I signori del Mediterraneo sono tornati, e lo hanno fatto con il lavoro più tipicamente “greco” della loro discografia! I Rotting Christ di “Aealo” mettono infatti in mostra più che mai le loro origini, mescolando il loro tipico dark/black metal con elementi folk ed epici, per un risultato finale che sicuramente potrà far breccia nel cuore di tanti nuovi ascoltatori. Il quartetto greco sta oggi vivendo una seconda giovinezza e, dopo il successo del magistrale “Theogonia”, sembra ora pronto a raggiungere livelli di popolarità ancora più alti. Cosa che, a scanso di equivoci, si merita assolutamente. Ne abbiamo parlato ancora una volta con il disponibilissimo Sakis, da sempre la mente della band!
“AEALO”, IL VOSTRO NUOVO ALBUM, È UN PO’ PIÙ SPERIMENTALE ED “ETNICO” DI “THEOGONIA”. COME SONO NATE LE IDEE PER QUESTO NUOVO CAPITOLO DISCOGRAFICO?
“Devo dire che è stato piuttosto stressante dare a ‘Theogonia’ un valido successore. Riconosco che quel disco è stato davvero importante per noi, quindi ammetto che mi sono sentito un po’ insicuro quando si è trattato di iniziare a comporre del nuovo materiale. Come artista, mi sento sempre nella posizione di superare me stesso a ogni appuntamento, quindi ho affrontato il songwriting in maniera davvero seria: mi sono isolato da tutto, ho riflettuto a lungo, dormendo ben poco, e alla fine ho partorito ‘Aealo’. Penso che sia un album sicuramente diverso da ‘Theogonia’, forse migliore… io in primis ne sono molto soddisfatto e senza dubbio anche il feedback che stiamo ricevendo è confortante”.
COME È STATO MANEGGIARE QUESTI NUOVI ELEMENTI? È STATO DIFFICILE INCORPORARLI CON MAGGIOR FREQUENZA NEL SOUND DEI ROTTING CHRIST?
“Sì, abbastanza difficile… lo devo ammettere. Ma volevo davvero provare a comporre un album diverso da ‘Theogonia’… un lavoro che avesse qualcosa di nuovo da dire. Trovo che più passa il tempo, meno un uomo ha l’opportunità di riflettere e di cercare dentro di sè. Lo è almeno per me, ecco perchè è stato piuttosto arduo comporre un album che mi soddisfacesse come i precedenti. Comporre musica è la cosa più importante della mia vita e per me rappresenta anche motivo di ricerca interiore. È un’esperienza spirituale”.
HO LETTO CHE LE REGISTRAZIONI SI SONO SVOLTE SUL MONTE OLIMPO…
“Esatto, ci siamo trasferiti per alcuni meso nei Lunatech Studios, che si trovano sul Monte Olimpo, la montagna degli Dei, per trovare ulteriore ispirazione. Mi devo ripetere, ma si è trattato davvero di un’esperienza spirituale. La location ha sicuramente influenzato il disco e ci ha permesso di concretizzare le nostre idee esattamente come desideravamo”.
SI PARLA GIÀ DI “AEALO” COME DELLA “COLONNA SONORA ‘METAL’ DEL FILM ‘300’”… CHE NE PENSI?
“Sì, mi è giunta voce… la cosa mi sta bene, ho sempre cercato di dare alla mia musica un tocco cinematografico e il film in questione non è niente male! Uno dei miei sogni è da sempre quello di comporre una vera colonna sonora”.
DI CHE COSA PARLA IL DISCO? NARRA EFFETTIVAMENTE UNA STORIA?
“‘Aealo’ narra i sentimenti di un guerriero coinvolto in una battaglia: rabbia, paura, rimorso e tante altre strane vibrazioni. Tutto ciò che una persona potrebbe provare in una situazione come quella. Quando ascolto l’album mi sembra di trovarmi in mezzo a una battaglia e di dover fare i conti con i suddetti sentimenti. Non si tratta però di un album guerresco, secondo me… non è un inno alla guerra. Penso anzi che, ad ascolto terminato, ci si senta sollevati di non aver mai dovuto prendere parte a un evento simile. La guerra è una cosa terribile”.
