SAHG – Purosangue Rock!

Pubblicato il 03/06/2008 da

Giunti al secondo album, intitolato semplicemente “II”, secondo una formula cara ai Led Zeppelin e a parecchie altre band rock settantiane, i Sahg continuano nella loro opera di riattualizzazione del sound heavy primigenio. Accolti all’inizio come l’ennesimo side project, i ragazzi hanno dimostrato di essere qualcosa di più, dando vita ad un esaltante mix di vecchio e nuovo e iniettando nuova linfa all’interno di una scena, quella stoner doom, che sta dando evidenti segni di cedimento e di collasso. Nostro interlocutore in questa occasione è il singer e chitarrista Olav Iversen che ci guida nel mondo dei Sahg e ci spiega come si possa risultare originali ed innovativi pur proponendo stilemi musicali vecchi di quasi quarant’anni. lasciamo dunque a lui la parola, certi che, anche grazie all’ottimo lavoro della Regain Records, la band avrà un futuro assicurato e iruscirà a far breccia nei cuori di coloro che vivono per il rock.


PER PRIMA COSA POTRESTI PRESENTARE LA BAND AL PUBBLICO ITALIANO?

“Ok! I Sahg si formano nel 2004 in quanto volevamo recuperare le nostre radici musicali, basate sul metal degli anni settanta e ottanta. Dopo poco tempo abbiamo firmato per la Regain e abbiamo pubblicato il nostro primo album nel 2006. Abbiamo suonato a qualche festival tra la primavera e l’estate e successivamente siamo partiti per un tour nordamericano di spalla ai Celtic Frost. Nel 2007 ci siamo dedicati alla stesura del nuovo album e abbiamo suonato a Wacken. ‘Sahg II’ è stato pubblicato a marzo di quest’anno e ora siamo in fase promozionale. Ah, già, abbiamo appena concluso un tour di spalla ai Trouble”.

COSA SIGNIFICA IL VOSTRO NOME?
“Sahg è un acronimo di quattro parole che però dovranno rimanere segrete”.

SIETE SODDISFATTI DEL RISULTATO FINALE DI “SAHG II”?
“Sì, l’album è uscito progressivo proprio come volevamo. Ci siamo spinti più avanti come compositori e come performer e siamo riusciti a concepire un lavoro differente e dinamico, che era proprio il nostro scopo. Quando abbiamo registrato e mixato le canzoni, abbiamo capito che suonavano alla grande, almeno questo è ciò che penso io”.

NEL VOSTRO SOUND SI SENTONO BLACK SABBATH, STONER METAL E PSICHEDELIA SETTANTIANA: SEI D’ACCORDO?
“Sono tutte grandissime influenze, ma non è compito mio dire come suona il risultato finale. Ci sono altre grosse influenze oltre quelle che hai menzionato, come ad esempio Deep Purple e Pink Floyd”.

LA TUA VOCE RICORDA DA VICINO QUELLA DI OZZY E DI JB DEGLI SPIRITUAL BEGGARS, NON CREDI?
“Anche in questo caso, è difficile descrivere la propria voce. Ozzy è sicuramente una grande influenza per me e la musica degli Spiritual Beggars mi piace un sacco, anche se non so dire se il singer ha avuto qualche influsso sul mio modo di cantare”.

QUANTO CI E’ VOLUTO PER COMPORRE IL NUOVO ALBUM?
“Per la fase di composizione ci siamo presi quattro mesi. Molto materiale che abbiamo composto non è poi finito sull’album e forse verrà ripreso in futuro”.

COME SI SONO SVOLTI IL SONGWRITING E LE REGISTRAZIONI?
“Il songwriting è andato piuttosto liscio. Tutte le canzoni sono state partorite senza particolari problemi ed abbiamo lavorato con calma e senza pressioni. Le registrazioni ed il mixing invece sono stati un travaglio. Degli spiritelli dispettosi hanno deciso di renderci la vita dura, sotto forma di problemi tecnici che ci hanno portati anche a cambiare studio. Il mixing stesso ha avuto delle difficoltà tecniche fortunatamente superate; però grazie a questi problemi l’album è venuto fuori ancora meglio di quanto avremmo potuto fare se fosse andato tutto liscio”.

DI COSA TRATTANO I TESTI?
“Ancora una volta abbiamo toccato tematiche spirituali e mitiche, ma vi sono anche soggetti per così dire più terreni. Abbiamo trattato dell’oscurità, del lato distruttivo dell’umanità e di come questo lato distruttivo prima o poi ci colpirà senza pietà”.

CHE DIFFERENZE CI SONO TRA I VOSTRI DUE LAVORI? IL NUOVO ALBUM SEMBREREBBE PIU’ SETTANTIANO…
“Innanzitutto ci riteniamo soddisfatti dei cambiamenti apportati sul nuovo lavoro. Le melodie, prese nel loro insieme, creano un album dinamico e tengono alto l’interesse lungo tutta la sua durata. su ‘Sahg I’ la maggior parte delle canzoni seguiva la stessa strada, mentre su ‘Sahg II’ ci sono brani più rock alternati a momenti improvvisati, senza contare gli elementi sperimentali e psichedelici. Come ultimo aspetto, la produzione si adatta alle varie anime presenti nel lavoro”.

NEGLI ULTIMI ANNI MOLTE BAND SI RIFANNO AI SEVENTIES: PENSI CHE I SAHG ABBIANO QUALCOSA DI DIFFERENTE PER EMERGERE?
“Non abbiamo mai provato a nascondere la nostra influenza settantiana, ma per noi è estremamente importante essere qualcosa di più che non un semplice retro act. Abbiamo importanti motivazioni che ci spingono a provare a creare qualcosa di nuovo piuttosto che copiare qualcosa di vecchio”.

COSA PENSI DELL’ATTUALE SCENA STONER DOOM?
“Ci sono molte band interessanti in giro, qui in Scandinavia come da altre parti. Resta il fatto che le band stoner e doom tendono a ripetersi e ad assomigliarsi tra loro un po’ troppo”.

COME E’ ANDATO IL TOUR CON I TROUBLE?
“E’ stato bello uscire a suonare i nuovi brani. Abbiamo fatto un ottimo spettacolo con i Trouble e con i Gorilla Monsoon che facevano da opening act, e ci siamo divertiti parecchio anche al di fuori dei live veri e propri. Il responso che abbiamo ottenuto dall’audience europea è stato incoraggiante e speriamo di riuscire a pianificare un altro tour europeo quest’inverno”.

RECENTEMENTE I LED ZEPPELIN SI SONO RIUNITI PER ORGANIZZARE UN TOUR: SECONSO TE E’ UN BENE O UN MALE?
“Credo che i Led Zeppelin siano ancora in grado di creare della magia e a giudicare dalle recensioni del loro live di Londra mi auguro di poterli vedere presto in tour”.

CI SONO DELLE NOVITA’ DAI VOSTRI ALTRI PROGETTI?
“Gli Audrey Horne sono in tour da quando è uscito il loro ultimo album. i Gorgoroth stanno pianificando una nuova release sulla quale per ora non so molto. I Manngard hanno pubblicato un album l’anno scorso ed ora se la stanno prendendo comoda, così come gli I, almeno per quello che ne so io”.

GRAZIE PER L’INTERVISTA: VUOI CONCLUDERE TU?
“Ci siamo divertiti molto a suonare a Bologna, e speriamo di poter tornare presto in Italia. Keep rocking hard!”.

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