Talvolta la pazienza viene premiata e a parere di chi scrive, è il caso dei Running Wild e del loro ultimo album “Rapid Foray”. Il sottoscritto deve tornare con la mente al lontano 1998 e a quello stupendo “The Rivalry” per trovare un album più convincente di questo tra quelli che riportano inconfondibile firma del Capitano Rock’n’Rolf. E pensare che dalla ‘reunion’ del 2012 in poi, il leader dell’unica band metal a poter essere degnamente associata a tematiche piratesche aveva saputo mettere assieme al massimo qualche buon pezzo e non in modo continuativo e soddisfacente. Oggi invece, grazie ad un songwriting finalmente più ispirato e meno altalenante, Rolf ha saputo ridare ai Running Wild quell’anima e quell’identità che sembravano aver perso per sempre. Abbiamo parlato proprio con lui del nuovo album (a questo indirizzo il commento traccia per traccia), della sua composizione e produzione, dei live show e della formazione di una band che ad oggi è praticamente un suo progetto solista.
BENE ROLF, POSSIAMO INIZIARE COL PARLARE DEL NUOVO ALBUM “RAPID FORAY”. PERSONALMENTE HO NOTATO UN PIÙ SPICCATO RITORNO ALLE SONORITÀ DEL PASSATO, RISPETTO ALLE PIÙ RECENTI PUBBLICAZIONI, CONCORDI?
“Diciamo che sicuramente ci sono un po’ di pezzi che suonano come quello che avrei potuto pubblicare… non so… a fine anni ‘80 – inizio ‘90 o giù di lì, ma non è stata assolutamente una cosa voluta. Sai, se parti con l’intenzione di scrivere un brano che suoni esattamente in un determinato modo, non ne esce mai nulla di buono. Se invece nasce in modo naturale sulla base di un’idea, allora viene sicuramente meglio”.
IN REALTÀ ANCHE LA COPERTINA A MIO AVVISO RICALCA IL VECCHIO STILE PIRATESCO.
“Sì ma considera che avevo già il titolo dell’album, quando ho lavorato all’artwork. Abbiamo tutti concordato che sarebbe stata una bella idea quella di usare una foto, così ho scattato io stesso la foto che vedi in copertina. Poi Jens Reinhold l’ha modificata, dandogli un effetto ‘olio su tela’, un po’ come se fosse stato un dipinto realizzato nel XVIII secolo. Credo che unire le mie e le sue idee abbia portato ad un ottimo risultato”.
PARLANDO DEI BRANI DEL NUOVO ALBUM, IL PEZZO “WARMONGERS” PARTE DA UN VECCHIO RIFF SCRITTO NEGLI ANNI ’80, MENTRE TUTTI GLI ALTRI PEZZI SONO COMPLETAMENTE NUOVI?
“Sì, certo, a parte il riff principale di ‘Warmongers’, tutti i pezzi sono stati composti da zero”.
QUAL È LA FORMAZIONE CHE HA REGISTRATO IL DISCO?
“I musicisti della nostra formazione live ha partecipato alla registrazione. Michael [Wolpers, batteria] ha suonato diverse parti e anche Ole [Hempelmann, basso] è stato coinvolto nella produzione ma non hanno registrato tutti i pezzi. Anche PJ [Peter Jordan, chitarra] è stato ovviamente coinvolto come tutti gli altri, che hanno anche preso parte ai cori. Ognuno ha quindi partecipato a più aspetti, diciamo”.
LE PARTI DI BATTERIA SONO QUINDI STATE REGISTRATE DA PIÙ BATTERISTI?
“Sì, da tre batteristi questa volta. In studio lavoriamo con il personale di cui abbiamo bisogno in quel momento, mentre poi per la parte live siamo i quattro che hai visto al Wacken Open Air 2015”.
CHI HA INVECE SUONATO LE CORNAMUSE SU “BY THE BLOOD IN YOUR HEART”?
“Non sono vere cornamuse, sarebbe stato troppo laborioso includerle nella registrazione. Sono delle campionature ma di alta qualità che hanno un suono molto, molto realistico”.
HAI GESTITO TU LA PRODUZIONE E COME ALTRE VOLTE TI HA AIUTATO PETER JORDAN?
“Lui ha avuto un ruolo importante nella produzione delle parti di batteria e ha registrato lui stesso vari soli. Molte parti, come le chitarre e le voci, le ho invece registrate io presso il mio studio personale, i cori invece presso quello personale di PJ. Abbiamo praticamente lavorato in tre studi!”.
