SO ANCHE CHE SEI UN GRANDE FAN DI ARGENTO, FULCI, DELL’HORROR ITALIANO ED EUROPEO IN GENERALE. DIMMI SE SBAGLIO.
“Sicuramente amo i film europei in generale, in particolare gli horror. Sono così diversi tra loro. Sai, una cosa che mi annoia dei film americani è che tutti devono necessariamente avere un senso. Essere semplici, di modo tale che nessuno ne possa essere confuso. Coi film horror di Argento per esempio, come ‘Suspiria’ non è così. Dici ‘ma che cazzo sta succedendo in questo film?’. Ma non importa. Perché è quella una delle grandezze del film che amo. E qui sta la diversità, a mio parere. Forse perché comunque in Europa si pensa che anche un film horror possa essere arte. Negli Stati Uniti è solo una merda di film horror. Ora, questo è come la vedo io. Non so se sia giusto o meno”.
E’ UN PO’ QUELLO CHE È SUCCESSO CON “LORDS OF SALEM”, NON TROVI? VOGLIO DIRE, HAI NOTEVOLMENTE CURATO LA FORMA, LA QUADRATURA DEL FILM. MOLTO PIÙ VICINO A POLANSKI E SICURAMENTE MENO VICINO – COME ERA ACCADUTO PER I PRIMI DUE PER ESEMPIO – AI ROAD MOVIES E AI B-MOVIES.
“Sai… Negli Stati Uniti la gente non credo l’abbia afferrato. Nel resto del mondo sembra invece che lo amino veramente. E mi sembra un’attitudine tipicamente europea questa. Voglio dire, quando lo abbiamo girato – e abbiamo avuto poco tempo – sapevamo benissimo che nessuno l’avrebbe apprezzato negli Stati Uniti. Era una cosa troppo strana. Come se fosse veramente qualcosa di artistico. Ma questa era l’intenzione principale. Abbiamo veramente voluto farlo così”.
ED ECCO INFATTI PERCHÈ – DA FAN – TI POSSO DIRE CHE È COME SE FOSSI IN UNA NUOVA GIOVINEZZA ED ESTRO CREATIVO. VOGLIO DIRE, IL FILM HA QUALCOSA DI NUOVO DA DIRE NELLA TUA CARRIERA. PUR RIMANENDO SEMPRE NELLE TUE CORDE. L’ALBUM È OTTIMO. IL DVD È TOSTO.
“Si, be’, ecco. Mi sento davvero ispirato. In pratica… arrivi in un momento nella tua carriera dove hai voluto avere successo e tutto si volgeva a quello. Ma poi ti ritrovi ad un bivio. Puoi continuare a cercare il successo o puoi fare quello che veramente ti senti di fare. Non me ne frega un cazzo di fare altri soldi o di fare contenti i critici. Voglio fare quello che mi va. E pensare di fare un singolo per un disco. O un film che tutti comprendano. Sono cose che avrei voluto fare anche da giovane. Ma in certi momenti della tua carriera non puoi che pensarla diversamente. Ed ecco perchè quando invecchi puoi essere ancora di più un grande artista. Guarda Tom Waits. Uno dei miei artisti preferiti. Quello più invecchia e più diventa strano. E’ figo. A lui non gliene frega un cazzo del resto. Fa ancora roba veramente grande. Mentre c’è qualcuno che invece è vecchio e nessuno ha voglia di sentire… Come… be’ io amo Paul McCartney per quello che ha fatto ma oggi non senti un suo disco nuovo e dici: ‘Oh mio Dio, è strabiliante!’. Con Tom Waits senti qualcosa di nuovo e dici ‘Wow. E adesso cosa farà?’. Ho visto Tom Waits recentemente. E sai, non suona quasi mai. Ed è stato qualcosa di nuovo. Non lo vedi molto spesso. Tom Waits..cioè… è un grande. Molte persone raggiungono il successo e continuano a ripetersi, perchè han capito la formula che li fa rimanere tali. Per vendere più dischi e biglietti. A me non frega un cazzo”.
CUORE E ANIMA?
“Io sono un fan come altri. E voglio che il mio artista preferito sperimenti cose nuove. Non voglio che Stanley Kubrick faccia ‘Shining’ dieci volte. ‘Barry Lindon’ è diverso, ‘Arancia Meccanica’ è diverso, ‘2001: Odissea Nello Spazio’ è diverso. E questo non vuol dire che tutto sia bello. Non ti può mai piacere tutto quello che una persona fa. Ma rimane sempre interessante e significativo”.
ULTIMA DOMANDA: IL PROSSIMO ANNO SARÀ IL VENTENNALE DELL’ULTIMO WHITE ZOMBIE. QUALCOSA IN QUELLA DIREZIONE?
“No (ride, ndR), mi dispiace. Non sento quei ragazzi da circa vent’anni”.