SAHG – La trilogia è chiusa

Pubblicato il 15/02/2011 da

Terzo album per i norvegesi Sahg, gruppo che nella terra del black metal è stato capace di farsi un nome nella scena doom, heavy rock, o stonerche dir si voglia. Capitanati dal cantante Olav Iversen, il gruppo hasfornato qualche mese fa il terzo album, “III”, che chiude una trilogia. Visti più volte dal vivo, in contesti diversi dove hanno sempresuperato l’esame della prova live, i Sahg si preparano con questo album a fare il grande salto che consentirà loro di girare l’Europa daheadliner. Metalitalia.com ha ascoltato il cantante dei Sahg, ecco ilresoconto della nostra chiacchierata.

ALLORA COMINCIAMO DAL NUOVO BATTERISTA. PROVIENE DALLA SCENA ELETTRO-POP SE NON SBAGLIAMO. È VERO? VUOI INTRODURLO AI LETTORI?
“E’ vero. Thomas ha suonato le percussioni in una band elettronica prima di unirsi ai Sahg. Ma prima di tutto lui è un rocker, cresciuto come tale. Ha solo preso una sbandata per l’elettronica per un po’ di anni. Lui è esattamente quello che cercavamo, un batterista che colpisce duro, carico di groove pesante, un’animale di cui la band aveva bisogno e che quindi si è inserito perfettamente. È saltato fuori non appena noi avevamo smesso la ricerca per il nuovo batterista. Ma è così che funzionano le cose: quando smetti di cercare, ecco che trovi”. OK, ALLORA PARLIAMO DEL

NUOVO ALBUM, SUPERBO STANDO ALLA NOSTRA RECENSIONE. QUALI SONO I TUOI FEELING RIGUARDO ALL’ULTIMA PUBBLICAZIONE?
“Le mie sensazioni al riguardo sono buone esattamente come le speranze che avevamo prima della release. Sono molto contento delle canzoni, della qualità e della variazione delle stesse e anche del fatto che il ritmo è sostanzialmente veloce per gran parte della durata, uno dei nostri obiettivi per l’album. Volevamo inoltre semplificare la struttura delle canzoni e provare una produzione più ‘high-end’, rispetto a ‘I’ e a ‘II’. Penso che questi fattori ci abbiano aiutato a creare un album eccellente”.

NELLA NOSTRA RECENSIONE ABBIAMO SCRITTO CHE I SAHG SONO EFFICACI SIA QUANDO SALGONO DI RITMO SIA QUANDO SPAZIANO NEI MEANDRI DEL DOOM PURO. UN MIX MICIDIALE. COSA NE PENSI?
“Penso che il nostro spettro sia più ampio rispetto a molte altre band che suonano stoner o doom. Molti di questi gruppi suonano in maniera monotona mentre la variazione di tempo e il dinamismo all’interno dei brani sono elementi importanti nella musica dei Sahg”.

PER QUANTO CI RIGUARDA, CI SONO MOLTE OTTIME BAND STONER IN GIRO, MA LA VOSTRA FORSE SI LASCIA PREFERIRE QUANDO IL RITMO è CALMO, MOLTO PIU’ VICINO A SONORITA’ DOOM. PENSIAMO AD ESEMPIO ALLA CANZONE “SHADOW MONUMENT”. COSA NE PENSI?
“E’ una delle mie preferite! Penso che sia una canzone molto diversa rispetto a quelle classiche dei Sahg. È molto buia, dark, di suo. Le voci sono registrate basse, una novità per me, e il coro è uno dei più coinvolgenti e monumentali che abbiamo mai realizzato”.

SEI D’ACCORDO CON NOI CHE NEL VOSTRO PRIMO ALBUM CI SIANO LE CANZONI MIGLIORI CHE ABBIATE MAI SCRITTO? CITIAMO “GODLESS FAITH” E “SOUL EXILE”, PER FARE QUALCHE ESEMPIO.
Quando abbiamo scritto e registrato il nostro primo lavoro, sentivamo un’atmosfera magica che spesso benedice le nuove band. È un’energia speciale che rende possibili delle cose incredibili, come ‘Godless Faith’, ‘Soul Exile’, ‘Executioner’ e ‘Repent’. Come tutti i gruppi, i Sahg sono cambiati con il tempo, aggiungendo al suono altre qualità che hanno rimpiazzato questa scintilla iniziale, aiutandoci a scrivere altre ottime canzone come ‘Echoes Ring Forever’, ‘Star-crossed’, ‘Mortify’ e ‘Shadow Monument'”.

È UNA NOSTRA IMPRESSIONE O SU “III” AVETE USATO L’ORGANO HAMMOND IN MANIERA MAGGIORE RISPETTO AL PASSATO?
“Abbiamo usato l’Hammond anche sul nostro secondo lavoro, ma penso che sia percepibile in maniera maggiore su ‘III’ per via della produzione più ordinata. L’organo aggiunge una dimensione extra al nostro suono, ed è la via perfetta per superare i riff di chitarra. E certamente, amiamo il suo suono. Poche cose possono superare un B3 amplificato a volume 11”.