POSSIAMO COMUNQUE CONSIDERARE I RUNNING WILD DI OGGI COME UNA TUA ‘ONE MAN BAND’?
“Sì certo. Lo è diventata col tempo, nel senso che non è mai stata una cosa intenzionale ma un processo che negli anni è arrivato a questo risultato. Dal vivo invece siamo una band di quattro persone e lì siamo tutti coinvolti nello show. Ognuno di noi sul palco ha la sua precisa parte e importanza, cose che invece si perdono un po’ in studio”.
DA COME NE PARLI, SEMBRA CHE QUESTA FORMAZIONE LIVE SIA STABILE ORA, O SBAGLIO?
“Direi di sì, perchè ci troviamo molto bene assieme. Ricordo quando provammo per la prima volta. Il pezzo era ‘Under Jolly Roger’ e quando riascoltammo la registrazione, non sembrava una band che suonava insieme per la prima volta, sembrava un gruppo che lo faceva da sei mesi almeno. C’era già un feeling particolare e se hai visto lo show al Wacken Open Air [live report a questo indirizzo], avrai notato che non pareva certo il primo show che tenevamo, anche se così in effetti era”.
ERO PRESENTE A QUELLO SHOW E RICORDO CHE FU UNA BELLA PERFORMANCE, ANCHE SE I VOLUMI ERANO STRANAMENTE BASSI…
“Sì, esatto perchè da mezzanotte avevano un’ordinanza che imponeva dei limiti ai volumi e noi non ne sapevamo niente, altrimenti non avremmo accettato di suonare a quell’ora, avremmo chiesto di farlo prima. Il nostro fonico dal mixer per un paio di volte ha tentato di alzare un pelo il volume ma non ha potuto. Purtroppo non è dipeso da noi”.
CI SONO PIANI PER UN TOUR O ALCUNE DATE NEI FESTIVAL NEL 2017?
“Suoneremo sicuramente a dei festival o a degli eventi specifici. Ho già iniziato a lavorarci e ho già tenuto alcuni incontri per discuterne”.
PARLANDO ANCORA DELLO SHOW AL WACKEN 2015, CI SONO POSSIBILITÀ CHE LA REGISTRAZIONE DI QUEL CONCERTO FINISCA SU UN LIVE DVD, COME SUCCESSE IN OCCASIONE DEL PRECEDENTE SHOW PROPRIO A WACKEN?
“No, perchè abbiamo avuto dei problemi con lo staff che ha fatto i suoni, quindi ci sarebbe troppo lavoro da fare. Ne abbiamo parlato ma non credo se ne farà qualcosa”.
RICORDO CHE AI TEMPI DI “SHADOWMAKER” STAVI LAVORANDO ANCHE A UNA RACCONTA CON PEZZI CLASSICI DEI RUNNING WILD RI-REGISTRATI. QUESTO PROGETTO È ANCORA IN CANTIERE, OPPURE È STATO ACCANTONATO?
“Non verrà fatto, perchè abbiamo deciso di pubblicare il best of in doppio CD con pezzi tratti dagli album usciti per Noise Records (intitolato ‘Riding the Storm – The Very Best of the Noise Years 1983-1995’, ndR) e inoltre nel 2017 l’etichetta, che nel frattempo è stata rilanciata, pubblicherà le ristampe su CD e vinile dei nostri primi nove album”.
PARLANDO DELLA TUA VITA, POSSO CHIEDERTI COSA FAI QUANDO NON SEI IMPEGNATO NELLE ATTIVITÀ INERENTI LA BAND?
“E’ difficile che non sia impegnato per via della band (ride, ndR). Di solito mi trovo con amici, guardo film e cose del genere, diciamo. Negli ultimi mesi invece sono stato molto, molto impegnato con il nuovo album, quindi non ho avuto tempo di fare altro, se non andare a comprare da mangiare e cose simili!”.
HAI PARLATO DI FILM… HAI PER CASO VISTO LA SERIE TELEVISIVA “BLACK SAILS”, AMBIENTATA NEI CARAIBI E INCENTRATA SULLA PIRATERIA E SUGLI EVENTI CHE PRECEDONO I FATTI DEL ROMANZO ‘L’ISOLA DEL TESORO’?
“Ho visto le prime tre-quattro puntate ma a parte degli ottimi attori e dei grandi scenari, devo essere sincero: mi sono sembrate molto noiose. Stavano lì nel porto a parlare e parlare e non accadeva praticamente nulla… è stata un po’ una delusione, se devo dirla tutta. Preferisco i classici vecchi film che parlano di pirateria”.