SAKAHITER – Black metal dal passato…

Pubblicato il 08/04/2003 da

Più ci si inoltra nell’ambiente musicale estremo e più sono le band nostrane a mettersi in luce. Ecco una nuova band da tenere d’occhio: sono i molisani Sakahiter, una band che abbina alla ferocia del black metal senza compromessi un concept di tutto rilievo e per molti versi unico. Un demo veramente devastante, supportato da una buona produzione, una lama gelida che sembra riemergere dal passato, un reperto di una gloriosa civiltà del passato capace ancora di essere affilato… Ecco i Sakahiter ai nostri microfoni.

SIETE UN GRUPPO CHE SI E’ FORMATO DA POCO: COSA VI HA SPINTI A SUONARE ‘TRUE BLACK METAL OLD STYLE’ COME LO DEFINITE VOI GIUSTAMENTE?
“Abbiamo sempre seguito il black metal a 360°, partendo dalla cultura per poi arrivare alla musica. Suonare black, quindi, è stata per noi un’evoluzione naturale”.

IL VOSTRO MONICKER E’ IN UNA LINGUA ‘MORTA’. COME MAI LA SCELTA DELL’ANTICO OSCO?
“Abbiamo scelto la lingua osca dei Sanniti perché rispecchia le nostre radici. Ci sembrava stupido rifarci agli stereotipi black che vedono solo nella cultura scandinava una fonte di ispirazione. Pur rispettandola non la sentiamo nostra, a differenza di quello che dicono tanti gruppi non scandinavi che si sentono comunque ‘vichinghi'”.
Eucles: “Trovo del tutto ridicolo che molti gruppi, pur avendo una cultura e delle tradizioni a cui ispirarsi ci sputino sopra”.

QUANTO INCIDONO LE ORIGINI/TRADIZIONI SUL VOSTRO SONGWRITING?
“Hanno inciso in parte. La cultura pagana, propria dei Sanniti, è quella che più si avvicina al nostro modo di pensare, essendo noi contro la mentalità debole dei cristiani come persone e, soprattutto, contro la Chiesa intesa come istituzione. Inoltre ci teniamo a precisare che non siamo satanisti, in quanto l’anti-cristianesimo è una cosa ben differente dal satanismo, a differenza di quanto pensano in molti”.

IL VOSTRO DEMO SUONA EFFETTIVAMENTE BLACK AL 100%. QUALI SONO LE VOSTRE INFLUENZE STILISTICHE?
“Le influenze sono molteplici, ma se proprio dobbiamo fare dei nomi forse i gruppi più vicini al nostro sound sono Emperor, Dissection, i primi Immortal e Dark Funeral. Cerchiamo però di non chiuderci in quello che è lo stile black metal propriamente detto”.
Saunitan: “Mi sono sempre ispirato a tutta la scena underground anni ’80-inizio anni ’90 lercia e piena di attitudine”.

DALL’ARTWORK E DAL TITOLO DEL VOSTRO ‘LEX SACRATA’ SI DELINEA UNA STRETTA CONNESSIONE TRA GUERRA E RELIGIONE; COME INTENDETE VOI TALE LEGAME?
“Le guerre in nome della religione sono sempre esistite. Questo è uno dei motivi da cui deriva la nostra avversione all’istituzione ecclesiastica. Basti pensare alla cristianizzazione dei popoli pagani e non, con l’imposizione del battesimo, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui tutti possono vedere cosa succede in Palestina”.

AVETE SCELTO I TEMPLE OF NOISE STUDIOS PER EGISTRARE IL VOSTRO DEMO; ORMAI PURE IL BLACK METAL A LIVELLO UNDERGROUND SI DEVE ADEGUARE AD UN CERTO LIVELLO QUALITATIVO PER PROPORSI AGLI ASCOLTATORI? COSA CREDETE SIA CAMBIATO RISPETTO AI PRIMI ANNI ’90?
“Crediamo che a livello qualitativo una produzione non debba essere necessariamente ottima per valorizzare le idee proposte. La freddezza e l’oscurità del black prescindono da questa”.
Hrim: “Per quanto riguarda la differenza tra i giorni d’oggi e i primi anni Novanta (e per chi c’era anche e soprattutto gli anni ’80) il discorso va al di là del black, in quanto tutto l’approccio al metal è mutato. Basti pensare a quanto si è ingrandito il movimento, con tutto quello che ne consegue, o a quanto sia semplice per un ragazzo di oggi muoversi in quello che a fatica possiamo ancora chiamare underground, grazie all’avvento di internet e di servizi come gli mp3, le webzine o le chat. Chi ha vissuto gli anni delle fanzine cartacee e degli scambi epistolari e di demotape sa di cosa sto parlando”.

NELLE VOSTRE CANZONI E’ PRESENTE UNA LEGGERA VENA EPICA SPESSO AFFIANCATA DA UN TOCCO MELODICO, E’ UN’IMPRESSIONE ERRATA?
“Assolutamente no. Le parti melodiche fanno parte del nostro stile e sono inserite non per ‘addolcire’ il sound, ma per rendere più vari i pezzi e soprattutto per evidenziare particolari stati d’animo”.

LA REALIZZAZIONE DEL PRIMO DEMO E’ SEMPRE UNA SORTA DI ‘RITO INIZIATICO’, COSA VI ASPETTATE ORA DA QUEL ‘GIRONE INFERNALE’ CHE E’ IL MONDO DELLA MUSICA?
“Ovviamente ci farebbe piacere un contratto discografico che però sia sulla stessa nostra linea di pensiero, per evitare di dover scendere a compromessi. Di certo il prossimo lavoro non suonerà alla Cradle of Filth solo per accattivarci qualche label o qualche quindicenne con gli ormoni a mille…”.

QUAL E’ LA ‘VIA D’USCITA’ CHE HA IL BLACK METAL PER CONTINUARE AD ESSERE INCISIVO NELLA SCENA ESTREMA MUSICALE MONDIALE: PUO’ ESSERE UN ARRICCHIMENTO ANCHE SOLTANTO DELLE TEMATICHE? IL VOSTRO APPROCCIO NON SEMBRA AFFATTO BANALE…
“Come tu hai scritto anche in fase di recensione, siamo tra quei gruppi che usano tematiche non banali cercano di uscire fuori dalla massa (almeno ci proviamo). Visto che musicalmente il black è un genere poco elastico, usare tematiche che prendono le distanze dai soliti cliché può essere un modo per evitare che il genere vada alla deriva”.

GRAZIE PER LA VOSTRA DISPONIBILITA’. A VOI L’ULTIMA PAROLA…
“Innanzitutto, Paolo, grazie per l’intervista e per il supporto. Suoneremo al Garage 56 di Basaldella (UD) il 19 Aprile, nel caso ci fosse qualche pazzo che voglia venirci a vedere. SUPPORT UNDERGROUND…”.

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