AL SOLITO, NEI VOSTRI TESTI NON PREVALE UN TEMA SPECIFICO, VERO?
“Veramente no. Ma ancora, ci sono dei temi sui quali tendiamo a tornare in diverse canzone. Su ‘III’ qualche testo si evolve attorno al dilemma resistenza-resa. Ma anche rischio-conseguenza, crucialità-fatalità. Il mistero di come noi senza ragionare possiamo essere indotti nelle tentazioni che conosciamo solo come bisogni della nostra vita. La forza che ci spinge dentro e cresce dal nulla fino a diventare una potenza che aiuta a conquistare, e alla fine ci inghiottisce completamente. Questi temi mi hanno affascinato molto questa volta”.

L’ALBUM QUESTA VOLTA E’ STATO MISSATO DA DUE MEMBRI DEL GRUPPO, MENTRE DEL PRECEDENTE SI ERA OCCUPATO ROB CAGGIANO. COME MAI?
“’Sahg III’ è stato missato dal tastierista degli Enslaved Herbrand Larsen, in stretta collaborazione con dei membri del nostro gruppo. L’album è stato registrato e missato negli Earshot studio, diretti da Mr. Larsen e dal chitarrista degli Enslaved Ice Dale. Volevamo avere uno stretto controllo sul processo di missaggio questa volta, ecco perché abbiamo deciso di fare tutto a Bergen dove sapevamo di poter essere presenti per la maggior parte del processo. L’ultima volta, Rob Caggiano ha missato ‘Sahg II’ a New York, e noi non abbiamo potuto partecipare a questa operazione. E, sebbene il risultato sia stato fantastico, sentivamo di non aver avuto tutto quel controllo necessario che desideravamo e che questa volta abbiamo ottenuto”.

RIGUARDO AI TITOLI DEI VOSTRI ALBUM, PERCHE’ NON HANNO UN NOME VERO E PROPRIO? VOLETE INIZIARE A NOMINARLI DAL QUARTO IN POI COME I LED ZEPPELIN?
“I primi tre lavori fanno parte di una trilogia, nel senso che hanno delle relazioni musicali molto vicine. Vengono fuori dalla stessa ricetta. Decidemmo subito, e in maniera molto naturale, che i nostri primi lavori sarebbero stati nominati come ‘Sahg I’, ‘II’ e ‘III’. Il nostro obiettivo per il prossimo album è cambiare ricetta, cambiare qualche ingrediente. Vogliamo provare qualcosa di nuovo, ma che suoni sempre Sahg ovviamente. E penso che questo potrebbe cambiare qualcosa anche a livello di titolo. Vedremo comunque cosa accadrà”.

PENSI CHE ABBIATE OTTENUTO DAL MONDO MUSICALE – A LIVELLO DI ETICHETTE, MEDIA, POPOLARITA’, SOLDI – QUELLO CHE AVETE DATO IN TERMINI DI CONTRIBUTO MUSICALE?
“Di certo no (ride, ndR)! Meritiamo il dominio del mondo adesso! No, tornando seri, siamo molto realistici in merito a queste cose e pensiamo che l’industria musicale non produca molto lucro al momento. Allo stesso tempo, la competizione è tosta quanto mai prima. Quindi avere successo nel music biz è più difficile di prima. Ma, dopo tutto, si tratta molto di trovarsi al momento giusto nel posto giusto. Penso quindi che stiamo ancora aspettando questo momento del destino dei Sahg. Arriverà presto, ne sono sicuro”.

COME VANNO LE COSE CON LA VOSTRA ETICHETTA, LA INDIE RECORDINGS? “III” E’ IL VOSTRO PRIMO ALBUM CON LORO.
“Sembra che tutto proceda bene. Indie ha promosso e distribuito il nostro album in Norvegia da sempre anche quando eravamo sotto contratto con la Regain Records. I ragazzi dell’etichetta sono nostri fan e morivano dalla voglia di metterci sotto contratto, quindi ecco che ora possiamo godere del loro sincero supporto”.

NON AVETE EFFETTUATO NESSUN TOUR DA HEADLINER FINO AD OGGI. COME MAI?
“Sembra che la cosa migliore per noi sia quella di suonare di supporto, tranne nella nostra terra, la Norvegia, dove suoniamo da headliner. Stiamo ancora costruendo la nostra base di fan per il mondo ma arriverà il giorno in cui saremo pronti per il gran salto anche lì. Stiamo comunque diventando molto pignoli in tema di band da supportare, penso comunque che se le cose andranno bene con questo nuovo album, ci vedrete presto comandare un tour europeo”.

GRAZIE PER L’INTERVISTA, C’E’ QUALCHE ALTRA NEWS PER I FAN ITALIANI?
“Date un ascolto al nostro nuovo album! Se amate il doom, l’heavy rock, di sicuro vi piacerà. Speriamo di tornare quest’anno nel vostro paese per dei concerti. Grazie ai nostri fan per lo strepitoso supporto. you absolutely ROCK!”.

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