SANCTITY – Thrash to the Future

Pubblicato il 28/07/2007 da

Municipal Waste, SSS, Trivium, i rinati Machine Head, Exodus, Annihilator e Megadeth. Svariate reunion di gruppi che sembravano sepolti, e devono ancora arrivare le next big thing Gama Bomb ed Evile. Forse dobbiamo ancora ripetervi che il prossimo trend sarà quello del thrash metal? Della partita fanno parte anche i giovani Sanctity, protetti dagli ancor più giovani Trivium, tanto sulla cresta dell’onda da risultare antipatici a qualcuno. Dopo il debutto Roadrunner, che ha dimostrato talento da vendere sulle coordinate dei mostri sacri Testament, la formazione del North Carolina si è lanciata in tour estesi in tutto il mondo a supporto di ogni band possibile, dai compagni di etichetta Black Label Society alla band di Dave Mustaine, ma è poche ore prima dell’inferno milanese del Crusade Tour – dove la band ha rischiato di sciogliersi sul palco del Rainbow Club assieme ad Annihilator e Trivium – che abbiamo fatto una chiacchierata con il fulvo e lungocrinito Jared. Ecco il succo della nostra conversazione…

PARLACI DELLE ORIGINI DELLA BAND: AVETE SUONATO ASSIEME IN ALTRE FORMAZIONI PRIMA DEI SANCTITY?
“I nostri Jeremy e Zeff (batteria e lead guitar, ndR) hanno imbracciato gli strumenti assieme, dalla tenera età di sei anni. Crescendo hanno fatto diverse esperienze in diversi generi musicali. Ci incontrammo all’High School, quando loro avevano già formato i Sanctity: io li vidi esibirsi al mio liceo e fui spazzato via dalla loro energia. Li avvicinai e mi dissero che cercavano un cantante, quindi li convinsi ad invitarmi sul palco dove eseguimmo ‘Creeping Death’: da lì a poco entrai stabilmente in formazione. L’ultimo ad aggiungersi è stato Derek (basso): continuavamo a cambiare bassista, ma quando è arrivato lui ci ha stupito per lo stile e la capacità di imparare tutti i pezzi in maniera facilissima, sono contento che è rimasto dei nostri!”.

LE INFLUENZE DEL VOSTRO SOUND SONO PARECCHIO ‘OLD SCHOOL’, SOPRATTUTTO CONSIDERATA LA VOSTRA GIOVANE ETA’. COME VI SIETE AVVICINATI A QUESTO GENERE?
“Un mio amico mi fece ascoltare ‘The Unforgiven’ dei Metallica un giorno, e rimasi folgorato, tanto da incidere un nastro fatto solo di quella canzone per far pratica. Un altro mio amico, sapendo di questa mia passione, mi passò ‘Kill’em All’. Ascoltandolo mi si aprì davanti agli occhi un nuovo mondo: non avevo mai sentito nessuno suonare così, quell’energia non la potevo trovare da nessun’altra parte. Quindi cominciai a cercare dell’altro, chiedendo ai ragazzi più grandi e agli appassionati. A tredicianni ‘Kill’em All’ ha cambiato la mia vita”.

COME SIETE ARRIVATI ALLA ROADRUNNER RECORDS?
“Suonammo coi Trivium a Montreal, e dei ragazzi dell’etichetta erano presenti. Matt Heafy è un nostro sostenitore, e da tempo ci supportava, quindi riuscì anche a dare una nostra demo alla Roadrunner. Ci chiesero una nuova demo, noi ne registrammo due e in più registrammo il video di ‘Zeppo’. Finalmente dopo circa un anno e mezzo siamo riusciti ad avere un contratto”.

E COME VI SENTITE ORA?
“Cazzo, è la Roadrunner!!! A volte faccio fatica a crederci ancora, l’etichetta ha un roster incredibile… Tuttavia abbiamo cercato di non farci travolgere dalla pressione, di rimanere noi stessi e fare la nostra musica al meglio. C’è stato un momento nel quale ci siamo bloccati durante la stesura dell’album, e abbiamo dovuto necessariamente staccare per riprendere energia e tornare in possesso del groove. La pressione si fa sentire, ma alla fine penso che siamo riusciti a cavarcela”.

QUANTO VI HA AIUTATO L’AMICIZIA COI TRIVIUM?
“Dobbiamo molto ai ragazzi, sono sempre stati davvero generosi con noi: ci hanno presentato all’etichetta, ci hanno portato dal loro produttore (Jason Suecof, ndR), ci hanno offerto la loro amicizia… e ora ci hanno dato la possibilità di unirci a loro e a delle leggende come gli Annihilator per questo tour europeo. Non possiamo che essergli grati”.

VUOI SPIEGARCI IL NOME ‘SANCTITY’, CONCETTUALMENTE COSI’ LONTANO DAL METAL?
“All’inizio lo scegliemmo solo perché suonava bene, ma nel corso degli anni ha preso un significato particolare per noi della band. Uno dei significati di ‘santità’ è quello di una forza legante (ad un modello di perfezione spirituale, ndR): così noi del gruppo restiamo assieme nella musica, nel suonare assieme, nel vivere come una famiglia. Non abbiamo dei legami con la religione, e di sicuro non è il nome più metal che esiste, ma mi piace!”.

PARLIAMO DI ‘ZEPPO’: E’ RIFERITA A UNO DEI FRATELLI MARX?
“Esattamente. L’abbiamo conosciuto attraverso la televisione, è uno di quei personaggi accantonati, che avrebbero meritato molto di più. E’ una canzone sulla gente come lui, per invogliare a sfondare le barriere, a contare su sé stessi, a mirare in alto”.

E IL ‘BILLY SEALS’ CHE CITATE INVECE? ESISTE VERAMENTE?
“Billy esiste, è un nostro carissimo amico. Quando scriviamo lui ci suggerisce sempre dei nomi assurdi per i pezzi, allora abbiamo deciso di prenderlo in giro nel testo di questa canzone, uccidendolo! Volevamo cambiare il titolo alla fine, perché nessuno avrebbe capito il gioco, ma oramai era troppo legato alla canzone. Per fortuna Billy non se l’è presa!”.

VUOI ESPRIMERE UN CERTO MESSAGGIO NEI TUOI TESTI?
“Adesso come adesso ci piace solamente essere rumorosi e veloci, divertirci, far muovere la gente ai nostri concerti… Bring it hard, bring it fast, bring it loud!”.

TROVI DURA LA VITA ON THE ROAD?
“Mi manca la mia città natale e la mia famiglia, certo non è facile stare lontano da casa per tutto questo tempo. Sono una di quelle persone che quando è in giro non vede l’ora di tornare a casa, ma quando è a casa non vede l’ora di ripartire per un altro tour. Il mio vecchio lavoro però non mi manca poi tanto”.

HO LETTO CHE AVETE AVUTO UN INCIDENTE RECENTEMENTE… COM’E’ ANDATA?
“Stavamo viaggiando di notte, cercando di seguire il navigatore. Siamo riusciti comunque a girare dalla parte sbagliata. Arrivando in un incrocio, dove non era ben visibile nemmeno la segnaletica… BAM! Siamo finiti contro un taxi. Nessuno si è fatto male per fortuna, solo qualche graffio e un grosso spavento”.

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