NELL’ALBUM COMPARE UN TITOLO IN SPAGNOLO: “SANTA MUERTE”. COME MAI?
“Volevo che quel pezzo avesse un titolo il più chiaro possibile… parla dell’unico santo che è sempre presente in ogni guerra, ovvero la morte. Si tratta di un brano dedicato alle guerre per la religione, una cosa che trovo assolutamente sconvolgente”.
COSA PUOI DIRMI INVECE DI “EON AENAOS”? AL MOMENTO È IL MIO BRANO PREFERITO DI “AEALO”…
“Quello è un brano piuttosto particolare, perchè è l’unico del disco a non avere un vero e proprio ritornello. È la traccia più aggressiva della tracklist e anche quella più cinematografica. Rientra senz’altro tra le mie preferite”.
IL DISCO PRESENTA UN BUON NUMERO DI OSPITI… COME SEI ENTRATO IN CONTATTO CON OGNUNO DI ESSI?
“È stato molto semplice, in quanto si tratta di mie conoscenze o grandi amici! Penso che ciascuno di essi abbia contribuito a portare l’album a un livello superiore. Diamanda Galas canta su ‘Orders From The Dead’, Alan Nemtheanga dei Primordial su ‘Thou Art Lord’, Magus Wampyr Daoloth dei Necromantia su ‘Nekron Iahes’, Stavros dei Dirty Grandy Tales su ‘Thou Art Lord’ e ‘Fire Death And Fear’, Spiros ed Efi dei Daemoneia Nymphe su ‘Demonon Vrosis’ e, infine, il coro delle Pleiades, che è specializzato in antichi lamenti funebri, sulla title track, ‘Dub-Sag-Ta-Ke’, ‘Fire Death And Fear’, ‘Santa Muerte’ e ‘Orders From The Dead'”.
DIAMANDA GALAS È SENZ’ALTRO L’OSPITE PIÙ PRESTIGIOSO. CONOSCEVA LA MUSICA DEI ROTTING CHRIST?
“Sì, ci conosceva e siamo onorati di averla su un nostro disco. È greca come noi e quando le ho detto che mi sarebbe piaciuto coverizzare ‘Orders From The Dead’ lei ha risposto positivamente. Per me è una delle più importanti figure della musica avantgarde di tutti i tempi… è stato grandioso poter collaborare con lei su quel pezzo”.
VISTO CHE LA NUOVA MUSICA HA UNO SPICCATO TOCCO CINEMATOGRAFICO, PENSI CHE GIRERETE UN VIDEO PER UNO DEI BRANI?
“Sì, ma il nostro budget non ci permetterà di realizzare qualcosa sullo stile di ‘300’… mi dispiace! Stiamo già lavorando a un video e questo verrà reso disponibile presto!”.
QUANTE CANZONI HAI SCRITTO PER “AEALO”? È AVANZATA QUALCOSA?
“Sì, scrivo sempre molte più canzoni di quelle che poi vengono inserite nella tracklist. Ma poi queste non vengono mai riutilizzate. Mi piace sempre partire da zero quando si tratta di pensare a un nuovo lavoro, quindi tutto quello che è avanzato dalla volta precedente viene buttato via”.
LA BAND È SEMPRE ON THE ROAD. VI PIACE QUESTA SITUAZIONE O LO FATE PERCHÈ TROVATE CHE SIA PARTE DELLA VITA DI OGNI MUSICISTA?
“Dovrei chiedere al mio psicologo… sicuramente è fantastico per le giovani band, che sognano di andare in tour e conquistare il mondo. Ma quando invecchi e superi il numero di 1000 concerti, inizi a dover sacrificare tante cose per poter continuare a vivere la tua passione. Ogni tanto sento queste voci nella mia mente… ‘torna a casa… ne hai avuto abbastanza… fatti una vita normale… hai perso tutti i tuoi amici e ogni garanzia…’. Ma che vuoi che ti dica… un vero guerriero non si ritira mai. Io sarò sempre in prima linea. Il concerto rappresenta la mia vera idea di metal”.
PARE CHE SIATE DIVENUTI MOLTO POPOLARI DOPO LA PUBBLICAZIONE DI “THEOGONIA”. HAI UNA SPIEGAZIONE PER QUESTO, OLTRE OVVIAMENTE ALLA QUALITÀ DEL DISCO IN QUESTIONE?
“I Rotting Christ hanno sempre avuto una carriera altalenante in termini di popolarità. ‘Theogonia’ ci ha riportato in alto e ovviamente spero che ‘Aealo’ continui a farlo. Ultimamente mi sento molto maturato come compositore: sono accadute delle cose nella mia vita che mi hanno portato a comporre della nuova musica che io reputo di qualità superiore rispetto a quanto offerto in passato. Ma lungi da me rinnegare il resto della mia carriera… adoro e sono fiero di tutto ciò che ho fatto!”.
IN OGNI CASO, SIETE UN GRUPPO AFFERMATO DA TANTO TEMPO. AVETE ANCORA DEI SOGNI? DOVE VOLETE ARRIVARE?
“Il mio obiettivo è ottenere il rispetto che ci meritiamo e voglio arrivare a ciò tramite la nostra musica. Voglio che questa parli alla vostra anima e che insieme si possa affrontare un viaggio in territori inesplorati. Non mi interessa il denaro quando si parla di musica. Ho realizzato che non potrò mai arricchirmi e onestamente non voglio diventare ricco, perchè questo distruggerebbe la mia vena creativa. Finchè la mia band verrà apprezzata e finchè sarò convinto della bontà di essa dentro il mio cuore, sarò soddisfatto. E potrò morire felice”.
VI CAPITA ANCORA DI AVERE PROBLEMI PER IL VOSTRO NOME?
“Certo… pensi che la società odierna sia abbastanza aperta per accettare una band con un nome come il nostro? Ma la cosa non ci tocca… più cercheranno di ostacolarci, più combatteremo per la nostra libertà artistica”.
VI È UNA GERARCHIA ALL’INTERNO DELLA BAND? TU, SAKIS, OVVIAMENTE COMPONI LA MUSICA, MA QUAL È IL COMPITO DEGLI ALTRI RAGAZZI, OLTRE A QUELLO DI SUONARE I PROPRI STRUMENTI?
“Sì, io compongo la musica e sono il leader e membro fondatore della band. Gli altri ragazzi suonano i loro strumenti, ma sono anche e soprattutto i miei amici. La situazione è questa anche perchè loro a volte hanno altri lavori o impegni, mentre io no. Ma i Rotting Christ sono comunque un’idea condivisa da tutti noi. I Rotting Christ non sono Sakis”.
COSA AVRESTI FATTO NELLA VITA SE NON AVESSI FONDATO LA BAND?
“Penso che avrei comunque suonato in una band. Non so fare altro. Questo è il mio destino”.
HAI ALTRI INTERESSI, OLTRE ALLA MUSICA?
“Sì, mi piace tenermi in forma andando in palestra e adoro il calcio! Seguo anche il vostro campionato e spero che la nazionale italiana faccia bene ai prossimi mondiali!”.
CONOSCI DEI GRUPPI ITALIANI? QUALI SONO I TUOI PREFERITI?
“Certo, sono cresciuto con gruppi come Sadist, Bulldozer, Necrodeath o Mortuary Drape… grandissimi artisti! Di recente ho apprezzato i Ruil Doamnei: abbiamo tenuto un paio di concerti assieme e si sono fatti valere”.
OK, ANCORA UNA VOLTA GRAZIE MILLE PER IL TUO TEMPO, SAKIS…
“Grazie a Metalitalia.com per aver ospitato nuovamente i Rotting Christ sulle proprie pagine, è un onore per noi. Italian brothers and sisters… keep the dark cult alive! XΞΣ!”.